Infertilità: non ci sono più gli uomini di una volta

La scarsa qualità della vita, in termini di stress, di inquinamento, di abitudini alimentari scorrette, di alimenti industriali, di alcol e fumo, etc, continua a minacciare sempre più gravemente i nostri equilibri fisiologici, proprio queste sono infatti le cause sempre più attribuite a patologie e problemi che si diffondono nella popolazione in maniera via via più preoccupante.

Il problema della infertilità maschile è uno di questi: che non ci siano più gli uomini di una volta lo si può dire non solo in relazione ai mutamenti di genere della società, ma anche perché sembra che gli uomini non “funzionino” più tanto bene dal punto di vista sessuale e della riproduzione.

Durante il 60° congresso della Società degli urologi del Nord Italia (Suni), in corso fino a ieri a Bologna, è emerso che nel 55% dei casi di infertilità la causa è attribuibile all’uomo e che, secondo un’indagine condotta nei tempi lunghi, a partire addirittura dal 1940, il numero degli spermatozoi sia quasi dimezzato.

Telefono Azzurro in piazza contro la violenza sui bambini

Oggi, sabato 16 e domani, domenica 17 aprile, Telefono Azzurro scende in piazza con le ortensie contro la violenza fisica e psicologica sui bambini. Torna, infatti, anche quest’anno l’importante campagna Fiori d’Azzurro che impegnerà circa 10.000 volontari in oltre 2300 piazze italiane per la raccolta di fondi a favore delle Linee d’Ascolto, fiore all’occhiello di Telefono Azzurro. In queste due giornate sarà possibile offrire il proprio contributo in cambio di una bellissima ortensia.

Obiettivo principale della campagna Fiori d’Azzurro è quello di sostenere le attività di Telefono Azzurro nella lotta alla violenza sui bambini e di far conoscere a tutti i servizi offerti dall’associazione.  Partecipando all’iniziativa di Telefono Azzurro sarà possibile sostenere la linea 1.96.96 (800 chiamate al giorno) e dare a tutti i bambini e agli adolescenti l’opportunità di denunciare abusi e maltrattamenti e di ottenere conforto e aiuto dagli operatori qualificati di Telefono Azzurro.

Depressione post partum, gli omega 3 riducono il rischio

La depressione post partum colpisce molte donne (25%), alcune in modo lieve e altre in modo davvero molto invalidante, tanto da diventare una minaccia per sé e per il bambino. Come si può prevenire questa patologia? Secondo i ricercatori dell’University of Connecticut School of Nursing (Usa), l’olio di pesce può ridurre le probabilità di baby blues. Una bella notizia per molte future mammine, che sono spaventate da quest’eventualità.

Per giungere a questa tesi, ovviamente, c’è stato uno studio, che ha coinvolto 52 donne incinte, suddivise poi a caso in due gruppi. Alle gravide del primo gruppo è stata fatta assumere una capsula contenente olio di pesce con 3.000 mg di Dhea, a partire dalla 24ma settimana di gravidanza fino al giorno del parto. Alle donne del secondo gruppo – quello di controllo – è stata data una pillola di placebo.

Nexplanon, il contraccettivo che dura tre anni

La contraccezione sta per cambiare in modo radicale. Prendere la pillola non è una cosa complicata, eppure molte donne non la assumono con felicità: bisogna stare attenti a quali farmaci si prendono e soprattutto è fondamentale essere puntuali. Bene, questi problemi potrebbero risolversi grazie Nexplanon, il nuovo contraccettivo che dura tre anni ed è già in uso in Regno Unito e in Francia.

Addio dimenticanze. È davvero una bella soluzione che permette anche alle donne più distratte di sentirsi sicure e protette. Certo, non siete obbligate a continuare così per tutto il tempo: è reversibile e potete interrompere in ogni momento. Basta concordare la vostra necessità al ginecologo che vi ha in cura.

Epidurale: diritto e lusso per poche

Torniamo a parlare di epidurale, come diritto sancito dal 2008 nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ma che sempre più spesso viene negato in molte strutture ospedaliere tale da rendere questa procedura medica un privilegio e non una prestazione che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini.

Obbiettivamente si può discutere sui i pro e i contro dell’epidurale, si possono mettere in evidenza i rischi e i passi avanti, le possibili alternative, possiamo anche domandarci se sia una scelta competente al medico o alla partoriente, ma non bisognerebbe rendere questa pratica ad appannaggio solo di pochi.

Anomalia genetica, è nato il primo bambino con un cromosoma con un ‘braccio’ extra

A volte si diventa speciali senza neanche saperlo, a volte si vorrebbe solo essere “normali”. È successo a un bambino britannico di soli due anni. È l’unico bambino al mondo ad avere un cromosoma con un ‘braccio’ extra. Se per la genetica è qualcosa di eccezionale, certamente il piccolo Alfie Clamp e la sua famiglia non possono dire lo stesso: è nato cieco e con gravi disabilità. Sono proprio questi problemi ad aver spinto i medici a eseguire alcuni test e a scoprire che il suo settimo cromosoma ha un’intera porzione extra mai documentata prima.

Per la scienza è davvero qualcosa di nuovissimo, tanto che i medici non sanno neanche quale nome dare a questo cromosoma. Purtroppo i dottori non sanno nulla di questa particolarità genetica e soprattutto non sanno quali saranno le aspettative di vita del piccolino. Per adesso Alfie ha riacquistato la vista e sarà operato a breve per risolvere uno scompenso intestinale.

Bambini plusdotati, il corso per formare insegnanti qualificati

Torniamo a parlare dei bambini plusdotati: sono piccoli con grandi potenzialità che, però, proprio per questo, tendono a isolarsi e a vivere emarginati. Aiutarli nella crescita non è facile. Non pensiate che questi bambini siano un caso raro, perché, secondo stime internazionali, rappresentano il 10%. Finalmente si sta pensando di fare qualcosa di concreto, come “addestrare” insegnanti qualificati, capaci di riconoscere il disturbo e aiutarli. Come sempre, in prima linea troviamo l’Aistap (Associazione italiana per lo sviluppo del talento e dalla plusdotazione).

Aistap organizzerà a Milano un corso di formazione biennale per insegnanti, sul modello di quelli organizzati in Europa dall’Echa (European Council for High Ability). La formazione alternerà lezioni teoriche a esercitazioni pratiche e in cattedra interverranno docenti internazionali. È davvero un’iniziativa importante che segna un’apertura nei confronti dei piccoli geni.

Asili nido, la crisi italiana

Gli asili nido, si sa, in Italia non hanno mai avuto grande fortuna. Sempre troppo pochi, sin dallo loro nascita, per venire incontro alle esigenze delle mamme lavoratrici, che avevano visto un lieve miglioramento della situazione (i posti nido erano saliti dal 10 al 17% in tre anni) grazie a un finanziamento straordinario emanato nel 2007, sembra si stiano dirigendo verso un nuovo periodo nero.

I soldi stanno per finire e i comuni non se la passano tanto bene. Risultato? L’asilo diventa low cost nel senso più deteriore del termine; ha fatto tanto discutere in questo senso la decisione del sindaco di roma Alemanno di concedere appalti a prezzo stracciato ad alcune cooperative che hanno accettato di accudire i piccoli per una somma di 475 euro a bambino quando il minimo necessario per garantire gli standard di qualità è di 700 euro.

La riforma dei punti nascita

Avete scoperto di essere incinta ma non sapete ancora quale ospedale scegliere. Purtroppo non è un campo facile, bisogna valutare tante cose: dove opera il proprio medico, se la struttura ha una serie di servizi interessanti (dal parto in acqua a un buon centro di neonatologia infantile), se siete comode e vi fidate. Tutte motivazioni valide che vanno ad aggiungersi un lavoro intenso che il ministero della Salute e le Regioni hanno definito: tre anni per rivoluzionare i punti nascita.

L’obiettivo è quello di ridisegnare il sistema dell’assistenza alla madre e al bambino su due assi fondamentali: ospedali e territorio. I primi andranno saranno ottimizzati: i centri con meno 500 parti l’anno dovranno scomparire, mentre quelli tra i 500 e i 1100 dovranno essere accorpati. Ma non è tutto. Le strutture di primo livello dovranno poter gestire i parti normali, mentre ci saranno quelle di secondo livello per i parti difficili.

Il coniglietto pasquale

Manca poco alla Pasqua e oggi vorrei parlarvi un po’ del coniglio pasquale, tornato molto di moda per l’uscita di un film d’animazione per bambini. Il coniglietto, però, non è solo un personaggio cinematografico, ma un simbolo pagano molto diffuso in America e nei paesi del nord Europa. Per capirci è il Babbo Natale di questa festività.  Da dove nasce questo personaggio e perché piace tanto ai bambini?

Fa parte ormai della nostra cultura, ma non ci siamo mai interrogati su come ci sia finito. Nelle vetrine delle pasticcerie vediamo uova meravigliose e coniglietti di cioccolato. Ma c’è un legame tra le uova e i conigli? Ovviamente no.  Il coniglietto pasquale o “easter bunny“, come si dice in inglese, trae origine dai riti pagani pre-cristiani sulla fertilità. La lepre e il coniglio sono animali estremante fertili e per questo motivo sono diventati, nell’antichità, simbolo di rinnovamento della vita e della primavera.

La famiglia perfetta? Quella con due figlie femmine

Prima di sognare la famiglia tipo (quella con due bambini: un maschio e una femmina), facciamo largo nella nostra mente a un nuovo modello: quello con due bambine. Proprio così. Secondo uno studio inglese, pubblicato sul sito per genitori “bounty.com”, la combinazione ideale prevede due figlie femmine.  Forse guardando le vostre bambine litigare e tirarsi i capelli, non avevate avuto questo sospetto, ma gli esperti ne sono sicuri.

Chiudiamo nel cassetto quindi il luogo comune “tanti auguri e figli maschi”, liberandoci di quello che sembra ormai un augurio maschilista. La ricerca ha analizzato più di 2 mila famiglie, con dodici diverse combinazioni di figli tra maschi e femmine. Esclusi solo i figli unici, mentre sono state prese in esame le situazioni fino a quattro figli. Ecco, quest’ultima è quella più sconsigliata: in casa con troppi bambini si litiga assai.

Dalla Cina latte da mucche OGM per neonati

Gli alimenti geneticamente modificati sono, ormai da molti anni, al centro di numerose polemiche. L’ultima in ordine di tempo riguarda il latte di alcune mucche transgeniche. La bevanda, prodotta in laboratorio, sarebbe identica al latte umano per tipo e quantità degli elementi nutrizionali contenuti. Il latte transgenico proviene da un gruppo di mucche geneticamente  modificate.

Nello specifico, alcuni scienziati degli State Key Laboratories for AgroBiotechnology della China Agricultural University hanno agito sul Dna di un gruppo di 300 vacche, chiamate Franken-mucche, introducendovi dei geni umani per ottenere latte vaccino uguale al latte umano. Il latte transgenico così prodotto conterrebbe le stesse proteine del latte materno ed in particolare il lisozima, che protegge i bambini dalle infezioni e la lattoferrina, che aiuta a rafforzare il sistema immunitario.

Parlare con le nostre figlie

Di cosa parlavate voi da ragazzine con la vostra mamma? Se la risposta è: “Di shopping e look”, sappiate che questa tendenza non è affatto cambiata! Secondo una ricerca italiana condotta su un campione di oltre millecinquecento donne infatti, sembra che le mamme italiane parlino con le proprie figlie adolescenti più di shopping, palestre, parrucchieri ed estetisti che di altro.

A rilevare il dato è il Centro di Ginecologia e Sessuologia del San Raffaele Resnati di Milano, diretto dalla nota sessuologa Alessandra Graziottin. Insieme alla cura di sè certo, precisa la Graziottin, mamme figlie intraprendono anche conversazioni relative ad amore, sesso e salute della donna ma con poca attenzione a questioni di vitale importanza come la contraccezione.

Breast Milk Baby, la bambola che insegna alle bambine ad allattare

Non ne sentivamo davvero la necessità di questo bambolotto, ma gli spagnoli hanno deciso davvero di stupirci, in negativo.  Si chiama ‘Breast Milk Baby’ è disponibile in sei versioni differenti, maschietto e femminuccia di diverse etnie. Hanno, però, una caratteristica comune: è stato progettato per essere allattato come un vero bebè dalle bambine.

Per adesso lo si trova negli Stati Uniti, ma arriverà presto anche in Italia. Lo hanno preceduto le polemiche: le associazioni genitori sono preoccupate perché si crede che questo bambolotto possa indurre a una sessualizzazione precoce le ragazzine. L’azienda di produzione, Berjuan Toys, al contrario sostiene che l’allattamento sia un fattore naturale e un simile giocattolo potrebbe essere educativo.