Cure per l’infertilità, una coppia su quattro abbandona per colpa dello stress

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Sottoporsi a trattamenti di procreazione medicalmente assistita può essere molto stressante, anche più di quanto lo sia scoprire di non poter avere bambini e non sottoporsi a nessuna cura. Questo è quanto è emerso nel corso del convegno Infertilità da stress-Stress da infertilità, tenutosi nei giorni scorsi a Roma.

Durante il convegno, organizzato dalla dottoressa Maria Giuseppina Picconeri, ginecologa specialista in medicina della riproduzione, sono stati presentati i risultati di uno studio pan europeo realizzato con la partecipazione della Harvard Medical School, proprio sul tema stress e infertilità.

Lo studio è stato condotto su un campione di 455 donne di età compresa fra 18 e 44 anni provenienti da Spagna, Italia, Francia e Germania. Dai dati raccolti è emerso che se il 50 per cento delle donne infertili che non si sottopone ad alcun trattamento dichiara di essere ansiosa e sopraffatta da questo stato di cose, la percentuale delle donne che sperimentano questo vissuto è ancora più alta tra coloro che invece stanno seguendo una cura per l’infertilità: il 58 per cento.

Il livello di stress comportato dei trattamenti di procreazione medicalmente assistita è dunque molto elevato, al punto che il 25 per cento delle coppie che stanno cercando di avere un bambino grazie alla fecondazione assistita dichiara di aver rinunciato proprio per l’eccessiva pressione sentita.

D’altra parte però una percentuale molto alta, il 62 per cento, di donne che si sottopongono al trattamento rifiuta interventi mirati alla riduzione dello stress (yoga, meditazione, consulenze psicologiche, partecipazione a gruppi di sostegno). Questo però potrebbe comportare una limitazione alle probabilità di successo della cura stessa.

Se è vero, infatti, che lo stress influenza negativamente la fertilità è altrettanto vero che esso ha un ruolo anche sulla risposta ai trattamenti di procreazione medicalmente assistita. Da qui, la necessità, affermano gli studiosi intervenuti al convegno, di tener conto della risposta individuale allo stress di ciascuna paziente quando ci si accinge a intraprendere un percorso di questo tipo.

Photo credit Think Stock

 

 

 

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