Il nuoto neonatale

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L’acqua, per i bambini, oltre a rappresentare una risorsa indispensabile per la vita, è un importante elemento di gioco e di divertimento. La familiarizzazione con l’acqua, detta acquaticità, inoltre, offre numerosi stimoli per la crescita e lo sviluppo dei bambini, anche di quelli più piccini. L’età neonatale, infatti, non rappresenta un ostacolo o una controindicazione alla pratica del nuoto, anzi.  Il nuoto neonatale favorisce, tra l’altro, un corretto sviluppo psico-motorio del bambino, una migliore capacità di movimento e un miglior controllo respiratorio.

Nello specifico, l’avvicinamento all’acqua determina nei bambini:

– maggiore mobilità degli arti e del tronco;

– maggiore tonicità dei muscoli;

– miglioramento della respirazione ed aumento dell’ossigenazione del sangue;

– miglioramento della circolazione sanguigna e delle prestazioni cardiache;

– stimolazione dell’appetito, della funzionalità intestinale e dell’apparato urinario.

Il nuoto neonatale, inoltre, rinforza il sistema immunitario dei bambini determinando una riduzione delle malattie e delle infezioni. Accanto agli importanti benefici fisici, l’attività in acqua, comporta notevoli vantaggi psicologici. I bambini che praticano il nuoto, infatti, appaiono più sereni, rilassati e allegri. L’acquaticità sviluppa nel bambino coraggio, fiducia, autostima e sicurezza. La relazione con il genitore si rafforza e la socializzazione è favorita dalla presenza degli altri bambini.

Il nuoto neonatale può essere praticato sin dai primi 3 mesi di vita. E’ consigliabile iniziare con i primi galleggiamenti domestici nella vasca da bagno per poi passare alla piscina, rispettando i tempi e i ritmi del bambino. Durante le esperienze in piscina, è indispensabile la presenza fuori e dentro l’acqua di uno dei genitori che deve trasmettere al bambino sicurezza e tranquillità. Può succedere, le prime volte, che il bambino abbia paura ad entrare in piscina. E’ bene accompagnarlo nella scoperta del nuovo ambiente, stimolando la sua curiosità e aiutandolo a decidere di entrare.

Di norma i corsi si svolgono in acqua bassa e in completa sicurezza, durano circa 9 mesi e si dividono in 3 fasi: adattamento, galleggiamento e immersione. Non bisogna spaventarsi e agitarsi quando il bambino si immerge in acqua. E’ importante ricordarsi che esiste un meccanismo innato detto glottide che permette al bambino di non respirare sott’acqua. Questo meccanismo si attiva spontaneamente nei primi 6 mesi di vita grazie ai 9 mesi passati nel ventre materno.  Successivamente, è importante aiutare il bambino a prendere consapevolezza di questa sua capacità. Durante le esercitazioni in piscina, può succedere che il bimbo ingoi dell’acqua. In questo caso non bisogna drammatizzare ma il genitore dovrà tranquillizzare il bambino e magari buttarla sul ridere.

Il nuoto neonatale costituisce un’esperienza positiva per la salute psico-fisica del bambino ma è comunque opportuno prestare attenzione e tenere sotto controllo tutti quei fattori che potrebbero influire sulla salute del bambino. Innanzitutto, è bene sottoporre il bimbo ad un controllo medico per accertarne il buono stato di salute e l’assenza di patologie cardiovascolari o respiratorie.  Successivamente, bisogna scegliere una piscina dotata di vasche di acqua calda, di sistemi di sicurezza adeguati e che sviluppa corsi appositi per bambini piccoli. Verificare, poi, le condizioni igieniche della struttura e le competenze del personale. L’uso della cuffia e l’abitudine di fare la doccia al bambino prima e dopo le attività sportive diminuisce il rischio di infezioni. I genitori dovranno evitare di portare il bambino in piscina quando è malato o lo è stato da poco, dovranno sempre asciugare il bimbo dopo il bagno e attendere qualche minuto prima di uscire dalla struttura. E’ bene ricordare, infine, che gli stessi disinfettanti della piscina possono essere nocivi per la salute del bambino: un eccesso di cloro nell’aria può risultare tossico se inalato troppo a lungo dai bimbi.

L’acquaticità è un’esperienza unica in grado di far vivere al bambino piacevoli sensazioni  legate al mondo acquatico completamente diverse da quelle che gli fa provare il mondo terreste. Sensazioni che il bambino condividerà con i genitori rafforzando, cosi, il loro legame e la loro relazione affettiva.

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