La fecondazione assistita non aumenta il rischio di tumore

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Secondo uno studio condotto da un team composto da studiosi israeliani e americani, le donne che si sottopongono a trattamenti di procreazione medicalmente assistita non corrono più rischi delle altre di ammalarsi di tumore al seno o all’utero. Il timore che ciò potesse accadere nasceva dalla massiccia somministrazione di ormoni prevista dai protocolli terapeutici contro l’infertilità.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Fertility and Sterility e scioglie molti dubbi relativi alla tutela della salute delle donne che si sottopongono a questo tipo di trattamento. Gli studiosi hanno analizzato il rischio di sviluppare tre forme di cancro sensibili alle manipolazioni ormonali o ai traumi meccanici subiti dalle ovaie, cancro al seno, cancro alle ovaie e cancro dell’utero, su due vasti campioni, uno di donne che non si erano sottoposte alla fecondazione assistita (circa 19mila), l’altro di donne che invece vi si erano sottoposte (oltre 60mila).

In tal modo hanno osservato che non vi è alcun aumento del rischio di cancro al seno e tumore dell’utero in quest’ultimo gruppo, anche se è stato rilevato un legame, per quanto debole, tra stimolazione ovarica e tumore delle ovaie forse dovuto al fatto di essersi sottoposte a un numero di cicli maggiore.

I dati quindi sono piuttosto rassicuranti ma la prudenza è comunque raccomandata anche perchè l’osservazione si è protratta per un periodo di otto anni, inferiore all’arco di tempo lungo il quale potrebbero svilupparsi i tumori. Il fatto che il tumore delle ovaie sembri legato al maggior numero di cicli di terapia effettuati, affermano gli studiosi italiani, pone ancora una volta l’accento sulla necessità di modificare la legge 40.

Il divieto di congelare gli embrioni che vige in Italia, infatti, conduce le aspiranti italiane a venire sottoposte giocoforza, a un numero di stimolazioni ovariche maggiore di quanto non accada alle donne che effettuano il trattamento in Paesi in cui la crioconservazione degli embrioni è concessa.

[Fonte]

Photo credit | Think Stock

 

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