La paghetta: come, quando e perchè

I bambini, a partire soprattutto dall’età scolare, chiedono spesso e volentieri denaro ai propri genitori per soddisfare le loro diverse esigenze: le merende, i videogiochi, i fumetti, etc.. Per risolvere questa questione molti genitori scelgono di dare una regolare paghetta ai propri figli. Non tutti, però, sono d’accordo, considerando la paghetta poco adeguata per i bambini, soprattutto quelli più piccoli. Ogni genitore, quindi, sceglie se, quanto e come dare la paghetta ai propri figli. In compenso, come sostengono gli esperti, dare del denaro da amministrare al bambino può essere molto educativo, sia dal punto di vista psicologico che sociale.

La paghetta, infatti, rappresenta un importante momento di crescita e di responsabilizzazione per il bambino. Con la paghetta il bambino impara a conoscere il valore del denaro e a gestirne una piccola somma. Il bambino, attraverso una regolare paghetta, acquisisce una maggiore autonomia e, allo stesso tempo, si sente ancor di più un membro della famiglia.

Spina bifida, l’inositolo in gravidanza ne riduce il rischio

La spina bifida, una grave malformazione neonatale che colpisce il sistema nervoso del bambino fin dalle prime settimane di gestazione, potrebbe essere prevenuta grazie all’assunzione di una sostanza naturale chiamata inositolo. Ad affermarlo è un recente studio dell’University College di Londra. L’inositolo (o vitamina B7) è una sostanza molto importante per l’organismo che concorre nei processi di disintossicazione delle cellule. Si tratta di un nutriente simile ad una vitamina, sintetizzabile dall’organismo, in grado di attivare e stimolare i mitocondri della cellula,  facilitando la loro respirazione e la pulizia della cellula o dell’organo interessato. Secondo i ricercatori inglesi, l’inositolo sarebbe più potente ed efficace dell’acido folico nel prevenire la spina bifida.

Ipersalivazione in gravidanza: la scialorrea

La gravidanza, come abbiamo più volte ribadito qui su Tuttomamma, è un evento molto delicato nella vita di una donna che coinvolge tutto l’organismo. I cambiamenti del corpo che si verificano nei 9 mesi possono determinare dei piccoli malesseri con cui la donna in dolce attesa dovrà fare i conti a volte per tutta la gravidanza altre solo per alcuni mesi. Tra i disturbi più comuni che colpiscono le donne in gravidanza ci sono il vomito e la nausea che, a loro volta, originano un altro disturbo detto scialorrea, o ipersalivazione.

Cosa è la scialorrea?

Si tratta di un’eccessiva secrezione di saliva accompagnata, spesso, dalla difficoltà a deglutire (ptilismo). In condizioni normali, le ghiandole salivari della producono circa un litro e mezzo di saliva al giorno. In gravidanza, invece, può succedere che le ghiandole producano una quantità eccessiva di saliva tanto da impedire alla donna di mandarla giù senza quella sgradevole sensazione di nausea.

Insonnia, nei bambini aumenta il rischio obesità

I bambini, soprattutto quelli più piccoli, insonni e che dormono poco o male durante la notte sono maggiormente esposti al rischio obesità. Ad affermarlo è un recente studio americano pubblicato sulla rivista Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine. I ricercatori delle Università di Washington e della California, negli Stati Uniti, infatti, hanno dimostrato che il sonno nei bambini è una condizione indispensabile per il loro corretto sviluppo psicofisico e per il loro benessere. Nello specifico, gli scienziati americani hanno studiato 1.930 bambini di età compresa tra 0 e 13 anni, monitorando la loro salute in due momenti distinti: nel 1997 e nel 2002. I ricercatori hanno suddiviso i bambini in due gruppi: il primo composto dai bambini tra 0 e 59 mesi di età ed il secondo, invece, composto da bimbi di età compresa tra i 60 e i 154 mesi.

La cistite interstiziale

Cos’è la cistite interstiziale?

La cistite interstiziale è un’infiammazione dell’interstizio della parete intervescicale, ovvero lo spazio situato fra la muscolatura della vescica e il la mucosa che la riveste internamente le cui cause non sono ancora note

Cistite interstiziale, i sintomi, la diagnosi

La cistite interstiziale è una patologia piuttosto rara che si manifesta, esattamente come la cistite comune, con sintomi quali dolore al basso ventre, bruciori, minzione frequente talvolta associata a incontinenza, dolore vaginale. Tuttavia le due malattie si differenziano per il fatto che mentre la cistite comune ha origine batterica, può essere facilmente diagnosticata attraverso l’urinocoltura e si cura con la somministrazione di antibiotici o di disinfettanti per le vie urinarie, la cistite interstiziale è difficilmente diagnosticabile (le urine risultano pulite) e se trascurata, per mancata diagnosi, può inficiare notevolmente la qualità della vita delle donne che ne sono affette, danneggiandone le relazioni sociali e di coppia. Secondo alcune statistiche infatti, una paziente (solo in un caso su cinque ad esserne affetto è un uomo) può arrivare a consultare 5-7 specialisti, in un arco di tempo compreso fra 3 e 5 anni, prima di arrivare ad una diagnosi.

Cellulari e bambini

In Italia sempre più bambini e ragazzi possiedono ed utilizzano il telefono cellulare. Nel nostro Paese, infatti, secondo i dati pubblicati dall’EurispesTelefono Azzurro, il 53,7% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni di età possiede un telefonino, il 5,5% un videotelefonino mentre l’1,8% un telefonino di ultima generazione (smartphone). Spesso i genitori giustificano questa abitudine ormai consolidata con la possibilità che il telefonino offre di rintracciare i propri figli in qualsiasi momento e di sapere dove sono e cosa fanno. Il cellulare, però, viene usato troppo dai ragazzini che, spesso, lo tengono acceso anche tutta la notte.

Ma quali sono i rischi?

Gli esperti, a tal proposito, mettono in guardia dai possibili rischi che un uso spropositato del cellulare comporta. Innanzitutto bisogna considerare l’esposizione alle onde radio. I cellulari, infatti, emettono onde radio che possono avere effetti biologici importanti come alterazioni cellulari o modificazioni genetiche e cromosomiche. Queste ripercussioni biologiche, secondo gli esperti, interessano maggiormente i bambini e gli adolescenti il cui organismo è più sensibile, ricettivo e, quindi, più a rischio poichè in fase di crescita e sviluppo.

Zaini per la scuola, come scegliere quello giusto

La riapertura delle scuole non coinvolge solo i bambini ma anche i genitori che devono munire i propri figli del giusto equipaggiamento per affrontare il nuovo anno scolastico. Tra tutti gli accessori necessari agli scolari, quello più importante è senza dubbio lo zaino. Lo, zaino, infatti, è indispensabile ed i genitori devono prestare particolare attenzione al momento dell’acquisto. Non si deve dimenticare che lo zaino accompagnerà a scuola il bambino e graverà sulle sue spalle tutti i giorni più volte al giorno. Per far si che lo scolaro porti lo zaino sulle spalle senza ripercussioni o danni alla schiena, è necessario puntare su qualità e sicurezza.

Il primo aspetto da considerare è il peso. Lo zaino pieno non dovrebbe pesare più del 10-15% del peso del bambino e, nei primi due anni di elementari il peso della cartella stessa non deve superare il chilo e mezzo. Carichi troppo pesanti possono causare problemi posturali e danni alla colonna vertebrale. Per questo motivo, è bene, al momento dell’acquisto, preferire materiali leggeri e anche impermeabili e facilmente lavabili.

Colazione bambini, due ricette gustose

Tutte le mamme lo sanno: una buona colazione è fondamentale per un corretto apporto energetico giornaliero. Durante la notte, infatti, l’organismo del bambino ha bruciato le calorie immagazzinate con la cena e, al risveglio, ha bisogno di un pieno di energia. E’ indispensabile, quindi, che il bimbo faccia una colazione sana e completa per poter svolgere al meglio tutte le attività quotidiane. Capita spesso che con l’inizio della scuola, i bambini, a causa della fretta o della poca voglia, saltano la colazione e si ritrovano a metà mattina con un grande buco nello stomaco. Per questo è importante stuzzicare l’appetito e la voglia dei bambini offrendogli al mattino alimenti gustosi e sfiziosi.

Oggi, a tal proposito, vogliamo proporvi due ricette per una colazione stuzzicante, gustosa, genuina e nutriente.

Il sonno della neomamma, conta solo la qualità.

Qual’è la cosa che manca di più ad ogni nuova mamma alle prese con il suo piccolo? Ovviamente il sonno! Quando in casa c’è un neonato dormire diventa secondario e durante il giorno ci si sente stanche e assonnate. Da una recente ricerca americana è emerso che in realtà le mamme riescono a dormire anche sette ore per notte, dunque una quantità di tempo soddisfacente, ma nonostante ciò si sentono comunque affaticate e depresse.


Sembra che il problema infatti non sia la quantità di sonno bensì la qualità, il sonno delle neomamme è frammentato
e soprattutto non è un dormire riposante poiché si tende ad essere sempre sul chi va la, con le orecchie ben aperte (inconsciamente) verso il minimo suono proveniente dalla culla.

Puliti in un lampo per arrivare puntuali a scuola

L’estate sta finendo e presto per migliaia di bambini si riapriranno le scuole. La calma, il dormire fino a tardi e, magari, il restare in pigiama tutto il giorno, lasceranno il posto a frenetiche corse contro il tempo per prepararsi in orario per la scuola. Molto spesso, le mamme fanno davvero tanta fatica a cacciare dal letto e a preparare i loro piccoli che, il più delle volte, non hanno nessuna intenzione di collaborare, anzi, fanno di tutto per perdere tempo, soprattutto per quanto riguarda il lavarsi. Esistono, però, dei piccoli trucchetti che permettono alle mamme di velocizzare la preparazione dei bimbi e di vincere la quotidiana battaglia contro il tempo.

Innanzitutto, è buona abitudine, per risparmiare minuti preziosi, fare la doccia o il bagno al bambino la sera prima in modo da evitare di farlo la mattina e di procedere, cosi, con una veloce lavata.

Il sonnambulismo nel bambino

Il sonnambulismo rientra nel novero delle parasonnie, termine con il quale si indicano tutte le anomalie che possono interessare, e disturbare, il sonno del bambino.

Cos’è il sonnambulismo

Il sonnambulismo, altrimenti detto attività automatica nel sonno, è un disturbo che generalmente fa la propria comparsa fra i quattro e gli otto anni di età (più raramente nei primi tre anni di vita) per risolversi spontaneamente durante l’adolescenza. E’ più facile che si verifichi se in famiglia ci sono stati altri casi ed interessa in ugual misura i maschietti e le femminucce. Ciascun episodio di sonnambulismo si protrae per circa dieci minuti, durante questo tempo il bambino può scendere dal letto, girovagare per casa e fare delle cose delle quali al risveglio non ha alcun ricordo.

Il sonnambulismo è un disturbo grave?

Il sonnambulismo del bambino non deve rappresentare un motivo di eccessiva preoccupazione per mamma e papà, come già detto il disturbo si risolverà spontaneamente nel corso dell’adolescenza. Tuttavia, è necessario rendere la casa più sicura possibile (ad esempio sbarrando porte e finestre e chiudendo l’accesso alle scale) per evitare che il piccolo possa farsi male durante un episodio.

Palermo, bonus da 1000 euro per i nati tra gennaio e giugno 2010

Tutte le mamme e i papà lo sanno: mantenere un figlio al giorno d’oggi può essere molto costoso. Spesso, le innumerevoli spese che la nascita di un bambino comporta in una famiglia incidono negativamente sulla decisione di avere un figlio. Per venire incontro alle esigenze delle famiglie, e in particolare di quelle più disagiate, le regioni e i comuni si sono adoperati con diverse agevolazioni come bonus nuovi nati, assegni famigliari, etc.. La Regione Sicilia, e in particolare il Comune di Palermo, ha scelto di destinare fondi a favore di molti genitori che hanno deciso di mettere al mondo un bambino. Nello specifico, il Comune di Palermo ha messo a disposizione un bonus bebè, dal valore di 1000 euro, per i nati tra il 1 gennaio al 30 giugno 2010. Sono valide, ai fini dell’ottenimento del bonus, anche le adozioni. Può presentare domanda per la concessione del bonus bebè un genitore o, nel caso di impedimento legale di questi, un soggetto esercente la potestà parentale.

Gli scacchi: un alleato prezioso per l’apprendimento

A settembre comincia la scuola e migliaia di bambini in tutta Italia si ritroveranno, di nuovo o per la prima volta, tra i banchi. Per molti di loro ci sarà una nuova materia un po’ particolare: gli scacchi. La Federazione Scacchistica Italiana, infatti, ha promosso già da qualche anno il progetto “Scacchi a Scuola” che mira alla diffusione del gioco degli scacchi nelle istituzioni scolastiche di diverse regioni italiane. Secondo la FSI, la disciplina scacchistica nelle scuole faciliterebbe la maturazione degli studenti e la crescita delle loro facoltà logiche, facendoli divertire allo stesso tempo. Praticare il gioco degli scacchi aiuta i bambini ad acquisire una maggiore capacità di concentrazione e d’intuizione, a stimolare le proprie competenze logiche e gestionali, a comprendere ed accettare i propri limiti e gli insuccessi, a rispettare le regole e l’altro. Gli scacchi, inoltre, possono essere praticati anche da alunni svantaggiati o disabili e possono favorire il recupero di alunni con diverse difficoltà di apprendimento.

Il gioco degli scacchi può essere inserito tranquillamente nell’iter formativo scolastico in quanto è strettamente collegato alle diverse discipline.

La sindrome da eccessiva ingestione di liquidi

Cos’è la sindrome da eccessiva ingestione di liquidi

Con il nome di sindrome da eccessiva ingestione di liquidi si indica un disturbo del sonno tipico del primo anno di vita del bambino. Il disturbo è caratterizzato da frequenti risvegli notturni ai quali segue l’impossibilità da parte del piccolo di riaddormentarsi se non dopo aver assunto liquidi quali acqua, latte, camomilla o tisane. La sindrome si diagnostica quando il piccolo si sveglia per bere almeno tre volte ogni notte e ingerisce una quantità di liquidi pari a 350 ml.

La sindrome da eccessiva ingestione di liquidi, le cause

Quando il bambino mette in atto questo comportamento per prima cosa bisogna accertarsi che alla base del disturbo non ci siano cause organiche. Il fatto che il piccolo si svegli frequentemente in piena notte per bere potrebbe far pensare, ad esempio, che sia affetto da patologie quale il diabete, che può manifestarsi proprio con una intensa sete notturna. Il pediatra prescriverà quindi, se opportuno, le analisi per il controllo della glicemia. Una volta esclusa questa eventualità è probabile che il bambino si svegli per abitudine e per ottenere il liquido che maggiormente gli aggrada.