L’isteroscopia operativa, cos’è, quando è indicata

isteroscopia operativa

Cos’è l’isteroscopia

L’isteroscopia è una tecnica endoscopica che permette di vedere dentro la cavità uterina attraverso l’introduzione nella vagina di uno strumento, l’isteroscopio; ovvero una cannula rigida, di pochi centimetri di diametro, dotata di fibre ottiche. Come abbiamo già visto si tratta di una tecnica che viene usata sia a scopo diagnostico (isteroscopia diagnostica) che terapeutico (isteroscopia operativa). Dell’isteroscopia diagnostica abbiamo già parlato, oggi quindi vedremo di saperne di più dell’isteroscopia operativa.

In quali casi si esegue l’isteroscopia operativa

L’isteroscopia operativa è indicata, in alternativa ad altre tecniche come la laparoscopia, in caso di aderenze e malformazioni uterine, polipi endometriali, fibromi uterini sottomucosi, rimozione di corpi estranei in vagina (ad esempio una spirale anticoncezionale che si è spostata dalla sua sede).

Tuffi e immersioni subacquee in gravidanza

La gravidanza rappresenta per la donna uno stato del tutto naturale e fisiologico e non deve essere vissuta come una condizione patologica. Una donna in dolce attesa, durante i mesi di gestazione, quindi, può continuare a fare quello che faceva prima della gravidanza, utilizzando, ovviamente, un’ampia dose di buon senso. E’ il caso, ad esempio, dello sport. Una donna abituata a praticare sport può continuare a farlo anche durante la gravidanza, seguendo sempre le indicazioni del proprio medico e tutti gli accorgimenti del caso. Ci sono, però, degli sport che bisogna evitare perchè pericolosi per mamma e bambino. Tra questi è bene annoverare i tuffi e le immersioni subacquee. Con l’estate, sono numerose le donne in dolce attesa che si domandano se possono vivere in tranquillità la propria vacanza al mare, praticando immersioni e divertendosi con tuffi in piscina. Non esiste una risposta unica valida per tutte: tutto dipende dallo stadio e dallo stato della gravidanza, dal tipo di tuffo o immersione e dall’esperienza della donna.

Le ulcere sulla lingua del bambino

lingua bambinoLa lingua del bambino ci dice molto circa il suo stato di salute; non a caso il pediatra le da sempre un’occhiata ogni volta che portiamo il nostro cucciolo nel suo ambulatorio, sia che accusi qualche disturbo in particolare sia che ce lo abbiamo portato per un semplice controllo. Ci sono poi alcune patologie che la interessano direttamente, anzi che mostrano i primi segni proprio sulla lingua prima che nel resto della bocca e del corpo.

La gengivo-stomatite-aftosa

Se sulla lingua del piccolo cominciano a formarsi delle ulcere dolorose è molto probabile che questo indichi la presenza di gengivo-stomatite-aftosa, soprattutto se queste sono presenti anche all’interno della guancia  e se alla loro insorgenza segue l’irritazione  e l’arrossamento delle gengive e il bambino mostra di provare dolore rifiutando il cibo. La gengivo-stomatite-aftosa è un’infezione causata da herpes virus che, nonostante sia molto fastidiosa, si risolve spontaneamente nel giro di circa una settimana. In alcuni casi il pediatra può ritenere opportuno prescrivere un antivirale allo scopo di accelerare il processo di guarigione, mentre per ridurre il dolore e l’irritazione può essere utile un antinfiammatorio (il paracetamolo).   

Combattere l’ingorgo mammario con foglie di cavolo

Allattare il proprio bambino al seno è per ogni donna un’esperienza fantastica. Può accadere, però, che a causa di disturbi come irritazioni, fissurazioni o ragadi al seno, l’allattamento diventi un momento di sofferenza per la mamma ma anche per il bambino che incontra difficoltà nella suzione. Uno dei problemi più comuni a cui possono andare incontro le madri che allattano al seno è l’ingorgo mammario. Si tratta di un fastidioso disturbo dovuto ad un’elevata produzione di latte rispetto alla sua suzione dal seno da parte del bambino. L’ingorgo mammario deriva da un inadeguato svuotamento delle mammelle che appaiono tese, gonfie, calde, tumefatte e doloranti. Il disturbo si presenta solitamente all’inizio dell’allattamento quando il seno produce una quantità di colostro maggiore rispetto alle reali necessità del neonato. In linea di massima, gli ingorghi mammari che compaiono 2 o 3 giorni dopo il parto, tendono a risolversi spontaneamente in poco tempo se la mamma riesce comunque ad attaccare il bimbo al seno. Se l’ingorgo mammario è più ostinato è possibile alleviarlo attraverso l’applicazione sul seno di foglie di cavolo.

Piscine gonfiabili per bambini

piscine gonfiabili

Estate è sinonimo di sole, mare e divertimento. Non tutti però, a causa di svariati motivi, possono portare i propri figli al mare o rimanerci a lungo. Una buona soluzione, in questi casi, per proteggere i bambini dal caldo torrido e farli divertire è rappresentata dalle piscine gonfiabili. Sono, infatti, l’ideale per intrattenere i bambini, anche quelli più piccoli, permettendo ai genitori di tenerli sott’occhio senza troppi sforzi. Le piscine gonfiabili adatte ai bambini hanno dimensioni ridotte e la quantità d’acqua in esse contenuta è sicura e sufficiente a far divertire i bambini. Le piscine gonfiabili permettono al bimbo di ristabilire il giusto contatto con i liquidi e favoriscono l’acquaticità in piena sicurezza. Sono facili da trasportare e da gonfiare, occupano poco spazio e possono essere posizionate in giardino, sul terrazzo o anche sulla spiaggia.

L’isteroscopia diagnostica, cos’è, quando va fatta

isteroscopia diagnostica

Cos’è l’isteroscopia diagnostica?

L’isteroscopia è uno strumento diagnostico endoscopico che permette al medico di osservare il canale cervicale e la cavità uterina.

Come si esegue l’isteroscopia?

L’isteroscopia si esegue inserendo in vagina una cannula di pochi centimetri di diametro, l’isteroscopio, dotato di un sistema di fibre ottiche. Una volta introdotto l’isteroscopio in vagina, questa viene dilatata attraverso un mezzo gassoso o liquido per permetterne la visione. L’esame viene effettuato nella maggior parte dei casi in ambulatorio e in assenza di anestesia.

Il singhiozzo nel feto

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Nel corso della gravidanza, può succedere che la futura mamma noti dei movimenti fetali un pò particolari: dei piccoli sobbalzi lenti e ritmici che possono durare a volte anche mezz’ora. Si tratta del cosiddetto singhiozzo fetale. Il piccolo, in realtà, non singhiozza ma esegue quelli che gli studiosi chiamano movimenti respiratori con cui il feto si allena alla futura respirazione. Durante il singhiozzo, il bimbo, muovendo i muscoli della gabbia toracica, imita perfettamente i movimenti toraco-addominali alla base del suo respiro dopo la nascita. Nella vita intrauterina, infatti, il feto non respira poichè è completamente immerso nel liquido amniotico e i suoi alveoli polmonari sono ancora afflosciati. Alcuni studiosi hanno osservato che il singhiozzo favorisce la maturazione dell’epitelio tracheo-bronchiale e del parenchima polmonare del feto. Il singhiozzo, inoltre, sembra che aiuti il bambino ad imparare come espellere il latte che potrebbe andargli di traverso una volta nato.

Il bambino conosce la matematica sin da piccolo

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Anche se qualcuno (io, ad esempio) non l’avrebbe mai detto, sembra che il genere umano la matematica se la porti dentro. Secondo la maggior parte dei neuroscienziati infatti, leggo su una rivista specializzata, l’uomo possiede un “senso dei numeri” innato e indipendente dal contesto socio-culturale in cui vive. Tali, presunte, doti matematiche si sarebbero evolute nel corso di centinaia di migliaia di anni, conferendo così all’uomo la capacità di dominare sulla natura e sugli altri animali.

A dimostrarlo diversi studi che hanno permesso di rilevare che i bambini sotto l’anno di età sono in grado di valutare quantità da uno a quattro, senza naturalmente conoscere i numeri, indicando istintivamente immagini che ritraggono tre persone mentre vengono fatte ascoltare loro tre voci. Altre ricerche hanno invece evidenziato la capacità del bambino di eseguire semplici operazioni matematiche valutando quanto spazio occupano gli oggetti in base alle loro dimensioni e alla loro quantità. Tutto questo senza che il cucciolo possegga ancora alcun tipo di abilità linguistica.

La televisione, un buon analgesico per i bambini

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Il giusto ruolo della televisione nella vita dei bambini è, da sempre, al centro di numerose discussioni. Oggi, anche TuttoMamma torna a parlarne per illustrare i risultati di una ricerca dell’Università di Siena che ha come protagonista proprio il rapporto tra bambini e televisione. Secondo lo studio condotto dal Dipartimento di Neonatologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Siena, la tv può fungere da analgesico, alleviando il dolore nei bambini che affrontano situazioni spiacevoli come, ad esempio, un prelievo del sangue. I ricercatori guidati dal professor Carlo Bellieni, hanno analizzato il livello di dolore in 69 bambini, tra i 7 e i 12 anni di età, che si sottoponevano ad alcuni esami del sangue. Nel dettaglio, i bambini sono stati suddivisi in 3 gruppi: quelli del primo gruppo, durante il prelievo, non avevano nessuna distrazione, quelli del secondo avevano accanto le rispettive madri mentre quelli del terzo gruppo avevano davanti un televisore acceso.

Il megacolon congenito

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Come abbiamo visto, la stipsi nel bambino è un problema piuttosto comune e banale; infatti riguarda quasi sempre la funzionalità intestinale ed è dunque transitorio a patto che mamma e papà adottino gli opportuni accorgimenti per far si che non si cronicizzi. In una percentuale di casi piuttosto ridotta però e insieme ad altri sintomi, la stitichezza può essere spia di disturbi precisi fra i quali il megacolon congenito o malattia di Hirschprung.Vediamo di cosa si tratta:

Cos’è il megacolon congenito

Il megacolon congenito, o malattia di Hirschprung, è rappresentato da un’ostruzione parziale o totale del colon caratterizzata dall’assenza delle cellule che permettono la peristalsi, ovvero il movimento del contenuto intestinale, nel tratto del colon colpito dalla malattia (di solito il retto o il sigma). In tal modo si determina un ristagno delle feci che accumulandosi causano una dilatazione del colon (cui si deve il nome di mega colon). E’ una malattia congenita, forse a trasmissione ereditaria.

Gastroenterite, più frequente in estate

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L’estate, oltre a portare con se notevoli benefici per corpo e mente, può nascondere alcune insidie. Con la bella stagione, ad esempio, si verifica tra i bambini, e in particolare tra i più piccoli, un aumento dei casi di gastroenterite.

Ma cos’è la gastroenterite?

La gastroenterite è una malattia infiammatoria dell’apparato gastrointestinale caratterizzata dalla presenza di vomito e diarrea a cui può associarsi la febbre. Il disturbo, molto comune in età  pediatrica, è causato principalmente da un’infezione virale e in particolare dal Rotavirus. Sono state riscontrate anche cause batteriche, meno frequenti ma più gravi, come CampylobacterShigella ed Escherichia coli. I sintomi più comuni della gastroenterite sono vomito, diarrea, febbre, mal di pancia, perdita di appetito e sonnolenza. Poichè le infezioni che causano la gastroenterite derivano, per lo più, da una scarsa igiene e da cibi o bevande contaminati, è facile intuire come con il caldo estivo queste tendano ad aumentare.

Il calendario delle vaccinazioni infantili

calendario vaccinazioni infantili

Secondo quanto afferma l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità), la vaccinazione infantile rappresenta uno degli interventi di salute pubblica più importanti poichè permette di salvare ogni anno due milioni di vite. Come abbiamo già visto a proposito di vaccini polivalenti, in linea con le direttive dell’OMS in Italia i bambini vengono vaccinati, a partire dal terzo mese di vita con la somministrazione di un preparato che li protegge da sei agenti patogeni contemporaneamente.

Ma quali sono gli appuntamenti con la vaccinazione che scandiscono la vita del bambino nei primi quindici mesi di vita e fino al quindicesimo anno di età? Vediamo il calendario per le vaccinazioni valido per tutte le regioni italiane:

I vaccini al terzo mese di vita

E’ la prima volta che il piccolo viene sottoposto a vaccinazione. Viene somministrato il vaccino esavalente contro pertosse, tetano, difterite, poliomielite, haemophilus di tipo b, epatite b.

I vaccini al quinto mese di vita

Al quinto mese viene somministrata al bambino la seconda dose del vaccino precedente.

Svezzamento: il formaggio

formaggio

Il formaggio è un alimento ricco di molte sostanze nutritive indispensabili per la crescita del bambino. Il formaggio, infatti, ha un elevato valore nutrizionale: contiene minerali quali il calcio e il fosforo utilissimi per il corretto sviluppo di ossa e denti, proteine di alta qualità fondamentali per le cellule e i tessuti dei bambini, e vitamine quali A, B2 e B12. Il formaggio, inoltre, è un’importante fonte di energia fornita soprattutto dai grassi la cui quantità varia a seconda della varietà di formaggio. Grazie alle sue preziose qualità, il formaggio viene inserito nella dieta del bambino fin dall’inizio dello svezzamento. Il pediatra, infatti, consiglia l’utilizzo di un cucchiaio di formaggio grattugiato da aggiungere già alle prime pappe. Il parmigiano reggiano, ad esempio, è molto adatto ad essere consumato dai bambini in quanto è un vero e proprio concentrato delle proprietà del latte: si pensi che per produrre un chilo di parmigiano occorrono ben 16 litri di latte vaccino!  

La sindrome premestruale

sindrome premestruale

Aldilà di facili battute, molte donne vivono i giorni immediatamente precedenti al ciclo mestruale come estremamente angoscianti; si sentono fiacche, di cattivo umore, piene di dolori. E’ questa la sindrome premestruale, un disagio che è doveroso portare all’attenzione del ginecologo perchè ci aiuti a risolverlo felicemente e a riprenderci la nostra serenità.

Cos’è la sindrome premestruale

Quando “stanno per arrivare” noi donne lo sappiamo. Ad avvertirci è un insieme di sensazioni fisiche più o meno percettibili quali tensione mammaria, doloretti all’addome, mal di testa e gonfiori cui vanno spesso ad aggiungersi  sbalzi d’umore, ipersensibilità, irritabilità. In alcune donne però questo quadro “sintomatologico” può risultare estremamente amplificato al punto da rappresentare un ostacolo per lo svolgimento delle normali attività quotidiane e costituire una vera e propria sindrome, la sindrome premestruale appunto.

Sindrome premestruale, i sintomi

Ogni donna manifesta il problema in maniera del tutto personale; tuttavia i sintomi riscontrati più di frequente sono rappresentati da: dolore addominale, tensione mammaria, aumento di peso, gonfiore agli arti inferiori, mal di testa, irritabilità, cambiamenti repentini di umore, crisi di pianto immotivate, aggressività, sensazione di affaticamento, difficoltà di concentrazione. Tutti i sintomi fanno la propria comparsa all’incirca una settimana prima delle mestruazioni e regrediscono in coincidenza con il loro inizio.