In questi giorni drammatici in cui abbiamo assistito alla catastrofe umanitaria avvenuta ad Haiti in cui migliaia di bambini hanno perso la vita e altrettanti sono rimasti feriti fisicamente e traumatizzati da ciò che hanno dovuto sopportare, mi sembra interessante riportarvi un progetto di ricerca che sta iniziando con il coordinamento scientifico dell’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù di Roma.
Meno di un anno fa la terra tremò in Abruzzo dove il sisma provocò 308 morti, oltre 1600 feriti, 30 mila sfollati. E’ proprio su 7 mila bambini abruzzesi che si svolgerà uno studio denominato Progetto Rainbow, la ricerca è nata per portare alla luce le cicatrici psichiche dei piccoli terremotati, con l’obiettivo di riconoscere tempestivamente, affrontare e risolvere tutta quell’ampia gamma di disturbi che vanno sotto il nome di Sindrome Postraumatica da Stress.
Uno studio pensato dall‘Ordine dei Ministri degli Infermi – Camilliani attraverso la propria Camillian Task Force con l’aiuto dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il sostegno della Caritas Italiana, studio che oltre ad individuare i problemi dei bambini si propone di risolverli attraverso apposite terapie di supporto
Spesso i piccoli ma anche gli adolescenti che hanno vissuto un evento così traumatico tendono ha rivivere in maniera ossessiva ciò che è accaduto con notevoli difficoltà ad addormentarsi, a riposare serenamente e con esagerate risposte di alarme a stimoli anche banali.
L’elemento interessante è il diretto coinvolgimento di insegnanti e pediatri nel progetto al fine di insegnare loro a riconoscere i segni e i sintomi che caratterizzano le patologie della psiche indotte dai traumi e, nello specifico, la Sindrome Postraumatica da Stress.
Vediamo come si svolgerà nel dettaglio la ricerca dal sito dell’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù:
Lo studio si compone di due segmenti: il primo coinvolgerà direttamente i pediatri del territorio e un nutrito campione di bambini (dai 3 ai 14 anni) da loro assistiti ai quali verranno presentati dei questionari di screening. In base al risultato dei test l’eventuale diagnosi sarà confermata da una visita specialistica neuropsichiatrica (si stima un 20-30% di bambini nell’epicentro del terremoto e 10% nel resto dell’Abruzzo). La seconda parte si concentrerà sui percorsi di formazione di un numero elevato di insegnanti ed operatori volontari con l’obiettivo di sviluppare abilità di supporto attraverso interventi di educazione alla pro-socialità; sullo studio della ricaduta della formazione degli insegnanti su circa 1.500 bambini della scuola materna ed elementare e sull’analisi complessiva finale di tutti i dati raccolti.
Questa ricerca, unica a livello mondiale, sarà utile in tutti i paesi ad alto rischio sismico e contribuirà ad alleviare le ferite psichiche delle piccole vittime.
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