Bambini, contro l’obesità una buona lettura

L’obesità, negli ultimi anni, è diventata un problema in costante crescita anche tra i bambini più piccoli. Per combatterla e prevenirla sono utili, si sa, una dieta sana ed equilibrata e una regolare attività fisica. Quello che non tutti sanno, però, è che anche una buona lettura, nonostante sia un’attività sedentaria, può essere d’aiuto a chi ha problemi di peso, soprattutto se si tratta di bambini. Ad affermarlo è uno studio condotto dal dipartimento di pediatria dell’Università di Duke, nel North Carolina (USA). Nello specifico, i ricercatori americani hanno preso in osservazione diverse bambine in sovrappeso di età compresa tra i 9 e i 13 anni che sono state divise in vari gruppi. Al primo gruppo di bambine gli scienziati hanno dato da leggere un libro che trattava di alimentazione, di sport e raccontava la storia di una bambina in sovrappeso che dopo essere tornata in forma riacquistava serenità, benessere ed autostima.

Incubi nei bambini, quando dormire fa paura

Sarà capitato, almeno una volta, a tutte le mamme di dover consolare il proprio bambino che si è svegliato in piena notte a causa di un brutto sogno. Gli incubi notturni, infatti, sono molto comuni tra i bambini. Si tratta di brutti sogni che spaventano i bambini e che si manifestano durante la fase del sonno cosiddetta REM (rapid-eyes-movements). E’ in questa fase, infatti, che il bambino sogna: il corpo resta immobile ma il cervello lavora a pieno ritmo. Gli incubi, in linea di massima, iniziano a manifestarsi già verso i 2 anni di età ma si fanno più frequenti tra i 3 e i 6 anni. Questo perchè i bambini a quella età sono in piena evoluzione psicologica, iniziano a parlare, a pensare, ad avere una buona memoria e anche le prime paure. Gli incubi, anche se fanno paura, hanno la loro utilità: permettono al bambino di allontanare le tensioni e i conflitti della giornata e di sfogare rabbie, gelosie o sensi di colpa che il bimbo prova verso i genitori, i fratelli o altre persone.

Dentizione: dare sollievo al bambino con i massaggiagengive

Scoprire lo spuntare del primo dentino nel proprio bimbo, rappresenta un momento di gioia per ogni genitore. Tuttavia, la dentizione può essere un processo stressante e fastidioso per i bambini e i loro genitori. Mentre, infatti, molti bimbi vivono la dentizione senza troppi problemi, altri incontrano numerose difficoltà e vanno incontro a fastidi più o meno lievi. Durante la dentizione, si sa, i bambini sentono un forte bisogno di mordere e succhiare oggetti duri. Questo perchè il mordere regala sollievo al bimbo in quanto le gengive vengono compresse e il dolore si allevia. Un valido aiuto in questi casi viene dato dai massaggiagengive. Si tratta di semplici oggetti in materiale atossico molto maneggevoli che il bambino può facilmente portare alla bocca per alleviare il dolore e il nervosismo provocati dallo spuntare dei dentini. Generalmente, i massaggiagengive vengono riposti in frigorifero per far raffreddare l’acqua in essi contenuta in modo da regalare un fresco sollievo alle gengive infiammate.

La lingua del bambino presenta dei solchi, perchè?

lingua spaccata

Se vi siete accorte che la lingua di vostro figlio è interamente percorsa da solchi profondi qualche millimetro e la cosa vi ha allarmate forse leggere questo post potrà aiutarvi a ritrovare la calma; infatti, con molta probabilità, non si tratta di una patologia ma di una caratteristica costituzionale indicata con il nome scientifico di lingua fissurata o lingua grinzosa, ma nota anche come lingua spaccata, che può manifestarsi anche attraverso la presenza di un singolo solco centrale ed interessa all’incirca il 5 per cento della popolazione.

Dunque il vostro bimbo non ha nulla di grave ma presenta semplicemente una variante della normale morfologia della lingua che, in quanto tale, non può e non deve essere curata poichè non pone alcun problema reale di salute. Tuttavia, se i solchi sono particolarmente profondi, la lingua fessurata può porre qualche problema di natura igienica dal quale potrebbero discendere fastidi, quali irritazioni della mucosa linguale, a causa del ristagno di residui di cibo all’interno dei solchi stessi.

Autismo: i primi segnali nel pianto dei neonati

Il pianto è il principale strumento con cui il neonato comunica con il mondo esterno. Con i vagiti, il lattante manifesta i propri bisogni e cerca di attirare su di se le attenzioni dei genitori e delle persone che gli stanno intorno. Dal pianto dei neonati, quindi, una mamma può capire, ad esempio, quando il bambino ha fame, ha sonno, quando deve essere cambiato o quando ha dei fastidi. I vagiti, oltre ad esprimere le esigenze del piccolo, sono in grado di  trasmettere tutta un’altra serie di informazioni che non sempre possono essere colte dai genitori come, ad esempio, i segni premonitori dell’autismo. Una ricerca scientifica dell’Università del Kansas, negli Stati Uniti, ha evidenziato, infatti, come i primi sintomi dell’autismo possono essere riscontarti già nei primi vagiti emessi dal neonato. Secondo lo studio, condotto dal professore Stephen Warren, ascoltando nei primi mesi di vita il pianto e la voce del neonato attraverso un particolare esame dei suoni, è possibile capire se il bambino svilupperà la malattia. In questo modo, si potrà intervenire tempestivamente con una speciale terapia.

Quando il bambino fa tanta pipì

Le neomamme, soprattutto se alle prese con il primo figlio, tendono a preoccuparsi facilmente. Ogni cosa per loro è nuova e, non avendo ancora esperienza, capita che si agitino ad ogni piccolo cambiamento o novità. I neonati vengono osservati e controllati molto attentamente dalle loro mamme che per ogni cosa, anche la più piccola, ritenuta anomala ricorrono al pediatra di fiducia. Una delle cose che le mamme tengono sotto controllo nei propri bambini è la pipì. La pipì, infatti, può dire molto sullo stato di salute del bambino e può rappresentare una spia di disturbi più o meno gravi. Uno dei principali aspetti della pipì che viene preso in considerazione dalle mamme è la quantità. Molte neomamme, infatti, si domandano spesso se il loro bambino faccia troppa pipì o se, al contrario ne faccia poca. Molte mamme rimangono impressionate dall’importante quantità di pipì dei loro bimbi e si stupiscono delle numerose volte che devono cambiare il pannolino zuppo di pipì. Non bisogna, però preoccuparsi. Produrre un’importante quantità di pipì, soprattutto nei neonati è, in linea di massima, una cosa normale.

Le ulcere sulla lingua del bambino

lingua bambinoLa lingua del bambino ci dice molto circa il suo stato di salute; non a caso il pediatra le da sempre un’occhiata ogni volta che portiamo il nostro cucciolo nel suo ambulatorio, sia che accusi qualche disturbo in particolare sia che ce lo abbiamo portato per un semplice controllo. Ci sono poi alcune patologie che la interessano direttamente, anzi che mostrano i primi segni proprio sulla lingua prima che nel resto della bocca e del corpo.

La gengivo-stomatite-aftosa

Se sulla lingua del piccolo cominciano a formarsi delle ulcere dolorose è molto probabile che questo indichi la presenza di gengivo-stomatite-aftosa, soprattutto se queste sono presenti anche all’interno della guancia  e se alla loro insorgenza segue l’irritazione  e l’arrossamento delle gengive e il bambino mostra di provare dolore rifiutando il cibo. La gengivo-stomatite-aftosa è un’infezione causata da herpes virus che, nonostante sia molto fastidiosa, si risolve spontaneamente nel giro di circa una settimana. In alcuni casi il pediatra può ritenere opportuno prescrivere un antivirale allo scopo di accelerare il processo di guarigione, mentre per ridurre il dolore e l’irritazione può essere utile un antinfiammatorio (il paracetamolo).   

La televisione, un buon analgesico per i bambini

bambini-e-televisione

Il giusto ruolo della televisione nella vita dei bambini è, da sempre, al centro di numerose discussioni. Oggi, anche TuttoMamma torna a parlarne per illustrare i risultati di una ricerca dell’Università di Siena che ha come protagonista proprio il rapporto tra bambini e televisione. Secondo lo studio condotto dal Dipartimento di Neonatologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Siena, la tv può fungere da analgesico, alleviando il dolore nei bambini che affrontano situazioni spiacevoli come, ad esempio, un prelievo del sangue. I ricercatori guidati dal professor Carlo Bellieni, hanno analizzato il livello di dolore in 69 bambini, tra i 7 e i 12 anni di età, che si sottoponevano ad alcuni esami del sangue. Nel dettaglio, i bambini sono stati suddivisi in 3 gruppi: quelli del primo gruppo, durante il prelievo, non avevano nessuna distrazione, quelli del secondo avevano accanto le rispettive madri mentre quelli del terzo gruppo avevano davanti un televisore acceso.

Il megacolon congenito

megacolon

Come abbiamo visto, la stipsi nel bambino è un problema piuttosto comune e banale; infatti riguarda quasi sempre la funzionalità intestinale ed è dunque transitorio a patto che mamma e papà adottino gli opportuni accorgimenti per far si che non si cronicizzi. In una percentuale di casi piuttosto ridotta però e insieme ad altri sintomi, la stitichezza può essere spia di disturbi precisi fra i quali il megacolon congenito o malattia di Hirschprung.Vediamo di cosa si tratta:

Cos’è il megacolon congenito

Il megacolon congenito, o malattia di Hirschprung, è rappresentato da un’ostruzione parziale o totale del colon caratterizzata dall’assenza delle cellule che permettono la peristalsi, ovvero il movimento del contenuto intestinale, nel tratto del colon colpito dalla malattia (di solito il retto o il sigma). In tal modo si determina un ristagno delle feci che accumulandosi causano una dilatazione del colon (cui si deve il nome di mega colon). E’ una malattia congenita, forse a trasmissione ereditaria.

Gastroenterite, più frequente in estate

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L’estate, oltre a portare con se notevoli benefici per corpo e mente, può nascondere alcune insidie. Con la bella stagione, ad esempio, si verifica tra i bambini, e in particolare tra i più piccoli, un aumento dei casi di gastroenterite.

Ma cos’è la gastroenterite?

La gastroenterite è una malattia infiammatoria dell’apparato gastrointestinale caratterizzata dalla presenza di vomito e diarrea a cui può associarsi la febbre. Il disturbo, molto comune in età  pediatrica, è causato principalmente da un’infezione virale e in particolare dal Rotavirus. Sono state riscontrate anche cause batteriche, meno frequenti ma più gravi, come CampylobacterShigella ed Escherichia coli. I sintomi più comuni della gastroenterite sono vomito, diarrea, febbre, mal di pancia, perdita di appetito e sonnolenza. Poichè le infezioni che causano la gastroenterite derivano, per lo più, da una scarsa igiene e da cibi o bevande contaminati, è facile intuire come con il caldo estivo queste tendano ad aumentare.

Il calendario delle vaccinazioni infantili

calendario vaccinazioni infantili

Secondo quanto afferma l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità), la vaccinazione infantile rappresenta uno degli interventi di salute pubblica più importanti poichè permette di salvare ogni anno due milioni di vite. Come abbiamo già visto a proposito di vaccini polivalenti, in linea con le direttive dell’OMS in Italia i bambini vengono vaccinati, a partire dal terzo mese di vita con la somministrazione di un preparato che li protegge da sei agenti patogeni contemporaneamente.

Ma quali sono gli appuntamenti con la vaccinazione che scandiscono la vita del bambino nei primi quindici mesi di vita e fino al quindicesimo anno di età? Vediamo il calendario per le vaccinazioni valido per tutte le regioni italiane:

I vaccini al terzo mese di vita

E’ la prima volta che il piccolo viene sottoposto a vaccinazione. Viene somministrato il vaccino esavalente contro pertosse, tetano, difterite, poliomielite, haemophilus di tipo b, epatite b.

I vaccini al quinto mese di vita

Al quinto mese viene somministrata al bambino la seconda dose del vaccino precedente.

Il prelievo di sangue nella prima infanzia

ago a farfalla

Esami del sangue di routine, di norma, non sono previsti per i bambini piccoli. Può succedere, però, che a causa di alcuni sospetti diagnostici, si renda necessario eseguire nel bambino un prelievo di sangue. Questo, spesso, spaventa le mamme che si agitano al pensiero del loro piccolo nelle mani degli infermieri. Non bisogna, però, avere paura ed essere ansiosi perchè il prelievo del sangue è un esame semplice e va vissuto serenamente. I prelievi del sangue per i bambini, infatti, funzionano, in linea di massima, come per gli adulti sia per quanto riguarda le modalità di esecuzione che i parametri da controllare (emocromo, VES, transaminasi, ferritina, glicemia, etc..). Nei bambini da 0 a 3 anni il sangue viene tirato dal braccio ma per farlo viene utilizzato un’ago speciale, detto ago a farfalla (o butterfly), più corto e sottile di quello tradizionale che facilita l’inserimento in vena e diminuisce il fastidio. Questo perchè i bambini hanno un patrimonio venoso più delicato e ridotto rispetto agli adulti e sono più inclini a muoversi durante l’esame.

L’eritema migrante della lingua nel bambino

lingua a carta geografica

Sulla lingua del piccolo sono comparse delle strane macchie rossastre che sembrano spostarsi di giorno in giorno o addirittura di ora in ora? Forse si tratta del cosiddetto eritema migrante, un disturbo tanto innocuo, quanto “strano”. Vediamo di conoscerlo meglio:

Cos’è l’eritema migrante

L’eritema migrante (o glossite migrante benigna) è un’alterazione della superficie della lingua nota anche con il nome di lingua a carta geografica poichè costituita dalla comparsa di macchie rosse che confluendo l’una nell’altra e assumono un’aspetto tale da ricordare appunto una carta geografica. L’appellativo di migrante invece si deve al fatto che con il passare dei giorni le chiazze sembrano spostarsi da un punto all’altro della lingua stessa a causa del susseguirsi della guarigione e della formazione di nuove lesioni.

Quali sono le cause dell’eritema migrante

Le cause che determinano la comparsa dell’eritema migrante sono tutt’oggi sconosciute. L’alterazione non è riconducibile nè a virus nè a batteri; si pensa piuttosto che possa dipendere dall’ipersensibilità del bambino verso alcuni cibi ed è più frequente nei bambini allergici.

Bollicine su mani e piedi: la disidrosi

disidrosi

Con l’arrivo della bella stagione e del caldo estivo, la sudorazione nei bambini può aumentare e le mamme possono notare la comparsa di bollicine sulle mani e sui piedi dei propri bimbi. E’ un disturbo piuttosto comune nei bambini, definito disidrosi, che si accompagna anche  a prurito, vescicole, arrossamento e desquamazione della pelle.

Ma che cosa è la disidrosi?

La disidrosi (o eczema disidrosico) è una forma di dermatite che colpisce la pelle tra le dita, il palmo delle mani e la pianta dei piedi. Si manifesta con vescicole profonde, di varie dimensioni e piene di liquido serioso trasparente. Le vescicole, nella maggior parte dei casi pruriginose, possono presentarsi sparpagliate o raggruppate, appaiono dure al tatto e resistenti in caso di traumi. In linea di massima, le vescicole tendono a riassorbirsi nel giro di pochi giorni, lasciando la pelle secca e squamosa.