La funicolocentesi o cordonocentesi, come e perché

funicolocentesi-cariotipoDopo averti descritto la villocentesi e l’amniocentesi, oggi è la volta di un altro esame invasivo effettuabile durante la gravidanza: la funicolocentesi o cordocentesi. Questo esame consiste in un prelievo di sangue fetale che viene effettuato inserendo, sotto costante guida ecografica, un ago del cordone ombelicale in prossimità del punto di inserzione nella placenta.

Le indicazioni che possono portare alla richesta da parte del ginecologo di effettuare una funicolocentesi possono essere dovute a dei risultati dubbi dell’amniocentesi, alla necessità di conoscere in tempi rapidissimi la mappa cromosomica del bambino (sospette malformazioni o sofferenza fetale) oppure al fatto che avendo la gestante già raggiunto le ventunoventidue settimane non ci sia tempo per aspettare i risultati di un’amniocentesi se si dovesse presentare l’eventualità di un aborto terapeutico nei tempi della legge 194. La funicolocentesi infatti restituisce i risultati in modo molto più veloce dell’amniocentesi.

Ecografia morfologica, cos’è e a cosa serve

ecografia morfologica

Le ecografie scandiscono i nove mesi della gravidanza; una tra le più importanti da effettuare è quella morfologica, che serve per valutare l’anatomia e la crescita corretta del feto, oltre a verificare la quantità di liquido amniotico e il punto di impianto della placenta. L’ecografia morfologica viene effettuata tra la diciannovesima e la ventitreesima settimana di gestazione ed è considerata di routine nel tipo di primo livello, mentre è su richiesta del medico quella di secondo livello.

L’ecografia morfologica di primo livello è un esame di routine e serve ad individuare eventuali anomalie fetali, come irregolarità cardiache, dell’apparato muscolo-scheletrico, di quello urinario o del sistema nervoso. Nonostante sia un’ecografia di routine, non sempre è possibile scoprire le eventuali malformazioni, soprattutto quelle meno conosciute.

L’ecocardiografia fetale, quando è necessaria

ecocardiografia-fetaleDurante la gravidanza ci sono alcuni esami da eseguire per monitorare il feto che non sono di routine ma che vengono prescritti nel caso in cui ci siano delle particolari patologie in famiglia oppure nel caso in cui esami precedenti abbiano dato dei risultati dubbi. Un esame di questi è la ecocardiografia fetale, un esame non invasivo molto sensibile nel diagnosticare le cardiopatie fetali. Un primo studio del cuore viene fatto di norma durante l’ecografia morfologica che si esegue intorno alla ventesima settimana ed è proprio in questa sede che il ginecologo potrebbe ricevere l’indicazione per un esame di secondo livello.

Cosa è l’ecocardiografia fetale?

L’ecocardiografia permette uno studio morfologico e funzionale del cuore e verifica l’andamento del ritmo cardiaco, questo esame si può effettuare dalla ventesima settimana in poi, anche se il periodo migliore per eseguirlo è proprio dalla ventesima alla ventiduesima settimana di gravidanza, in questo periodo infatti le dimensioni cardiache e l’ecogenicità (la qualità con la quale gli ultrasuoni riescono a vedere, è come dire essere fotogenici) legata alla posizione fetale consentono una buona attendibilità dell’esame.

I valori delle Beta-HCG in gravidanza

beta-hcg-gravidanzaFinalmente sei andata in farmacia e hai comprato il test di gravidanza, tra l’emozione e la paura di un fallimento lo hai fatto ed è risultato positivo. Ora per avere una maggiore certezza e per capire meglio in quale settimana ti trovi vuoi andare a fare un prelievo del sangue per il dosaggio delle Beta HCG.

Cosa sono le Beta HCG?

La Gonadotropina Corionica Umana meglio conosciuta come Beta HCG è l’ormone fondamentale nelle prime fasi della gravidanza e per tutto il primo trimestre di gestazione, questo ormone viene prodotto dal trofoblasto un tessuto destinato a trasformarsi nella placenta.

Come abbiamo raccontato nella Guida della gravidanza, dopo una settimana circa dal concepimento l’ovulo fecondato si annida nell’utero e solo in quel momento inizia la produzione di Beta HCG, ovviamente parlo di un ciclo regolare in cui l’ovulazione è avvenuta nel 14 giorno dall’inizio delle mestruazioni.

La villocentesi: cos’è e come avviene

villocentesi

Un esame simile all’amniocentesi per verificare se ci sono malformazioni nel feto è la villocentesi che consiste nell’asportazione di alcuni villi coriali, ovvero dei frammenti tessutali della placenta, tramite un ago inserito nella zona sotto all’ombelico. La villocentesi non è dolorosa, tanto che non richiede né l’anestesia totale né quella parziale.

In genere viene effettuata dopo la decima settimana di gravidanza fino alla dodicesima, cioè durante quel periodo della gestazione in cui, attraverso i villi coriali è possibile studiare il feto; dopo l’asportazione dei villi alla donna viene iniettata per via intramuscolare una dose di immoglubina AntiD, che serve ad evitare il contatto del sangue della mamma con quello del feto. Questo incontro non deve avvenire in quanto il sangue della gestante potrebbe immunizzarsi perchè non riconosce il sangue del bambino, provocando serie conseguenze.

SmarTest: la nuova tecnica non invasiva per sapere se il bambino sarà sano

SmarTest

Sapere se il proprio bambino nascerà sano è il desiderio legittimo di tutti genitori; oggi la scienza dispone di tecniche che, pur offrendo un responso sicuro, possono mettere a rischio la gravidanza, in quanto sono considerati test invasivi. Per rimediare ai limiti di questo tipo di tecniche, alcuni ricercatori di Catania hanno messo a punto un test sicuro ed affidabile che si effettua su un campione di sangue prelevato alla mamma; questo test è stato brevettato con il nome di SmarTest, ovvero Simple, maternal, antenatal, rapid test.

I test che permettono di sapere lo stato di salute del feto si dividono in due categorie: quelli cosiddetti invasivi e quello di screening; al primo gruppo appartengono l’amniocentesi e la villocentesi, che vengono effettuati prelevando con un ago delle sostanze contenute nell’ambiente uterino.

Alla categoria dei test di screening fanno parte gli esami diagnostici che si effettuano prelevando del sangue venoso dalla mamma, per individuare particolari sostanze che in caso di malattie cromosomiche si presentano in quantità elevate. Questi esami hanno il pregio di non comportare nessun rischio per la gravidanza, ma non sono in grado di garantire risultati sicuri al 100%.

Il diabete gestazionale: cos’è e come si cura

diabete gestazionaleIntorno alla 26° settimana di gravidanza nel caso in cui si dovesse presentare un elevato valore di glicemia potreste essere sottoposte al Test di Carpenter (chiamato anche Mini-Curva da carico di glucosio): questo per valutare se avete sviluppato o meno il diabete gestazionale.

In caso di risposta affermativa immagino che la vostra reazione sarà, comprensibilmente, di panico: se nei 9 mesi di gravidanza accade, come in questo caso, qualcosa di non preventivato comincerete a preoccuparvi in misura maggiore sia della salute vostra che di quella della creatura che portate in grembo.

E’ pericoloso il diabete gestazionale?

Quello che posso dirvi è che il diabete gestazionale diagnosticato prevententivamente non dovrebbe dare luogo a conseguenze particolari, alle volte può accadere che il feto possa soffrire di macrosomia e cioè che sia più pesante del normale; bisogna inoltre ricordare che si tratta di una patologia molto frequente nelle donne in gravidanza.

Il monitoraggio fetale

monitoraggio-fetaleSei quasi arrivata al termine della gravidanza e il ginecologo ti ha prescritto una serie di monitoraggi da eseguire ogni sette giorni a partire dalla 36esima settimana. Il monitoraggio è uno strumento importante per valutare il benessere del tuo bambino, è semplice da fare e non ha nessun tipo di controindicazione. Anche chiamato cardiotocografia, il monitoraggio controlla attraverso gli ultrasuoni il battito fetale e le sue variazioni in corrispondenza di eventuali contrazioni uterine.

Quando andrai ad eseguirlo ti faranno sedere in poltrona oppure ti faranno sdraiare su di un lettino e ti collegheranno al macchinario che è composto da due fasce elastiche e due trasduttori, uno serve a rilevare il battito cardiaco, e verrà collocato nel punto dove troveranno la migliore percezione del battito del feto: registrerà le variazioni delle pulsazioni e le trasmetterà all’apparecchio, che le riporterà su una striscia di carta. Il secondo strumento è un misuratore meccanico delle contrazioni uterine, che ti verrà posizionato in corrispondenza del fondo dell’utero: quando questo si contrarrà, effettuerà una pressione sul rilevatore, che la trasmetterà all’apparecchio quindi sulla striscia di carta.

Influenza A, il vaccino e i bambini: il punto della situazione

vaccino-influenza-A-per-i-bambiniVirus H1N1, influenza A, Suina. Tanti nomi e un unico comune denominatore: pandemia. Ormai molte città del nostro paese sono ufficialmente entrate, a dispetto delle previsioni che la volevano a dicembre, nella fase di picco di diffusione. E la fascia di popolazione maggiormente colpita è quella dei bambini, soprattutto sopra i 5 anni, gli asili sono svuotati, i medici di base non sanno come fronteggiare un afflusso massiccio e soprattutto l’industria delle notizie sta cavalcando l’onda di panico a volte proponendo a volte sconsigliando il vaccino contro l’influenza A.

Ma cosa sta veramente accadendo? Perché c’è così poca chiarezza e le comunicazioni che arrivano dal Ministero della Salute circa la necessità di vaccinare i bambini contro l’influenza A sono diametralmente opposte alle indicazioni dei pediatri di base e dei medici in generale che invece la sconsigliano?

La flussimetria materno fetale

flussimetria

La flussimetria materno-fetale, detta anche velocimetria Doppler, è una tecnica ecografica che permette di valutare lo stato di salute del feto attraverso l’analisi del flusso del sangue che lo nutre. Si basa sul cosiddetto effetto Doppler, ossia sulla variazione di frequenza che si ottiene quando un fascio di ultrasuoni (emesso in questo caso dalla sonda ecografica) incontra e viene riflesso da un corpo in movimento. In particolare, quando gli ultrasuoni attraversano un vaso sanguigno vengono riflessi dai globuli rossi e poichè questi sono appunto in movimento la frequenza del fascio di ultrasuoni di ritorno sarà diversa dalla frequenza originaria.

Proprio l’analisi di tale variazione di frequenza informa sulla velocità del flusso sanguigno e, indirettamente. sul livello di benessere e ossigenazione fetale. La flussimetria si rende necessaria, ed ha un senso, solo quando la gravidanza si presenta  a rischio, quando cioè si evidenzia un accrescimento del feto ridotto rispetto all’epoca gestazionale. Non si tratta quindi di un controllo di routine. A venir eseguite sono la flussimetria materna delle arterie uterine e la flussimetria fetale dell’arteria ombelicale e dell’arteria cerebrale media. In entrambi i casi si tratta di analisi innocue e indolore.

La translucenza nucale

translucenza nucale

Con il termine translucenza nucale (Nucal Transluncency, NT) si indica una raccolta di liquido presente nella nuca del feto durante il primo trimestre di gravidanza indagabile mediante una ecografia eseguita da un medico competente e attraverso l’uso di un apparecchio di potenza adeguata. L’esame della translucenza nucale ha assunto negli ultimi anni una grande importanza poichè talvolta un suo aumento di volume è legato a patologie cromosomiche quali la Sindrome di Down e la trisomia 18.

Più precisamente, lo studio della translucenza nucale si è sviluppato come metodo di indagine non invasivo per l’individuazione della Sindrome di Down, anomalia cromosomica nota anche come trisomia 21, nel feto. Molti feti affetti da questa patologia presentano infatti un aumento del volume della translucenza nucale,  aumento che comunque può verificarsi anche in presenza di anomalie congenite non cromosomiche, come quelle cardiache.

Esami in gravidanza: il calendario mese per mese

esamiingravidanzaVuoi avere un quadro generale di tutti gli esami che si possono eseguire in gravidanza? Ecco uno schema riassuntivo raggruppato secondo il termine ultimo in cui poterli eseguire. Fai attenzione però qui sono riportati tutti gli esami eseguibili in gravidanza, sia quelli consigliati che quelli facoltativi.

Esami eseguibili entro la 13° settimana di gravidanza:

CONSIGLIATI:

  • Emocromo
  • Gruppo sanguigno AB0 e Rh
  • Test di Coombs indiretto: in caso di donne Rh negativo il test deve essere ripetuto ogni mese
  • Funzionalità epatica (AST, ALT, bilirubinemia totale e diretta)
  • Virus Rosolia IgG e igM (se siete in possesso di documenti attestanti l’immunità ovvero IgG positive e IgM negative, portateli al controllo)
  • Toxoplasmosi IgG e IgM: in caso di IgG negative ripetere ogni 30-40 giorni fino al parto
  • Citomegalovirus IgG e IgM: in caso di IgG negative ripetere ogni 30-40 giorni fino al parto
  • Anticorpi anti Treponema Pallidum (agente causale della Sifilide)
  • Anticorpi anti HIV (virus responsabile dell’ AIDS)
  • Citomegalovirus IgG e IgM
  • Parametri emocoagulativi (PT, PTT, INR, ATIII)
  • Gruppo sanguigno (se non si possiede il tesserino che lo documenta)
  • HBsAg e anticorpi anti HCV
  • Elettroforesi dell’emoglobina
  • Glicemia
  • Esame urine completo
  • Misurazione della pressione arteriosa e del peso corporeo
  • Ecografia ostetrica

FACOLTATIVI:

  • Test combinato (bi test + translucenza nucale)
  • Villocentesi
  • Pap test (consigliato se non effettuato nei due anni precedenti il concepimento)

La Toxoplasmosi in gravidanza

toxoplasmosi-gravidanzaLa Toxoplasmosi, come la Rosolia e il Citomegalovirus, è una malattia pericolosa se contratta in gravidanza. L’animale più temibile per la diffusione dell’infezione è il gatto che eliminando il parassita con le feci, contamina il terreno. Questa malattia viene trasmessa all’uomo con l’ingestione di carni poco cotte o crude, ingerendo verdura o frutta non lavata, venendo a contatto con terreno contaminato dal parassita.

L’infezione da Toxoplasmosi negli individui sani passa solitamente inosservata per la quasi totale mancanza di sintomi, a volte la si può scambiare per una banale influenza. I sintomi più comuni sono mal di testa, astenia, ingrossamento dei linfonodi. Più raramente si possono avere manifestazioni febbrili con interessamento epatico, polmonare, miocardico. Di regola, guarisce spontaneamente.

Il citomegalovirus in gravidanza

citomegalovirusIl citomegalovirus (CMV) è un virus che provoca una malattia normalmente non grave. Nella grande maggioranza dei casi non si presentano neppure i sintomi, in un 10% dei casi invece si manifesta in modo simile all’influenza o alla mononucleosi. Chi ha già avuto la malattia non è immune, quindi può nuovamente contrarla. L’infezione da CMV può essere pericolosa se contratta durante la gravidanza, perché il virus può superare la placenta e contagiare il feto.

Non sempre però questo succede. Il rischio di trasmissione infatti varia a seconda che si tratti di una prima infezione, cioè se è la prima volta che la madre contrae la malattia, oppure di una re-infezione. Nel primo caso il rischio di trasmissione al bambino corrisponde a 3-4 casi ogni 10 gravidanze, mentre nel secondo caso la trasmissione è molto più rara e si verifica al massimo in 2 casi ogni 100 gravidanze. Quindi per chi ha contratto l’infezione prima della gravidanza il rischio è molto basso.