Varicella: boom in Italia con 180 mila bambini affetti

Sono ben 180 mila i bambini affetti, attualmente in Italia, dal virus della varicella. A lanciare l’allarme è Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto all’Università di Milano-Bicocca. La varicella è una malattia esantematica infettiva che colpisce più frequentemente i bambini. Si tratta di una patologia molto contagiosa che colpisce generalmente i bambini in età pre-scolare e in particolare dai 3 agli 8 anni ed è per questo che si sviluppano facilmente delle vere e proprie epidemie di varicella. Quest’anno il virus della varicella ha colpito in ritardo:

Quest’anno – ha spiegato il professor Farnetani – rispetto al normale andamento dei casi, che iniziano ad aumentare in dicembre, si è registrato un leggerissimo ritardo nell’esplosione del virus, dovuto al rientro a scuola il 10 gennaio, dunque qualche giorno dopo l’Epifania.

Pirosi gastrica in gravidanza

La pirosi gastrica è un problema piuttosto comune in gravidanza. Si tratta di una sensazione di bruciore che insorge di solito dopo aver mangiato e si estende dalla gola alla parte basa dello sterno; a causarla sono i cambiamenti ormonali e fisici connaturati allo stato di gestazione: il progesterone prodotto dalla placenta che rilassa la muscolatura dell’utero produce il medesimo effetto sulla valvola che separa l’esofago dallo stomaco causando la risalita dei succhi gastrici e, quindi, la fastidiosa sensazione di bruciore. Allo stesso tempo, il progesterone rallenta le contrazioni dello stomaco con il conseguente rallentamento della digestione.

Il disturbo si manifesta in genere al secondo trimestre di gravidanza e permane fino al momento del parto. Nonostante sia fonte di innumerevoli disagi per la futura mamma, la pirosi gastrica non rappresenta un vero e proprio problema di salute e non deve rappresentare motivo di preoccupazione per l’incolumità del piccolo che portiamo in grembo o nostra. D’altra parte, se non resta altro da fare che sopportare questo stato di cose fino a quando non si risolverà con la nascita del bambino è possibile mettere in atto alcuni semplici accorgimenti per alleviare il disturbo:

Bambini, piccoli geni del computer a soli 2 anni

I bambini di oggi hanno un sesto senso tecnologico molto sviluppato. Se ci pensate, dieci anni fa alcuni lavori non esistevano o stavano per nascere (come i blogger) e ora con internet facciamo la spesa, ci informiamo, fa parte della nostra vita. Questa nuova dimensione, ovviamente, ha coinvolto anche i bambini che imparano prima a usare il pc e poi a leggere e scrivere. Nascono già con un intuito da piccoli informatici.

Questo quanto è emerso da una ricerca firmata Avf, azienda che produce antivirus e che ha realizzato un progetto di ricerca per studiare l’interazione tra i bambini e le tecnologie. Molti genitori non avranno bisogno di questi dati, per avere la consapevolezza che le nuove generazione hanno sviluppato alcune abilità.

Leucorrea: perdite vaginali in gravidanza

Ogni donna, nel corso della propria vita, deve fare i conti con le perdite vaginali. Non sempre, però, le perdite sono da associare ad un’infezione. Molte delle perdite vaginali, infatti, sono fisiologiche e si presentano, ad esempio, durante il periodo dell’ovulazione o della menopausa. La quantità di queste perdite naturali e fisiologiche, non è sempre la stessa ma può variare, per esempio, a seconda della fase del ciclo.

Molte donne notano un aumento delle perdite anche durante la gravidanza. Questo fenomeno è del tutto normale e prende il nome di leucorrea.

Cos’è la leucorrea?

Con il termine leucorrea si indica, generalmente, un aumento delle secrezioni vaginali. Queste appaiono gelatinose, di color bianco-trasparente ed hanno un odore sottile.

I compiti a casa, problema o opportunità?

Quando noi eravamo bambine c’erano i compiti a casa. E ci sono ancora. Il fatto è che mentre allora il loro svolgimento era il nostro principale passatempo pomeridiano e solo saltuariamente rappresentava un ostacolo per i programmi dei nostri genitori, oggi sembra essere considerato dai più un vero e proprio intralcio alla tranquilla routine familiare.

Pare infatti che siano sempre più numerosi i genitori infastiditi dal fardello assegnato dagli insegnanti ai propri pargoli sempre più presi da una miriade di impegni extra scolastici che noi forse a quei tempi non avevamo (almeno era così per me, che dopo la scuola al massimo andavo al catechismo): palestra, lezioni di musica, laboratori ricreativi e chi più ne ha più ne metta, si mal conciliano infatti con l’esecuzione dei compiti per casa soprattutto se il bambino non è autonomo e richiede di essere seguito dai genitori.

Neomamme, ci vogliono 18 mesi per tornare in forma dopo il parto

La gravidanza ha lasciato il segno? Non vi sentite ancora in forma e quando vi guardate allo specchio fate fatica a riconoscervi. C’è poco da fare, purtroppo. Avere un bambino è uno stress enorme per il corpo della donna e ci vogliono circa 18 mesi per tornare quelle di prima. A sostenere questa tesi è un sondaggio inglese condotto dal sito A Beautiful Mummy.

Un anno e mezzo per riprendere la linea e per sentirsi di nuovo donna, con la propria femminilità. La vita di una neomamma è complessa: prima si sta a casa e ci si dedica totalmente al piccolo appena arrivato, quando si rientra in ufficio la giornata si trasforma in una corsa continua, tra tiralatte, poppate, impegni di lavoro e gestione della casa. In linea di massima, solo dopo 18 mesi, i gesti della maternità si trasformano in routine diventando più facili e di conseguenza più veloci.

Ovuli congelati, in Italia nati 350 bambini nel 2009

Avere un bambino è il desiderio di moltissime coppie. Purtroppo, però, per motivi di varia natura non sempre si riesce a realizzare questo desiderio. La fecondazione medicalmente assistita ha rivoluzionato, in questo senso, la vita di molte persone. Grazie ad essa, infatti, molte coppie sono riuscite ad esaudire il grande desiderio di diventare genitori. In Italia, ad esempio, nel 2009 sono nati ben 350 bambini da ovuli congelati, quasi un bebè ogni giorno.

A ricorrere alla crioconservazione (conservazione di ovuli congelati con l’azoto liquido), spiega Mauro Schimberni, docente della II Facoltà di medicina dell’Università Sapienza di Roma, sono soprattutto donne colpite da gravi malattie, come il cancro, ma anche donne sane che per un motivo o per un altro sclegono di congelare gli ovuli.

Dipendenza da videogiochi, bambini depressi e ansiosi

La dipendenza da videogiochi rende i bambini ansiosi e depressi e li espone al rischio di insuccesso scolastico e di sviluppare fobia sociale. Questa la conclusione a cui sono giunti un gruppo di studiosi della Iowa State University, coordinati dal dottor Douglas Gentile. I risultati dello studio, condotto in collaborazione con altri cinque ricercatori di Hong Kong e Singapore, sono stati pubblicati su Pediatrics, la rivista dell’American Psychiatric Association.

Lo studio, che segna un altro punto a sfavore della dannosa abitudine di passare troppe ore davanti a un videogioco, ha preso in considerazione un campione di tremila bambini, il cui stato di salute è stato monitorato per un periodo di due anni. Secondo i risultati ottenuti tutti trascorrevano in media venti ore a settimana incollati davanti ai videogiochi e una percentuale di bambini compresa tra l’8 e il 10 per cento è risultata affetta da dipendenza patologica.

La dieta in gravidanza può compromettere lo sviluppo del feto

La linea conta, soprattutto per noi donne. Durante la gravidanza subentra, in alcune donne, la paura di ingrassare troppo e di conseguenza di non riuscire a ritrovare la forma dopo il parto. Attenzione però a seguire una dieta troppo ferrea durante i nove mesi.  Mangiare poco nel corso della gestazione, soprattutto all’inizio, può compromettere lo sviluppo cerebrale del nascituro.

Questo è quanto hanno scoperto i ricercatori della University of Texas Health Science Center di San Antonio (Texas, Usa), secondo cui il cervello del feto è vulnerabile anche a modeste diminuzioni dell’alimentazione materna. Insomma, un regime alimentare completo è davvero un ottimo modo per tutelare la salute del piccolo.

Filastrocche per bambini

Le filastrocche, un po’ poesie, un po’ fiabe e un po’ canzoni, sono un ottimo strumento per stimolare i bambini da molti punti di vista. Le filastrocche, infatti, aiutano la memoria, la concentrazione, il linguaggio e la creatività dei bambini, sia grandi che piccoli. Sono, inoltre, un prezioso alleato per insegnare in modo allegro e divertente un qualcosa ai bimbi. Le filastrocche, cosi come le poesie, permettono al bambino di relazionarsi con i compagni ma anche con voi genitori. Per questo, oggi, care mammine, ho pensato di proporvi delle simpatiche filastrocche che potete insegnare ai vostri bimbi per passare insieme del tempo in modo costruttivo e allo stesso tempo divertenti.

La vispa Teresa di Luigi Sailer

La vispa Teresa avea tra l’erbetta
A volo sorpresa gentil farfalletta
E tutta giuliva stringendola viva
gridava distesa: ”L’ho presa! L’ho presa!”
A lei supplicando l’afflitta gridò:
“Vivendo, volando che male ti fò?
Tu si mi fai male stringendomi l’ale!
Deh! Lasciami anch’io son figlia di Dio!”.
Teresa, pentita, di colpo arrossì,
dischiuse le dita e quella fuggì.

Temper tantrums, che paura!

Beate le mamme che non hanno mai avuto a che fare con i temper tantrums! Cosa sono? Be’ i temper tantrums sono quegli scatti d’ira o comportamenti bizzosi che portano il nostro dolce angioletto non solo a scagliarsi contro di noi quando gli viene negato qualcosa ma anche a tirare i giocattoli per terra, urlare, dimenarsi e chi più ne ha, più ne metta! Insomma, a mettere in atto tutti quei comportamenti che lasciano noi genitori attoniti e disorientati e che vanno ben oltre il semplice capriccio.

Stando a quanto dicono gli esperti, questo comportamento è del tutto normale nel bambino dai due ai quattro-cinque anni e anche se ci demoralizza assistervi anche con una certa frequenza, non significa affatto che siamo dei cattivi genitori nè che il nostro frugoletto (anche se in quei momenti è difficile considerarlo tale) ha dei problemi. Meglio quindi metterci tranquilli (almeno noi) e trovare il modo di affrontare il problema al meglio.

Gravidanza, ci sono 163 sostanze chimiche nel corpo di ogni mamma

Ci preoccupiamo di essere in salute, di prendere gli integratori giusti, di non stressarci, ma il periodo della gravidanza ha dei nemici invisibili, contro i quali difficilmente possiamo lottare. Secondo i ricercatori dell’Università della California di San Francisco (Usa), ci sono 163 sostanze chimiche nell’organismo delle donne in gravidanze, molte dei quali vietate perché estremamente pericolose.

La domanda sorge spontanea: com’è possibile? Gli esami condotti dagli esperti hanno trovato tracce di bifenili policlorurati, pesticidi organoclorurati (di cui il DDT), composti perfluorinati (PFC) che si trovano nel teflon usato per rivestire le padelle antiaderenti, ftalati che compongono la plastica, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e perclorato.

KAPLA, costruzioni in legno

Le costruzioni sono uno dei giochi preferiti dai bambini di tutte le età. Non esiste un bambino, infatti, a cui non piace giocare con le costruzioni per creare e distruggere di tutto. Le costruzioni, oltre ad essere un gioco divertente, sono molto importanti per lo sviluppo psico-fisico dei bambini. Stimolano, infatti, la manualità, la creatività, l’immaginazione, il senso dello spazio e della logica e la capacità di trovare soluzioni ai problemi.

Oggi, care mamme, voglio parlarvi di un tipo particolare di costruzioni: i KAPLA. Si tratta di semplici blocchetti di legno (pino marittimo coltivato, non trattato), delle stesse dimensioni, con cui è possibile costruire di tutto: piccole e grandi architetture, animali, ma anche semplici torri o strade. Tutto questo senza alcun tipo di fissaggio! I KAPLA, infatti, non necessitano di incastri o collanti perché si tratta di un gioco di equilibrio.

Incontinenza gravidica, come superare il problema

L’incontinenza urinaria in gravidanza (incontinenza gravidica) colpisce il 10 per cento delle donne in dolce attesa, il 30 per cento delle quali continua a lamentare il disturbo anche dopo il parto. Nella maggior parte dei casi l’incontinenza gravidica sparisce senza bisogno di particolari cure entro un anno dalla nascita del bambino, mentre un buon 10 per cento delle donne che ne sono affette invece non riesce a liberarsi di questo sgradevole problema neppure trascorso questo tempo.

A dichiararlo al Corriere della sera è Antonella Biroli, fisiatra dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torini e membro della Fondazione Italiana Continenza. Le cause dell‘incontinenza durante la gravidanza possono essere molteplici, spiega ancora la fisiatra: il peso del bambino e fattori ormonali cui si aggiunge lo stiramento subito da nervi, legamenti e muscoli del pavimento pelvico durante il parto da cui deriva il permanere del disturbo.