Il cosleeping, dormire insieme ai bambini fa bene?

L’abitudine del bambino di dormire nel lettone con mamma e papà è aborrita dalla maggior parte delle persone, soprattutto se il piccolo non è più un bebè. In alcuni casi sono stati proprio i genitori a favorire l’instaurarsi di questa abitudine lasciando che il proprio figlio si addormentasse accanto a loro sin dai primi mesi di vita, in altri invece è il bambino a reclamare, spesso nel bel mezzo della notte, il proprio diritto, diciamo così, a dormire nel lettone, nonostante mamma e papà non siano d’accordo.

I detrattori del lettone aperto al bambino sostengono la propria posizione ritenendo che questa abitudine ne farà un adulto insicuro e mammone, i sostenitori, al contrario, pensano che il piccolo che viene lasciato dormire insieme ai genitori sarà un adulto senz’altro sano (ci mancherebbe) ed anzi più sereno. Al coro dei contrari si aggiunge poi la voce di chi ritiene che tenersi i figli dentro al letto, magari fino alla preadolescenza, danneggi gravemente l’intimità di coppia.

Bambini: quando picchiano gli altri

Succede spesso che, nonostante gli insegnamenti di mamma e papà, i bambini si lascino andare a comportamenti aggressivi verso gli altri. Questa aggressività, però, pur suscitando le preoccupazioni dei genitori, rappresenta una fase passeggera nel processo evolutivo del bambino del tutto normale. Atteggiamenti aggressivi, come il picchiare, l’urlare o il colpire degli oggetti, costituiscono, infatti, degli importanti strumenti attraverso cui il bambino manifesta i propri stati d’animo. Questo avviene soprattutto durante la prima infanzia ed in particolare verso i 2-3 anni, quando il bambino non sa ancora parlare bene ed esprimere verbalmente le proprie emozioni ed inizia a relazionarsi con gli altri. Con la conquista di una maggiore padronanza del linguaggio, l’aggressività fisica tenderà a diminuire, rimanendo, però, presente fino ai 5 anni di età.

Anche se i comportamenti aggressivi sono piuttosto comuni tra i bambini nei primi anni di vita e rappresentano uno strumento naturale di comunicazione, è bene che i genitori li tengano sempre sotto controllo per valutare eventuali anomalie e distorsioni nella loro normale evoluzione.

La fecondazione assistita influenza il sesso del bambino

Ci sono sempre più maschi. Sembra, infatti, che i trattamenti di fecondazione assistita possano influenzare il sesso dei nascituri, in misura tale che in futuro potrebbero esserci degli squilibri di genere, creando problemi demografici come carenza di mariti o di mogli. A lanciare l’allarme sono i ricercatori australiani che hanno dimostrato che un particolare tipo di fecondazione in vitro (Ivf) aumenti la probabilità di avere un maschio fino al 56,1%, mentre un altro trattamento la riduce al 48,7%.

Quella che per tante coppie è la salvezza, potrebbe creare in futuro tanti problemi, ma la scienza per fortuna è sempre all’opera. Per adesso comunque, i futuri genitori non possono scegliere il sesso del nascituro e questo blocca parzialmente l’allarme, anche se la preoccupazione dei ricercatori ovviamente è tanta, soprattutto in prospettiva.

Candida: curarla con la propoli

Le proprietà terapeutiche (antimicotiche, batteriostatiche, antibiotiche e disinfettanti) della propoli, l’estratto naturale che le api producono a partire dalla corteccia delle piante e dalle gemme, sono note da tempo. Fin dall’antichità, infatti, la propoli viene impiegata come rimedio naturale per molti disturbi, legati soprattutto all’apparato respiratorio. Un recente studio dell’Università di Maringà, in Brasile, ha evidenziato l’azione antibiotica della propoli anche contro le infezioni da Candida. Lo studio, pubblicato sul Journal of Alternative and Complementary Medicine, ha mostrato come la propoli possa essere un valido ed efficace antibiotico naturale contro la Candidosi vaginale. Nello specifico, i ricercatori brasiliani, guidati dalla dottoressa Kelen Dalben-Dota, hanno analizzato 97 ceppi di lieviti fungini, tra cui quello responsabile della Candidosi. Successivamente, tali lieviti sono stati sottoposti prima all’azione di un tradizionale antibiotico che della propoli, con lo scopo di valutarne i diversi effetti sui lieviti.

L’antibiotico tradizionale utilizzato dagli scienziati brasiliani per il test è la nistatina, generalmente impiegata per curare le infezioni da Candida.

I disturbi dell’apprendimento, la discalculia

La discalculia è un disturbo specifico dell’apprendimento che interessa il 6% dei bambini in età scolare e si manifesta come difficoltà nel riconoscimento e denominazione dei simboli numerici e nella loro scrittura. Il bambino affetto da discalculia presenta anche difficoltà ad associare i numeri alle quantità corrispondenti, a numerare in ordine crescente e decrescente e nella risoluzione di problemi. Analogamente, il disturbo si manifesta attraverso la difficoltà a contare, ad eseguire le operazioni matematiche, anche mentalmente, a imparare a memoria le tabelline e così via. Tutto ciò in assenza di ritardo mentale o altre patologie neurologiche che possano spiegare le manifestazioni.

Il disturbo quindi non interessa tanto le abilità di ragionamento logico del bambino, quanto piuttosto le sue capacità di memoria, lettura e scrittura, e di esecuzione delle procedure di calcolo; inoltre, come abbiamo già visto a proposito della disgrafia, anche alla base della discalculia sembrano esserci deficit di coordinazione visuo-motoria e il disturbo si manifesta spesso in associazione con la dislessia. Poichè il disturbo interferisce non solo con l’apprendimento ma anche con le attività della vita quotidiana che richiedono abilità matematiche, il bambino discalculico potrebbe manifestare difficoltà nell’apprendimento di tutte quelle abilità sociali che implicano classificazione, seriazione, comprensione delle relazioni spazio-temporali.

La spirale della fertilità per le donne con tumore

La spirale può cambiare la vita di una donna. Per anni siamo state abituate a pensarla come metodo anticoncezionale, ma secondo uno studio dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo), ancora in corso, potrebbe trasformarsi in un metodo di cura per le donne con un tumore all’endometrio. Le signore attraverso la spirale potrebbe conservare l’utero e la loro fertilità. Con questa tecnica i ricercatori dell’Ieo hanno dimostrato che è possibile assicurare il tempo della gravidanza. Davvero un bel risultato che dà alle donne la possibilità di sperare nel futuro.

Il tumore dell’endometrio è il sesto tra la forma di cancro femminili più frequenti al mondo. Solo nel 2008 sono state colpite 290mila donne (il 4,8% sul totale dei tumori femminili) e provocato 74mila decessi. La cura prevede la rimozione chirurgica dell’utero e delle ovaie, di conseguenza si perde totalmente ogni possibilità di avere un bambino.

Milkshirt: una pratica maglietta per allattare

Tutte le mamme lo sanno: allattare al seno il proprio bambino fuori casa è quasi sempre un’impresa difficile. A parte gli sforzi di pochi, in Italia non esiste ancora una vera e propria cultura dell’allattamento e sono ancora pochi i locali cosiddetti family friendly. Allattare in pubblico, quindi, può diventare per le donne un momento imbarazzante. Anche l’abbigliamento, il più delle volte, soprattutto durante i mesi freddi, sembra ostacolare l’allattamento nei luoghi pubblici.

Per far fronte a questo inconveniente e rendere il momento dell’allattamento discreto e piacevole anche fuori casa, è nata Milkshirt. Si tratta di una speciale maglietta, comoda e pratica che consente alla donna di scoprire un seno alla volta senza doversi denudare. Grazie all’innovativo sistema Up&Down, Milkshirt permette di sollevare un lembo di stoffa e di allattare il bimbo al seno senza scoprire anche pancia e petto. In questo modo, l’allattamento diventa facile, discreto e piacevole in qualsiasi posto sia a casa che fuori.

I disturbi dell’apprendimento, la disgrafia

La disgrafia rientra, insieme a dislessia, discalcalculia e disortografia, nel gruppo dei disturbi specifici dell’apprendimento. Come abbiamo già accennato brevemente, la disgrafia è un disturbo che riguarda il linguaggio scritto, ovvero le abilità del bambino relative alla esecuzione della scrittura sia alfabetica che numerica. In particolare, il bambino affetto da disgrafia presenta, durante l’atto dello scrivere, difficoltà di coordinazione motoria che interferiscono con l’apprendimento scolastico e con altre attività quotidiane e che non dipendono da patologie pre-esistenti che implicano disturbi della coordinazione motoria.

Il disturbo tende a farsi presente, indicativamente, a metà del ciclo elementare quando cioè il bambino ha acquisito un certo grado di personalizzazione della scrittura. E’ in quest’epoca infatti che le difficoltà di scrittura vengono rilevate, generalmente dagli insegnanti. Queste si presentano già attraverso un impugnatura errata della penna e/o della matita, inadeguatezza del tratto (troppo forte o troppo debole), mancato rispetto dei margini del foglio e del rigo, dimensioni inadeguate delle lettere e loro inversione all’interno delle parole. Le difficoltà del bambino nell’esecuzione dello scritto sono evidenti, con un ritmo di scrittura che può risultare estremamente lento o, al contrario, estremamente veloce.

Denti bambini, prevenire le carie

Per i parametri di crescita del neonato è stata realizzata una carta tricolore, ma non è l’unico documento per verificare che il bambino compia tutte le tappe dello sviluppo. All’interno delle «Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie dalla nascita all’adolescenza»,  elaborate nel 2009, per esempio, c’è tutta una parte dedicata ai denti. Già, perché nonostante le cure ortodontiche siano sempre più diffuse, molti genitori non hanno idea di come curare la bocca del bimbo. Per esempio: cosa significa sigillatura? Cosa fare per evitare che il bambino soffra di carie? Ecco tutte queste indicazioni sono contenute nelle linee.

A un anno dall’elaborazione di questo documento si fanno i primi bilanci e si scopre che molti genitori non ne conoscono neanche l’esistenza.  Lo scopo delle Linea guida è quello di permettere ai nostri piccoli di raggiungere gli obiettivi indicati dall’Oms:  il 90% dei bambini di età compresa tra i 5 e i 6 anni, entro il 2010, non dovrebbe avere carie e a 18 anni non dovrebbe esserci alcuna perdita di denti dovuta a carie o a malattia parodontale. Come? Il trattamento, chiamato anche sigillatura, prevede che i denti molari vengano spennellati con una resina atossica (dai 6 anni in su) che evita l’attacco della carie.

Gattonare: i diversi stili

Intorno agli otto mesi, quasi tutti i bambini compiono un’importante passo verso l’autonomia: il gattonare. A quell’età, infatti, i bambini iniziano a stare “a quattro zampe” e a spostarsi autonomamente. Non tutti i bambini, però, gattonano allo stesso modo: ognuno ha il proprio stile e i propri tempi. I genitori, quindi, non devono preoccuparsi se il loro bambino gattona in modo “strano”: l’importante è favorire questi suoi esperimenti motori senza rimproverarlo o forzarlo a cambiare posizione. Accanto alla classica posizione “a quattro zampe”, con gomiti e ginocchia a terra, i bambini per gattonare possono usare la posizione:

  • a trottola:  il bambino, imitando il movimento che eseguiva nel ventre materno, si muove in modo circolare, tipo trottola. Nello specifico, appoggia il pancino per terra, dondolando e spostando prima le braccia e poi le gambe. Generalmente, i bambini che iniziano a gattonare con questa tecnica difficilmente procederanno con quella classica a carponi;
  • seduta: il bambino si mette seduto con una gambina piegata e l’altra stesa e si trascina con il culetto per terra. Questa posizione viene scelta, in linea di massima, dai bambini che partono con quella a trottola. Studi scientifici hanno evidenziato che questo stile di gattonamento è ereditario (il 40% dei bambini ha un genitore che utilizzava la stessa posizione) e che i bambini che lo scelgono iniziano a camminare più tardi, verso i 18 mesi;

I parametri di crescita del neonato

Oggi si misura tutto, dal peso al primo vagito. Ogni singolo centimetro del corpo del nostra bambino deve rispettare dei parametri e questo non serve solo a rendere orgogliosi mamma e papà, ma permette di stabile se il cucciolo sta crescendo correttamente.  Le misure fondamentali sono sempre state peso, altezza/lunghezza e circonferenza cranica. Fino ad oggi però i valori venivano comparati in modo diverso da regione a regione. Ora un nuovo strumento permette di uniformare gli standard: si tratta della carta tricolore, una carta nazionale con tutti i parametri.

I disturbi dell’apprendimento, definizione

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) rappresentano una categoria eterogenea di disturbi che si manifestano in età scolare e riguardano esclusivamente l’acquisizione delle abilità scolastiche (lettura, calcolo, scrittura). La diagnosi di disturbo dell’apprendimento viene posta infatti quando i risultati ottenuti dal bambino in test standardizzati di calcolo, lettura ed espressione scritta sono significamente inferiori a quanto ci si attende in base alla sua età, intelligenza e livello di istruzione.

In altre parole, il disturbo riguarda una o più delle aree su-indicate ma il bambino non presenta alcun deficit intellettivo anche se le difficoltà di apprendimento interferiscono non solo con il rendimento scolastico ma anche con tutte le attività quotidiane che richiedono abilità di calcolo, lettura ed espressione scritta. Più precisamente, nel gruppo dei disturbi specifici dell’apprendimento rientrano:

Allergie alimentari: ne soffre l’8% dei bambini

Le allergie alimentari sono un problema sempre più grave per i piccoli di casa. Sono, infatti, 6-8%, i bambini tra i 12/14 anni, a soffrire di un’allergia, nei primi tre anni di vita.  Il lato positivo è che l’intolleranza tende a decrescere con il passare del tempo, tanto che l’80% dei bimbi allergico al latte vaccino, riesce a tollerare questo alimento superato il quinto anno di vita. Potrebbe però esserci una terapia molto efficace: la desensibilizzazione orale, ovvero la graduale somministrazione dell’alimento proibito.

Mangiare all’asilo

Le abitudini alimentari che, bene o male accompagnano una persona per tutta la vita, iniziano a delinearsi già a partire dai primi anni di vita. È proprio durante la prima infanzia, infatti, che i gusti del bambino cominciano a svilupparsi. È fondamentale, quindi, che il bambino venga indirizzato verso un corretto approccio al cibo, evitando, così,  il radicarsi di abitudini alimentari errate. Spesso, la scoperta del cibo e del rapporto con esso coincide con l’ingresso del bambino all’asilo ed è per questo che il momento del pasto a scuola riveste un ruolo primario.

È indispensabile che le maestre si armino di tanta pazienza per affrontare al meglio l’ora della pappa. La prima cosa da tener presente è che ogni bambino che entra a scuola ha il proprio carattere, le proprie abitudini ed i propri gusti. Le maestre, quindi, dovranno educare i bambini a stare a tavola e a mangiare, rispettando comunque i gusti e le inclinazioni dei singoli bambini senza forzarli in alcun modo.