L’alimentazione del futuro papà condiziona la salute del bambino

Questa volta l’alimentazione non fa rima con fertilità, ma con la salute futura del bambino. Un consiglio per gli uomini che vogliono diventare presto padri: devono seguire una dieta sana ed evitare cibo spazzatura, merendine e di strafogarsi con alimenti grassi. Il motivo? Il vostro bambino, soprattutto se femmina, potrebbe sviluppare il diabete ancor prima della pubertà.  Lo sostiene uno studio della University of New South Wales di Sydney, che ha messo in guardia i potenziali padri, invitandoli a seguire un regime alimentare simile a quello delle madri in attesa per non compromettere la salute del figlio.

Gli esperimenti sono stati condotti sui ratti, fino ad oggi. E per dimostrare la validità della loro tesi gli scienziati hanno accoppiato dei topi maschi, alimentati esclusivamente con cibi ricchi di grassi, con femmine sane, monitorando poi le condizioni di salute dei cuccioli femmine. È stata proprio in quest’occasione che hanno scoperto che le “bimbe” sviluppavano il diabete prima ancora di raggiungere la pubertà e la concentrazione di glucosio nel sangue era il doppio rispetto a quella dei piccoli nati da altri maschi.

La sindrome delle febbri ricorrenti PFAPA

La sindrome delle febbri ricorrenti PFAPA  (Periodic Fever, Aphtas, Pharyngitis and cervical Adenopathies)

La sindrome delle febbri ricorrenti è stata descritta per la prima volta nel 1987. Il disturbo insorge di solito prima dei cinque anni di vita ed è caratterizzato da una febbre elevata che insorge improvvisamente e dura 3-6 giorni, ogni 3- 8 settimane (più di frequente una volta al mese). Al di fuori di questi episodi il bambino è in perfetta salute.

La sindrome delle febbri ricorrenti, i sintomi

Febbre alta (>38 °C);

Stomatite aftosa;

Ingrossamento delle ghiandole linfatiche.

Bambini sempre ammalati, perchè?

Capita piuttosto spesso, quando frequentano l’asilo o la scuola materna, che i bambini si ammalino di continuo: febbre, raffreddori, tosse e infezioni la fanno da padrone quasi per l’intero inverno con grande disperazione di mamma e papà. Ma perchè accade questo? A spiegarlo al Corriere della sera è il prof. Nicola Principi, direttore della prima clinica pediatrica dell’università di Milano:

Questo accade perché nei bambini devono formarsi gli anticorpi. Quando nascono il loro sistema immunitario non è del tutto sviluppato, ma poi il processo si completa rapidamente. Però l’organismo dei bambini non hanno mai prodotto anticorpi e dunque è inevitabile e utile che questo accada quando entra in contatto con agenti infettivi

Le prime influenze sono dunque non solo inevitabili ma anche necessarie perchè il bambino sviluppi gli anticorpi che lo proteggeranno per tutta la vita. Come spiega ancora il dottor Principi:

Al primo contatto con un virus si sviluppa necessariamente la malattia, ma già al secondo contatto con lo stesso virus il bambino è protetto.

Unghie, come tagliarle ai neonati

Le unghie di mani e piedi necessitano di essere tagliati anche nei bambini piccoli. Quando le unghie sono troppo lunghe, infatti, c’è il rischio che il bambino possa farsi male, graffiandosi inavvertitamente da solo. Le unghie dei bambini piccoli, inoltre, sono molto fragili e se tagliate con regolarità tendono a rafforzarsi e a diventare più resistenti. Fare la manicure o la pedicure ad un bambino piccolo, però, non è un’operazione facile. I neonati, infatti, si muovono spesso, non capiscono se gli si dice di stare fermi e non resistono troppo a lungo immobili. È importante, quindi, che i genitori, soprattutto se alla prima esperienza, si muniscano, oltre che dell’occorrente necessario, di tanta pazienza!

Prima di iniziare il taglio delle unghie è necessario mettere a portata di mano tutto l’occorrente utile all’operazione per non doversi spostare o alzare durante la manicure. È preferibile scegliere una forbice dalla punta arrotondata per evitare di far male al bambino o di pungerlo con le punte durante il taglio delle unghie.

Autismo, cos’è

L’autismo è un disturbo pervasivo dello sviluppo che si manifesta in genere entro il terzo anno di vita attraverso gravi deficit nell’area della comunicazione, dell’interazione sociale, dell’immaginazione e problemi di comportamento. Più precisamente, il bambino affetto da autismo presenta:

  • turbe qualitative e quantitative del linguaggio quali ritardo o assenza del linguaggio verbale, mancata capacità di cominciare o sostenere una conversazione, uso stereotipato o eccentrico del linguaggio (ripetizione di parole, frasi, ritornelli o slogan pubblicitari);
  • turbe qualitative e quantitative delle capacità relazionali con tendenza all’isolamento, assenza di mimica, sguardo diretto, gestualità, incapacità di stabilire relazioni adeguate con i coetanei, mancanza di interesse verso ciò che lo circonda;
  • uso inappropriato o stereotipato di oggetti, assenza di giochi di immaginazione;
  • comportamenti aggressivi verso se stesso e gli altri, iperattività fisica, reazioni abnormi a cambiamenti ambientali anche minimi o delle figure di riferimento.

Come comportarsi se il bambino mangia troppo

E’ facile sentire i genitori lamentarsi perché il bambino non mangia: ha poco appetito e non finisce mai ciò che ha nel piatto. È sempre più comune però avere a che fare con piccoli che invece mangiano troppo e non per fame. Questo è un problema per tanti bimbi, infatti, hanno un rapporto col cibo quasi morboso e il loro desiderio di cibo sembra non placarsi mai. Ma come si fare dire no? E qui si cade nell’errore: quello di concedere troppo a rischio però non dell’educazione, ma della salute di vostro figlio.

È abbastanza normale nel corso della vita avere momenti di appetenza maggiore e minore, bisogna però capire se il cibo diventa una valvola di sfogo per un problema più grande. Può succedere nei periodi di difficoltà a scuola, o quando i mutamenti del corpo procurano imbarazzi e non li si sa gestire: gli alimenti si trasformano in una rassicurazione.

Lavare le mani è importante!

È molto importante educare i bambini, fin da piccoli, ad avere cura di se stessi. I bimbi, infatti, anche quelli più piccoli, devono imparare i gesti base per una corretta igiene, come lavarsi le mani, i denti o il viso. La pelle è uno dei principali veicoli di germi e batteri, causa di malattie ed infezioni. Si stima che, normalmente, la pelle di grandi e piccini può ospitare circa un milione di germi per centimetro quadrato. Nel corso della giornata, inoltre, si entra in contatto con una molteplicità di oggetti, persone ed animali che possono essere, a loro volta, veicoli di batteri più o meno patogeni. Per questo, lavare spesso le mani aiuta a prevenire la trasmissione dei germi.

Questa semplice e sana abitudine, infatti, rappresenta uno strumento efficace ed economico per tenere alla larga molte malattie, dalle più banali a quelle più gravi.

Il mutismo selettivo

Cos’è il mutismo selettivo

Il mutismo selettivo è un disturbo ansioso caratterizzato dall’incapacità (per così dire) del bambino di parlare in determinate situazioni sociali; il bambino non presenta cioè alcun disturbo neurologico, deficit uditivo o ritardo mentale che spieghi il suo mutismo in alcune circostanze, quali ad esempio il tempo di permanenza a scuola o l’interazione con gli adulti.

Mutismo selettivo, la diagnosi

Il disturbo si manifesta entro i tre anni di età: il bambino si rifiuta di parlare in alcune situazioni mentre il suo eloquio è perfettamente normale e fluente in altre, si mostra timido e riservato. Tuttavia questi comportamenti, scambiati spesso per timidezza, si mostrano in tutta la loro problematicità con l’ingresso a scuola. Il piccolo può sostituire la comunicazione verbale con quella non verbale esprimendosi a gesti o scrivendo.

L’appendicite nei bambini

Il mal di pancia è un disturbo molto frequente nei bambini. Capita molto spesso, infatti, che i bambini si lamentino per dolori addominali di varia intensità tanto che a volte i genitori minimizzano, non prendendo troppo sul serio i dolori del proprio bimbo. Questo succede anche perchè non sempre è facile individuare la giusta causa del mal di pancia: indigestione, intolleranze alimentari, virus intestinali, etc.. Talvolta, però, dietro un semplice mal di pancia si nasconde un problema più serio come l’appendicite.

Che cos’è l’appendicite?

L’appendicite è un’infiammazione dell’appendice, un piccolo segmento intestinale che si trova tra l’intestino crasso e l’ileo. Per svariati motivi può accadere che questo tubolo si ostruisca, causando il ristagno di batteri e di materiale fecale e si infiammi. Successivamente, può verificarsi la comparsa di pus e la conseguente tumefazione della mucosa appendicolare che se non curata può estendersi all’intera zona addominale.

Prodotti per bambini: l’umidificatore Mammy della Chicco

Tutte le mamme lo sanno: l’aria di casa deve essere ottimale per la salute dei più piccoli. I neonati, infatti, non riescono ancora a mantenere costante da soli la loro temperatura corporea. Per questo, è fondamentale che i genitori garantiscano al proprio bambino il giusto microclima domestico affinchè il piccolo mantenga la propria temperatura corporea senza dispendio di ossigeno.

Con l’arrivo del freddo, i riscaldamenti minano la salubrità dell’aria, seccando l’ambiente e impedendo un corretto ricambio d’aria. Per ripristinare il corretto tasso di umidità nell’ambiente è possibile utilizzare gli umidificatori. L’umidificatore, infatti, grazie all’emissione di vapore acqueo, umidifica l’ambiente in modo ideale per la salute del bambino. Tra i vari umidificatori presenti sul mercato, oggi, vogliamo presentarvi quello della Chicco: l’umidificatore a vapore tiepido Mammy.

Disturbi del linguaggio, la balbuzie

Cos’è la balbuzie

La balbuzie è un disturbo del linguaggio rappresentato da un’anomalia del normale fluire e della cadenza dell’eloquio. In altre parole, il bambino che balbetta sa esattamente cosa vorrebbe dire ma non riesce a farlo a causa di blocchi, ripetizioni e prolungamenti dei suoni del tutto involontari. Il disturbo interessa all’incirca l’1% della popolazione mondiale e fa la propria comparsa in età infantile, tipicamente fra i due e i sei anni. La balbuzie può essere accompagnata da movimenti muscolari, anch’essi del tutto involontari, quali tic, ammiccamenti, tremori delle labbra o del viso, scosse del capo e presentarsi in associazione con altri disturbi del linguaggio quali il disturbo della fonazione e il disturbo della espressione del linguaggio.

Balbuzie, le manifestazioni

Secondo quanto riportato dal DSM, ovvero il Manuale diagnostico e statistico dei distrubi mentali, nel quale troviamo definiti anche disturbi come quelli del linguaggio, la balbuzie presenta le seguenti manifestazioni:

Il dolore nel bambino

Il dolore nel bambino è qualcosa cui spesso non si dà il giusto peso. Superata la fase delle coliche dove il dolore si manifesta prepotente, si tende a banalizzare sui “mali” del piccolo di casa.  È un atteggiamento questo che non è solo tipico del genitore, ma anche degli esperti del settore, come il pediatra.  E’ ancora forte la convinzione che il bambino non provi sofferenza o che faccia delle scene più per paura, magari a causa di una puntura, che per quello che sente realmente.

Questo tema è stato affrontato durante il XXII Congresso nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP) ”Bambini… in mente”. Oggi c’è un nuovo strumento per imparare qualcosa in più sull’argomento ed è il manuale ”Il dolore nel bambino. Strumenti pratici di valutazione e terapia”, pubblicato dal Ministero del Salute, alla cui realizzazione hanno collaborato Franca Benini, Responsabile del Centro Regionale Veneto di terapia antalgica e cure palliative pediatriche, Dipartimento di Pediatria di Padova, e Michele Gangemi pediatra di base di Verona, past president dell’ACP.

Disturbo della fonazione

Disturbo della Fonazione

Il disturbo della fonazione, o disturbo di sviluppo dell’articolazione della parola, è un particolare tipo di disturbo del linguaggio in cui il bambino presenta difficoltà nell’articolazione di frasi e parole, maggiori rispetto a quelle che ci attende in base alla sua età e intelligenza. Il bambino presenta cioè difficoltà relative alla produzione, all’uso e alla organizzazione dei suoni, che manifestano attraverso il loro “scambio” o la loro omissione e/o errata pronuncia, pur mostrandosi capace di formulare correttamente frasi complesse e di comprendere ciò che gli viene detto.

Più precisamente il bambino affetto da disturbo della fonazione presenta difficoltà nell’articolazione dei suoni: l, r, s (si parla in questo caso di blesità), z, gl, gn e c che poi sono quelli che vengono acquisiti per ultimi. Tutto questo in assenza di anomalie fisiche che possano spiegare il disturbo. Le difficoltà di fonazione possono interferire con il rendimento scolastico e con lo sviluppo delle relazioni sociali.

Disturbo di espressione e ricezione del linguaggio

Disturbo misto dell’espressione e della ricezione del linguaggio

Nel disturbo misto dell’espressione e della ricezione del linguaggio ad essere compromesse sono sia le capacità di espressione che quelle di comprensione del linguaggio. Le manifestazioni sono quindi le medesime che abbiamo già visto a proposito del disturbo dell’espressione del linguaggio (difficoltà nell’usare le parole, nella coniugazione dei verbi, nella formulazione di frasi complesse, vocabolario abbastanza limitato, difficoltà ad imparare parole nuove, collocazione delle parole in ordine insolito all’interno della frase, difficoltà nella comunicazione gestuale) cui si aggiungono la difficoltà a comprendere termini spaziali, frasi ipotetiche o, nei casi più gravi, difficoltà ad associare uoni e simboli o a discriminare suoni in assenza di deficit uditivo.