Cinemamme, al cinema con i piccoli

Tutte le mamme lo sanno: prendersi cura di un neonato vuol dire, il più delle volte, rinunciare alla propria vita sociale, soprattutto se si allatta al seno. Socializzare, però, per  le donne ed in particolare per le neomamme è molto importante: le aiuta a non sentirsi sole, ad uscire di casa, a rilassarsi, ad affrontare al meglio la maternità, etc.. E’ proprio in quest’ottica che si inserisce Cinemamme, l’iniziativa del Comune di Roma, rivolta ai neogenitori appassionati di cinema ed arrivata quest’anno alla sua terza edizione.

Il progetto, promosso dall’associazione Città delle Mamme, ha come scopo principale quello di promuovere la genitorialità e la socializzazione durante l’allattamento, offrendo a mamme e papà occasioni d’incontro.

Il Carnevale fa bene ai bambini

Manca poco più di una settimana all’arrivo del Martedì Grasso (8 marzo), giorno in cui, come da tradizione si concentrano i maggiori festeggiamenti per il Carnevale. Grandi e piccoli, in questi giorni, sono in fermento per gli ultimi preparativi: la scelta delle maschere, la preparazione dei carri e delle feste, gli scherzi da fare, le filastrocche da recitare, etcc..

Tutto deve essere pronto per una delle feste più amate dai bambini e che si è rivelata un toccasana per la loro salute psico-fisica. Parola di pediatra. Secondo Italo Farnetani, pediatra di Milano, infatti, il Carnevale stimola la creatività e la fantasia dei bambini, favorisce la socializzazione e il buon umore.

Dislessia, perchè alcuni bambini guariscono più in fretta di altri?

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che consiste nella difficoltà di lettura corretta e fluente; nel nostro paese si stima che ne sia affetto il 4% dei bambini. Il problema emerge solitamente intorno ai 5-6 anni di età, ovvero quando il piccolo fa il proprio ingresso alle scuole elementari e mostra per la prima volta evidenti difficoltà di apprendimento legate a lettura e scrittura pur presentando uno sviluppo emotivo ed intellettivo del tutto nella norma.

Il bambino affetto da dislessia specifica infatti non mostra alcun deficit intellettivo ma un differente funzionamento delle capacità cognitive legate alle abilità di lettura e scrittura. Inoltre, contrariamente a quanto si credeva un tempo, la dislessia non origina da disagi di tipo psichico nè, meno che mai, è da attribuire a pigrizia o svogliatezza; pare piuttosto sia legata ad alterazioni neurobiologiche a carico delle aree cerebrali coninvolte nei processi di lettura.

Bolle di sapone fai da te

Giocare con le bolle di sapone è, senza dubbio, uno dei  passatempi preferiti dei bambini di ogni età. Le bolle di sapone, infatti,  sono ricche di fascino e di magia ed incantano i bambini che vengono stregati da quelle sfere con i riflessi colorati che volteggiano leggere nell’aria. Chi di voi da piccole non ha mai giocato con le bolle di sapone? Credo nessuna. Tutti, infatti, vanno pazzi per le bolle di sapone. Sono colorate, leggere, magiche e facili da trovare. In commercio si possono trovare praticamente ovunque, nei negozi per giocattoli, nelle cartolibrerie, nei supermercati, etc.. e non costano nemmeno molto.

Oggi, però, care mammine, vi prepongo un modo facile, veloce e divertente per realizzare in casa, in compagnia dei vostri bambini, delle bolle di sapone. Quella delle bolle di sapone fai da te è un’idea davvero carina che vi permetterà di assicurare ai vostri bambini tantissimi pomeriggi  di divertimento a bassissimo costo!

Il cuore dei neonati può “curarsi” ricrescendo

Nell’immaginario comune siamo abituati a pensare al cuore, insieme al cervello, come un organo tra i più fondamentali e forse “soggettivi”, nel senso di propri e peculiari dell’organismo che lo possiede.

Per questo molto spesso sorgono curiosi interrogativi dinanzi alle notizie di trapianto di cuore (che siano eseguiti con l’organo di un altro individuo o con l’ausilio di cellule staminali): ma non cambierà qualcosa dopo l’operazione nel modo di essere di chi l’ha subita? Non influirà in qualche modo sulla capacità di reagire alle ansie, agli stress? Non inciderà addirittura sulle emozioni di una persona?

Queste domande, forse stravaganti, spesso dovute a scarsa preparazione in materia medica, ma pur sempre lecite, non sorgerebbero però nel caso in cui, chi presenti lesioni o problemi cardiaci in generale, avesse la capacità di far ricrescere direttamente il suo stesso cuore.

Servono diagnosi e cure veloci ed efficaci per malattie rare

Per il 28 febbraio è stata indetta la Giornata Mondiale delle Malattie Rare, per quelle malattie che colpiscono appunto circa una persona su duemila. Questo evento è stato organizzato da Eurordis coinvolgendo più di 25 paesi e centinaia di migliaia di persone che saranno impegnate in attività mirate all’aumento di consapevolezza, attorno allo slogan “rari ma eguali”.

Il punto è che diverse migliaia di persone (in Italia 10.000 ogni anno) si vedono diagnosticare una neoplasia che riscontra sempre più difficoltà a trovare cure adeguate in quanto considerate malattie rare. I problemi riguardano sia la giusta diagnosi (difficile per la maggior parte dei medici che solitamente hanno poca confidenza con la malattia) sia la giusta struttura clinica (rara quanto le stesse patologie).

Fertilità, lo stress non influenza il concepimento

Questa notizia è davvero rivoluzionaria. Ci siamo sentite dire per decenni che il concepimento è legato anche a uno stato emotivo e che, di conseguenza, lo stress può danneggiare la nostra voglia di essere mamma o papà. I medici della Cardiff University’s school of psychology (Galles, Regno Unito), guidati da Jacky Boivin, sono convinti che non sia vero, che l’ansia e le preoccupazioni non abbassano le possibilità di ottenere una gravidanza, soprattutto durante le cure per la fertilità.

Lo studio è stato condotto su più di 3500 donne sottoposte a diversi trattamenti per la fertilità e i medici hanno elaborato la tesi, secondo cui le cure femminili per favorire il concepimento o la fecondazione in vitro non sono soggette allo stress. Essere emotivamente in difficoltà, non peggiora le possibilità di avere un bambino.

Il Centro famiglie e dintorni della cooperativa Cordata di Milano

Quando si parla di grandi città come Roma, Milano o Napoli, ad emergere sono principalmente disagi e problemi. Solo raramente, infatti, si accenna alle cose positive e si parla, ad esempio, di chi quei problemi li combatte e li risolve. Ed è per questo, care mamme, che oggi abbiamo deciso di farlo noi, parlando di un’importante cooperativa sociale milanese chiamata Cordata. Si tratta, appunto, di una cooperativa sociale formata, come suggerisce il nome, da una cordata di volontari e professionisti e rivolta a svariate categorie di persone disagiate: disabili, disoccupati, studenti, famiglie, ragazze madri, ecc…

La cooperativa Cordata, nata a Milano nel 1991, offre un supporto materiale, fisico e psicologico a tutte quelle persone che, per un motivo o per un altro si trovano in difficoltà. Fiore all’occhiello della cooperativa Cordata è il Centro famiglie e dintorni dove medici, psicologi, educatori e mediatori familiari accolgono ragazze madri, genitori, bambini e adolescenti in difficoltà ed offrono consulenze specifiche a prezzi stracciati.

Smog, i bambini di Milano sono i più colpiti

I bambini di Milano soffrono di infezioni respiratorie più dei loro coetanei sparsi in tutta Italia; ciascuno di essi totalizza infatti sei o sette episodi nei primi tre anni di vita e quattro-cinque nei successivi. Si parla del 30-35 per cento in più rispetto ai bambini che vivono al centro-sud o ocomunque lontano dalla città.

Il dato, a dir poco sconcertante, è stato diffuso dal direttore della Clinica Pediatrica I dell’Università statale, Susanna Esposito e da Maria Francesca Patria dell’ambulatorio di Pneumologia e allergologia pediatrica (attivato proprio quest’anno all’interno della Clinica) secondo le quali durante l’inverno otiti, tonsilliti e raffreddori, nel migliore dei casi, costringono a letto da una a tre volte al mese i piccoli che vivono nel capoluogo lombardo.

Manifesto anti-aborto, scoppia la polemica a New York

L’aborto fa discutere l’America e stavolta con un cartellone gigantesco grande come la parete di un palazzo. Il tema è quello dell’interruzione volontaria di gravidanza tra le donne di colore, che è tre volte superiore a quello del resto della popolazione. Su questo manifesto, firmato dal gruppo Life Always,  compare una bella bambina di circa quattro anni con la scritta: il posto più pericoloso per un afroamericano è dentro il grembo materno.

Un’immagine forte che vuole bloccare quello che stato definito un complotto genocida nei confronti di bambini non ancora nati. Ovviamente le parole utilizzate sono molto forti e lasciano a bocca aperta. Si sono già sollevate numerose polemiche sull’uso di questa campagna. Bill de Blasio, un avvocato di Manhattan, ha descritto la pubblicità come gravemente offensiva per le donne e le minoranze.

Problemi di condotta e traumi nei bambini

Sono state trovate correlazioni tra i disturbi della personalità legati a comportamenti indifferenti nei bambini e i problemi di socializzazione e di adattamento negli adulti, attraverso uno studio condotto dall’American Academy of Child & Adolescent Psychiatry e dall’American Academy of Child & Adolescent Psychiatry.

Ma cosa intendono gli studiosi con comportamento indifferente? I ricercatori sembrano definirlo semplicemente sulla base degli effetti che provoca nella vita stessa del bambino: la presenza del carattere insensibile-emotivo (così come viene nominato dagli psicologi dell’Academy) è quello che dimostra già dall’infanzia di avere problemi di condotta (per es. iperattività e/o disturbi dell’attenzione) a scuola, nello sport e negli altri ambienti che generalmente frequenta.

Lo stress ingrassa le neo mamme

Non è infrequente che alcune donne si lamentino di aver preso peso dopo il parto. Questo può apparire paradossale, dato che una volta nato il piccolo ci si aspetta di buttare giù i chili presi in gravidanza e tornare al cosiddetto peso pregravidico, invece, secondo quanto appurato da un gruppo di studiosi statunitensi, paradossale non lo è affatto soprattutto se la mamma è molto stressata.

Lo studio in questione, pubblicato su Women and Health, è stato condotto presso la Georgia Health Sciences University e si è basato su un campione di sessanta donne delle quali è stato valutato l’Indice di Massa Corporeo prima di rimanere incinta, l’eventuale eccessivo aumento di peso durante la gravidanza, il livello di stress attuale e lo stile di vita, più o meno sedentario.

Wrapping, fasciare il neonato per rassicurarlo

Il neonato, dopo la nascita, è catapultato in un mondo del tutto nuovo, quello extrauterino, ricco di stimoli sensoriali. Il bambino dovrà iniziare ad adattarsi alla vita fuori dall’utero materno e questo processo non è sempre facile. Il neonato, infatti, può sentirsi spaesato e spaventato da tutto, anche dai suoi stessi movimenti. Il bambino non conosce ancora il suo corpo: non sa di avere delle braccia e delle gambe, non sa gestirle e i movimenti bruschi che egli compie lo spaventano. L’incapacità di raccogliere il proprio corpo in posizione fetale, inoltre, rende il bambino agitato ed insicuro.  Un aiuto, in questi casi, per tranquillizzare il bambino, arriva dal wrapping.

Che cos’è il wrapping?

Il wrapping è una tecnica molto semplice che consiste nell’avvolgere completamente il bambino con un lenzuolo o una copertina. Praticato fin dall’antichità e comprovato da studi scientifici, il wrapping, come il massaggio infantile, calma il bambino, lo rassicura e gli da sollievo in caso di coliche o di malessere generale.

Bambini e ragazzi, il 23% di essi beve alcolici

Giovani che bevono alcol, e gli adulti?

L’educazione al consumo di sostanze di vario tipo è cruciale per una serie di fattori che condizionano la salute e in generale la qualità della vita di ragazzi e non. Con sostanze si intendono sia quelle riferite all’alimentazione sia di altro genere, alcol, droghe e bevande eccitanti come tè e caffè.

La necessità di tale educazione è evidenziata specialmente dalla pubblicazione di una serie di documenti da cui si evince che 8,5 milioni di cittadini bevono oltre la soglia di rischio e che ciò riguarda il 15,8% di chi ha più di undici anni (risultato della relazione sugli interventi realizzati da ministero e Regioni legge quadro 125/2001 – in “materia di alcol e problemi alcolcorrelati”).