La guida della gravidanza: 30esima settimana

30-settimane-gravidanzaLA TRENTESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

Ormai mancano dieci settimane tonde e tonde e tu cominci davvero a sentire il peso del tuo pancione, ricordati di indossare la pancera ti darà un grande sollievo. La notte con tutta probabilità inizierai a sentire qualche piccola contrazione, non ti allarmare sono contrazioni preparatorie assolutamente innocue che aiutano il tuo utero al lavoro che dovrà compiere in prossimità del parto.

Sai che dopo la nascita del bambino dovrai abituarti a riposare nei momenti in cui lui dormirà? Se vuoi conservare le forze e riuscire ad allattare serenamente è bene che tu dorma quando lui dorme, anche perché appena nato le pause tra una poppata e l’altra saranno talmente ravvicinate che ti sembrerà che appena finito dovrai riiniziare.

Il latte artificiale Humana

latte-humanaIl mondo dei latti artificiali è una vera giungla in cui scegliere diventa davvero complesso, polemiche sul costo ce ne sono da anni e molte mamme ormai si sono organizzate per ordinare on line questo prezioso alimento. In ogni caso potrà succedere che tu non riesca ad allattare e allora ti rivolgerai al tuo pediatra che ti indicherà quale marca di latte scegliere per tuo figlio. Oggi ti voglio parlare della linea Humana che produce diversi tipi di latti artificiali ed è il latte con il quale ho nutrito i miei bambini sin da piccolissimi.

Humana è sul mercato da oltre cinquanta anni ed è una delle aziende leader nella produzione di latte artificiale per bambini, frutto di ricerche scientifiche applicate e di nuove idee sviluppate in collaborazione con pediatri, neonatologi e nutrizionisti. Il latte è prodotto in Germania a partire da latte vaccino di altissima qualità ed ha una formula specifica solo per il mercato italiano.

Misurare la febbre al bambino, qual è il termometro più adatto?

come misurare febbre bambino

La temperatura corporea di ciascuno di noi, inclusi i bambini, è in media di 36.4 °C; esistono poi delle variazioni individuali di questo valore per cui alcune persone hanno di norma una temperatura pari a 35.9 °C, altre pari a 37 o giù di lì. Inoltre la temperatura varia nel corso della giornata (è più bassa al mattino) e può innalzarsi anche di un grado dopo i pasti, dopo uno sforzo o sotto le coperte, senza che ciò significhi avere la febbre.

Come ben sanno molti genitori non sempre misurare la temperatura a un bambino piccolo è semplicissimo, ma esistono  metodi più o meno idonei allo scopo in funzione dell’età di vostro figlio e delle sue condizioni di salute generali: la misurazione per via ascellare ad esempio richiede tempi più lunghi rispetto a quella rettale, che è anche più affidabile perchè non influenzata da fattori esterni; quest’ultima tuttavia non è indicata in caso di irritazioni anorettali o arrossamenti. L’ideale sarebbe la misurazione auricolare o per contatto, per la quale sono necessari appositi termometri a infrarossi.

Ciò premesso, su quale tipo di termometro dovrà ricadere la nostra scelta per rendere meno arduo e più sicuro il compito?

Le posizioni per allattare meglio

posizioni per allattare meglio

Per allattare il proprio bambino si possono scegliere diverse posizioni, per decidere qual è quella più confortevole per voi, c’è un solo modo: provarle tutte! A prescindere da quale sceglierete, ricordatevi che dovrete porgere il seno al bambino sostenendo la mammella con il pollice sopra e le altre dita sotto, in modo da creare una specie di C. Ma vediamo insieme quali sono le posizioni migliori per allattare comodamente, sia per la mamma che per il bambino.

La posizione classica dell’allattamento è con la mamma che sta seduta. In questa postura non c’è bisogno di chinarsi per porgere il seno al bambino, basta avvicinarlo alle mammelle; è importante anche sostenere il neonato con il braccio, in modo che la testina poggi sull’incavo del gomito, la schiena sia sostenuta dall’avambraccio e il sederino sia sorretto da una mano. Affinché la mamma possa stare più comoda in questa posizione, può appoggiare i piedi sopra ad uno sgabello.

Il papà in sala parto: cosa deve fare e cosa non deve fare

papà e bebéVediamo insieme cosa dovrebbe fare e cosa invece dovrebbe evitare il papà che decide di assistere la compagna in sala parto.

Da fare

Cerca di parlare con la tua compagna e di tranquillizzarla.
Dille che se la sta cavando egregiamente.
Aiutala a trovare la posizione ideale affinché possa sentire meno dolore possibile.
Se dovesse avvertire male alla schiena puoi farle un massaggio.
Se si tratta del primo figlio, come abbiamo visto il travaglio può durare molte ore. Ecco perché potresti portare un libro da leggere e qualcosa da mangiare.

La guida della gravidanza: 29esima settimana

29-settimane-gravidanzaLA VENTINOVESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

Eccoci arrivati alla ventinovesima settimana, l’attesa si accorcia e tu sei impaziente di tenere il tuo frugoletto tra le braccia. C’è però l’ansia in agguato, la paura del parto comincia a farsi sentire e tu sei preoccupata di non saper riconoscere che sei entrata in travaglio. Ti chiedi quando si romperanno le acque e perderai il tappo mucoso in poche parole la tua mente è in subbuglio.

Se sei angosciata parla con qualche tua amica che già ha avuto un bambino oppure chiama la tua ostetrica, avrai le tue risposte e ti tranquillizzerai. Quando preparerai la valigia per l’ospedale ricorda di mettere dentro solo lo stretto necessario, gli armadietti degli ospedali sono molto piccoli e soprattutto in questi ambienti fa molto caldo, non portare camicie da notte troppo pesanti.

La depressione post-partum, un tunnel dal quale si può uscire

uscire dalla depressione post partum

Più del 70% delle neo-mamme sperimenta, nei primi giorni dopo il parto, uno stato di malinconia noto come baby blues (nome che gli fu dato dal grande psicoanalista inglese Donald Winnicott, eccelso teorico della relazione madre-bambino) che si manifesta con ansia, irrequietezza, pianto improvviso e immotivato. Si tratta di una condizione assolutamente normale che non deve impensierire nè la mamma, nè chi le sta vicino e che tende a regredire senza bisogno di alcun intervento particolare nel giro di pochi giorni.

Diverso è invece se in luogo dell’innocuo baby blues fa la propria comparsa la depressione post partum; un vero e proprio disturbo con sintomi più persistenti e gravi fra cui troviamo inclusi la mancanza di interesse per il proprio figlio e il timore di fargli del male, cui si accompagnano i sintomi tipici di una depressione maggiore: apatia, senso di affaticamento, mancanza di piacere nello svolgere le attività quotidiane, insonnia o, al contrario, ipersonnia, inappetenza, senso di disperazione.

Gambe gonfie e pesanti durante la gravidanza? Ecco cosa fare

gambe gonfie in gravidanza

Gambe pesanti e caviglie gonfie, si sa, sono i classici disturbi che colpiscono le donne durante la gestazione, a causa della fragilità delle pareti venose e arteriose che in questo momento diventano più deboli.

La responsabilità di questi disturbi è da imputare agli ormoni che, a causa della produzione di estrogeni, rilassano le vene diminuendone l’elasticità. Nel secondo trimestre di gravidanza il disturbo può peggiorare a causa dell’aumento di quantità di sangue in circolo, necessaria per arrivare fino al feto, questo processo, infatti, fa dilatare le vene rendendo più difficile il ritorno del sangue.

Tra la fine del secondo e l’inizio del terzo trimestre, la circolazione del sangue è ostacolata dall’aumento di peso e dalla crescita di volume dell’utero che schiaccia le vene nella zona del bacino rallentando il ritorno del sangue.

I corsi pre-parto: come e perché

corso-prepartoHai già deciso se frequentare un corso pre-parto? Con questo articolo spero di offrirti qualche elemento per decidere se ne vale la pena oppure no. La gravidanza è un momento particolare per ogni donna, ti sembra che nessuno riesca a capire fino in fondo quello che provi, i tuoi malesseri e le tue paure. Il corso pre-parto rappresenta un’occasione perfetta per ritrovarti tra donne e confrontarti su tutti i tuoi dubbi con persone che vivono la tua stessa condizione e con le quali puoi condividere esperienze più o meno belle.

Quando si aspetta il primo figlio si è all’oscuro di tutte le dinamiche legate alla gestazione e soprattutto al parto, che rappresenta un punto interrogativo enorme nella mente di tutte le donne che provano solo ad immaginare come possa avvenire. Puoi avere paura del dolore, ti chiedi se non proverai vergogna, hai mille domande che ti passano per la testa.

Aborto spontaneo: con un farmaco, forse, si può prevenire

aborto spontaneo

Mi rendo conto che quando si parla di aborto si tocca un tema molto delicato in cui sarebbe bene non esprimere posizioni di parte perché molto spesso non siamo a conoscenza delle reali motivazioni che possono spingere una donna a compiere un gesto piuttosto che un altro.

Voglio invece condividere con voi quanto ho appena letto riguardo l’aborto spontaneo. Sembrerebbe che grazie ad un farmaco, in uso nel campo dei tumori, il G-CSF i casi di aborto spontaneo potrebbero diminuire. Questa scoperta si deve al dottor Fabio Scarpellini, dirigente medico presso l’ospedale civile Parodi-Delfino di Colleferro ed è durato 12 anni.

La guida della gravidanza: 28esima settimana

28-settimane-gravidanzaLA VENTOTTESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA

Benvenuta nel terzo trimestre, il periodo in cui ti preoccuperai di preparare la valigia da portare in ospedale, di completare il suo corredino, di ordinare la carrozzina, la culla e molte altre cose. Molti negozi di puericultura poi organizzano delle liste di nascita: tu scegli gli articoli che ti servono di più e amici e parenti andranno a versare una quota in denaro per acquistare l’oggetto che preferiscono. Una volta nato il bimbo potrai  farti consegnare tutti glia rticoli comodamente a casa tua.

Hai già chiesto al tuo compagno se intende assisterti in sala parto, e piuttosto tu vuoi essere lasciata sola oppure preferisci essere in compagnia? Pensaci bene e se la tua risposta è positiva ricordati che per entrare in sala parto chi ti accompagna dovrà portare con se il test per la Salmonella.

Cosa fare se il bambino ha la febbre

febbre nel bambino

Il piccolo ha, per la prima volta, la febbre e noi non sappiamo come comportarci. Dobbiamo allarmarci subito e chiamare il pediatra? Somministrare paracetamolo? Tutte queste domande e altre simili si affollano quasi tutte e quasi subito nella mente di gran parte dei genitori alle prese con malesseri di questo tipo.

Il primo consiglio che vogliamo darvi è però quello di non perdere mai la calma se non altro per non spaventare vostro/a figlio/a che in questi momenti cerca in voi rassicurazione e conforto. Quindi non allarmatevi soprattutto se la febbre non supera i 38°. Siate poi dei buoni osservatori (credetemi diventarlo quando si ha il primo figlio è una delle poche cose facili!): il bambino, oltre ad una temperatura corporea elevata, presenta altri sintomi? Vomito, diarrea, mal d’orecchi, macchioline rosse? O ancora, appare inappetente e abbattutto o nonostante tutto ha ancora appetito e voglia di giocare?

Pubalgia in gravidanza, come stare meglio

pubalgia  in gravidanza

Verso la fine della gravidanza, ovvero quando le ossa del bacino si preparano al parto, compare spesso un fastidioso disturbo chiamato pubalgia, che porta con sé forti dolori all’altezza del pube. Il responsabile di questi fastidi è un ormone chiamato relaxina che ha il compito di rilassare le formazioni pelviche per agevolare il passaggio del bambino durante il parto.

Con la crescita del bambino all’interno del pancione si possono verificare dei disturbi come la pubalgia che si manifesta con dolori piuttosto intensi all’altezza del basso ventre, dell’inguine e a livello delle ossa del bacino; in genere queste fitte compaiono nel terzo trimestre di gravidanza, a causa del parto sempre più vicino.

Attorno al sesto mese di gestazione si verifica un rilassamento doloroso della sinfisi pubica, ossia il punto di congiunzione delle ossa del bacino nella parte bassa dell’addome: in pratica avviene il cedimento della giuntura delle ossa del pube dove la cartilagine presenta un a cavità. Il rilassamento della sinfisi pubica può causare, oltre alla pubalgia, anche il mal di schiena e a volte anche la sciatica.

La fase espulsiva del parto

fase-espulsiva-partoOggi vi voglio parlare della fase finale del parto, la cosiddetta fase espulsiva. E’ il momento più coinvolgente del parto quello in cui tu dovrai essere più attiva e nel quale raccoglierai tutte le forze che nascondi dentro di te per far nascere il tuo bambino.

Il periodo espulsivo avviene dopo che la cervice uterina si trova nel momento di massima dilatazione, ovvero ha raggiunto i dieci centimetri ed il collo è completamente appianato. Questo momento succede appunto alla fase dilatativa e di solito, ma non è una regola, tra le due fase si crea un momento di stop in cui potrai riprendere fiato prima del rush finale. Subito dopo sentirai una fortissima pressione sul retto e avvertirai come un impellente stimolo di andare in bagno e quindi di spingere. A quel punto sarà il tuo corpo a dettare le regole del gioco, tutto avverrà nella maniera più naturale dovrai solo assecondare i messaggi che il tuo fisico ti lancia.

La fase espulsiva ha una durata che varia da un’ora-un’ora e mezzo nel caso si parli di un primo figlio a mezz’ora-un quarto d’ora nel caso si parli di parti successivi. Una variabile fondamentale è rappresentata anche dalla testa del bambino e dal suo peso, più il bimbo è piccolo più sarà facile spingerlo fuori.

Durante la fase espulsiva sfrutterai al massimo la tua muscolatura addominale per effettuare le spinte, sarai attiva e con tutta probabilità farai tutto da sola, perché solo tu sai qual’è il momento migliore.