Ieri era il giorno dedicato alla Commemorazione dei Defunti, e probabilmente molte di voi avranno rivolto un pensiero ai vostri cari che non ci sono più. Se avete l’abitudine di celebrare questa ricorrenza con una visita al cimitero, forse i vostri bambini vi avranno rivolto delle domande in proposito, mettendovi di fronte a uno degli interrogativi che più impensieriscono i genitori: che cos’è la morte? Perché si muore, e che succede poi?
Puericultura, Educazione
Dormire a contatto con la mamma migliora il sonno del neonato
Tanto si è detto e tanto probabilmente si dirà su questo tema: bebè a letto con i genitori. C’è ovviamente lo schieramento dei favorevoli, che tengono il cucciolo nel lettone già da piccolissimi (quando sarebbe meglio, per questioni di sicurezza, lasciarlo dormire nella culla) e quelli dei contro a tutti i costi in difesa dell’intimità matrimoniale. Secondo un nuovo studio dell’University of Cape Town, in Sudafrica, i bambini che dormono a stretto contatto con la mamma riposano di più e meglio.
I bambini più maleducati in vacanza? Quelli italiani.
Non bastava la crisi economica e le risatine dei leader europei in mondovisione. Ora a farci fare brutta figura in Europa ci si mettono anche i nostri figli. Emerge infatti da uno studio recente che i bambini italiani in vacanza sono i più indisciplinati.
Scuola dell’infanzia: meglio le classi omogenee o quelle eterogenee?
Ormai la scuola dell’infanzia è iniziata da più di un mese, gli inserimenti dovrebbero essere terminati e la classe in cui il nostro bambino è stato inserito ha ormai raggiunto il suo assetto definitivo. Da istituto a istituto però, in virtù dell’autonomia scolastica, la composizione delle classi può seguire due criteri opposti tra loro: le classi possono infatti essere omogenee per fasce d’età (tutti bambini di 3 anni nella prima classe, di 4 nella seconda e di 5 nella terza) oppure eterogenee (bambini di 3, 4 e 5 anni nella stessa classe).
Biscottini per Halloween a forma di ossa per le feste dei bambini
Questo weekend cade la festa di Halloween. Ci sono famiglie che si stanno organizzando per celebrare la notte delle streghe con i bambini e famiglie invece che prendono le distanze da questa, che da molti è considerata una ricorrenza pagana e soprattutto “commerciale”. I bambini però ne vanno matti, perché è una sorta di Carnevale tematico e l’occasione per divertirsi con tante maschere e dolcetti. Per loro quindi, oggi, vi propongo una ricetta deliziosa: i biscotti a forma di ossa.
Sono buoni e caserecci, quindi possono essere davvero una merenda gustosa, inoltre sono belli. In questi pomeriggi di pioggia (direi perfettamente a tema con Halloween) possono rappresentare anche un passatempo. Non è facile tenere lontani i bambini dalla tv e dal computer, così come non è facile solleticare la loro curiosità. Vi assicurò però che fare i biscotti è davvero fantastico: è un gioco creativo e manuale e al tempo stesso avranno la sensazione di fare qualcosa di concreto, magari da regalare agli amici o da offrire al papà, quando rientra stanco dal lavoro.
Halloween: quando il bambino ha paura delle maschere
Halloween è una festa di origine anglosassone amata dai bambini quanto gli adulti. Al sopraggiungere dell’inverno le persone sentono il bisogno di esorcizzare le paure arcaiche, legate alla morte. Ma non tutti i bambini si fanno coinvolgere in modo sereno a questa festa fatta di travestimenti più o meno macabri e di “dolcetto o scherzetto”. C’è chi vive questa festa con gioia e allegria, ma anche chi ne ha paura, mostrando segni di ansia alla vista delle maschere e dei travestimenti. Se il bambino scoppia in pianto oppure ha un’attacco d’ira è prevedibile che l’adulto cercherà di rassicurarlo e di fargli capire il significato e il lato giocoso di Halloween.
Essere troppo ansiose e iperprotettive è un reato
Ci sono genitori troppo apprensivi. È normale guardare il proprio cucciolo crescere e sentire la necessità di proteggerlo da tutto, questo però non deve impedirgli di fare le sue esperienze (ovviamente in base all’età). Spesso però non è così semplice trovare una misura. È proprio vero: il lavoro di genitore s’impara solo sul campo e sbagliando. Attenzione però perché una donna è stata condannata a un anno e quattro mesi per essere stata troppo ansiosa.
Allarme pedofilia online: siti in aumento del 47%
La cosa che più spaventa i genitori forse è la pedofilia. Ci sono tanti pericoli là fuori, ma questo resta davvero un’angoscia tremenda per chi ha figli. Il timore che qualcuno li possa avvicinare, fargli del male è tale che la tentazione è quella di tenerli lontani da tutto e tutti. Razionalmente sappiamo che non serve a nulla e che purtroppo le strade non solo l’unico luogo insicuro. Lo è anche Internet, ed entra nelle nostre case senza chiedere permesso.
Lo spot della Vodafone è diseducativo?
Lo spot della Vodafone è l’esempio di come i genitori non dovrebbero educare i figli.
A prendere questa presa di posizione è la Società Italiana di Pediatria (SIP) che – dopo ululanti proteste di genitori e pediatri apparse nei giorni scorsi su blog e social network – scende in campo contro il messaggio pubblicitario lanciato dall’azienda produttrice di telefonini. Lo spot mostra un bambino che in assenza dei genitori ne combina di tutti i colori, i quali s’interrogano e alla fine accennano a un sorriso comprensivo.
Giochi dei ragazzi e condizionamento dei genitori
Il gioco e il tempo libero sono tra i principali fattori di crescita ed infatti sono stati riconosciuti in campo internazionale, anche a livello giuridico, come insopprimibili diritti di cui l’intero pianeta infanzia deve godere. Il gioco è considerato fondamentale per i bambini anche perché giocando essi acquisiscono la capacità di relazionarsi con gli altri, oltreché di confrontarsi con se stessi.
I genitori di oggi riconoscono ancora questa importanza?
Bambini più bravi a scuola con il “tutorato fra pari”
Tra i banchi di scuola nascono delle vere e proprie amicizie. I più fortunati (ma anche i più bravi) sono in grado di portarsi questi affetti per tutta la vita. I compagni sono una spalla per affrontare le difficoltà scolastiche, sono un buon motivo per staccarsi dai genitori e sono anche la scusa giusta per trovare la propria indipendenza. Ma c’è di più, possono essere anche un sostegno per migliore il rendimento scolastico.
Figlio di 41 anni non vuole andare via di casa: i genitori si recano dall’avvocato
A volte i bambini non vogliono lasciare il nido. È umano che facciano fatica a staccarsi da mamma e papà e che la paura di essere soli possa inibire il loro comportamento, è un po’ più preoccupante quando i figli, ormai adulti, continuano a stare a casa. Bisogna ammettere che spesso non si tratta di una reale scelta, ma di un problema economico: l’indipendenza costa davvero un’esagerazione.
A scuola con un anno di anticipo: un’opportunità o un fardello?
Dalla riforma Gelmini in poi, è il quesito che si trovano ad affrontare tutti i genitori di bambini nati nei primi mesi dell’anno (fino al 30 aprile, per la precisione): lo mando alle elementari con un anno di anticipo, o no? Il mio primo figlio è di febbraio, e quindi l’ardua decisione molto presto toccherà anche a noi. Ho pensato di condividere i miei dubbi con voi, e magari portare – e ricevere – qualche spunto di riflessione per ragionare insieme.
Il sorriso del bambino per comprendere il suo stato di salute
Comprendere lo stato emozionale del proprio figlio è fondamentale per essere tempestivi nel soddisfare i suoi più impellenti bisogni, specialmente se è neonato e non può parlare.
Non sempre ciò è semplice, il sorriso però sembra essere un’ottima guida, oltre che uno stupefacente naturale per la mamma.
Anche se nei primi giorni di vita, il sorriso dei bambini è generico e non propriamente consapevole, in ogni caso esso testimonia qualcosa, in relazione all’età del bambino stesso, qualcosa che i genitori dovrebbero imparare ad interpretare.