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La qualità nella scuola italiana, il rapporto di Tuttoscuola

La scuola fa sempre tanto discutere le famiglie. I servizi e la qualità continuano ad abbassarsi o è solo una sensazione? Una risposta prova a darla il 2° Rapporto sulla qualità nella scuola, realizzato da Tuttoscuola, il mensile per insegnanti, che fotografa la realtà italiana in generale. La regione con il sistema scolastico più efficiente è il Piemonte, dove vincono la palma d’oro Biella e Torino. In fondo, alla classifica, invece, ci sono le province di Napoli, Catania e Isernia.

Purtroppo ci sono numerosi squilibri e sono ancora tante le falle all’interno della scuola italiana, ma il rapporto è speranzoso: si evince che sussistono le premesse per potenziare e migliorare il sistema d’istruzione del Mezzogiorno, attualmente il più carente.

Famiglie con figli sempre più povere secondo l’Ocse

Le famiglie con figli sono sempre più povere. È questa la dura realtà emersa dagli ultimi dati Ocse. Una situazione gravissima che vede l’Italia in gravi difficolta: il tasso di povertà infantile è salito al 12,7% ed equivale a 30 milioni di piccoli in stato di miseria. Il nostro Paese ha un tasso che molto più alto di quello medio, pari al 15% e le famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese sono soprattutto quelle con un genitore solo o quelle in cui lavora un solo adulto.

Questo è uno dei motivi per cui la composizione delle famiglie nei paesi dell’Ocse è cambiata drasticamente: si è passati da 2,2 figli a 1,7 in 30 anni. I nuclei sono di conseguenza sempre più piccoli, sono diminuiti i matrimoni e continuano a salire i divorzi. In tutto questo, il tasso di fecondità si è assestato in Italia a 1,4 figli per donna.

Bambini più intelligenti se stimolati con le attività giuste

L’intelligenza non è un semplice dono, ma qualcosa che va stimolato. Lo sostengono un gruppo di studiosi statunitensi dell’University of Pennsylvania di Philadelphia che durante uno studio hanno scoperto che avere un quoziente intellettivo (QI) significa anche essere motivati. Ma non è tutto. Ricevere i giusti stimoli aumenta i livelli di motivazione e di conseguenza il QI. Insomma sono tutti fattori collegati ed è per questo che è molto importante che i genitori stiano attenti a incentivare correttamente i loro bambini.

Secondo quindi i ricercatori, un alto QI indica buoni livelli d’intelligenza e motivazione, così come un basso punteggio significa scarsa presenza di entrambi i fattori. In effetti, le capacità cognitive possono essere potenziate con l’allenamento e al tempo stesso non aver voglia o non essere curiosi indica poca vivacità intellettuale.

La guida antipanico per neogenitori in situazioni complicate

Quante volte vi siete trovati in situazioni estreme: il bambino ha messo in bocca un oggetto piccolo e avete paura che lo abbia ingoiato oppure ha la febbre alta e non sapete se chiamare il medico o portarlo al pronto soccorso. Sono situazioni abbastanza comuni nella vita di un genitore e spesso sono anche momenti di panico in cui non si quale sia la decisione più giusta da prendere. Arriva in aiuto a tutte le neomamme e a tutti neo-papà un manuale che passa in rassegna le angosce più comini, ma aiuta anche i genitori a trovare la soluzione di fronte ai pericoli peggiori.

Il titolo è Aiuto, mio figlio ha ingoiato un bottone ed è molto esplicativo. L’autrice è una pediatra d’urgenza, Lara Zibners che ha deciso di mettere a frutto i suoi anni di esperienza sul campo per dare una mano ai genitori. Con una nuova consapevolezza: il 50% delle volte mamma e papà si rivolgono al medico inutilmente.

Genitori separati, come accordarsi sull’educazione del bambino

Educare un bambino è davvero un complito complicato, forse l’ostacolo più grande nella vita di una persona. Può essere ancora più difficile quando i genitori sono separati.  Purtroppo si giunge al divorzio perché non si va più d’accordo su nulla e il primo a farne le spese è proprio il piccolo di casa, che si trova tra due fuochi. Una coppia intelligente deve cercare di mettere da parte i rancori e scegliere per il bene del proprio figlio, ma non sempre ci si riesce. Risultato? I bambini crescono a pane e ripicche.

Lo so bene che è molto complicato e che spesso pensando di fare bene, si sbaglia lo stesso. Cercate comunque di darvi delle regole: prima cosa che tipo di affido avete? Condiviso? In questo periodo la modalità “condiviso” è molto seguita, anche se ha diversi contro (per esempio il piccolo spesso è sballottato da una casa all’altra). Dove decidere delle misure comuni.

Fecondazione: in Inghilterra primo ok a bambini con tre genitori

La fecondazione assistita torna a far discutere, perché in Gran Bretagna è stato dato l’ok che permetterà di mettere al mondo bambini con ben tre genitori biologici: due mamme e un papà.  Perché gli inglesi hanno scelto questa tecnica? Non certo per fare esperimenti strani, ma anzi per tutelare la salute dei piccoli. L’obiettivo è quello di evitare che il bebè sviluppi malattie mitocondriali, tra cui insufficienza epatica, problemi cardiaci fetali, disturbi cerebrali, cecità.

Tutto ciò si può ottenere rimuovendo dal Dna della madre le disfunzioni legate ai mitocondri, vere e proprie ‘batterie’ delle nostre cellule. Questo è il principale motivo per cui la Human Fertilisation and Embriology Authority (Hfea) ha dato il suo via libera per legalizzare questa pratica, attualmente ancora vietata in Inghilterra.

Le pause nei discorsi dei genitori aiutano i bambini a capire meglio le informazioni

Esitare nel formulare una frase è un bene. Spesso quando parliamo ai nostri bambini capita di fare lunghe pause per cercare la parola giusta o un modo semplice per farci capire, non preoccupatevi questo modo di argomentare è più che positivo e non crea confusione nel piccolino. Lo sostiene il Baby Lab dell’Università di Rochester, una sezione dell’ateneo specializzata nelle prime fasi dello sviluppo umano, all’interno del dipartimento di scienze cognitive.

Le pause aiutano a imparare a parlare e poi danno il tempo al bambino di elaborare il concetto. Per giungere a questa tesi, c’è stato uno studio su bambini dai 18 ai 30 mesi. Durante l’esperimento sono state valutate le esitazioni, gli stop, spesso del tutto involontari e abbastanza casuali, di mamma e papà quando parlano ai bebè.

La famiglia perfetta? Quella con due figlie femmine

Prima di sognare la famiglia tipo (quella con due bambini: un maschio e una femmina), facciamo largo nella nostra mente a un nuovo modello: quello con due bambine. Proprio così. Secondo uno studio inglese, pubblicato sul sito per genitori “bounty.com”, la combinazione ideale prevede due figlie femmine.  Forse guardando le vostre bambine litigare e tirarsi i capelli, non avevate avuto questo sospetto, ma gli esperti ne sono sicuri.

Chiudiamo nel cassetto quindi il luogo comune “tanti auguri e figli maschi”, liberandoci di quello che sembra ormai un augurio maschilista. La ricerca ha analizzato più di 2 mila famiglie, con dodici diverse combinazioni di figli tra maschi e femmine. Esclusi solo i figli unici, mentre sono state prese in esame le situazioni fino a quattro figli. Ecco, quest’ultima è quella più sconsigliata: in casa con troppi bambini si litiga assai.

Terremoto L’Aquila, un bambino su 15 è ancora traumatizzato

Il terremoto fa paura ai grandi, figuriamoci ai piccoli. Sono passati due anni dal grande sisma che ha distrutto L’Aquila e i paesi limitrofi. Da quell’evento la regione italiana non si è ancora ripresa: purtroppo ci sono ancora molte macerie da ricostruire. Ma non è solo una questione strutturale, anche il cuore e la mente delle persone portano ferite profonde. Un bambino su quindici rivive ancora lo stesso attimo drammatico, prova paura intensa, senso d’impotenza e orrore: sintomi di una sindrome postraumatica da stress non superata.

È questo il risultato della prima indagine promossa dall’Ordine dei ministri degli infermi Camilliani con il coordinamento scientifico dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, il sostegno della Caritas italiana e la collaborazione dei pediatri abruzzesi. Il campione si basa su circa 2 mila bambini abruzzesi.

La lontananza non rovina il rapporto con i figli se si usa Skype

Quanto conta stare accanto ai propri figli? Qualcuno sostiene che non sia importante la quantità, ma la qualità del tempo che si passa con loro. È vero, ma soprattutto nelle fasi di crescita più delicate è fondamentale seguire i nostri cuccioli con attenzione giorno dopo giorno. Ecco perché mi ha colpito molto una notizia riportata dal Corriere di oggi. Sono sempre in aumento le separazioni e le cause per affidamento un po’ in tutto il mondo occidentale. In linea di massima la tendenza attuale è quella dell’affidamento condiviso.

A Londra, però, uno stimato giudice della Corte d’appello, ha rigettato il ricorso presentato da un padre contro la decisione dell’ex compagna di portare i figli a vivere in Australia, spiegando all’uomo che può rimanere in contatto con i ragazzi tramite Skype. È sufficiente uno strumento come questo per colmare la separazione?

Emotional Freedom Techniques per bambini

I bambini sono un po’ il nostro specchio: se il genitore non è sereno, non è soddisfatto o totalmente appagato dalla sua vita, i piccoli lo avvertono e interiorizzano questi disagi come fossero loro. Per aiutarli a superare questa situazione la soluzione non è mettergli davanti la dura realtà della vita: non basta mostrargli con realismo la quotidianità. In questo modo si rischia di renderli ancora più insicuri e fragili.

Esiste un metodo per cancellare i turbamenti interiori. Si chiama Emotional Freedom Techniques per bambini ed è illustrato nel testo “EFT per bambini” – Bambini nuovi edizioni”, scritto da Bruno Zanaboni. È una tecnica che agisce sul flusso energetico che scorre nei 14 meridiani presenti dentro il nostro corpo.  L’EFT libera i blocchi che causano le emozioni negative.

Mamma mette all’asta i giochi dei suoi bambini con foto choc

La vedete la foto qui accanto. Purtroppo non è bellissima, ma è l’originale. Una mamma, per punire i suoi bambini, ha pubblicato online, sul sito eBay, quest’immagine che ritrae i suoi piccoli piangenti con in mano delle trottole. Perché ha scelto eBay? Ovviamente per vendere questi giocattoli, con cui i bambini le hanno graffiato la vasca da bagno, totalizzando un danno pari a 500 euro.

La donna ha deciso così di non mettere in castigo i figli con tecniche tradizionali: andare a letto senza tv, non giocare con il videogame per una settimana, non vedere gli amici, ecc. No, ha preferito la pubblica umiliazione. Cosa ne pensate? Mi permetto di dire che credo che sia una tecnica educativa, sempre che sia possibile definirla tale, davvero sconvolgente. Non a caso è stata ripresa da tutta la stampa internazionale.

Se il papà gioca con il bambino, c’è più armonia in famiglia

I genitori devono avere ruoli ben definiti, in questo modo possono dividersi le responsabilità equamente e diventare per il bimbo una figura di riferimento chiara. In genere, quando mamma e papà sono confusi tra di loro anche l’educazione del piccolino ne risente. Tra l’altro, non c’è scritto da nessuna parte che cura del figlio debba essere uguale per entrambi, i partner possono avere compiti diversi e trovare al tempo stesso la giusta armonia di coppia.

Questo è quanto sostiene uno studio di alcuni ricercatori della Ohio State University, che ha anche definito quali sono i ruoli in casa più appropriati. Il papà svolge al meglio il suo incarico di padre se non si occupa della vigilanza, ma si limita a giocare e a intrattenere il piccolo.

Scuola Materna, tagliati i fondi per lo studio dell’Inglese

Imparare l’inglese da piccolissimi per relazionarsi con più facilità alla lingua straniera. Le scuole di tutta Europa stanno discutendo sui programmi didattici, per migliorare l’istruzione delle nuove generazioni. La materia che sta più a cuore è l’inglese, mezzo indispensabile per introdursi nel mondo del lavoro e per comunicare. Esiste un’età giusta per avvicinarsi alla lingua? Se sì, c’è una tecnica più appropriata?

In Francia il ministro dell’Educazione ha annunciato un maxi-investimento nell’insegnamento dell’inglese fin dalla materna, perché gli esperti sostengono che il bambino tra 3 e i 5 anni sia già pronto per studiare una seconda lingua. Infatti, sono necessari schemi mentali che i piccoli si sono già costruiti nel corso della loro breve vita. Purtroppo in Italia non stiamo seguendo l’esempio dei cugini francesi e il motivo è la mancanza, come sempre, di fondi per la scuola pubblica.