L’attività fisica durante l’allattamento

allattamento-sport

Praticare attività sportiva durante il periodo dell’allattamento non compromette le qualità del latte materno e gli ottimi benefici per il neonato. A dimostrarlo sono numerose ricerche scientifiche che rassicurano tutte quelle neo-mamme che vogliono ritornare in forma dopo il parto senza rinunciare al piacere di allattare al seno il proprio bambino. Uno studio della University of North Carolina di Greensboro, ha mostrato, ad esempio, come l’attività fisica sia positiva per la qualità del latte materno. Un pò di movimento, infatti, favorirebbe la produzione degli acidi grassi polinsaturi (LC-PUFA) nel latte materno. Nello specifico, aumenterebbe la produzione degli acidi alpha-linolenico e linoleico, essenziali per il corretto nutrimento del bambino. Secondo i ricercatori americani, per ottenere questi benefici è sufficiente praticare attività fisica per mezz’ora tre giorni alla settimana.

Lo sviluppo relazionale e psicomotorio del bambino da 0 a 3 anni

sviluppo psicomotorio

Ieri abbiamo visto i ritmi di crescita fisica di un bambino dalla nascita fino ai tre anni. Oggi ripercorreremo, sinteticamente, le tappe dello sviluppo relazionale e psicomotorio del bambino nella stessa fascia di età.

Primo anno

da 0 a 3 mesi

Il bambino reagisce alle differenze di tono nella voce, si concentra su un oggetto e lo segue nel suo movimento, è in grado di afferrarlo, scalcia violentemente quando è contento.

da 3 a 6 mesi

Il bambino riesce a tenere in mano un oggetto, a sollevarlo e a succhiarlo ma non a lasciarlo andare. Si tranquillizza quando mamma e papà si avvicinano, si mostra eccitato quando sta per fare qualcosa che gli piace come la pappa o il bagnetto.

Il bambino e l’amico immaginario

amico_immaginario

Il mondo dei bambini è da sempre sinonimo di magia, creatività e fantasia. Ed è in questo contesto che si inserisce perfettamente la figura del compagno immaginario. I bambini, infatti, già a partire dai due anni e mezzo di età, possono crearsi un amico immaginario come compagno di giochi. I bambini, spesso, iniziano la creazione del loro amichetto dando un nome ad una bambola o ad un pupazzo fino ad animarlo e donargli vita propria. I compagni immaginari, infatti, possono essere di due tipi: quelli che nascono, come detto, da un giocattolo che il bambino possiede, che non assume però la stessa funzione dell’oggetto transizionale, e quelli inventati di sana pianta. Tra questi i bambini preferiscono bimbi con poteri speciali, supereroi, animali parlanti e personaggi magici. L’amico immaginario può incarnare anche le caratteristiche di persone a cui il bambino è legato, come i genitori o i nonni, oppure dei ruoli che il bimbo non può assumere ma da cui è affascinato. Le caratteristiche del compagno immaginario, comunque, dipendono dalla creatività e dal vissuto personale di ogni bambino.

Lo sviluppo del bambino da 0 a 3 anni, il corpo

Lo sviluppo fisico del bambino

A quale ritmo procede, di norma, la crescita di un bambino dalla nascita ai tre anni? Vediamolo ripercorrendo insieme le tappe dello sviluppo di dentizione, movimento, udito, linguaggio e vista.

Lo sviluppo del bambino da 0 a 3 anni, la dentizione

In genere il primo dentino, di solito si tratta dell’incisivo inferiore centrale, fa la propria comparsa intorno al sesto mese di vita e la prima dentizione si completa intorno ai due anni. Per quest’epoca i piccoli hanno già venti dentini, dieci inferiori e dieci superiori. La seconda dentizione comincia con la caduta dei dentini da latte verso i sei anni.

Lo sviluppo del bambino da 0 a 3 anni, il movimento

Stare seduti

Di norma i bambini riescono a sedersi da soli verso i sei mesi, non è infrequente però che alcuni di loro facciano questa conquista più in là, verso i sette-otto mesi.

Andare carponi

Sempre nell’arco di tempo compreso fra i sei e i nove mesi i piccoli imparano ad andare carponi e verso i nove mesi si mettono in piedi appoggiandosi a una sedia o a un mobile.

Travelsex, la campagna estiva per l’educazione sessuale dei giovani

travelsexLa Sigo quest’anno promuoverà una campagna sulle principali spiagge italiane chiamata Travelsex, ma per capire di cosa parliamo serve una premessa.Le spiagge sono da sempre il simbolo dell’estate, le passeggiate, le serate tra ragazzi, le nuove amicizie. Secondo i ginecologi della Società Italia di Ginecologia e Ostetricia l’estate rappresentaperò un momento di estrema libertà per le giovani, il 30% delle quali secondo le statistiche torna in città con infezioni come condilomi, herpes, gonorrea e nel peggiore dei casi HIV oppure con gravidanze indesiderate.

Neonati, già nei primi mesi hanno dimestichezza con i numeri

neonati

Nei primi mesi di vita i neonati non sono ancora in grado di formulare della parole di senso compiuto ma hanno già una discreta confidenza con i numeri. A sostenerlo è uno studio della Emory University, negli Stati Uniti, che ha dimostrato come i neonati abbiano già sviluppati i concetti di spazio, tempo e quantità. Secondo i ricercatori americani, guidati dalla psicologa Stella Lourenco, i bambini già a nove mesi possiedono una sorta di metro nella loro mente con il quale misurano il mondo che li circonda.

Nel lettone di mamma e papà

dormire-nel-lettone-con-mamma-e-papà

La conquista dell’autonomia e dell’indipendenza da parte dei bambini è un processo lento e a volte complesso. Il distacco dai genitori rappresenta sempre un’esperienza traumatica per i bambini nei loro primi anni di età. Per questo il momento della nanna è da sempre vissuto con angoscia. I bambini non vogliono andare a dormire per non separarsi dai genitori e spesso preferiscono restare nel lettone di mamma e papà piuttosto che allontanarsi nella loro cameretta. Il desiderio di dormire nel lettone dei genitori, quindi, non è legato a problematiche psicologiche o a carenze affettive ed educative ma semplicemente alla volontà del bambino di sentire la vicinanza di una persona affidabile in grado di proteggerlo durante la notte. Spesso, i genitori vinti dalla stanchezza e impietositi dalle richieste disperate del bambino, acconsentono a farlo dormire nel lettone. Il bimbo, però, in questo modo si sentirà autorizzato e in diritto di farlo costantemente e sarà più difficile in futuro convincerlo a trasferirsi nella sua cameretta. E’ bene, quindi, evitare sin dalla prima infanzia l’abitudine di dormire nel lettone.

Aiutare il bambino a diventare più autonomo

bambino autonomo

Il compito di una mamma, ma anche quello di un papà, è aiutare il proprio cucciolo a diventare adulto. Si tratta di un percorso, quello verso “l’adultità”, che comincia sin dalla più tenera infanzia ed è fatto di moltissime piccole tappe la prima delle quali è rappresentata dallo svezzamento; è allora che il piccolo comincia a sperimentare nuovi gusti e, con il tempo, a fare i primi tentativi di portare il cibo da solo alla bocca.

E’ doveroso in questa situazione da parte della mamma lasciarlo fare, anche se questo significa che sporcherà tantissimo se stesso e il pavimento (solo quello nel migliore dei casi), mentre rimbrotti, lamentele o tentativi da parte nostra di dargli da mangiare noi stesse, anche se non lo desidera in quel momento, scoraggerebbero il bambino dal raggiungimento di un obiettivo fondamentale quale appunto quello di consumare i pasti in autonomia anche se la sua completa realizzazione avverrà solo dopo un po’ di tempo.

Il nuoto neonatale

acquaticita-bambini

L’acqua, per i bambini, oltre a rappresentare una risorsa indispensabile per la vita, è un importante elemento di gioco e di divertimento. La familiarizzazione con l’acqua, detta acquaticità, inoltre, offre numerosi stimoli per la crescita e lo sviluppo dei bambini, anche di quelli più piccini. L’età neonatale, infatti, non rappresenta un ostacolo o una controindicazione alla pratica del nuoto, anzi.  Il nuoto neonatale favorisce, tra l’altro, un corretto sviluppo psico-motorio del bambino, una migliore capacità di movimento e un miglior controllo respiratorio.

Le crisi di rabbia nei bambini, come affrontarle

crisi-rabbiaCiao mamme, oggi lo spunto per scrivere me lo ha dato mia figlia piccola, mentre litigava con il fratello, ha cominciato ad urlare e alla fine della discussione gli ha tirato addosso i biscotti che stava mangiando. Io sono davvero rimasta attonita e dopo averla sgridata in modo davvero “pesante”, l’ho messa in punizione. Lei è solita manifestare il suo disappunto in questo orribile modo che io non tollero, dunque mi sono documentata e oggi vi parlerò delle crisi di rabbia.

Le crisi di rabbia sono delle manifestazioni tipiche dei bambini, soprattutto nel periodo in cui non sono in grado di verbalizzare i loro stati d’animo oppure il loro non essere d’accordo con qualcuno, è un comportamento assolutamente impulsivo che si manifesta con atteggiamenti inappropriati come grida, lancio di oggetti etc. Quando invece il bambino passa la soglia dei tre anni ed inizia ad esprimersi con le parole ma continua ad avere queste crisi, è bene insegnarli che non è bene manifestare la rabbia in questo modo e che prima di reagire in malo modo deve prima riflettere.

Diventare mamma dopo i quaranta

mamma dopo i 40

In Italia sono moltissime le donne che diventano mamme dopo i quaranta anni e non solo perchè ci mettono più tempo a trovare l’uomo giusto con il quale mettere al mondo dei figli o perchè hanno avuto problemi di infertilità. Le donne italiane infatti faticano più delle altre europee a consolidare la propria posizione economica e sociale e, soprattutto, per loro è più difficile conciliare famiglia e lavoro. Ed è per questo motivo che, a quanto pare, siamo tra le mamme più attempate d’Europa con il 4,6% dei bambini venuti al mondo nel 2005 che ha una mamma ultraquarantenne.

Fermo restando che una donna di questa età è ancora giovane, forte e nel suo più pieno vigore, sappiamo però che la gravidanza a quaranta e più anni comporta dei rischi maggiori rispetto a quella condotta in età più giovane: se da un lato infatti sono in agguato complicanze ostetriche quali ipertensione arteriosa, gestosi e diabete, dall’altro l’età materna rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza di anomalie cromosomiche quali la sindrome di Down,  motivo per cui quando si aspetta un bambino dopo i trentacinque anni è opportuno monitorare costantemente il proprio stato di salute e sottoporsi ad accertamenti quali villocentesi e amniocentesi che informino la futura mamma circa lo stato di salute del nascituro.

Menarca: consumare molta carne ne anticipa la comparsa

bambine-carne

Un elevato consumo di carne anticipa l’arrivo del primo ciclo mestruale. Ad affermarlo è uno studio dell’Università di Brighton, in Gran Bretagna. Nella maggioranza dei casi, le prime mestruazioni, dette menarca, si manifestano verso i 12-13 anni ma è noto che alcuni fattori possono influire su questo evento anticipandone o ritardandone l’arrivo. Una dieta ricca di proteine animali, ad esempio, stimola la comparsa del menarca nelle bambine. I ricercatori britannici, guidati dalla dottoressa Imogen Rogers, hanno tenuto sotto controllo il consumo di carne di 3000 ragazzine inglesi di 12 anni e l’età delle loro prime mestruazioni.

L’orsacchiotto: l’oggetto transizionale per eccellenza

orsacchiotto

Nei primi otto mesi di vita, il bambino non ha sviluppato ancora la consapevolezza della sua individualità. Il neonato, infatti, non riesce a percepire se stesso come un essere a parte ma si crede un tutt’uno con la madre. Pensa, ad esempio, che le braccia della mamma che lo prendono, lo cambiano e lo nutrono siano una semplice estensione del suo corpicino. Solo dopo gli otto mesi, il bambino inizia a modificare la propria percezione del mondo e a capire che lui e la madre sono due individui distinti. Questo è un momento molto delicato nella vita del bambino poiché con la consapevolezza dell’individualità possono emergere anche paure ed angosce. La mamma, infatti, vista ora come un essere distinto può allontanarsi e questo crea nel bambino il timore di rimanere da solo. E’ proprio in questo periodo che l’orsacchiotto può assumere un ruolo importante nella vita del bambino.

congedo

Congedo di paternità obbligatorio, buone notizie per i papà

42-15262330Congedo di paternità obbligatorio, sogno o son desta? Forse i neo papà italiani non dovranno più usufruire dei loro giorni di ferie per andare ad accudire il nuovo pargoletto e la sua mamma. E’ di oggi la notizia che è al vaglio della Camera una nuova legge che permetterebbe ai papà di partecipare al momento della nascita del proprio figlio senza affanni e senza dover inventare balle galattiche al proprio datore di lavoro.

Come negli altri paesi europei il neo-genitore avrebbe il diritto-dovere di astenersi dal lavoro per la nascita del bambino, nella pratica il disegno di legge prevede che il papà debba astenersi dal lavoro per i quattro giorni successivi alla nascita senza andare a perdere nulla su ciò che guadagna in busta paga. A differenza di ciò che prevede il Congedo parentale, in questo caso l’obbligatorietà dell’astenersi dal lavoro in qualche modo equipara il papà alla mamma che deve stare in maternità per cinque mesi a cavallo della data del parto.