Fecondazione assistita e rischio di malformazioni congenite, c’è un legame?

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Già da tempo gli esperti di tutto il mondo segnalano un leggero aumento del rischio di malformazioni tra i bambini nati grazie alla fecondazione assistita. I dati ufficiali, provenienti dai registri nazionali, non davano però motivo di preoccupazione. Il dato però c’è e uno studio australiano, condotto presso il Robinson Insitute di Adelaide, sembra aver fatto luce sulla questione.Secondo quanto emerso dalla ricerca, le probabilità di avere un bambino con malformazioni congenite quando si ricorre alla procreazione assistita sono effettivamente un po’ più alte: l’8.3 per cento contro il 5.8 per cento dei bimbi concepiti naturalmente. In particolare, risulta aumentato il rischio di paralisi cerebrale, anomalie cardiache, muscolo scheletriche, genito-urinarie e gastroenteriche mentre risulterebbe invariato il rischio per la sindrome di Down.

Tuttavia, precisano i ricercatori, i dati vanno analizzati tenendo conto di alcuni fattori quali l’età materna avanzata ed eventuali patologie cha hanno condotto all’infertilità, comuni tra le coppie che si sottopongono a questo tipo di trattamenti. Il rischio però resta alto, a prescindere da queste variabili, in caso di ricorso alla tecnica Icsi (la percentuale sale al 9.9 per cento) impiegata nei casi di infertilità maschile, e di assunzione non corretta di farmaci a base di clomifene citrato, assunti dalle donne che stanno cercando una gravidanza per stimolare l’ovulazione.

Meno rischiose, sempre secondo i ricercatori australiani, le gravidanze ottenute da embrioni congelati, questo anche quando la fecondazione è stata ottenuta con la tecnica Icsi. Forse perchè solo gli ambrioni più sani sopravvvono alla crioconservazione. Questo dato farebbe quindi pensare che le aumentate probabilità di malformazione in bimbi avuti con la fecondazione artificiale non dipenderebbero dalla procedura medica impiegata.

Piuttosto, gli studiosi propendono per questa ipotesi, sarebbero le condizioni stesse della coppia, quelle che l’hanno condotta a rivolgersi a un centro per la procreazione assistita a determinarle.

[Fonte]

Photo credit | Think Stock

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