Gran Bretagna: un bambino su sei a diciotto mesi pronuncia poche parole

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bambini e linguaggioSecondo i risultati di una ricerca inglese realizzata da YouGov per BBC a diciotto mesi ben un bambino su quattro non sarebbe in grado di pronunciare quelle venti parole che gli standard internazionali hanno individuato come “soglia minima”. Soglia minima al di sotto della quale si può parlare di un ritardo nel linguaggio.

Questa proporzione quando si prendono in considerazione solamente i maschietti sale fino ad arrivare al rapporto di uno a sei. Comprensibilmente le mamme inglesi sono preoccupate; preoccupazioni ed ansie che stanno iniziando ad avere anche le mamme italiane.

La ricerca britannica parla di un 34% di bambine e di un 27% di maschietti che hanno pronunciato la loro prima parola a nove mesi in Italia sta crescendo l’attenzione per il ritardo nel linguaggio. Fortunatamente medici e specialisti hanno iniziato a muoversi come spiega Giuseppe Mele, segretario della Federazione italiana medici pediatri

abbiamo chiesto e ottenuto di introdurre uno screening audiologico fin dalla nascita in alcune città. La sordità, o un deficit uditivo, sono naturalmente soltanto una delle possibili cause dei disturbi di linguaggio dei quali osserviamo quotidianamente l’aumento, ma sono anche quella più facile da indagare fin dalla nascita

Nelle città in cui lo screening non è previsto i genitori a sette-otto mesi possono comunque sia ricorrere al Boel-Test: un test che grazie ad alcuni stimoli acustici è in grado di capire se il piccolo sente nella maniera corretta.

Stefano Vicari, direttore di Neurospicologia Infantile al Bambin Gesù di Roma dice

non dimentichiamo che i bambini agiscono per imitazione: camminano se vedono altre persone farlo, parlano per ripetere i suoni emessi dai genitori. Anche per imparare a parlare, comunque, la tv può avere un impatto negativo, nonostante qualcuno pensi il contrario: si tratta di un ascolto passivo, molto meglio l’interazione che si stabilisce tra bambino e adulto, magari aiutata da un libretto illustrato, da una filastrocca o da una canzone

Si consiglia quindi di fare parlare il piccolo senza interromperlo anche nel caso in cui dovesse sbagliare.

Via| Repubblica.it

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