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Wrapping, fasciare il neonato per rassicurarlo

Il neonato, dopo la nascita, è catapultato in un mondo del tutto nuovo, quello extrauterino, ricco di stimoli sensoriali. Il bambino dovrà iniziare ad adattarsi alla vita fuori dall’utero materno e questo processo non è sempre facile. Il neonato, infatti, può sentirsi spaesato e spaventato da tutto, anche dai suoi stessi movimenti. Il bambino non conosce ancora il suo corpo: non sa di avere delle braccia e delle gambe, non sa gestirle e i movimenti bruschi che egli compie lo spaventano. L’incapacità di raccogliere il proprio corpo in posizione fetale, inoltre, rende il bambino agitato ed insicuro.  Un aiuto, in questi casi, per tranquillizzare il bambino, arriva dal wrapping.

Che cos’è il wrapping?

Il wrapping è una tecnica molto semplice che consiste nell’avvolgere completamente il bambino con un lenzuolo o una copertina. Praticato fin dall’antichità e comprovato da studi scientifici, il wrapping, come il massaggio infantile, calma il bambino, lo rassicura e gli da sollievo in caso di coliche o di malessere generale.

Bambina di sei mesi reagisce bene alla cura con le staminali

Una bimba di sei mesi, affetta da atrofia muscolare spinale, ha risposto in modo positivo a una terapia con le cellule staminali. La vicenda si è svolta all’Ospedale Burlo Garofalo di Trieste e rappresenta il primo caso di terapia con staminali intratecali in Italia e il primo sull’atrofia muscolare il Europa.

L’atrofia muscolare spinale (SMA1) è una malattia neurodegenerativa ereditaria che colpisce un bambino ogni 10mila nati nel mondo. Causa la morte delle cellule del midollo spinale impedendo in tal modo che gli “ordini del cervello” giungano ai muscoli attraverso i nervi periferici.

Per questo motivo i piccoli giungono progressivamente alla paralisi completa, all’impossibilità di deglutire e alla morte a cusa del blocco dei muscoli respiratori. L’aspettativa di vita di questi bimbi è molto bassa, il nutrimento artificiale e la respirazione assisistita sono inevitabili già dopo pochi mesi di vita.

L’asma nei bambini ha origine genetica

Tra allergie e intolleranze alimentari, sono in aumento i bambini che purtroppo soffrono d’asma.  Per i genitori la preoccupazione è molto elevata, perché gestire le crisi nel modo più corretto e tempestivo non è sempre facile. Ci sono però ottime notizie in campo scientifico.  È stato scoperto che l’origine dell’asma nei piccoli di casa può avere carattere genetico, tanto che alcuni ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno individuati i cosiddetti geni dell’asma.  Per raggiungere questo risultato sono stati eseguiti 500 mila test  sui geni di 10 mila bambini e adulti con difficoltà respiratore e 16 mila sani.

I pro e i contro delle dimissioni precoci

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In Italia, in passato le neomamme rimanevano in ospedale anche 15 giorni dopo il parto. Oggi, invece, si è radicata una tendenza completamente diversa: dimettere le mamme e i nascituri dopo 2 o 3 giorni dal parto. Si tratta delle cosiddette dimissioni precoci in cui il neonato viene mandato a casa a 48 ore di vita. Le dimissioni precoci sono divenute la norma nella maggior parte degli ospedali italiani dove, in caso di parto naturale perfettamente riuscito e se il bambino è nato a termine, sano e di peso adeguato (che non perda più del 10% del peso iniziale durante il calo fisiologico) si dimettono mamma e neonato dopo 48 ore dal parto. Anche i tempi di degenza del cesareo sono cambiati: oggi, in caso di cesareo senza complicanze, le mamme possono essere dimesse già dopo 3 o 4 giorni grazie anche al minor tempo di recupero permesso dall’epidurale. La scelta dei tempi di degenza è, comunque, ancora molto dibattuta. Per i sostenitori delle dimissioni precoci, tempi di degenza ridotti comporterebbero vantaggi sia per gli ospedali che per mamme e bambini.

I sensi del neonato, l’olfatto

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Uno dei sensi che il neonato sviluppa in epoca embrionale è l’olfatto. Il feto, infatti, già dai primi mesi di gestazione percepisce gli odori, immerso nel liquido amniotico. Nello specifico, tra la quinta e l’undicesima settimana si sviluppano nel feto i recettori olfattivi mentre entro la quindicesima si formano le narici. Il bambino riesce a sentire e a distinguere gli odori dei cibi che la mamma mangia e che giungono a lui attraverso il liquido amniotico. In questo modo, il neonato immagazzina tutta una serie di stimoli che formeranno la sua “memoria olfattiva” e che, una volta nato, lo aiuteranno a conoscere il mondo esterno. Alla nascita, il bambino riconosce tutti gli odori del suo mondo-prenatale che lo aiuteranno ad orientarsi nel mondo extrauterino e lo rassicureranno in momenti di tensione.

Neonati, già nei primi mesi hanno dimestichezza con i numeri

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Nei primi mesi di vita i neonati non sono ancora in grado di formulare della parole di senso compiuto ma hanno già una discreta confidenza con i numeri. A sostenerlo è uno studio della Emory University, negli Stati Uniti, che ha dimostrato come i neonati abbiano già sviluppati i concetti di spazio, tempo e quantità. Secondo i ricercatori americani, guidati dalla psicologa Stella Lourenco, i bambini già a nove mesi possiedono una sorta di metro nella loro mente con il quale misurano il mondo che li circonda.

Il nuoto neonatale

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L’acqua, per i bambini, oltre a rappresentare una risorsa indispensabile per la vita, è un importante elemento di gioco e di divertimento. La familiarizzazione con l’acqua, detta acquaticità, inoltre, offre numerosi stimoli per la crescita e lo sviluppo dei bambini, anche di quelli più piccini. L’età neonatale, infatti, non rappresenta un ostacolo o una controindicazione alla pratica del nuoto, anzi.  Il nuoto neonatale favorisce, tra l’altro, un corretto sviluppo psico-motorio del bambino, una migliore capacità di movimento e un miglior controllo respiratorio.

Fimosi fisiologica: quando il pisellino non si apre

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Le prime volte che si è alle prese con un bambino capita di considerare erroneamente  le differenze morfologiche rispetto agli adulti come delle patologie. Ma non sempre è cosi in quanto queste differenze sono associate al normale evolversi del corpo umano nel corso degli anni. E’ il caso, ad esempio, del pisellino del bambino che presenta una morfologia propria, spesso differente da quella dell’adulto.  Alla nascita, infatti, il prepuzio, il lembo di pelle scorrevole che copre il glande (parte terminale del pene), è stretto ed aderente. Questo, accanto all’impossibilità di retrarre completamente il prepuzio per scoprire il glande, suscita numerose preoccupazioni nei genitori.  Non c’è nulla di cui spaventarsi, però, perché il disturbo, noto come fimosi fisiologica, tende a scomparire naturalmente intorno ai 3-4 anni.

Come cambiare il pannolino al neonato

cambiare pannolini
Nei primi giorni subito dopo la nascita del bambino, una delle attività con cui la neo mamma dovrà fare i conti più spesso è il cambio del pannolino. Il neonato, soprattutto i primi tempi, dovrà essere cambiato spesso: gli esperti sostengono che il cambio può essere effettuato all’incirca ogni 2 o 3 ore e sempre in base alla frequenza dei bisogni. Se il bambino sta dormendo non è necessario svegliarlo per cambiarlo. E’ importante, però, ricordare che le sostanze acide contenute nei bisogni possono irritare la pelle molto delicata del neonato per cui è consigliato cambiarlo immediatamente appena si sveglia.

I neonati apprendono nel sonno

sonno-neonatiL’affascinante mondo dei neonati non smette mai di stupirci, capire il loro mondo è qualcosa di magico e misterioso, è di questi giorni una notizia che riguarda i processi di apprendimento dei piccolissimi. Quello che è stato studiato dai ricercatori dell’università della Florida è un dato molto interessante, sembra infatti che il cervello dei neonati sia talmente attivo e propenso ad apprendere che lavori anche quando i bambini dormono.

E’ nato! E adesso?

neo genitori

La nascita di un figlio è senza dubbio uno degli eventi più sconvolgenti nella vita di una donna; ai cambiamenti fisici della gravidanza appena trascorsa, fatta peraltro di attese, aspettative, ansie e persino timori, segue la consapevolezza di una nuova, grande, eppure meravigliosa, responsabilità: quella della vita di un esserino piccolo e indifeso al quale dobbiamo garantire il meglio di noi stesse.

Per fortuna nella gran parte dei casi la gioia ha il sopravvento ed anche se nessuno ci ha mai insegnato a farlo ci catapultiamo con grande entusiasmo nell’impegnativo ruolo di neo-mamma ed affrontare poppate, ruttini, cambi di pannolino, bagnetto. Spesso nelle prime settimane di vita però è normale cercare nei nostri affetti più cari, la mamma, ma anche il nostro compagno, un pò di sostegno: perchè ci diano qualche suggerimento o ci sostituiscano nella cura del piccolo in alcuni momenti della giornata. Tutto questo è giusto e normale, guai a non chiedere aiuto e supporto, anche morale, quando se ne avverte la necessità.

Neonati, come vestirli?

come vestire i bambini

Vestire il proprio bimbo appena nato è sicuramente una delle occupazioni più dolci per una neomamma, tuttavia a volte può rivelarsi davvero complicato, soprattutto se il piccolo si mostra infastidito e non vi asseconda con i propri movimenti. Cosa fare allora per semplificare questo compito che rischia di rivelarsi davvero arduo?

Anzitutto non dimenticate mai di mettere al vostro bimbo un bavaglino piuttosto comodo in modo da ridurre al minimo il numero di cambi, quindi scegliete abiti che vi permettano di cambiargli il pannolino senza spogliarlo completamente. Vi sarà molto utile anche tenere a portata di mano un giochino per distrarlo e imparare qualche canzoncina o filastrocca per catturare la sua attenzione.

Se vi trovate in difficoltà al momento di far entrare la maglietta dalla testa, allargate con entrambe le mani la scollatura e infilatela mantenendola in questa posizione, mentre per far entrare la braccine dentro le maniche arrotolate queste ultime, introducete la vostra mano dal polso e prendete la mano del bambino, quindi con la mano che vi rimane libera tirate la manica.

Rotavirus, difendi il tuo bambino con il vaccino

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Il Rotavirus è la causa più comune della gastroenterite seria nei neonati e nei bambini piccoli; la massima incidenza si verifica tra i 6 mesi e i 2 anni d’età: più il bambino è piccolo, maggiore è il rischio che il disturbo sia severo e vi sia la necessità di ricovero ospedaliero.

Il Rotavirus è un virus contagioso, che al microscopio appare a forma di ruota, da qui il nome, responsabile della diarrea dei bambini piccoli. Si trasmette per via oro-fecale e può sopravvivere anche fino a una settimana fuori dal corpo umano, quindi la sua diffusione attraverso il contatto non è da escludere, così come la trasmissione per via respiratoria attraverso le goccioline d’aria.

L’incubazione del virus dura fino a 4 giorni: non essendo ancora presenti i sintomi, la sua propagazione ad altri bambini è più probabile in questo periodo; una volta entrato nell’organismo, il virus si ferma nell’apparato gastrointestinale, dove infetta i villi dell’intestino tenue e, successivamente, si diffonde all’interno dell’intestino. Il risultato è la comparsa di diarrea, che non si arresta fino a quando non si rigerano i villi.