La spirale della fertilità per le donne con tumore

La spirale può cambiare la vita di una donna. Per anni siamo state abituate a pensarla come metodo anticoncezionale, ma secondo uno studio dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo), ancora in corso, potrebbe trasformarsi in un metodo di cura per le donne con un tumore all’endometrio. Le signore attraverso la spirale potrebbe conservare l’utero e la loro fertilità. Con questa tecnica i ricercatori dell’Ieo hanno dimostrato che è possibile assicurare il tempo della gravidanza. Davvero un bel risultato che dà alle donne la possibilità di sperare nel futuro.

Il tumore dell’endometrio è il sesto tra la forma di cancro femminili più frequenti al mondo. Solo nel 2008 sono state colpite 290mila donne (il 4,8% sul totale dei tumori femminili) e provocato 74mila decessi. La cura prevede la rimozione chirurgica dell’utero e delle ovaie, di conseguenza si perde totalmente ogni possibilità di avere un bambino.

Milkshirt: una pratica maglietta per allattare

Tutte le mamme lo sanno: allattare al seno il proprio bambino fuori casa è quasi sempre un’impresa difficile. A parte gli sforzi di pochi, in Italia non esiste ancora una vera e propria cultura dell’allattamento e sono ancora pochi i locali cosiddetti family friendly. Allattare in pubblico, quindi, può diventare per le donne un momento imbarazzante. Anche l’abbigliamento, il più delle volte, soprattutto durante i mesi freddi, sembra ostacolare l’allattamento nei luoghi pubblici.

Per far fronte a questo inconveniente e rendere il momento dell’allattamento discreto e piacevole anche fuori casa, è nata Milkshirt. Si tratta di una speciale maglietta, comoda e pratica che consente alla donna di scoprire un seno alla volta senza doversi denudare. Grazie all’innovativo sistema Up&Down, Milkshirt permette di sollevare un lembo di stoffa e di allattare il bimbo al seno senza scoprire anche pancia e petto. In questo modo, l’allattamento diventa facile, discreto e piacevole in qualsiasi posto sia a casa che fuori.

I disturbi dell’apprendimento, la disgrafia

La disgrafia rientra, insieme a dislessia, discalcalculia e disortografia, nel gruppo dei disturbi specifici dell’apprendimento. Come abbiamo già accennato brevemente, la disgrafia è un disturbo che riguarda il linguaggio scritto, ovvero le abilità del bambino relative alla esecuzione della scrittura sia alfabetica che numerica. In particolare, il bambino affetto da disgrafia presenta, durante l’atto dello scrivere, difficoltà di coordinazione motoria che interferiscono con l’apprendimento scolastico e con altre attività quotidiane e che non dipendono da patologie pre-esistenti che implicano disturbi della coordinazione motoria.

Il disturbo tende a farsi presente, indicativamente, a metà del ciclo elementare quando cioè il bambino ha acquisito un certo grado di personalizzazione della scrittura. E’ in quest’epoca infatti che le difficoltà di scrittura vengono rilevate, generalmente dagli insegnanti. Queste si presentano già attraverso un impugnatura errata della penna e/o della matita, inadeguatezza del tratto (troppo forte o troppo debole), mancato rispetto dei margini del foglio e del rigo, dimensioni inadeguate delle lettere e loro inversione all’interno delle parole. Le difficoltà del bambino nell’esecuzione dello scritto sono evidenti, con un ritmo di scrittura che può risultare estremamente lento o, al contrario, estremamente veloce.

Denti bambini, prevenire le carie

Per i parametri di crescita del neonato è stata realizzata una carta tricolore, ma non è l’unico documento per verificare che il bambino compia tutte le tappe dello sviluppo. All’interno delle «Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie dalla nascita all’adolescenza»,  elaborate nel 2009, per esempio, c’è tutta una parte dedicata ai denti. Già, perché nonostante le cure ortodontiche siano sempre più diffuse, molti genitori non hanno idea di come curare la bocca del bimbo. Per esempio: cosa significa sigillatura? Cosa fare per evitare che il bambino soffra di carie? Ecco tutte queste indicazioni sono contenute nelle linee.

A un anno dall’elaborazione di questo documento si fanno i primi bilanci e si scopre che molti genitori non ne conoscono neanche l’esistenza.  Lo scopo delle Linea guida è quello di permettere ai nostri piccoli di raggiungere gli obiettivi indicati dall’Oms:  il 90% dei bambini di età compresa tra i 5 e i 6 anni, entro il 2010, non dovrebbe avere carie e a 18 anni non dovrebbe esserci alcuna perdita di denti dovuta a carie o a malattia parodontale. Come? Il trattamento, chiamato anche sigillatura, prevede che i denti molari vengano spennellati con una resina atossica (dai 6 anni in su) che evita l’attacco della carie.

Gattonare: i diversi stili

Intorno agli otto mesi, quasi tutti i bambini compiono un’importante passo verso l’autonomia: il gattonare. A quell’età, infatti, i bambini iniziano a stare “a quattro zampe” e a spostarsi autonomamente. Non tutti i bambini, però, gattonano allo stesso modo: ognuno ha il proprio stile e i propri tempi. I genitori, quindi, non devono preoccuparsi se il loro bambino gattona in modo “strano”: l’importante è favorire questi suoi esperimenti motori senza rimproverarlo o forzarlo a cambiare posizione. Accanto alla classica posizione “a quattro zampe”, con gomiti e ginocchia a terra, i bambini per gattonare possono usare la posizione:

  • a trottola:  il bambino, imitando il movimento che eseguiva nel ventre materno, si muove in modo circolare, tipo trottola. Nello specifico, appoggia il pancino per terra, dondolando e spostando prima le braccia e poi le gambe. Generalmente, i bambini che iniziano a gattonare con questa tecnica difficilmente procederanno con quella classica a carponi;
  • seduta: il bambino si mette seduto con una gambina piegata e l’altra stesa e si trascina con il culetto per terra. Questa posizione viene scelta, in linea di massima, dai bambini che partono con quella a trottola. Studi scientifici hanno evidenziato che questo stile di gattonamento è ereditario (il 40% dei bambini ha un genitore che utilizzava la stessa posizione) e che i bambini che lo scelgono iniziano a camminare più tardi, verso i 18 mesi;

I parametri di crescita del neonato

Oggi si misura tutto, dal peso al primo vagito. Ogni singolo centimetro del corpo del nostra bambino deve rispettare dei parametri e questo non serve solo a rendere orgogliosi mamma e papà, ma permette di stabile se il cucciolo sta crescendo correttamente.  Le misure fondamentali sono sempre state peso, altezza/lunghezza e circonferenza cranica. Fino ad oggi però i valori venivano comparati in modo diverso da regione a regione. Ora un nuovo strumento permette di uniformare gli standard: si tratta della carta tricolore, una carta nazionale con tutti i parametri.

I disturbi dell’apprendimento, definizione

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) rappresentano una categoria eterogenea di disturbi che si manifestano in età scolare e riguardano esclusivamente l’acquisizione delle abilità scolastiche (lettura, calcolo, scrittura). La diagnosi di disturbo dell’apprendimento viene posta infatti quando i risultati ottenuti dal bambino in test standardizzati di calcolo, lettura ed espressione scritta sono significamente inferiori a quanto ci si attende in base alla sua età, intelligenza e livello di istruzione.

In altre parole, il disturbo riguarda una o più delle aree su-indicate ma il bambino non presenta alcun deficit intellettivo anche se le difficoltà di apprendimento interferiscono non solo con il rendimento scolastico ma anche con tutte le attività quotidiane che richiedono abilità di calcolo, lettura ed espressione scritta. Più precisamente, nel gruppo dei disturbi specifici dell’apprendimento rientrano:

Allergie alimentari: ne soffre l’8% dei bambini

Le allergie alimentari sono un problema sempre più grave per i piccoli di casa. Sono, infatti, 6-8%, i bambini tra i 12/14 anni, a soffrire di un’allergia, nei primi tre anni di vita.  Il lato positivo è che l’intolleranza tende a decrescere con il passare del tempo, tanto che l’80% dei bimbi allergico al latte vaccino, riesce a tollerare questo alimento superato il quinto anno di vita. Potrebbe però esserci una terapia molto efficace: la desensibilizzazione orale, ovvero la graduale somministrazione dell’alimento proibito.

Mangiare all’asilo

Le abitudini alimentari che, bene o male accompagnano una persona per tutta la vita, iniziano a delinearsi già a partire dai primi anni di vita. È proprio durante la prima infanzia, infatti, che i gusti del bambino cominciano a svilupparsi. È fondamentale, quindi, che il bambino venga indirizzato verso un corretto approccio al cibo, evitando, così,  il radicarsi di abitudini alimentari errate. Spesso, la scoperta del cibo e del rapporto con esso coincide con l’ingresso del bambino all’asilo ed è per questo che il momento del pasto a scuola riveste un ruolo primario.

È indispensabile che le maestre si armino di tanta pazienza per affrontare al meglio l’ora della pappa. La prima cosa da tener presente è che ogni bambino che entra a scuola ha il proprio carattere, le proprie abitudini ed i propri gusti. Le maestre, quindi, dovranno educare i bambini a stare a tavola e a mangiare, rispettando comunque i gusti e le inclinazioni dei singoli bambini senza forzarli in alcun modo.

Tetano, perchè è importante vaccinare i bambini

Cos’è il tetano

Il tetano è una malattia infettiva causata da una tossina (la tossina tetanica) prodotta da batteri (i clostridi del tetano) che proliferano nell’intestino degli animali e nel suolo. Si tratta di un’nfezione molto grave che può portare, in soggetti non vaccinati, alla morte nel 20-30% dei casi.

Come si trasmette il tetano

L’infezione da tetano non si trasmette da persona a persona; spesso essa insorge, se non si è vaccinati,  in seguito a ferite, anche di poco conto, graffi, morsi di animali, abrasioni e ustioni. Questo però può accadere solo se la “parte offesa” entra in contatto con i batteri che sono responsabili della sua insorgenza.

Bambini iperattivi: il registro italiano ADHD

Sono sempre di più i bambini nervosi. Fanno fatica a stare fermi, hanno reazioni aggressive e dormono poco.  Ma come fare a capire se si tratta di un periodo passeggero, magari causato da uno stile di vita poco regolare, o hanno l’ADHD, più nota come sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Non è facile, anche perché spesso vengono etichettati alcuni comportamenti come “malati”, quando non è così. Negli Stati Uniti, alcuni esperti sono convinti che il 20% dei  5 milioni di bimbi con la diagnosi di ADHD sia sano come un pesce. Questo è quanto è emerso da uno studio condotto su 12 mila bimbi americani e analizzato durante la settimana europea dell’ADHD, che si è appena conclusa.

La Gardnerella

Non è sicuramente la più pericolosa tra le infezioni vaginali ma è una delle più comuni e fastidiosa. Stiamo parlando della Gardnerella.

Che cos’è la Gardnerella?

La Gardnerella è un’infezione vaginale causata da un batterio chiamato Gardnerella vaginalis. Questo microrganismo è normalmente presente, in piccole quantità, all’interno dell’ambiente vaginale della donna ma, in presenza di condizioni ad esso favorevoli, tende a moltiplicarsi e a causare l’infiammazione. La causa principale della proliferazione del batterio sono i rapporti sessuali non protetti: lo sperma, infatti, altera il pH locale e, diminuendo i lattobacilli buoni, favorisce la moltiplicazione dei batteri. La Gardnerella, quindi, è una delle malattie sessualmente trasmissibili più diffuse. Gli altri fattori che determinano l’insorgenza dell’infezione sono: un’inadeguata igiene intima, un uso eccessivo di lavande vaginali, l’uso di contraccettivi intrauterini come la spirale, gravidanze, una predisposizione genetica, etc..

Svezzamento: due ricette facili e veloci

Lo svezzamento, come tutte le mamme sanno, è un momento molto delicato ed importante nella vita di ogni bambino.  Per rendere questo periodo di transizione il meno difficile possibile, è fondamentale che le mamme propongano ai loro bambini alimenti semplici e genuini e che cambino di frequente le pappe, facendo mangiare di tutto ai bimbi. Per dare una mano alle mamme che ogni giorno devono pensare a cosa preparare di buono ai propri figli, ecco due ricette semplici e veloci per realizzare due piatti sani e gustosi.

Minestrina di verdure con uovo

Ingredienti ( dosi per un bambin)

  • una patata
  • una carota
  • una cipolla
  • verdure di stagione come zucchine, pomodori, zucca, fagiolini, etc
  • un tuorlo d’uovo
  • 2 cucchiai di (a scelta) crema di riso, semolino, crema di mais, etc
  • 1/2m litro di acqua
  • olio extravergine d’oliva

Influenza stagionale, è utile vaccinare i bambini?

Con l’inverno ormai alle porte torna per noi mamme il tormentone del vaccino anti-influenzale, infatti, mentre tra gli esperti vige un accordo generale circa la necessità di vaccinare contro l’influenza stagionale i bambini affetti da patologie croniche, come l’asma, il dibattito in Italia è ancora aperto per quanto riguarda l’utilità del vaccino per i bambini sani. Ma quali sono le posizioni di chi si pronuncia a favore del vaccino?

Come afferma al Corriere della sera il dottor Nicola Principi, direttore della Clinica Pediatrica De Marchi di Milano, il vaccino anti-influenzale è utile anche nei bambini sani almeno per due ordini di motivi: perchè scongiura il pericolo che l’influenza possa evolvere negativamente dando luogo a complicanze inattese e perchè limita la diffusione dell’infezione ai familiari.