conservazione cellule staminali

Gioele e le cellule staminali, il servizio delle Iene che deve farci riflettere

Quando mi è stato proposto di scrivere un articolo sul caso di Gioele ho accettato subito non pensando minimamente a quello che, da madre, avrei potuto provare guardando le immagini del servizio de Le Iene. Consultando la mia fonte ho intuito subito che affrontare l’argomento non sarebbe stato facile ma non ho potuto sottrarmi alla visione del filmato e vi confesso che accingendomi a scrivere il pezzo davvero non sapevo da dove cominciare e forse ancora non lo so.

cellule staminali cordonali

Cellule staminali cordonali: Cryo-Save raggiunge il traguardo dei 200mila campioni

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Cryo-Save, la più grande banca di cellule staminali cordonali ha raggiunto il prestigioso traguardo dei 200 mila campioni conservati. Sicuramente un risultato eccezionale determinato dagli sforzi che Cryo-Save ha cmpiuto per sensibilizzare sia la comunità scientifica che quella del grande pubblico sul tema della conservazione delle cellule staminali. Tutti i campioni conservati possono essere considerati una fonte di cellule staminali in grado di offrire l’opportunità di trattare malattie incurabili, almeno per gli attuali progressi della scienza.

Conservazione autologa del cordone ombelicale, l’Antitrust contro i messaggi ingannevoli

L’Antitrust ha contestato a sei società la pubblicità apparsa su pieghevoli e siti internet poichè giudicata “potenzialmente ingannevole” sulla conservazione autologa del cordone ombelicale. In particolare, alle società finite nel mirino del garante vengono contestati la mancanza di chiarezza sui tempi di conservazione, nell’indicazione dei quali viene attribuita alle cellule cordonali una vitalità di 20-25 anni che però non risulta in letteratura scientifica (gli scienziati attestano la vitalità massima intorno a 15-16 anni), la troppa enfasi circa l’impiego terapeutico, sui cui limiti le società in questione sono chiamate a dare maggiori informazioni, e la mancata precisazione del dettaglio che le cellule cordonali conservate in banche straniere necessitano dell’autorizzazione del Ministero della Salute per fare il loro rientro in Italia.

Associazione genitori per lo studio e la conservazione delle cellule staminali amniotiche, intervista al presidente Andrea Messuti

La medicina rigenerativa sta compiendo numerosi passi avanti soprattutto per quello che riguarda la ricerca sulle cellule staminali. Il futuro della medicina rigenerativa in questo campo sembrano essere le cellule staminali amniotiche, contenute, cioè, nel liquido amniotico.

Qualche tempo fa abbiamo parlato della nascita dell’Associazione genitori per lo studio e la conservazione delle cellule staminali amniotiche. Oggi, per saperne un po’ di più sull’Associazione e sulle cellule staminali amniotiche, lasciamo la parola all’avvocato Andrea Messuti, presidente dell’Associazione Onlus, che ha risposto alle nostre domande.

Cellule staminali da liquido amniotico, nasce Associazione Onlus

Raccogliere fondi per finanziare la ricerca scientifica e progetti per lo studio e l’applicazione di cellule staminali da liquido amniotico. E’ questo l’obiettivo dell’Associazione genitori per lo studio e la conservazione delle cellule staminali amniotiche. Dotate di un’ampia capacità di differenziamento e di un’ottima versatilità di applicazione, le cellule staminali prelevate da liquido amniotico rappresentano un’importante conquista in ambito medico ed in particolare il quello della medicina rigenerativa.

L’Associazione genitori per lo studio e la conservazione delle cellule staminali amniotiche, come spiega il presidente Andrea Messuti,

non ha scopo di lucro e promuove, con finalità di solidarietà umana e sociale, lo sviluppo delle ricerche sull’uso terapeutico delle cellule staminali, con particolare riguardo alle cellule amniotiche umane. Ecco perché sosteniamo la cultura di conservare le cellule staminali presenti nel liquido amniotico per uso autologo, affinché ogni nuovo nato possa contare sulla disponibilità delle proprie cellule staminali per gli usi terapeutici attuali e futuri, incentivando anche la donazione ad uso eterologo.

Liquido amniotico: rene artificiciale da cellule staminali totipotenti

Da anni la medicina si sta battendo per risolvere il problema etico delle cellule  staminali totipotenti, ovvero di quelle cellule capaci di specializzarsi in cellule di diverso tipo e in grado di rigenerare o formare organi compatibili grazie a interventi di ingegneria genetica. Fino alla scoperta avvenuta nel 2007 da parte dei ricercatori dell’Università Harvard e dell’Istituto di Medicina dell’Università di Wake Forest si pensava che le cellule staminali totipotenti fossero presenti solo nell’embrione e questo creava una serie di problemi etici che dividono tutt’ora la comunità scientifica e la ferma opposizione delle autorità religiose.

La scoperta di cellule staminali amniotiche sembra aver aperto nuove possibilità di cui non si conoscono ancora le potenzialità. Ma intanto i passi avanti sono tangibili e l’Università di Edimburgo ne fornisce le prove: in laboratorio è stato creato il primo rene artificiale utilizzando staminali prelevate da liquido amniotico umano. E’ un risultato epocale, anche se ancora sperimentale.

Cellule staminali dal liquido amniotico

Le cellule staminali sono delle cellule non differenziate capaci, cioè, di trasformarsi in cellule specializzate in grado di costituire ad esempio, sangue, ossa e tutti gli organi. Le cellule staminali, inoltre, possono autoriprodursi e possono essere utilizzate per sostituire cellule specializzate perse per varie ragioni. Le cellule staminali sono presenti in quantità elevate nel sangue del cordone ombelicale e in quello placentare.

Recentemente, si è scoperto che anche il liquido amniotico che circonda il feto durante la gravidanza è ricco di cellule staminali. Si tratta di cellule staminali molto simili biologicamente a quelle ricavate dal cordone ombelicale, sono cosiddette multi potenti e sono tra le cellule staminali più giovani e qualitative. Le cellule staminali amniotiche possono essere ricavate dal campione residuo prelevato per l’amniocentesi.

Cordone ombelicale, reciderlo pochi secondi dopo può prevenire alcune malattie

cordone-recisioneTutte noi sappiamo quanto sia importante il cordone ombelicale nella crescita del feto, lo è anche dopo perché contiene come abbiamo detto più volte le famose cellule staminali, cellule preziose per la loro versatilità. La notizia di oggi riguarda proprio il cordone ed il fatto che questo forse viene reciso troppo presto durante l’ultima fase del parto, il legame che c’è tra madre e figlio andrebbe mantenuto più a lungo perché ciò aiuterebbe il piccolo ad essere tutelato rispetto ad alcune malattie.

La guida della gravidanza: 23esima settimana

23-SETTIMANE-GRAVIDANZALA VENTITREESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

Siamo alla ventitreesima settimana ed è giunto il momento di pensare come preparare la tua casa per l’arrivo del tuo bambino. La sua camera è da mettere a posto? Devi chiamare un pittore per dare una mano di colore? Potresti iniziare a vedere qualche catalogo di camerette, molte ditte ti danno la possibilità di acquistare coordinati molto carini fatti da lettino, armadio e fasciatoio.

Hai pensato se conservare le cellule staminali del suo cordone ombelicale? Questa procedura è ormai molto diffusa ma ha una tempistica particolarmente lunga dunque è bene che ti informi sulle banche estere che possono ricevere il sangue cordonale di tuo figlio. Una volta scelta la struttura contattala subito in modo di non trovarti al giorno del parto che non hai completato tutte le pratiche.

Conservazione del cordone ombelicale: poca informazione

conservazione cellule cordone ombelicaleAll’interno di questo articolo sono stati illustrati gli step da compiere per chi desidera conservare le cellule staminali del cordone ombelicale. Ora vogliamo invece parlarvi della situazione italiana che non è affatto al passo con i tempi.

Parliamo ad esempio della Sardegna che è una delle 8 regioni italiane a non avere una banca del sangue cordonale. Le neomamme quindi al momento del parto sono costrette a cestinare il cordone oppure a rivolgersi ad una banca estera privata (ricordiamo infatti che in Italia non si può conservare il sangue cordonale a scopo privato). In questo secondo caso la mamma dovrà sborsare circa 2000 euro più altre spese.

Passiamo ad esaminare la regione Sicilia. Regione dove la banca del cordone di Sciacca era riuscita a raccogliere 15000 unità di sangue cordonale in tre anni di attività. Questo fino ad  uno stop imposto da una vicenda giudiziaria. La raccolta è poi ripresa nel luglio del 2008; putroppo però ci sono numerosi ospedali che addirittura ignorano che ci sia stata questa riapertura. La domanda è: “Come è possibile?“.