Le perdite da impianto

Le perdite da impianto sono delle piccole perdite di sangue che possono verificarsi in concomitanza con l’arrivo delle mestruazioni o anche qualche giorno prima, e sono dovute all’impianto dell’ovulo nelle pareti dell’utero. L’ovulo fecondato, dopo circa 5 o 6 giorni dal concepimento, si mette in viaggio, spostandosi dalle tube, dove è avvenuta la fecondazione, fino all’utero, dove dovrà annidarsi per dare il via al proseguo gravidanza.

Una volta arrivato nell’utero, l’ovulo fecondato deve aderire ed aggrapparsi alle pareti uterine. Nello specifico, sarà l’endometrio ad accogliere l’embrione e a nutrirlo dopo il lungo viaggio.

Concepimento: il sesso quotidiano migliora gli spermatozoi

Sono davvero numerose le coppie che nonostante i continui tentativi non riescono a realizzare facilmente il desiderio di avere un bambino. Fino a qualche anno fa, tra i vari stratagemmi per aiutare il concepimento c’era l’astensione dai rapporti sessuali per alcuni giorni in modo da lasciare il tempo al’apparato riproduttivo maschile di riposarsi e agli spermatozoi di rigenerarsi al meglio. Una nuova ricerca australiana, invece, ha completamente smentito questa credenza, dimostrando che praticare un’assidua attività sessuale migliora la qualità degli spermatozoi.

Nello specifico, l’equipe di ricercatori australiani guidata dal dottor David Greening, esperto di inseminazione artificiale, ha tenuto sotto stretta osservazione un gruppo di 118 uomini con anomalie nei loro spermatozoi ,concentrandosi in particolare sulla qualità del loro liquido seminale.

Fecondazione, in aumento le mamme single

Donne sole con figli, anzi meglio dire donne single con figli. Già, perché non avere un uomo, non è una situazione che si subisce, magari a seguito di un divorzio, ma una scelta. Sono sempre di più le signore che decidono di crearsi una famiglia senza avere un partner e avere un bambino concependolo in modo artificiale. Secondo il professor Michael Chapman, esperto australiano di fecondazione in vitro, negli ultimi vent’anni la tendenza è che sempre più donne in carriera scelgono di diventare mamme con la fecondazione artificiale, ma senza avere un compagno di vita.

Come sapete questa possibilità in Italia non esiste, anche perché la fecondazione non può avvenire nel nostro paese con una donazione di sperma, ma basta superare i confini, pagare, e questa possibilità diventa molti più accessibile.

Fecondazione assistita, a rischio la privacy?

Si torna a parlare di procreazione medicalmente assistita e come sempre avviene nel nostro paese, lo si fa in toni polemici. Stavolta il dibattito infuria sull’emendamento introdotto con il cosiddetto Decreto Milleproroghe in base al quale i centri per la procreazione artificiale sono obbligati ad inviare i dati a loro disposizione al Ministero della salute che a propria voltà li inoltrerà all’Istituto Superiore di Sanità e al Centro Nazionale Trapianti.

Il punto dolente della questione, secondo le voci più critiche, è che i dati inoltrati al Ministero non sono rappresentati da semplici statitistiche in forma anonima ma sarebbero dati sensibili relativi alla mamma (chissà perchè noi donne siamo sempre le prime ad andarci di mezzo) quali, ad esempio, quelli che riguardano i cicli ovulatori e la gravidanza, e la coppia, ad esempio il motivo per il quale ha fatto ricorso alla fecondazione artificiale.

Utero in affitto, i primi casi anche in Italia

Avere un figlio a tutti i costi e non riuscire a concepire. Un dramma per tante coppie che in Italia può essere risolto solo con l’adozione. In questi giorni abbiamo tanto sentito parlare di utero in affitto, ovvero quella prassi che permette a una donna di portare in grembo (a pagamento) il bambino di altri. Nicole Kidman diventerà mamma così un’altra volta e anche celebri coppie gay, da Elton John a Ricky Martin, hanno scelto questa opzione, che in Italia non è consentita.

Sono circa 100 le connazionali che si sono rivolte a gestanti a pagamento all’estero perché, malate, altrimenti non avrebbero potuto avere un bambino. Ovviamente sono mamme fuori legge, ma lo hanno fatto solo per il desiderio di stringere tra le loro braccia quel figlio tanto desiderato.

Ovuli congelati, in Italia nati 350 bambini nel 2009

Avere un bambino è il desiderio di moltissime coppie. Purtroppo, però, per motivi di varia natura non sempre si riesce a realizzare questo desiderio. La fecondazione medicalmente assistita ha rivoluzionato, in questo senso, la vita di molte persone. Grazie ad essa, infatti, molte coppie sono riuscite ad esaudire il grande desiderio di diventare genitori. In Italia, ad esempio, nel 2009 sono nati ben 350 bambini da ovuli congelati, quasi un bebè ogni giorno.

A ricorrere alla crioconservazione (conservazione di ovuli congelati con l’azoto liquido), spiega Mauro Schimberni, docente della II Facoltà di medicina dell’Università Sapienza di Roma, sono soprattutto donne colpite da gravi malattie, come il cancro, ma anche donne sane che per un motivo o per un altro sclegono di congelare gli ovuli.

La pillola sottocutanea non è sicura, troppe gravidanze indesiderate

Il mondo della contraccezione offre davvero molte soluzioni differenti: dalla pillola classica all’anello, dal preservativo alla spirale. In Italia non è ancora arrivato, ma in Gran Bretagna da qualche mese va molto di moda un bastoncino di circa 4 centimetri che viene inserito sottopelle nel braccio della donna e rilascia lentamente un ormone progestinico (etono-gestrel) e si chiama Implanon. Il concetto è simile al famoso cerotto anticoncezionale, ma questo prodotto dovrebbe essere in grado di proteggere da gravidanze indesiderate fino a 3 anni.

Bene, la favola di Implanon sembra essersi magicamente infranta, perché circa 600 donne sono rimaste incinta lo stesso. Questo anticoncezionale costa 90 sterline, possono sembrare molte, ma se pensate che protegge per tre anni sono una sciocchezza. È commercializzato in diversi Paesi europei, Italia esclusa, e negli Usa.

Concepimento, a primavera più rischi per il bambino

La primavera, come confermano le statistiche, è da sempre il periodo più fertile dell’anno. Molte donne, infatti, per scelta o per caso, concepiscono un figlio proprio in primavera tanto che nei mesi primaverili si registra un picco delle gravidanze. Recenti studi scientifici, però, hanno lanciato l’allarme su eventuali rischi per la salute del feto concepito in primavera. Uno studio finlandese pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health, sostiene, infatti, che il primo trimestre della gravidanza non dovrebbe, preferibilmente, coincidere con i mesi primaverili. Questo perchè, secondo lo studio, il bambino verrebbe esposto maggiormente al rischio di sviluppare allergie alimentari.

Nello specifico, i ricercatori finlandesi hanno monitorato circa 6.000 bambini, nati in Finlandia tra il 2001 e il 2006. Su mille di questi bambini, tra il primo e il quarto anno di età, gli scienziati hanno effettuato un test per valutare la  sensibilizzazione a determinati allergeni alimentari.

Il gruppo sanguigno condiziona il concepimento

Numerosi studi hanno confermato che la fertilità femminile dopo i 30 anni crolla quasi del 50%. Un ostacolo davvero grande per tutte quelle donne che attendono, prima di cercare un bambino, di stabilizzare la loro vita professionale e lavorativa. Ora, una ricerca americana, ha trovato un nuovo legame che potrebbe in parte essere d’aiuto a programmare la gravidanza.  Secondo le analisi condotte dall’Albert Einstein College of Medecine di New York su 560 donne, sotto i 35 anni sottoposte a trattamenti per migliorare la fertilità, le signore che hanno gruppo sanguigno zero possono avere difficoltà di concepimento.

Non è una regola fissa, non fatevi prendere dal panico. Conosco tante donne 0 che hanno avuto splendidi bebè, semplicemente, in alcuni casi, può esserci  una relazione tra fecondità e gruppo sanguigno: di base il campanello d’allarme può manifestarsi con un numero inferiore e di più bassa qualità di ovuli.

Anticoncezionali, in arrivo il gel senza effetti collaterali

Meno invasivo rispetto ad altri anticoncezionali, come la spirale e con effetti collaterali scarsi o nulli rispetto alla pillola della quale si preannuncia come il conocrrente più temibile. E’ il nuovo gel anticoncezionale ideato e realizzato da un gruppo di ricercatori del Population Council Centre di New York coordinati da Ruth Merkatz.

L’innovativo metodo di controllo delle nascite è stato sviluppato da Antares Pharm e sarà presentato presto all’American Society for Reproductive Medicine di Denver anche se è ancora in fase di sperimentazione; finora il contraccettivo in gel è stato testato su sole 18 donne di età compresa fra 20 e 30 anni, nessuna delle quali ha avuto una gravidanza durante i sette mesi della sperimentazione, dovrà quindi essere testato su un campione più ampio prima dell’immissione in commercio.

Fecondazione in vitro, nuovo test verifica la salute degli embrioni

Sono tante le coppie che ogni anno scelgono la fecondazione in vitro.  Purtroppo non tutte le coppie riescono a realizzare il sogno di avere un bambino, ma tra poco potrebbe esserci un nuovo test che dovrebbe aumentare il numero di gravidanze di successo.  Un gruppo di ricercatori australiani dell’Università di Melbourne ha messo a punto una tecnica che misura con precisione la salute degli embrioni prima dell’impianto. Questo consentirebbe ai medici di scegliere l’embrione più sano da impiantare aumentando le probabilità che la gravidanza abbia buon fine.

Alla base di questa nuova analisi, come riporta il quotidiano britannico Daily Mail, c’è la misurazione del livello di glucosio degli embrioni dalla soluzione usata per farli crescere in laboratorio. Questa soluzione serve a fornire la giusta quantità di sostanze nutritive agli embrioni fecondati in laboratorio. E, ovviamente, deve essere ben equilibrato, quindi il glucosio presente in questa soluzione dovrebbe avvicinarsi molto all’ambiente naturale dell’utero di una madre.

Fecondazione in vitro, il caffè riduce le complicanze

Sono sempre più numerose le coppie che scelgono la fecondazione in vitro per avere un bambino. Certo, non sempre questo trattamento funziona: possono esserci, infatti, numerose complicanze.  Sembrerebbe che la caffeina possa ridurre eventuali rischi che possono mettere anche in pericolo la vita della donna.  Quali? Uno di questi è la dilatazione dei vasi sanguigni con una possibile conseguente fuoriuscita del sangue nei tessuti. Tutto ciò sarebbe causato dai farmaci utilizzati per stimolare le ovaie.  In gergo tecnico, questo disturbo si chiama sindrome da iperstimolazione ovarica o OHSS e ne sono soggette circa il 30% delle signore che scelgono la fecondazione, quasi una paziente su tre.

Questa sindrome si manifesta con alcuni dolori addominali o un po’ di gonfiore, alcune donne non avvertono neanche il medico con urgenza, ma è davvero gravi perché comporta problemi di coagulazione del sangue e anche danni renali e alle ovaie.

La fecondazione assistita influenza il sesso del bambino

Ci sono sempre più maschi. Sembra, infatti, che i trattamenti di fecondazione assistita possano influenzare il sesso dei nascituri, in misura tale che in futuro potrebbero esserci degli squilibri di genere, creando problemi demografici come carenza di mariti o di mogli. A lanciare l’allarme sono i ricercatori australiani che hanno dimostrato che un particolare tipo di fecondazione in vitro (Ivf) aumenti la probabilità di avere un maschio fino al 56,1%, mentre un altro trattamento la riduce al 48,7%.

Quella che per tante coppie è la salvezza, potrebbe creare in futuro tanti problemi, ma la scienza per fortuna è sempre all’opera. Per adesso comunque, i futuri genitori non possono scegliere il sesso del nascituro e questo blocca parzialmente l’allarme, anche se la preoccupazione dei ricercatori ovviamente è tanta, soprattutto in prospettiva.

Concepimento, creato in laboratorio il primo ovaio artificiale

Avere un figlio per alcune donne non è un’impresa facile, anzi sono sempre più numerosi i casi di infertilità, magari legati a una malattia. C’è però una novità, soprattutto per le signore che hanno dovuto sottoporsi a un ciclo di chemioterapia o a un trattamento farmacologico pesante e vorrebbero tanto un bambino. Un gruppo di ricercatori della Brown University di Rodhe Island ha realizzato un ovaio artificiale, utilizzando cellule prelevate da donne in età fertile.