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settimana mondiale allattamento al seno

Unicef e OMS insieme per la Settimana mondiale dell’Allattamento al seno

settimana mondiale allattamento al seno

In questa settimana, e precisamente dall’1 al 7 agosto, l’Unicef, in collaborazione con l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, celebra la Settimana Mondiale dell’Allattamento al seno. Scopo di questa campagna informativa, che coinvolge ben 120 paesi, è diffondere, soprattutto nei Paesi in via di Sviluppo, una maggiore informazione e consapevolezza rispetto ai benefici  dell’allattamento al seno.

Gravidanza e allattamento al seno, più a lungo durano più intelligente è il bambino

Allattare a lungo il neonato lo rende più intelligente…così come tenerselo più a lungo nel pancione! Secondo uno studio condotto presso la statunitense Durham University (North Carolina) infatti la crescita del cervello del feto prima, del bambino poi, dipende dalla durata della gravidanza (entro il termine dei nove mesi ovviamente) e dell’allattamento al seno.

Lo studio, che ha preso in esame 128 specie di mammiferi, esseri umani inclusi, oltre a validare il suggerimento dell’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) per cui l’allattamento materno dovrebbe protrarsi fino ai due anni di età, conferma la tesi secondo la quale la maggiore durata dell’allattamento al seno negli esseri umani è dovuta alla necessità di supportare la crescita di un cervello più voluminoso rispetto agli altri mammiferi.

Iperprolattinemia, i sintomi e le cause

Come abbiamo già avuto occasione di vedere, la prolattina è un ormone secreto dall’ipofisi che regola la maturazione della ghiandola mammaria durante la gravidanza e l’allattamento stimolando la produzione di latte da parte degli acini ghiandolari della mammella. La concentrazione di prolattina nel sangue non si mantiene stabile nel tempo: aumenta infatti durante il sonno e poco prima, o subito dopo, l’ovulazione e, naturalmente, elevati livelli di prolattina si riscontrano anche durante la gravidanza e l’allattamento al seno. A volte però a fare aumentare la prolattinemia non sono eventi fisiologici come quelli appena descritti e quando i livelli di prolattina si mantengono stabilmente elevati nel tempo si parla di iperprolattinemia patologica.

Iperprolattinemia, sintomi e cause

Nelle donne questa condizione può dare luogo a sintomi quali alterazioni del ciclo mestruale, (nei casi più gravi si può avere amenorrea), calo del desiderio sessuale, galattorrea (secrezione di piccole quantità di latte o liquido sieroso dai capezzoli), mal di testa. L’iperprolattinemia patologica è piuttosto frequente: nel 30 per cento dei casi si tratta di aumenti del livello di prolattina piuttosto modesti le cui cause restano sconosciute (si parla in questo caso di iperprolattinemia idiopatica), più di frequente invece questa è causata dalla presenza di un adenoma ipofisario prolattino secernente, o prolattinoma.

Breast Milk Baby, la bambola che insegna alle bambine ad allattare

Non ne sentivamo davvero la necessità di questo bambolotto, ma gli spagnoli hanno deciso davvero di stupirci, in negativo.  Si chiama ‘Breast Milk Baby’ è disponibile in sei versioni differenti, maschietto e femminuccia di diverse etnie. Hanno, però, una caratteristica comune: è stato progettato per essere allattato come un vero bebè dalle bambine.

Per adesso lo si trova negli Stati Uniti, ma arriverà presto anche in Italia. Lo hanno preceduto le polemiche: le associazioni genitori sono preoccupate perché si crede che questo bambolotto possa indurre a una sessualizzazione precoce le ragazzine. L’azienda di produzione, Berjuan Toys, al contrario sostiene che l’allattamento sia un fattore naturale e un simile giocattolo potrebbe essere educativo.

Lattoferrina ai prematuri per proteggerli dalle infezioni

Si è tenuto a Torino, dal 10 al 12 marzo scorsi, il secondo Convegno Internazionale sulla cura dei neonati prematuri organizzato dalla Fondazione Crescere insieme al Sant’Anna onlus, che ha visto riuniti neonatologi provenienti da tutto il mondo alla scopo di consolidare la ricerca in neonatologia attraverso la condivisione di studi e conoscenze.

Nel corso del convegno il dottor Paolo Manzoni, presidente esecutivo del comitato organizzatore, ha presentato un interessante lavoro sull’efficacia della ferritina nella prevenzione delle infezioni in neonati prematuri. La ferritina è una proteina contenuta nel latte materno che protegge il neonato dalle infezioni la quale può essere sostituita, nel caso la mamma non possa allattare, dalla ferritina del latte bovino.

Mamma Clock: un aiuto per le mamme che allattano al seno

Allattare il proprio bambino al seno è per una donna il gesto più naturale e straordinario del mondo. Eppure, soprattutto i primi tempi, può sembrare molto difficile, particolarmente dal punto di vista logistico. La neo-mamma, infatti, è molto presa dal bambino, dai nuovi ritmi e dalle poppate che sembrano interminabili. Può succedere, quindi, che la donna faccia fatica a ricordare gli orari delle poppate, il seno che è stato offerto l’ultima volta, etcc e questo potrebbe causare fastidi come ingorghi mammari, stress e ansie.

Ricordare da quale seno è stato allattato il bimbo l’ultima volta, invece, è molto importante poiché la mamma dovrebbe alternare il seno, offrendo al neonato una volta il destro e l’altra il sinistro. I pediatri, inoltre, consigliano alle mamme di  di far svuotare completamente un seno prima di offrire  al bambino l’altro e quindi di ricordarsi di iniziare la poppata successiva con l’ultimo seno dato in quella precedente. Un aiuto in tal senso arriva da un simpatico e grazioso aggeggio che, care mammine, ho scovato sul web: il Mamma-Clock.

Grassi trans, vietati alle mamme che allattano

Che i grassi trans, noti anche con il nome di grassi vegetali idrogenati, fossero altamente nocivi per la salute di cuore e arterie lo sapevamo già. Quello che ancora non sapevamo è che se vengono assunti in grandi quantità dalla neo mamma nuociono anche alla salute del suo piccolo, se allattato al seno, aumentandone pericolosamente la quantità di grasso accumulato e, come se questo non bastasse, la fanno ingrassare di più che in altri momenti della vita.

La scoperta è di un team di ricercatori statunitensi che ha monitorato 96 donne, suddivise in tre sottogruppi: uno allattava al seno, l’altro con il biberon, l’ultimo invece nutriva il proprio piccolo con l’allattamento misto. Gli studiosi hanno quindi misurato il livello di grasso corporeo di madri e bambini evidenziando come la mamme che consumavano grassi trans vedevano aumentare di sei volte l’accumulo di grasso corporeo mentre nei bambini allattati al seno, la probabilità di ritrovarsi con dei grassi in eccesso risultava raddoppiata.

Allattamento in gravidanza

Una donna può scoprire di aspettare un bambino quando sta ancora allattando il precedente. In questi casi, il consiglio che si riceve dalla maggioranza dei medici è quello di smettere l’allattamento. Tuttavia, se la gravidanza è fisiologica (sana) non ci sono dimostrazioni scientifiche su danni al feto durante l’allattamento. Al contrario, in presenza di disturbi come dolori al ventre, minacce d’aborto, perdita di peso e precedenti parti prematuri, può essere opportuno interrompere l’allattamento.

Molte donne si chiedono se le contrazioni uterine che si verificano durante l’allattamento possono rappresentare un pericolo per il feto o incrementare il rischio di un parto prematuro. In realtà le contrazioni da allattamento non sono più “pericolose” di quelle derivanti dai rapporti sessuali per cui, se la gravidanza è regolare, non c’è motivo di interrompere l’allattamento.

Milkshirt: una pratica maglietta per allattare

Tutte le mamme lo sanno: allattare al seno il proprio bambino fuori casa è quasi sempre un’impresa difficile. A parte gli sforzi di pochi, in Italia non esiste ancora una vera e propria cultura dell’allattamento e sono ancora pochi i locali cosiddetti family friendly. Allattare in pubblico, quindi, può diventare per le donne un momento imbarazzante. Anche l’abbigliamento, il più delle volte, soprattutto durante i mesi freddi, sembra ostacolare l’allattamento nei luoghi pubblici.

Per far fronte a questo inconveniente e rendere il momento dell’allattamento discreto e piacevole anche fuori casa, è nata Milkshirt. Si tratta di una speciale maglietta, comoda e pratica che consente alla donna di scoprire un seno alla volta senza doversi denudare. Grazie all’innovativo sistema Up&Down, Milkshirt permette di sollevare un lembo di stoffa e di allattare il bimbo al seno senza scoprire anche pancia e petto. In questo modo, l’allattamento diventa facile, discreto e piacevole in qualsiasi posto sia a casa che fuori.

Allattamento, una ricerca da il suo ok ai farmaci che stimolano la prolattina

Buongiorno mamme, l’allattamento è un argomento davvero “scottante” poiché solleva tante domande e perché spesso divide le mamme in opposte fazioni, personalmente credo che ogni mamma sia in grado e abbia il diritto di scegliere come, quando e perché allattare il proprio figlio senza doversi giustificare con nessuno, sia che essa allatti 12 volte al dì oppure non lo faccia affatto e scelta il biberon.

Oggi ho trovato una notizia che potrà aiutare molte mamme che desiderano allattare al seno i propri figli ma che magari hanno subito uno stop dovuto a moltiplici cause come ad esempio un parto pretermine, una malattia della madre e del bambino, la necessità per un periodo di allattare tramite il tiralatte e così via.

Le donne con i capezzoli rientranti possono allattare?

capezzoli introflessi allattare

Il capezzolo rientrato (capezzolo introflesso) è una caratteristica che accomuna il 7-9% delle donne; può interessare uno solo o entrambi i seni ed è causato dalla brevità dei dotti galattofori (i canali che portano il latte al capezzolo), cui si associa la presenza di tessuti fibrosi. Si tratta di un fenomeno del tutto innocuo che non pone alcun problema di salute ma che può rappresentare una difficoltà per le neo-mamme che decidono di allattare.

Tuttavia per le donne che hanno i capezzoli in dentro nutrire il proprio bimbo al seno non è impossibile e vi spieghiamo perchè: anzitutto nella gran parte dei casi il capezzolo riesce a sporgere all’esterno spontaneamente, soprattutto nei giorni immediatamente successivi al parto, in secondo luogo esistono alcuni dispositivi esterni che, applicati sul capezzolo, ne agevolano la fuoriuscita.

Combattere l’ingorgo mammario con foglie di cavolo

Allattare il proprio bambino al seno è per ogni donna un’esperienza fantastica. Può accadere, però, che a causa di disturbi come irritazioni, fissurazioni o ragadi al seno, l’allattamento diventi un momento di sofferenza per la mamma ma anche per il bambino che incontra difficoltà nella suzione. Uno dei problemi più comuni a cui possono andare incontro le madri che allattano al seno è l’ingorgo mammario. Si tratta di un fastidioso disturbo dovuto ad un’elevata produzione di latte rispetto alla sua suzione dal seno da parte del bambino. L’ingorgo mammario deriva da un inadeguato svuotamento delle mammelle che appaiono tese, gonfie, calde, tumefatte e doloranti. Il disturbo si presenta solitamente all’inizio dell’allattamento quando il seno produce una quantità di colostro maggiore rispetto alle reali necessità del neonato. In linea di massima, gli ingorghi mammari che compaiono 2 o 3 giorni dopo il parto, tendono a risolversi spontaneamente in poco tempo se la mamma riesce comunque ad attaccare il bimbo al seno. Se l’ingorgo mammario è più ostinato è possibile alleviarlo attraverso l’applicazione sul seno di foglie di cavolo.

Come educare il neonato al seno: l’alimentazione a dito

allattamento

Durante i primi giorni di allattamento può succedere che il bambino incontri qualche difficoltà nella suzione. E’ possibile, infatti, che il neonato rifiuti il seno, non si attacchi correttamente o che sia troppo piccolo e debole per riuscire a succhiare. Diventa indispensabile, quindi, educare il piccolo al seno e per farlo può essere utile ricorrere alla cosiddetta alimentazione a dito. Si tratta di una tecnica ausiliare di nutrizione con la quale il latte viene somministrato attraverso un tubicino stretto attorno al dito di un genitore, collegato ad un contenitore con il latte materno. L’alimentazione a dito è efficace ed è preferita all’utilizzo del biberon. Questo perchè, a dispetto di quanto si possa pensare, succhiare dal biberon è completamente diverso dal succhiare al seno.

I baby pit-stop per allattare al seno anche fuori casa

baby pit stop

Grazie ad un accordo siglato tra Unicef e le Asl di Milano, nella capitale lombarda sarà possibile allattare al seno in farmacie, centri commerciali e negozi; nascono così i baby pit-stop, delle aree all’interno di alcuni negozi, dentro alle quali le neomamme potranno allattare al seno il proprio bambino con tranquillità.  Questo progetto si colloca nell’ambito della promozione della tutela dei diritti e della salute materno-infantile, oltre che in quello di sostegno alla genitorialità.

Oltre che da Unicef Italia e dall’Asl di Milano, il progetto baby pit-stop è sostenuto dal direttore dell’Unità Operativa Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale della Clinica Mangiagalli, il professor Fabio Mosca, che ha sottolineato come:

gli ospedali sono il luogo privilegiato ad ospitare questi spazi di allattamento.