Ancora una volta, care mamme, ci dedichiamo un po’ alla difficoltà di essere madre, soprattutto all’inizio. Intendiamoci, non sto dicendo che dopo la situazione diventa più semplice, ma il bambino impara a comunicare e a farsi capire, almeno per quelle che sono le necessità fisiche e biologiche. I primi mesi, avere a casa uno scricciolo indifeso è meraviglioso, quanto complicato.
neonato
Essere neomamma, gioie e dolori di una nuova avventura
I primi giorni di una mamma sono molto intensi fisicamente e psicologicamente. Intendiamoci, non sto assolutamente dicendo che non sia una cosa meravigliosa, anzi, lo è a tal punto da destabilizzare la vita. Si torna a casa con la preoccupazione di dover badare a una creaturina minuscola, che dipende da noi al 100 per cento e di cui non conosciamo ancora la lingua. Sappiamo solo anche ha un faccino che ci fa battere forte il cuore.
Le mamme sono più protettive se allattano al seno
Non tutte le donne hanno la fortuna di allattare al seno. Purtroppo molte signore non hanno latte o devono fare i conti con le difficoltà di una gravidanza particolare. La poppata però è un momento di grande intimità e sicuramente rafforza il legame con il bebè. Inoltre, secondo una ricerca condotta dagli scienziati statunitensi dell’Università della California a Los Angeles (UCLA) rende la mamma più coraggiosa e protettiva.
La ninna nanna della mamma è sempre la migliore (anche se stonata)
Le ninna nanna della mamma sono una manna per tutti i bambini. Non tutte però hanno grandi doti vocali e alle volte ci sono canzoncine per calmare i cuccioli che sembrano dei lamenti. Poco importa, non fatevi dei problemi se non siete in grado di prendere alcune note. Ciò che conta è solo l’orecchio del vostro bimbo, che si sente sempre molto rassicurato dalla voce della mamma.
Neonato abbandonato tra i rifiuti: sta bene e si chiama Mario
Si chiama Mario, il neonato che è stato abbandonato ieri a Brescia. È stato trovato vicino a dei cassonetti della pattumiera e ha solo due giorni. Oggi ho deciso di soffermarmi su questa storia, dopo il post di ieri, in cui abbiamo parlato dell’abbandono in ospedale dei bebè. Si tratta di un gesto legale e soprattutto di tutela del minore che consente alla mamma di metterlo al mondo in piena sicurezza (e anonimato) e di lasciarlo alla struttura, che se ne prenderà cura nel migliore dei modi. Per Mario non è stato così. È stato infilato in sacchetto di plastica e gettato come immondizia nei pressi del conservatorio.
A trovarlo è stato una donna. Si è accorta che questo sacchetto si stava muovendo e che potesse esserci dentro qualcuno di vivo, certo non un bambino. Il primo pensiero è stato un cucciolo di cane o di gatto. Invece, c’era lui, con la pelle chiara, per fortuna in buona salute, e con ancora il cordone ombelicale attaccato. È stato all’ospedale che hanno deciso di chiamarlo Mario (pesa 2 chili e 950 grammi ed è lungo 50 centimetri).
Come curare il colpo di calore nei bambini
Proprio ieri abbiamo parlato, visto le alte temperature degli ultimi giorni, del colpo di calore e di come prevenirlo. I bambini purtroppo sono più deboli degli adulti e spetta a noi metterli al riparo dal caldo. Oggi, facciamo un passo in più e vediamo come si cura questo disturbo. Fate conto che sia una piccola guida per affrontare l’emergenza con lucidità: è difficile stare calmi quando i nostri piccolini non stanno bene, ma dobbiamo assolutamente lavorare a mente lucida.
Abbiamo già detto che il colpo di calore si manifesta con nausea, febbre, mal di testa, brividi, pressione bassa, ma anche crampi e spossatezza. Bisogna riconoscere subito i sintomi e non confonderli con quelli di un’influenza. Ciò che dovrebbe farci insospettire, oltre alle temperature, è che il malessere arriva all’improvviso.
Il neonato insegna alla neomamma come accudirlo
Stringere tra le braccia il proprio bambino è una gioia enorme, ma fa anche paura. Non so se avete provato questo brivido. Succede a molte donne di sentirsi inopportune e non all’altezza del compito. All’improvviso arriva un esserino che ha bisogno di te per tutto. E tu non sai come comportarti, come interpretare i suoi messaggi. Ha davvero fame o ha male da qualche parte? E’ giusto che dorma così tanto, sta respirando? Perché piange?
Ci sono neomamme che si chiedono pure: “Ma lo abbraccio nel modo giusto?”. Insomma, tutto sembra difficile e impegnativo. Ecco perché molte donne si buttano sui classici manuali dedicati alla puericultura o chiedono aiuto alla loro mamma, la nonna. Un nuovo studio, però, ha dimostrato che l’insegnante migliore è il bambino stesso.
I bambini diventano più alti con i riposini “extra”
Il vostro bimbo crolla di sonno all’improvviso? Capita spesso ai neonati e anche ai bambini un po’ più grandicelli. Sorrisi e chiacchiere, poi di colpo: nanna. Il motivo, almeno secondo quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Sleep dai ricercatori della Emory University di Atlanta (Usa), è lo sforzo che sta facendo il fisico per crescere in altezza. Secondo gli esperti, un aumento inatteso dei riposini corrisponde a una crescita del pupo nelle 48 ore successive.
Per giungere a questa teoria c’è stato, come sempre, uno studio su un campione di 23 neonati. Nati da 12 giorni sono stati monitorati fino ai 17 mesi: i genitori hanno dovuto annotare la frequenza e la durata del sonno. Alla fine dell’indagine, è emerso che il sonno “irregolare” (ovvero i pisolini improvvisi che hanno aumentato le ore di riposo quotidiano) hanno determinato una crescita dei piccoli.
Anomalia genetica, è nato il primo bambino con un cromosoma con un ‘braccio’ extra
A volte si diventa speciali senza neanche saperlo, a volte si vorrebbe solo essere “normali”. È successo a un bambino britannico di soli due anni. È l’unico bambino al mondo ad avere un cromosoma con un ‘braccio’ extra. Se per la genetica è qualcosa di eccezionale, certamente il piccolo Alfie Clamp e la sua famiglia non possono dire lo stesso: è nato cieco e con gravi disabilità. Sono proprio questi problemi ad aver spinto i medici a eseguire alcuni test e a scoprire che il suo settimo cromosoma ha un’intera porzione extra mai documentata prima.
Per la scienza è davvero qualcosa di nuovissimo, tanto che i medici non sanno neanche quale nome dare a questo cromosoma. Purtroppo i dottori non sanno nulla di questa particolarità genetica e soprattutto non sanno quali saranno le aspettative di vita del piccolino. Per adesso Alfie ha riacquistato la vista e sarà operato a breve per risolvere uno scompenso intestinale.
Aspetto del neonato: a cosa fare attenzione dopo la nascita
Avere un bambino è una gioia immensa ma può essere anche fonte di ansia da parte dei genitori soprattutto se alla prima esperienza. Una delle preoccupazioni principali di mamma e papà al momento della nascita è controllare che il bambino stia bene e che tutto sia a posto. Subito dopo la nascita, il bambino è stremato dal parto e anche il suo aspetto può apparire provato dalla fatica del parto e questo può spaventare o agitare la neomamma. Non bisogna, però, allarmarsi perchè è una cosa del tutto normale causata, ad esempio, dalla pressione esercitata sul bambino dal canale del parto.
Vediamo insieme quali sono le cose a cui dovete prestare attenzione dopo la nascita del vostro bambino.
La pelle: la pelle dei neonati appare solitamente di colore rossastro. Questo è del tutto fisiologico perchè la pelle dei neonati è molto sottile e si intravedono i vasi sanguigni. Dopo il parto, sopratutto se questo è avvenuto oltre il termine, la pelle del neonato potrebbe apparire secca e potrebbe squamarsi.
I neonati sanno fare ragionamenti complessi già a 9 mesi
I bambini fanno ragionamenti complessi in tenera età. Può essere sorprendente, soprattutto per noi, genitori, che li vediamo piccoli e indifesi, ma i cuccioli di casa già a 9 mesi sono in grado di fare astrazioni e collegamenti logici abbastanza impegnativi. La vita di un neonato non è solo poppata e nanna, come potremmo pensare noi. Ci sono tante cose da imparare e soprattutto tante cosa da scoprire. A dimostrazione di questa tesi c’è uno studio pubblicato su Psychiological Science dai ricercatori dell’University of British Columbia di Vancouver (Canada), in collaborazione con gli studiosi dell’University of California di Berkeley (Usa), da cui emerge che la capacità di astrarre, tipica del pensiero induttivo, è presente già prima di aver compiuto il primo anno di età.
Il primo rene artificiale per neonati, Carpediem
Carpediem, non è solo un modo di vivere, forse è l’unica possibilità di farcela per molti neonati. È la prima macchina al mondo dimensionata per assistere neonati con gravi disfunzioni cardiache e renali che per sopravvivere necessitano di una terapia con rene artificiale. Infatti, Carpediem, non sta per cogli l’attimo, ma per Cardio-Renal Pediatric Dialisis Emergency Machine, una sorta di rene artificiale per i nuovi arrivati. L’apparecchio è stato realizzato all’Ulss 6 di Vicenza, grazie agli studi diretti dal direttore del dipartimento di nefrologia, dialisi e trapianto dell’ospedale San Bortolo, Claudio Ronco.
Prima di questo strumento rivoluzionario, i neonati di peso inferiore ai 3 chili, in caso di insufficienza renale grave (dal 5% al 20% dei casi nelle terapie intensive neonatali) venivano trattati con le macchine per dialisi tarate sugli adulti, con gravi rischi di scompenso o di fallimento della terapia.
Come educare il neonato al seno: l’alimentazione a dito
Durante i primi giorni di allattamento può succedere che il bambino incontri qualche difficoltà nella suzione. E’ possibile, infatti, che il neonato rifiuti il seno, non si attacchi correttamente o che sia troppo piccolo e debole per riuscire a succhiare. Diventa indispensabile, quindi, educare il piccolo al seno e per farlo può essere utile ricorrere alla cosiddetta alimentazione a dito. Si tratta di una tecnica ausiliare di nutrizione con la quale il latte viene somministrato attraverso un tubicino stretto attorno al dito di un genitore, collegato ad un contenitore con il latte materno. L’alimentazione a dito è efficace ed è preferita all’utilizzo del biberon. Questo perchè, a dispetto di quanto si possa pensare, succhiare dal biberon è completamente diverso dal succhiare al seno.
La rosolia in gravidanza
La Rosolia è la malattia infettiva più temuta in gravidanza, per questo motivo prima di programmare una gravidanza è bene effettuare degli esami preconcezionali che prevedano il rubeotest, l’esame con il quale si può vedere se si è già contratta la malattia. Nel caso in cui si risulti negativi al test, prima di affrontare una gravidanza, sarà bene vaccinarsi. Tra il vaccino ed il concepimento dovranno necessariamente trascorrere sei mesi.
La rosolia è una malattia infettiva causata da un virus del genere rubivirus, ed è una malattia più comune nell’età infantile. Nella maggior parte dei casi la rosolia ha un decorso benigno, anzi a volte neppure ci si accorge di averla avuta. Il problema sorge se la si contrae in gravidanza, questa malattia presenta infatti alti rischi per il feto, sopratutto se la madre contrae la malattia all’inizio della gravidanza.