Allattamento in gravidanza

Una donna può scoprire di aspettare un bambino quando sta ancora allattando il precedente. In questi casi, il consiglio che si riceve dalla maggioranza dei medici è quello di smettere l’allattamento. Tuttavia, se la gravidanza è fisiologica (sana) non ci sono dimostrazioni scientifiche su danni al feto durante l’allattamento. Al contrario, in presenza di disturbi come dolori al ventre, minacce d’aborto, perdita di peso e precedenti parti prematuri, può essere opportuno interrompere l’allattamento.

Molte donne si chiedono se le contrazioni uterine che si verificano durante l’allattamento possono rappresentare un pericolo per il feto o incrementare il rischio di un parto prematuro. In realtà le contrazioni da allattamento non sono più “pericolose” di quelle derivanti dai rapporti sessuali per cui, se la gravidanza è regolare, non c’è motivo di interrompere l’allattamento.

Smorfie e boccacce salutari per i bambini

Le smorfie e le boccacce, che spesso suscitano la rabbia di mamma e papà, sono invece salutari per i bambini. Studi scientifici, infatti, hanno dimostrato che linguacce, pernacchie e smorfie fanno bene alla salute psico-fisica dei bambini e ne favoriscono lo sviluppo del linguaggio. I bimbi, soprattutto i più piccoli, secondo gli esperti, utilizzano le boccacce per esprimere con il volto emozioni, sensazioni e stati d’animo che non riescono ancora a comunicare attraverso la parola. Le smorfie, quindi, rappresentano un elemento primario e molto importante del linguaggio infantile e, come spiega lo psicoterapeuta infantile Federico Bianchi di Castelbianco

Sono un atto liberatorio che i bambini usano per esprimersi e per farsi capire. Meglio non essere troppo seri e non correggere il linguaggio prima dei tre anni perche’ i bambini hanno una vitalità e spontaneità  che purtroppo perderanno con la parola e con il pensiero elaborato. Meglio produrre male ma tanto piuttosto che bene ma poco.

I bambini imparano le parolacce da neonati

Capita spesso di sentir dire ai bambini qualche parolaccia. Non sanno neanche il significato, ma sono consapevoli che sia un gesto da adulto e di protesta. Il luogo in cui imparano più spesso questo tipo di linguaggio è la scuola, almeno è quello che piace pensare a tanti genitori. Bisogna, invece, prestare più attenzione al modo in cui si parla in casa, soprattutto in presenza di neonati. Li vediamo piccoli e docili e ci sentiamo liberi di esprimerci: tanto non capiscono. Ma non è così, anzi sono molto più attenti e ricettevi di quanto non si possa immaginare.

Il criptorchidismo

Cos’è il criptorchidismo

Con il termine criptorchidismo si indica la mancata discesa nello scroto di uno o entrambi i testicoli, i quali, in condizioni normali si spostano dall’addome allo scroto, lungo i canali inguinali, intorno al settimo-ottavo mese di vita del bambino. Può associarsi ad anomalie del tratto genito-urinario e nel 70% dei casi riguarda il testicolo destro. Si tratta di una condizione abbastanza frequente nel neonato e in genere regredisce spontaneamente entro il primo anno di vita. Solo se questo non accade si ricorre alla terapia farmacologica o chirurgica.

Criptorchidismo, la diagnosi

E’ il pediatra a fare la diagnosi di criptorchidismo palpando lo scroto del bambino durante la visita di controllo.

Quali sono le conseguenze del criptorchidismo

Se non curato, il criptorchidismo può causare atrofia del testicolo e compromettere la futura formazione degli spermatozoi. Il disturbo può indurre anche anomalie nella riproduzione cellulare predisponendo allo sviluppo di neoplasie maligne.

Papà: quando diventa geloso del bimbo

La gravidanza e la successiva nascita del bambino sono dei momenti straordinari che stravolgono la sfera emotiva della coppia. La consapevolezza di diventare genitori, però, non si sviluppa ugualmente per mamma e papà. Nella donna, infatti, la maternità è quasi sempre immediata mentre per il papà non è così. La paternità può svilupparsi in modo lento e complesso e può portare con se delle difficoltà iniziali. Dopo la nascita del bebè, infatti, nel padre può scattare una sensazione di distacco, di gelosia e di inutilità verso il bambino. Tutto questo è normale poichè l’uomo non vive fisicamente la gravidanza e perchè tra la mamma ed il bebè si instaura subito un rapporto speciale ed esclusivo dal quale il padre si sente inizialmente escluso.

Nei primi mesi di vita, il bambino vede la madre come un’insostituibile fonte di nutrimento e gioia e la cerca di continuo.

Mamma lavoratrice, come superare il distacco dal bambino

Fare la mamma, essere una brava moglie e andare al lavorare. Quanti ruoli per una persona sola, soprattutto quando termina il congedo di materinità. Eppure le donne hanno mille risorse e una di queste è proprio la capacità di essere multitasking.  Il problema però non è essere in grado di fare tutto, ma fare i conti con i propri sensi di colpa. Uscire di casa la mattina presto, magari in punta di piedi per non svegliare il bambino, perdersi i momenti fondamentali della sua crescita e sperare di godersi qualche sorriso prima di cena. Esistono però delle tecniche per aiutare il bambino ad accettare il lavoro della mamma e di conseguenza vivere più serenamente il distacco, soprattutto all’inizio.

La prima cosa da fare è accettare la presenza di nonni e baby-sitter. Care mamme, dovete mettere da parte la vostra gelosia e fare in modo che queste persone vi siano accanto fin dai primi mesi, affinché anche il bimbo abbia tempo di affezionarsi o prende confidenza. Quando, invece, è un po’ più grande e ha raggiunto l’età per andare all’asilo, dovete parlare con lui del vostro lavoro. Questo è un modo per farlo sentire importante e grande.

Il cosleeping, dormire insieme ai bambini fa bene?

L’abitudine del bambino di dormire nel lettone con mamma e papà è aborrita dalla maggior parte delle persone, soprattutto se il piccolo non è più un bebè. In alcuni casi sono stati proprio i genitori a favorire l’instaurarsi di questa abitudine lasciando che il proprio figlio si addormentasse accanto a loro sin dai primi mesi di vita, in altri invece è il bambino a reclamare, spesso nel bel mezzo della notte, il proprio diritto, diciamo così, a dormire nel lettone, nonostante mamma e papà non siano d’accordo.

I detrattori del lettone aperto al bambino sostengono la propria posizione ritenendo che questa abitudine ne farà un adulto insicuro e mammone, i sostenitori, al contrario, pensano che il piccolo che viene lasciato dormire insieme ai genitori sarà un adulto senz’altro sano (ci mancherebbe) ed anzi più sereno. Al coro dei contrari si aggiunge poi la voce di chi ritiene che tenersi i figli dentro al letto, magari fino alla preadolescenza, danneggi gravemente l’intimità di coppia.

Bambini: quando picchiano gli altri

Succede spesso che, nonostante gli insegnamenti di mamma e papà, i bambini si lascino andare a comportamenti aggressivi verso gli altri. Questa aggressività, però, pur suscitando le preoccupazioni dei genitori, rappresenta una fase passeggera nel processo evolutivo del bambino del tutto normale. Atteggiamenti aggressivi, come il picchiare, l’urlare o il colpire degli oggetti, costituiscono, infatti, degli importanti strumenti attraverso cui il bambino manifesta i propri stati d’animo. Questo avviene soprattutto durante la prima infanzia ed in particolare verso i 2-3 anni, quando il bambino non sa ancora parlare bene ed esprimere verbalmente le proprie emozioni ed inizia a relazionarsi con gli altri. Con la conquista di una maggiore padronanza del linguaggio, l’aggressività fisica tenderà a diminuire, rimanendo, però, presente fino ai 5 anni di età.

Anche se i comportamenti aggressivi sono piuttosto comuni tra i bambini nei primi anni di vita e rappresentano uno strumento naturale di comunicazione, è bene che i genitori li tengano sempre sotto controllo per valutare eventuali anomalie e distorsioni nella loro normale evoluzione.

La fecondazione assistita influenza il sesso del bambino

Ci sono sempre più maschi. Sembra, infatti, che i trattamenti di fecondazione assistita possano influenzare il sesso dei nascituri, in misura tale che in futuro potrebbero esserci degli squilibri di genere, creando problemi demografici come carenza di mariti o di mogli. A lanciare l’allarme sono i ricercatori australiani che hanno dimostrato che un particolare tipo di fecondazione in vitro (Ivf) aumenti la probabilità di avere un maschio fino al 56,1%, mentre un altro trattamento la riduce al 48,7%.

Quella che per tante coppie è la salvezza, potrebbe creare in futuro tanti problemi, ma la scienza per fortuna è sempre all’opera. Per adesso comunque, i futuri genitori non possono scegliere il sesso del nascituro e questo blocca parzialmente l’allarme, anche se la preoccupazione dei ricercatori ovviamente è tanta, soprattutto in prospettiva.

Candida: curarla con la propoli

Le proprietà terapeutiche (antimicotiche, batteriostatiche, antibiotiche e disinfettanti) della propoli, l’estratto naturale che le api producono a partire dalla corteccia delle piante e dalle gemme, sono note da tempo. Fin dall’antichità, infatti, la propoli viene impiegata come rimedio naturale per molti disturbi, legati soprattutto all’apparato respiratorio. Un recente studio dell’Università di Maringà, in Brasile, ha evidenziato l’azione antibiotica della propoli anche contro le infezioni da Candida. Lo studio, pubblicato sul Journal of Alternative and Complementary Medicine, ha mostrato come la propoli possa essere un valido ed efficace antibiotico naturale contro la Candidosi vaginale. Nello specifico, i ricercatori brasiliani, guidati dalla dottoressa Kelen Dalben-Dota, hanno analizzato 97 ceppi di lieviti fungini, tra cui quello responsabile della Candidosi. Successivamente, tali lieviti sono stati sottoposti prima all’azione di un tradizionale antibiotico che della propoli, con lo scopo di valutarne i diversi effetti sui lieviti.

L’antibiotico tradizionale utilizzato dagli scienziati brasiliani per il test è la nistatina, generalmente impiegata per curare le infezioni da Candida.

I disturbi dell’apprendimento, la discalculia

La discalculia è un disturbo specifico dell’apprendimento che interessa il 6% dei bambini in età scolare e si manifesta come difficoltà nel riconoscimento e denominazione dei simboli numerici e nella loro scrittura. Il bambino affetto da discalculia presenta anche difficoltà ad associare i numeri alle quantità corrispondenti, a numerare in ordine crescente e decrescente e nella risoluzione di problemi. Analogamente, il disturbo si manifesta attraverso la difficoltà a contare, ad eseguire le operazioni matematiche, anche mentalmente, a imparare a memoria le tabelline e così via. Tutto ciò in assenza di ritardo mentale o altre patologie neurologiche che possano spiegare le manifestazioni.

Il disturbo quindi non interessa tanto le abilità di ragionamento logico del bambino, quanto piuttosto le sue capacità di memoria, lettura e scrittura, e di esecuzione delle procedure di calcolo; inoltre, come abbiamo già visto a proposito della disgrafia, anche alla base della discalculia sembrano esserci deficit di coordinazione visuo-motoria e il disturbo si manifesta spesso in associazione con la dislessia. Poichè il disturbo interferisce non solo con l’apprendimento ma anche con le attività della vita quotidiana che richiedono abilità matematiche, il bambino discalculico potrebbe manifestare difficoltà nell’apprendimento di tutte quelle abilità sociali che implicano classificazione, seriazione, comprensione delle relazioni spazio-temporali.

La spirale della fertilità per le donne con tumore

La spirale può cambiare la vita di una donna. Per anni siamo state abituate a pensarla come metodo anticoncezionale, ma secondo uno studio dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo), ancora in corso, potrebbe trasformarsi in un metodo di cura per le donne con un tumore all’endometrio. Le signore attraverso la spirale potrebbe conservare l’utero e la loro fertilità. Con questa tecnica i ricercatori dell’Ieo hanno dimostrato che è possibile assicurare il tempo della gravidanza. Davvero un bel risultato che dà alle donne la possibilità di sperare nel futuro.

Il tumore dell’endometrio è il sesto tra la forma di cancro femminili più frequenti al mondo. Solo nel 2008 sono state colpite 290mila donne (il 4,8% sul totale dei tumori femminili) e provocato 74mila decessi. La cura prevede la rimozione chirurgica dell’utero e delle ovaie, di conseguenza si perde totalmente ogni possibilità di avere un bambino.

Milkshirt: una pratica maglietta per allattare

Tutte le mamme lo sanno: allattare al seno il proprio bambino fuori casa è quasi sempre un’impresa difficile. A parte gli sforzi di pochi, in Italia non esiste ancora una vera e propria cultura dell’allattamento e sono ancora pochi i locali cosiddetti family friendly. Allattare in pubblico, quindi, può diventare per le donne un momento imbarazzante. Anche l’abbigliamento, il più delle volte, soprattutto durante i mesi freddi, sembra ostacolare l’allattamento nei luoghi pubblici.

Per far fronte a questo inconveniente e rendere il momento dell’allattamento discreto e piacevole anche fuori casa, è nata Milkshirt. Si tratta di una speciale maglietta, comoda e pratica che consente alla donna di scoprire un seno alla volta senza doversi denudare. Grazie all’innovativo sistema Up&Down, Milkshirt permette di sollevare un lembo di stoffa e di allattare il bimbo al seno senza scoprire anche pancia e petto. In questo modo, l’allattamento diventa facile, discreto e piacevole in qualsiasi posto sia a casa che fuori.

I disturbi dell’apprendimento, la disgrafia

La disgrafia rientra, insieme a dislessia, discalcalculia e disortografia, nel gruppo dei disturbi specifici dell’apprendimento. Come abbiamo già accennato brevemente, la disgrafia è un disturbo che riguarda il linguaggio scritto, ovvero le abilità del bambino relative alla esecuzione della scrittura sia alfabetica che numerica. In particolare, il bambino affetto da disgrafia presenta, durante l’atto dello scrivere, difficoltà di coordinazione motoria che interferiscono con l’apprendimento scolastico e con altre attività quotidiane e che non dipendono da patologie pre-esistenti che implicano disturbi della coordinazione motoria.

Il disturbo tende a farsi presente, indicativamente, a metà del ciclo elementare quando cioè il bambino ha acquisito un certo grado di personalizzazione della scrittura. E’ in quest’epoca infatti che le difficoltà di scrittura vengono rilevate, generalmente dagli insegnanti. Queste si presentano già attraverso un impugnatura errata della penna e/o della matita, inadeguatezza del tratto (troppo forte o troppo debole), mancato rispetto dei margini del foglio e del rigo, dimensioni inadeguate delle lettere e loro inversione all’interno delle parole. Le difficoltà del bambino nell’esecuzione dello scritto sono evidenti, con un ritmo di scrittura che può risultare estremamente lento o, al contrario, estremamente veloce.