Influenza A, il vaccino e i bambini: il punto della situazione

vaccino-influenza-A-per-i-bambiniVirus H1N1, influenza A, Suina. Tanti nomi e un unico comune denominatore: pandemia. Ormai molte città del nostro paese sono ufficialmente entrate, a dispetto delle previsioni che la volevano a dicembre, nella fase di picco di diffusione. E la fascia di popolazione maggiormente colpita è quella dei bambini, soprattutto sopra i 5 anni, gli asili sono svuotati, i medici di base non sanno come fronteggiare un afflusso massiccio e soprattutto l’industria delle notizie sta cavalcando l’onda di panico a volte proponendo a volte sconsigliando il vaccino contro l’influenza A.

Ma cosa sta veramente accadendo? Perché c’è così poca chiarezza e le comunicazioni che arrivano dal Ministero della Salute circa la necessità di vaccinare i bambini contro l’influenza A sono diametralmente opposte alle indicazioni dei pediatri di base e dei medici in generale che invece la sconsigliano?

Meningite: quali sono le vaccinazioni consigliate

vaccino meningite

La meningite è un’infiammazione delle meningi, ossia delle membrane che ricoprono e proteggono il cervello, e proprio perché queste membrane hanno una funzione così importante, l’infezione è particolarmente pericolosa.

Questa irritazione può essere causata da un virus, e in questo caso si parla di meningite virale, o da batteri, in caso di meningite batterica. Pur essendo entrambi affezioni piuttosto serie, quella di origine virale è la meno forte e quella più facilmente curabile; la meningite batterica, invece, può causare danni cerebrali e neurologici come la perdita dell’udito e difficoltà nell’apprendimento, fino a provocare, nei casi più gravi anche la morte.

I germi che causano la meningite sono diversi, ma i più frequenti sono tre: l’Haemophilius influentiae, lo pneumococco e il meningococco, e tutti si trasmettono per via aerea, cioè attraverso le goccioline di saliva. L’Haemophilius influentiae è un batterio che in genere colpisce i bambini al di sotto dei due anni e non provoca epidemie; lo pneumococco è un germe capace di provocare, oltre alla meningite anche polmonite, faringiti e otiti; il meningococco è il batterio più temuto, che risiede nelle vie aeree di persone sane, ma che, in alcuni casi, senza ragione, può provocare un’infezione che dà origine alla meningite.

Il mughetto nel neonato, un’infezione comune

mughettodelneonatoHai notato dei strani puntini bianchi sulla bocca di tuo figlio? Potrebbe essere Mughetto. Il Mughetto è un’infezione causata da un fungo che si chiama Candida Albicans (lo stesso che provoca le irritazioni da pannolino e la candida vaginale) che colpisce i neonati, soprattutto nei primi sei mesi di vita e che si contrae, solitamente, al momento della nascita, attraverso il passaggio dal canale del parto. Si manifesta con la comparsa in bocca, sulla lingua, sulle gengive, nell’interno delle guance e, talvolta, sulle labbra, di puntini e chiazze biancastre che, a differenza dei residui di latte, non si esportano facilmente e che, se rimosse, lasciano intravedere una mucosa sottostante infiammata che può, in alcuni casi, anche sanguinare.

Mal d’orecchi e mal di gola nel bambino piccolo, che fare?

otite bambini

L’otite, altrimenti detta mal d’orecchi, è un’infiammazione dolorosa della parte interna dell’orecchio dovuta a un accumulo di muco, spesso in conseguenza di un raffreddore. Quando i bambini non sono ancora in grado di esprimersi il mal d’orecchi può indurli al pianto e all’abbattimento senza che loro stessi sappiano da dove proviene la sensazione di fastidio che stanno provando. In questi casi per capire se si tratta davvero di mal d’orecchi, vi basterà premere leggermente con un dito la zona del viso attorno all’orecchio; se il pianto si fa più intenso si tratta senz’altro di quello.

Se il vostro piccolo ha il mal d’orecchi spetta al pediatra stabilire se è il caso di somministrare gocce otologiche o paracetamolo, mentre voi stessi potete ricorrere ai lavaggi nasali con acqua fisiologica, così come vi abbiamo consigliato di fare in caso di tosse e raffreddore.

Tosse e raffreddore, malesseri comuni nel bambino

tosse e raffreddore bambini

Raffreddore, tosse, mal di gola e diarrea sono disturbi piuttosto frequenti nei bambini molto piccoli che, per quanto fastidiosi, servono a sviluppare e rafforzare le difese immunitarie. Se non causano complicanze quindi non devono allarmarci anche se naturalmente vanno tenuti d’occhio.

Quanto al raffreddore, è normale che un bambino piccolo lo contragga diverse volte l’anno, soprattutto se va all’asilo. Il rimedio più efficace per combatterlo è sciogliere le secrezioni nasali usando le soluzioni saline da introdurre dentro al nasino più volte al giorno. E’ facile che il bimbo protesti, anche piuttosto energicamente, in questa situazione. Cercate di fargli capire che lo state facendo per il suo bene. Allo stesso modo insegnategli sin da piccolissimo a soffiare bene il naso e fatelo bere più spesso; anche l’acqua contribuisce a sciogliere le secrezioni nasali.

La dermatite atopica nei bambini

dermatite atopica

La dermatite atopica, o eczema, è un’infiammazione della pelle che fa la propria comparsa fra i tre e i sei mesi di vita, in bambini che presentano una predisposizione ereditaria, a causa del contatto con sostanze per loro irritanti o allergie. Al suo esordio la dermatite si presenta su guance, collo e torace per poi concentrarsi nella zona intorno agli occhi e sulle orecchie e sul corpo a livello delle pieghe delle articolazioni (ginocchia, polsi e gomiti).

Le porzioni di pelle interessate si presentano arrossate, indurite e secche. Talvolta possono anche essere presenti delle secrezioni e, purtroppo per il piccolo, il prurito è intenso. La dermatite atopica è un disturbo cronico che però presenta dei momenti di remissione spontanea soprattutto durante i mesi più caldi, e comincia a migliorare dopo i due anni.

Nel caso il vostro bimbo ne sia affetto, è fondamentale che il pediatra prescriva le terapie adeguate a far regredire l’infiammazione e ad attenuare i sintomi, ma voi stessi potete adottare alcuni comportamenti utili a ridimensionare il problema:

Sindrome di Leber: terapia genica aiuta 12 bambini

ricercatore-sindrome-leberGrandi ed importanti novità arrivano dalla medicina e dalla sperimentazione almeno per quello che concerne la Sindrome di Leber, che per chi non lo sapesse viene considerata come la causa più frequente di cecità infantile ereditaria (secondo i dati contenuti all’interno del sito Telethon avrebbe un’incidenza di 3 casi ogni 100.000 nati vivi.) Si tratta di una malattia che colpisce la retina soprattutto nei primi anni di vita e progressivamente conduce alla perdita della vista. Si può manifestare con mancata ipovisione ma anche con il cosiddetto nistagno, cioè un movimento degli occhi continuo. Malattia che è causata da un mutazioni del gene RPE65.

In questo caso la terapia genica ha permesso di recuperare, almeno in parte, la vista a 12 bambini (5 dei quali italiani). Questo importantissimo risultato si deve alla collaborazione tra ospedale pediatrico di Philadelphia, Istituto Telethon di Genetica e Medicina (Tigem) di Napoli e dipartimento di Oftalmologia della Seconda università di Napoli.

Quando iniziare a dare la carne al bambino

quando dare la carne al bambino

Fin dal primo anno di vita il bambino ha bisogno di proteine per crescere bene, e non c’è niente di meglio della carne, sia bianca che rossa, per fare il pieno di queste sostanze indispensabili per l’organismo. Nella carne si trova la carnitina, una proteina che il corpo usa per produrre energia, e la mioglobina, un’altra proteina che trasporta l’ossigeno ai muscoli.

La carne serve al piccolo anche come fonte di ferro, un minerale essenziale per la formazione dei globuli rossi e per il funzionamento del sistema nervoso, e per aiutare l’organismo a prevenire le infezioni. Il ferro è importante anche per la produzione di emoglobina, una sostanza che serve per trattenere l’ossigeno che viene introdotto con l’aria e poi trasportato nei tessuti. Il bambino ha più bisogno di ferro di un adulto perché il suo organismo è in crescita, e il ferro di origine animale è più assimilabile di quello vegetale.

Intorno ai 5 o 6 mesi si possono dare al bambino dei liofilizzati, e poi degli omogeneizzati, a base di tacchino, coniglio, agnello pollo, cambiano ogni due o tre giorni il tipo di carne in modo di farglieli assaggiare tutti nel giro di un mese. A 7 mesi si può aumentare la dose di omogeneizzato, oppure frullare circa 40 grammi di carne fresca nella pappa; dopo l’anno si può tranquillamente offrire la carne come secondo piatto, tritata o frullata, abbinata alle verdure. Vanno bene sia le carni bianche che quelle rosse, perché contengono sostanze nutritive molto simili, ma è opportuno iniziare con quella bianca perché è più magra, più tenera e digeribile.

BimbiSicuramente: per la sicurezza dei bambini in auto

BimbiSicuramente

Dal 9 al 15 novembre prenderà il via la seconda edizione di BimbiSicuramente, la settimana per la sicurezza dei bambini in automobile. L’importante iniziativa è promossa da FIAT e UCIF, l’Associazione Italiana dei Concessionari Fiat. In un precedente articolo vi ho mostrato come l’acquisto del giusto seggiolino auto sia fondamentale per la sicurezza dei bambini; vi ricordo infatti che secondo alcune recenti sarebbero ben 2 su 3 gli italiani che non sanno come portare in auto i propri bambini. E proprio gli incidenti in automobile rappresentano una delle principali cause di morte o infortuni tra i più piccoli; dati che devono farci veramente riflettere e capire che quando si parla di sicurezza, specialmente dei bambini, c’è ancora poca informazione.

Recandosi presso una concessionaria Fiat potrete ricevere materiale informativo e vedere qual è il seggiolino più adatto per il trasporto di vostro figlio in auto. Ovviamente non mancheranno anche fantastici regali per i più piccini.

La sesta malattia: sintomi e cura

sestamalattiaCos’è la sesta malattia?

La sesta malattia è una patologia virale che colpisce i bambini piccoli, più comunemente quelli che fanno parte della fascia di età compresa tra i 6 mesi ed i 2 anni. E’ generalmente caratterizzata da diversi giorni di febbre alta, seguiti da una tipica eruzione cutanea che si manifesta in seguito alla sparizione della febbre. Due virus comuni e strettamente collegati possono causare la sesta malattia: herpesvirus umano (HHV) di tipo 6 e di tipo 7.

Quali sono i sintomi della sesta malattia?

Un bambino con la sesta malattia può manifestare raffreddore e tosse seguita da una febbre alta (spesso più di 39,5 ° C) che dura circa tre o quattro giorni. Durante questo periodo il bambino può apparire nervoso o irritabile, oltre ad avere un calo di appetito e gonfiore delle ghiandole del collo.

Allergie alimentari nel bambino, conoscerle, prevenirle

Taking care of the young

Durante il primo anno di vita il bambino è più esposto al rischio di sviluppare allergie. In questa fase le forme allergiche più diffuse sono quelle di tipo alimentare, ed è per questo motivo che alcuni cibi vanno aggiunti alla dieta del piccolo in un momento successivo, su indicazione del pediatra, tanto più se il bambino è predisposto (se esiste cioè una familiarità per questo tipo di disturbo, come vedremo meglio più avanti). Occorre quindi molta cautela, anche in considerazione del fatto che le allergie alimentari insorte nella primissima infanzia aprono tipicamente la strada ad altre allergie come quella per i pollini o il pelo di animale.

I primi sintomi di allergia nel bambino sono rappresentati da orticaria e arrossamenti, in un secondo momento da problemi intestinali come diarrea o stipsi e successivamente da disturbi respiratori quali rinite, tosse e asma. Sarà il pediatra, con i dovuti accertamenti clinici, a stabilire se il bambino è allergico o meno e decidere la terapia adatta, di solito rappresentata dall’eliminzione dalla dieta quotidiana dell’alimento “incriminato” e di tutto ciò che lo contiene.

Bambini e i morsi di animale, cosa fare.

bambino-con-caneAvere un animale in casa rappresenta una grande opportunità di crescita per un bambino, a volte però può accadere che il piccolo sia morso e che ci si trovi davanti ad una situazione in cui non si sa come comportarsi. Quando i bambini sono molto piccoli almeno fino ai 4 anni, questi incidenti avvengono di frequente, anche perché spesso sono i nostri piccoli ad infastidire gli animali, che innervositi reagiscono. A volte in casi estremi come purtroppo leggiamo sui giornali può avvenire che senza particolari motivi il cane aggredisca con ferocia ferendo gravemente il bambino.

Morso di animale: cosa fare?

Quando un bambino viene morso da un cane o altro animale è necessario prima di tutto valutare la gravità della ferita per decidere se sia sufficiente medicarlo a casa o sia necessario portarlo in Pronto Soccorso. Le lesioni possono essere di entità molto variabile: escoriazioni superficiali, abrasioni, lacerazioni, ferite gravi che possono mettere in pericolo la vita stessa del bambino. Le conseguenze dei morsi sono legate all’entità del morso stesso ed al tipo di batteri presenti nel cavo orale dell’animale. Spesso le ferite si infettano per la difficoltà ad essere ben ripulite. I bambini più piccoli, in considerazione della loro minor statura e delle loro minori capacità di difesa, sono quelli a maggior rischio di lesioni più gravi.
Se le ferite sono profonde od estese, dopo essere state ben pulite avranno sicuramente bisogno di punti di sutura.

Cosa fare se il bambino non mangia

bambini che non mangiano

Un bambino che si rifiuta di mangiare o che non finisce tutto il proprio pasto è sempre motivo di grande preoccupazione per mamma e papà. Non sempre però dietro allo scarso appetito di un bambino si nasconde un vero problema di salute, tanto più che spesso il pediatra, consultato dagli allarmati genitori, conferma che il piccolo cresce regolarmente in peso e in altezza.

Cosa fare allora se questo è il vostro caso?  Anzitutto non costringete vostro figlio a mangiare se non ne ha voglia, questo comportamento infatti contribuirebbe solo ad instaurare un cattivo rapporto con il cibo. Per lo stesso motivo non usate il cibo per ricattarlo (ad es. dicendogli “se non mangi non andremo a giocare al parco”) o, al contrario, per premiarlo, peggio che mai promettendogli che gli darete cibi dolci come ricompensa per aver mangiato. In quest’ultimo caso il bambino potrebbe giungere alla conclusione che siete disposti a tutto pur di vederlo mangiare e di conseguenza usare il cibo per ottenere quello che desidera.

Ipertrofia delle adenoidi, una patologia frequente

adenoidiL‘ipertrofia delle adenoidi è un problema molto frequente nei bambini ed inizia di solito verso i 3 anni. Le adenoidi sono costituite da tessuto linfatico e si trovano dietro al naso, nel cavo rinofaringeo. Quando le adenoidi aumentano di volume, possono insorgere diversi tipi di patologie conseguenti proprio all’ingombro del tessuto ipertrofico:

  • Il sintomo più caratteristico dell’ipertrofia adenoidea è la difficoltà respiratoria nasale, specie notturna, del bambino. Se la notte il bambino russa, ha un sonno molto disturbato, lamenta incubi notturni e spesso fa la pipì a letto potrebbe soffrire di questa patologia.