Fecondazione assistita, a rischio la privacy?

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Si torna a parlare di procreazione medicalmente assistita e come sempre avviene nel nostro paese, lo si fa in toni polemici. Stavolta il dibattito infuria sull’emendamento introdotto con il cosiddetto Decreto Milleproroghe in base al quale i centri per la procreazione artificiale sono obbligati ad inviare i dati a loro disposizione al Ministero della salute che a propria voltà li inoltrerà all’Istituto Superiore di Sanità e al Centro Nazionale Trapianti.

Il punto dolente della questione, secondo le voci più critiche, è che i dati inoltrati al Ministero non sono rappresentati da semplici statitistiche in forma anonima ma sarebbero dati sensibili relativi alla mamma (chissà perchè noi donne siamo sempre le prime ad andarci di mezzo) quali, ad esempio, quelli che riguardano i cicli ovulatori e la gravidanza, e la coppia, ad esempio il motivo per il quale ha fatto ricorso alla fecondazione artificiale.

Lo scopo è quello di comprendere in che modo la legge che regolamenta la procreazione assistita è applicata nel nostro paese e l’emendamento risponde a una direttiva della comunità europea, come precisano dal Centro Nazionale Trapianti. La privacy delle future mamme che ricorrono alla fecondazione artificiale è a rischio? Il ministro della salute Ferruccio Fazio, secondo quanto si può leggere sul Corriere della sera, assicura di no:

I decreti attuativi della norma sulla trasmissione dei dati riguardanti la procreazione medicalmente assistita assicureranno il più rigoroso anonimato dei donatori e di tutti i soggetti coinvolti, come è del resto già previsto dall’art. 14 dello stesso decreto 191. La garanzia dell’anonimato non è mai stata a rischio perché espressione di fondamentali principi costituzionali ed europei

L’anonimato quindi è, e continuerà ad essere garantito, a tutte le coppie che hanno deciso e decideranno di mettere al mondo un figlio grazie alla fecondazione assistita. le modalità di trattamento dei dati, assicura il sottosegretario alla salute Eugenia Roccella, saranno le stesse che proteggono la privacy dei soggetti coinvolti in caso di trapianti di cellule e tessuti.

Fonte: Corriere della sera

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