latte materno

Dalla Cina latte da mucche OGM per neonati

Gli alimenti geneticamente modificati sono, ormai da molti anni, al centro di numerose polemiche. L’ultima in ordine di tempo riguarda il latte di alcune mucche transgeniche. La bevanda, prodotta in laboratorio, sarebbe identica al latte umano per tipo e quantità degli elementi nutrizionali contenuti. Il latte transgenico proviene da un gruppo di mucche geneticamente  modificate.

Nello specifico, alcuni scienziati degli State Key Laboratories for AgroBiotechnology della China Agricultural University hanno agito sul Dna di un gruppo di 300 vacche, chiamate Franken-mucche, introducendovi dei geni umani per ottenere latte vaccino uguale al latte umano. Il latte transgenico così prodotto conterrebbe le stesse proteine del latte materno ed in particolare il lisozima, che protegge i bambini dalle infezioni e la lattoferrina, che aiuta a rafforzare il sistema immunitario.

Come conservare il latte materno

Accade di frequente che la mamma, per un motivo o per un altro, debba estrarre il latte dal proprio seno per conservarlo e far si che qualcun altro possa offrirlo al bambino in sua assenza. In linea di massima, anche se alcune mamme scelgono di procedere alla spremitura manuale del seno, la maggior parte delle donne utilizza il tiralatte.

Esistono dei piccoli accorgimenti che è bene seguire per estrarre e conservare il proprio latte al meglio. Vediamoli insieme.

Ricordate, prima di tutto, che quando utilizzate il tiralatte dovete farlo con la stessa frequenza con cui il vostro bambino prenderebbe il latte dal seno, per favorire la produzione del latte ed evitare inconvenienti come gli ingorghi mammari. Prima di procedere con l’uso del tiralatte, lavate accuratamente con acqua calda e sapone i contenitori scelti per conservare il latte.

Baby gaga, il gelato al latte materno

Si chiama Baby gaga il nuovo gusto di gelato a base di latte materno inventato dal ristoratore londinese Matt O’Connor. Per la preparazione di quello che viene definito un prodotto bio al 100% viene impiegato solo latte proveniente da donne sane, non alimentate con steroidi che, a differenza delle vere mucche, hanno ricevuto un compenso per l’erogazione effettuata e sono tenute a rispondere alle domande dei giornalisti.

Avrete intuito che il mio tono è lievemente sarcastico. Eh si perchè io, in questa sede, potrei anche far finta che questa idea sia simpatica per quanto stramba e guardare con aria bonariamente divertita quel che accade in Covent garden. Potrei anche dare ragione a una delle neomamme reclutate dal ristoratore attraverso un annuncio pubblicato su Mumsnet la quale afferma, presumo soddisfatta, che non c’è nulla di male a fare qualche soldo vendendo il proprio latte (15 sterline per mezzo litro). Potrei persino dare ragione a Matt O’Connor quando dice che se il latte materno va bene per i neonati è buono anche per gli adulti. Potrei ma non lo farò.

Il latte artificiale stimola meno di quello materno il gusto del bambino

Non è facile abituare i bambini a nuovi sapori. Il momento dello svezzamento è complesso e come tutte le mamme sanno bene, quando sono po’ più grandicelli, quella con frutta e verdura diventa una lotta quotidiana. Pensate che tutto potrebbe dipendere da quello che avete mangiato durante la gravidanza: sembrerebbe, infatti, che il latte materno acquisti il sapore dei cibi assunti dalla mamma.

Questa tesi è stata elaborata da uno studio dell’Università di Philadelphia. E per giungere a tale conclusione, i ricercatori hanno dato a dei neonati un latte artificiale arricchito che aveva un sapore amarognolo e acido. Questi bimbi diventati adolescenti hanno dimostrato di avere proprio per questo gusto una predilezione.

Prematuri, il latte della mamma è povero di antiossidanti

Il latte delle mamme è l’alimento più importante per i primi mesi del bambino, perché ricco di tutte quelle sostanze nutritive fondamentali per la sua crescita. Non è così per piccoli nati pretermine. Purtroppo il latte di queste mamme non contiene quantità sufficienti di Q10, un antiossidante utile al trasporto di elettroni.

La salute dei bambini nati prematuri è già molto fragile, il fatto di non poter contare anche sul latte materno rende tutto più complicato. A sostenere questa tesi è uno studio condotto dall’ Università di Granada e l’ospedale universitario di San Cecilio (Spagna), durante cui sono state coinvolte 30 mamme durante l’allattamento, di cui la metà con bambini nati prima del termine.

L’attività fisica durante l’allattamento

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Praticare attività sportiva durante il periodo dell’allattamento non compromette le qualità del latte materno e gli ottimi benefici per il neonato. A dimostrarlo sono numerose ricerche scientifiche che rassicurano tutte quelle neo-mamme che vogliono ritornare in forma dopo il parto senza rinunciare al piacere di allattare al seno il proprio bambino. Uno studio della University of North Carolina di Greensboro, ha mostrato, ad esempio, come l’attività fisica sia positiva per la qualità del latte materno. Un pò di movimento, infatti, favorirebbe la produzione degli acidi grassi polinsaturi (LC-PUFA) nel latte materno. Nello specifico, aumenterebbe la produzione degli acidi alpha-linolenico e linoleico, essenziali per il corretto nutrimento del bambino. Secondo i ricercatori americani, per ottenere questi benefici è sufficiente praticare attività fisica per mezz’ora tre giorni alla settimana.

Come educare il neonato al seno: l’alimentazione a dito

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Durante i primi giorni di allattamento può succedere che il bambino incontri qualche difficoltà nella suzione. E’ possibile, infatti, che il neonato rifiuti il seno, non si attacchi correttamente o che sia troppo piccolo e debole per riuscire a succhiare. Diventa indispensabile, quindi, educare il piccolo al seno e per farlo può essere utile ricorrere alla cosiddetta alimentazione a dito. Si tratta di una tecnica ausiliare di nutrizione con la quale il latte viene somministrato attraverso un tubicino stretto attorno al dito di un genitore, collegato ad un contenitore con il latte materno. L’alimentazione a dito è efficace ed è preferita all’utilizzo del biberon. Questo perchè, a dispetto di quanto si possa pensare, succhiare dal biberon è completamente diverso dal succhiare al seno.

Il latte artificiale: tutte le domande

latte-artificialeE se devo dare il latte artificiale al mio bambino?

Ogni mamma si rammarica quando per necessità deve passare al biberon perché magari il suo latte è andato via oppure se il rientro a lavoro le preclude di continuare l’allattamento. Nonostante il latte materno sia l’alimento ideale per nutrire il neonato almeno fino ai primi sei mesi di vita ma anche oltre, quando questo manca si può passare al latte artificiale o formulato.
Il latte formulato di partenza, cioè quello che si può dare al nenonato dalla nascita ai primi quattro mesi di vita è contrassegnato con il numero 1 (Nidina 1, Humana 1, Mellin 1 etc) ed ha un contenuto in termini di calorie pari a circa 64-72 calorie ogni 100 cc, contiene zuccheri, acidi grassi essenziali e proteine.

Esistono sostanze tossiche che possono intaccare il latte materno

latte maternoIndubbiamente il latte materno è un’importante fonte in grado di offrire al neonato tutto quello di cui necessita; eppure secondo una nuova ricerca a volte insieme al latte si possono trasmettere anche sostanze potenzialmente tossiche. Questo è quanto sostengono alcuni esperti come la dr.ssa Gina Solomon, Direttore scientifico del “Natural Resources Defense Council” (Usa).

Sembrerebbe che il numero di possibili fonti di contaminazione sia molto elevato e che spesso le stesse fonti non vengano riconosciute come un pericolo. Alcune fonti di contaminazione? Pesce e crostacei, con il loro possibile contenuto di metallo (che come ben sappiamo è altamente tossico) ma anche molti solventi che possiamo trovare sia nei cosmetici che nell’arredamento. Ed ancora: alcol, nicotina, i pesticidi che possiamo trovare in frutta e verdura. Insomma un quadro decisamente preoccupante e di cui sarebbe il caso di tenere conto.

L’allattamento al seno non è migliore di quello artificiale

allattamento al senoTorniamo nuovamente a parlare di allattamento al seno perchè secondo i risultati di un nuovo studio il latte materno non sarebbe migliore di quello artificiale; ed ecco quindi che si mette di nuovo in discussione la validità e l’importanza dell’allattamento al seno.
Il dottor Sven Carlsen, della Norwegian University of Science and Technology di Trondheim che ha coordinato lo studio ha dichiarato

il baby formula (ossia, il latte in polvere) è buono come il latte materno. L’unico beneficio derivante dal periodo di allattamento, supportato da elementi di prova, è un piccolo vantaggio per il QI (il quoziente intellettivo) del bambino

Svezzamento: quando introdurre il latte vaccino

latte e svezzamento

“Il latte di mucca non va offerto al bambino prima di un anno”; questo è quanto emerge dall’ultimo congresso nazionale dei pediatri, dove è stato evidenziato come l’introduzione precoce di questo alimento sia dannoso alla crescita dei bambini.

Ma perché il latte vaccino non va offerto ai bambini in fase di svezzamento? Le motivazioni sono di carattere nutritivo: il latte di mucca contiene poche vitamine, poco ferro, molti grassi e proteine e troppo colesterolo per un bambino piccolo. Proprio per la sua ricca composizione, infatti, questo tipo di latte può esporre l’organismo del bimbo ad alcuni rischi che potrebbero compromettere la sua crescita, come aumentare la massa grassa o caricare di lavoro eccessivo i reni non ancora pronti.

Il periodo dello svezzamento, che inizia intorno ai sei mesi, è molto importante, perché garantisce al bambino i nutrienti necessari per la crescita, per lo sviluppo della massa corporea e per le funzioni del’organismo; un’alimentazione sbagliata fin da piccolo potrebbe influire sulla predisposizione allo sviluppo di alcune malattie, come diabete e obesità, in età adulta.

Influenza e allattamento: come comportarsi

allattareSpulciando nel web sono incappata in un sito chiamato lllitalia.org; per chi non lo conoscesse si tratta di La Leche League Italia (Lega per l’allattamento materno), un’associazione Onlus fondata nel 1956 e presente in 68 paesi in tutto il mondo con circa 9000 consulenti.

Obiettivo principale è quello di fornire informazioni ed aiuto a tutte le mamme che desiderano allattare i loro bambini.

Ve ne parlo perché a catturare la mia attenzione è stato un comunicato stampa contenuto all’interno del sito e che riguarda il virus AH1N1; sembra infatti che molte mamme stiano chiamando le consulenti Le Leche League per avere risposte concrete ad una domanda in particolare

Ho la febbre, se fosse la suina (virus AH1N1.), devo smettere di allattare?

La composizione del latte materno

composizione latte materno

Tutti conoscono i benefici dell’allattamento per il neonato, ma forse non tutti sanno di cosa è composto. Innanzitutto d’acqua, che rappresenta l’87% del volume; il neonato, quindi, non ha bisogno di bere altro: in un giorno beve talmente tanto latte che non può avere sete. Poi ci sono i grassi; la loro presenza è variabile, a seconda della dieta materna e del momento della giornata: ad esempio sono maggiori al mattino. I grassi del latte materno sono molto importanti, perché svolgono un ruolo essenziale nella maturazione e nello sviluppo cerebrale del neonato.

Le proteine contenute nel latte materno sono l’1% contro il 3,5% del latte di mucca, ma il primo contiene solo 2,4 g. di sali minerali, e quindi limita il carico renale del neonato, fatto importante visto l’ancora scarsa funzionalità del suo sistema renale. Per quanto riguarda il calcio e il fosforo, il latte materno ne contiene la quantità ideale; il ferro è sufficiente fino al quinto mese, ma è molto assimilabile, come del resto il selenio, il rame e lo zinco, quest’ultimo molto presente nel colostro.

Le vitamine, si sa, sono sostanze indispensabili alla crescita, e sono presenti nel latte materno in forma perfettamente assimilabile. Le vitamine A e C sono sintetizzate nella mammella in modo da rispondere del tutto alle necessità del bambino, anche se la loro concentrazione nel latte può variare con l’alimentazione materna. Il complesso vitaminico B è costituito da varie vitamine, ognuna con una sua specifica funzione, e di solito è presente nel latte in quantità sufficiente e assolutamente assimilabile.

Mese della nutrizione infantile

mese della nutrizioneOttobre 2009 è il mese della nutrizione infantile. All’interno del sito web creato ad hoc vengono fornite utilissime informazioni nonché segnalati alcuni impedibili appuntamenti con specialisti dell’alimentazione infantile.

Ampio spazio viene dedicato al latte materno e alla sua importanza nello sviluppo e nella crescita del bambino. Il sito consiglia,  nel caso in cui una mamma dovesse trovarsi nella situazione di non poter allattare al seno, di usare il latte per l’infanzia; l’organizzazione Mondiale della Sanità ed il Ministero della Salute consigliano invece, come viene riportato dal sito, di non introdurre nella dieta del bambino fino al 12° mese di vita il latte vaccino perché ha una composizione inadeguata ai fabbisogni del bambino.