Caffè in gravidanza: abusarne può rimpicciolire il feto

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Caffè e gravidanza

Il consumo di caffè in gravidanza è da sempre un argomento molto controverso. C’è chi sostiene che bere caffè durante i nove mesi della gestazione sia deleterio per il nascituro e chi, invece, è convinto che assumerne non ha controindicazioni. Ma qual è la verità? Come quasi sempre accade, la verità è nel mezzo. Ricerche scientifiche,  infatti, hanno dimostrato che bere ridotte quantità di caffè in gravidanza non fa male al feto. Ma non bisogna abusarne. Uno studio dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam (Olanda), ha evidenziato, ad esempio, che le madri che assumono grandi quantità di caffè hanno maggiori probabilità di partorire bambini più piccoli della norma.

Nello specifico, l’equipe di ricercatori, guidata da Rachel Bakker, ha monitorato lo sviluppo del feto in ben 7346 donne olandesi, tenendo sotto costante controllo il consumo di caffè da parte delle future madri. L’analisi ha evidenziato che dei 104 figli delle donne che hanno consumato in gravidanza elevate quantità di caffè (6 o più tazze al giorno), 7 hanno mostrato, per tutto lo sviluppo, dimensioni  inferiori alla norma.

Anche se lo studio ha suscitato diverse polemiche a causa del ristretto numero di soggetti analizzati, è bene, comunque, limitare il consumo di caffè in gravidanza per scongiurare eventuali rischi per il corretto sviluppo del feto. Secondo la Food Standards Agency (Fsa) britannica, la quantità di caffè consentita alle future mamme è scesa dai 300 ai 200 milligrammi al giorno, pari a 2 o 3 tazzine di caffè al giorno. Via libera, quindi, senza troppe paranoie, al caffè in gravidanza ma con moderazione.

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