Incontinenza gravidica, come superare il problema

L’incontinenza urinaria in gravidanza (incontinenza gravidica) colpisce il 10 per cento delle donne in dolce attesa, il 30 per cento delle quali continua a lamentare il disturbo anche dopo il parto. Nella maggior parte dei casi l’incontinenza gravidica sparisce senza bisogno di particolari cure entro un anno dalla nascita del bambino, mentre un buon 10 per cento delle donne che ne sono affette invece non riesce a liberarsi di questo sgradevole problema neppure trascorso questo tempo.

A dichiararlo al Corriere della sera è Antonella Biroli, fisiatra dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torini e membro della Fondazione Italiana Continenza. Le cause dell‘incontinenza durante la gravidanza possono essere molteplici, spiega ancora la fisiatra: il peso del bambino e fattori ormonali cui si aggiunge lo stiramento subito da nervi, legamenti e muscoli del pavimento pelvico durante il parto da cui deriva il permanere del disturbo.

Tumore della cervice, il pap test riduce il rischio

Se tutte noi donne eseguissimo regolarmente il pap test, il rischio di insorgenza di tumore all’utero si ridurrebbe tanto fino ad azzerarsi. In altre parole, potrebbe essere sconfitto. Ad affermarlo, secondo quanto riporta il Corriere della sera, sono gli esperti.

Ma quante di noi sono così previdenti? L’Istituto Superiore di Sanità ha condotto uno studio (PASSI- Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) ed è giunto alle seguenti conclusioni:

In tutta Italia 73 donne su 100, di età compresa fra 25 e 64 anni, hanno eseguito il pap test almeno una volta negli ultimi tre anni; il 58 per cento di esse vive al sud, il 79 per cento al centro e l’82% al nord. La prevenzione si fa dunque più al nord, con la Val d’Aosta capofila, che al sud, con solo il 50% delle amiche sarde che si sono sottoposte al test.

Gravidanza, attenzione alla Sindrome delle gambe senza riposo

Le gambe sono uno dei punti critici della gravidanza. Si gonfiano con facilità,  aumentano i crampi, magari la circolazione diventa più fragile, spuntano dei capillari o qualche vena. In alcuni casi si ha a che fare con la Sindrome delle gambe senza riposo (RLS): alcuni dati dimostrano che quasi un quarto delle donne fa i conti con una forma transitoria di questa sindrome durante i nove mesi. Nella vita quotidiana, senza pensare alla gestazione, soffre di questo disturbo il 5% della popolazione italiana e le donne sono il doppio degli uomini.

Per chi non lo sapesse, la Sindrome delle gambe senza riposo e’ un disturbo motorio del sonno che causa una sensazione spiacevole d’irrequietezza alle gambe (per capirci: si muovono le gambe senza controllo). Purtroppo i sintomi tendono a intensificarsi con il passare degli anni e la notte, proprio durante il risposo, il problema s’intensifica. A dare l’allarme è una ricerca del centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale San Raffaele Turro Milano.

La celioscopia

Cos’è la celioscopia

La celioscopia, o laparoscopia o pelvioscopia, è una tecnica diagnostica che permette di visualizzare gli organi pelvici e addominali allo scopo di evidenziare eventuali lesioni dell’apparato genitale femminile che non sono visibili con l’ecografia. La celioscopia permette anche di intervenire sulle lesioni eventualmente riscontrate; nel primo caso si parla di celioscopia diagnostica, nel secondo di celioscopia operativa.

Come si esegue la celioscopia

La celioscopia si esegue attraverso l’introduzione, nella cavità peritoneale, di uno strumento a fibre ottiche denominato laparoscopio o celioscopio. Il laparoscopio viene fatto passare attraverso la parete addominale dopo aver praticato un piccolo foro (di solito all’altezza dell’ombelico) e aver introdotto aria nella cavità addominale.

Scoliosi e gravidanza, i timori della futura mamma sono infondati

Sembra che molte donne affette da scoliosi temano a tal punto che la gravidanza peggiori la propria condizione da rinunciare alla gioia della maternità. Per fortuna però sembra che questo sacrificio non sia affatto necessario a patto di mettere in atto tutta una serie di accorgimenti atti a tutelare la salute della futura mamma.

Ad affermarlo, sul Corriere della sera, è Fabio Zaina dell’Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale (ISICO) che conferma la possibilità che una scoliosi grave (in cui cioè la curvatura della schiena supera i 30 gradi) possa andare incontro a un peggioramento a causa del peso del pancione prima e del bimbo da tenere in braccio poi, ma assicura anche che rinforzare i muscoli della schiena (quelli che sorreggono la colonna vertebrale) già in fase di pianificazione della gravidanza, e quindi prima del concepimento, è un’ottimo modo per scongiurare il peggio.

Depressione post partum, troppe donne restano sole

La depressione post partum, così come quella che sorge durante la gravidanza, è una delle esperienze più brutte che una donna possa fare. Lo so bene perchè sono passata attraverso entrambe: allo stato di enorme tristezza e prostrazione che caratterizzò quasi tutta la mia gravidanza infatti non tardò infatti a seguire, dopo qualche tempo, il cosidetto baby blues. Ricordo come se fosse ieri i momenti di enorme vuoto in cui io stessa non sapevo spiegarmi perchè quello che avrebbe dovuto essere uno dei momenti più belli della mia esistenza, l’attesa e, quindi, la nascita di mio figlio, si fosse trasformato in una delle esperienze più dure di tutta la mia vita.

Sinceramente non confidai a nessuno lo stato in cui mi trovavo anche perchè le lacrime che a volte non riuscivo a trattenere venivano equivocate (come se io non fossi felice di stringere finalmente fra le braccia mio figlio!!!!) o sottovalutate con uno “Stai su!” tra l’incoraggiamento e il rimprovero. Un’esperienza difficilissima dalla quale sono uscita molto lentamente, a fatica, con l’aiuto inconsapevole del mio bimbo; un’esperienza che molte, troppe di noi vivono ogni giorno. Leggendo il Corriere infatti, apprendo che nel nostro paese sono 90milla le neomamme che cadono nel tunnel delle depressione post parto e che solo nel 50% dei casi si giunge a una diagnosi e, di conseguenza, ad una terapia.

Diabete gestazionale, un nuovo test rende più facile la diagnosi

Come tutelarsi dal diabete gestazionale? Durante il V Congresso Nazionale Centro Studi e Ricerche – Fondazione AMD (Associazione Medici Diabetologi) è stato presentato un nuovo metodo diagnostico: con una semplice misurazione della glicemia durante la prima visita ginecologica si potrebbe prevedere con largo anticipo l’insorgere della malattia, ovvero una forma di diabete che interessa il 10% delle donne in gravidanza e, per fortuna, si risolve subito dopo il parto, nella maggior parte dei casi.

A raccontare di questo esame, apparentemente noto, è Antonino Di Benedetto, coordinatore del “Gruppo di studio Diabete e gravidanza“. Il medico sostiene che l’adozione di nuovi criteri di diagnosi potrebbero incrementare il numero di pazienti dal 10% attuale a quasi il 20%. Ecco quindi che è fondamentale sottoporre le signore in dolce attesa il prima possibile, senza aspettare l’attuale sesto mese.  Un diabete gestazionale, mal curato o non preso per tempo, può trasformarsi in un classico diabete di tipo 2.

cancro ovaie

Tumore all’utero, diagnosi sempre più precoci e tecniche chirurgiche risolutive

Il tumore all’utero colpisce 8 mila donne l’anno. Un dato allarmante per la salute delle signore, nonostante il tasso di sopravvivenza, grazie a cure di nuova generazione e a diagnosi sempre più veloci, sia  in netto miglioramento.  A influenzare la frequenza di questo cancro è sicuramente l’invecchiamento della popolazione e lo stile di vita: purtroppo il sovrappeso e la sedentarietà pare siano tra i principali nemici e aumentano la possibilità di ammalarsi da 3 a 10 volte.

Questo è il quadro realizzato dagli esperti durante il Congresso della Società italiana di ginecologia e ostetricia (SIGO) in occasione di un incontro promosso dalla Società italiana di chirurgia ginecologica con il supporto di colleghi della Mayo Clinic del Minnesota. Il tumore all’utero è tipico dell’età post-menopausale (più del 90 per cento dei casi) e si verifica quando le cellule dell’endometrio cominciano a moltiplicarsi in modo incontrollato. Questa situazione può essere  causata da squilibri ormonali (troppi estrogeni e poco progesterone).

La pillola allunga la vita e migliora la salute

La pillola ha compiuto 50 anni quest’anno e nonostante sia, ancora oggi, un farmaco molto discusso, ha rivoluzionato la vita delle donne. Inoltre, i nuovi farmaci sono migliorati e non ci sono più rischi per la salute. A sostenere questa tesi è uno studio inglese, durato 39 anni e pubblicato sul British Medical Journal , secondo cui riduce del 12% la mortalità in generale. Soprattutto quella correlata a malattie cardiovascolari e tumori di colon retto, utero e ovaie.

I ricercatori hanno analizzato e studiato i casi di oltre 46 mila donne, verificando ogni eventuale possibilità. Si sono accorti che, tra l’altro, sul lungo periodo diminuiscono le controindicazioni: questa cosa è molto importante soprattutto per quelle signore che utilizzano il farmaco a scopo terapeutico, magari perché hanno l’ovaio micropolicistico o l’endometriosi.

Aborto e gravidanze indesiderate, tra i rischi dell’anoressia

L’anoressia striscia silenziosa tra molte giovani che insoddisfatte del loro corpo cadono nella trappola di questa malattia, che le divora giorno dopo giorno. Tra i tanti fattori di rischio (anche di altri disturbi alimentari come la bulimia), ci sono gli aborti spontanei, le gravidanze indesiderate e secondo gli esperti anche danni irrimediabili al feto.

Se l’aborto e i danni al bambino sono facilmente comprensibili, com’è possibile invece associare la gravidanza indesiderata all’anoressia? Probabilmente l’errata convinzione che le donne con anoressia a seguito di interruzioni del ciclo mestruale per lunghi periodi, non possano rimanere incinta. Questa è la tesi che ci viene fornita dall’autore dello studio, Cynthia M. Bulik, direttore del programma di disturbi alimentari presso l’Università della Carolina del Nord (UNC).

Anticoncezionali, in arrivo il gel senza effetti collaterali

Meno invasivo rispetto ad altri anticoncezionali, come la spirale e con effetti collaterali scarsi o nulli rispetto alla pillola della quale si preannuncia come il conocrrente più temibile. E’ il nuovo gel anticoncezionale ideato e realizzato da un gruppo di ricercatori del Population Council Centre di New York coordinati da Ruth Merkatz.

L’innovativo metodo di controllo delle nascite è stato sviluppato da Antares Pharm e sarà presentato presto all’American Society for Reproductive Medicine di Denver anche se è ancora in fase di sperimentazione; finora il contraccettivo in gel è stato testato su sole 18 donne di età compresa fra 20 e 30 anni, nessuna delle quali ha avuto una gravidanza durante i sette mesi della sperimentazione, dovrà quindi essere testato su un campione più ampio prima dell’immissione in commercio.

Coni vaginali

La donna, nel corso della sua vita, può andare incontro a spiacevoli inconvenienti come l’incontinenza sia urinaria che fecale, il prolasso dell’utero o di altri organi pelvici e problemi durante i rapporti sessuali come dolore o difficoltà nel raggiungere l’orgasmo. Tutte queste problematiche derivano da un’insufficienza muscolare del pavimento pelvico e possono essere favorite da gravidanze, parti, menopausa ed interventi chirurgici della regione pelvica. Un rimedio semplice ed efficace contro l’indebolimento dei muscoli del pavimento pelvico è rappresentato dai coni vaginali.

Cosa sono i coni vaginali?

I coni vaginali sono dei piccoli coni di plastica, simili ai tamponi vaginali impiegati nel rinforzo muscolare del pavimento pelvico. Generalmente, si utilizza un set di 5 coni uguali per forma e dimensioni ma di peso crescente, da 20 a 70 grammi.

Neo-mamme, il loro cervello è più grande

Diventare madre rende anche più intelligente? E’ possibile che i compiti richiesti dal nuovo, impegnativo, ruolo inducano un potenziamento delle capacità cognitive della neo mamma? A quanto pare la risposta è si, almeno secondo i risultati ottenuti da una ricerca proveniente da oltreoceano che ha analizzato i cervelli di un gruppo di donne prima e dopo il parto osservando cambiamenti nelle loro dimensioni.

Infatti, secondo lo studio in questione, condotto presso il National Institute of Mental Health del Maryland, negli Stati Uniti, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista della American Psychological Association, il cervello delle donne che hanno appena partorito è più grande rispetto ad epoche precedenti alla nascita del bambino. Le differenze, piccole ma significative, sono state messe in evidenza dalla risonanza magnetica cui è stato sottoposto un campione di diciannove donne le quali avevano messo al mondo 10 maschi e 9 femmine.

Candida: curarla con la propoli

Le proprietà terapeutiche (antimicotiche, batteriostatiche, antibiotiche e disinfettanti) della propoli, l’estratto naturale che le api producono a partire dalla corteccia delle piante e dalle gemme, sono note da tempo. Fin dall’antichità, infatti, la propoli viene impiegata come rimedio naturale per molti disturbi, legati soprattutto all’apparato respiratorio. Un recente studio dell’Università di Maringà, in Brasile, ha evidenziato l’azione antibiotica della propoli anche contro le infezioni da Candida. Lo studio, pubblicato sul Journal of Alternative and Complementary Medicine, ha mostrato come la propoli possa essere un valido ed efficace antibiotico naturale contro la Candidosi vaginale. Nello specifico, i ricercatori brasiliani, guidati dalla dottoressa Kelen Dalben-Dota, hanno analizzato 97 ceppi di lieviti fungini, tra cui quello responsabile della Candidosi. Successivamente, tali lieviti sono stati sottoposti prima all’azione di un tradizionale antibiotico che della propoli, con lo scopo di valutarne i diversi effetti sui lieviti.

L’antibiotico tradizionale utilizzato dagli scienziati brasiliani per il test è la nistatina, generalmente impiegata per curare le infezioni da Candida.