Il pisolino pomeridiano migliora le capacità cognitive dei bambini

sonno e capacità cognitive bambini

Secondo uno studio americano, il sonnellino pomeridiano aiuterebbe i bambini ad imparare meglio e a migliorare le loro capacità cognitive. La ricerca è stata presentata al congresso dell’American Association for the advancement of Science di San Diego, ed ha dimostrato, analizzando 48 bambini di 15 mesi, come il sonno è indispensabile ai fini dell’apprendimento.

L’importanza del sonno è ormai cosa nota, in quanto serve ad assolvere alle funzioni vitali necessarie alla crescita; non a caso un neonato può dormire fino a 15 ore giornaliere, che andranno calando entro il primo anno di vita, fino ad arrivare all’assestamento del ritmo del sonno. In ogni caso, il riposo pomeridiano ha la sua importanza a qualsiasi età; lo studio americano si è svolto facendo imparare ai bambini un nuovo linguaggio simile all’inglese; una parte di essi ha potuto far un sonnellino durante l’apprendimento, mentre l’altra parte ha continuato a giocare per tutto il tempo.

I bambini sono obesi e i genitori non se ne accorgono

bambini obesi i genitori non se ne accorgonoL’obesità infantile è in aumento e la maggior parte dei genitori (ovviamente non tutti) sembra non accorgersene. Questo è il preoccupante quadro emerso da una ricerca olandese condotta su oltre 800 genitori e 439 bambini fra i 4 e i 5 anni.

Ai genitori sono stati chiesti il peso e l’altezza dei figli, sono stati misurati loro stessi e poi grazie ad alcune domande si è cercato di capire come loro vedessero i propri figli. E queste sono state le parole di Pieter Sauer, il pediatra che ha coordinato la ricerca

i genitori giudicano correttamente il proprio peso, sanno di essere sovrappeso od obesi. Quando però viene chiesto loro di indicare la sagoma che più si avvicina al figlio fra 7 diverse possibili, tutti i genitori dei bimbi normopeso scelgono una figura più magra. Purtroppo succede anche ai papà e alle mamme dei bimbi con problemi di peso: il 75 per cento dei genitori pensa che i bimbi in sovrappeso siano in realtà normopeso e li “riducono” di almeno una taglia. Un genitore di bambini obesi su due non riconosce il problema del figlio e lo vede come se fosse di almeno tre taglie più magro

Viaggiare in aereo con i bambini

viaggio-bambino-aereoQuando tu e tuo marito eravate soli eravate abituati a prendere e partire da un momento all’altro? Sentite la nostalgia di quella meravigliosa sensazione che solo la visita di un paese sconosciuto vi sa dare? Volete fare un viaggio in aereo con i vostri bambini ma avete mille domande nella testa? Vediamo di risolvere tutti i vostri dubbi. Partiamo con la prima regola di base, quando si acquista un biglietto aereo per i bambini viene subito chiesta l‘età del piccolo, un dato fondamentale visto che se lui ha meno di 24 mesi rientra nella categoria degli infant, non necessita di posto a sedere e dunque viaggia praticamente gratis. In caso contrario, cioè dai due anni in poi, il bambino diventa child e  purtroppo si ritrova a pagare quasi l’intero prezzo del biglietto, avendo bisogno di un suo posto a sedere. Raramente alcune compagnie aeree effettuano degli sconti per i child.

I corsi di preparazione al parto, la presenza del padre è importante

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Oggi più che mai l’attesa di un figlio si configura per molte donne come una delle fasi di vita più delicate, non solo dal punto di vista fisico, ma anche, e soprattutto, dal punto di vista psicologico; la gravidanza e, quindi, la nascita, impongono infatti un ripensamento radicale degli equilibri pre-esistenti tanto nella donna, quanto nella coppia e/o nella famiglia già costituita laddove ci siano altri figli.

Inoltre, come accennavo qualche giorno fa, oggi le future madri non si “limitano” più come un tempo a chiedersi se il proprio figlio sarà sano, confidando per questo nel buon Dio o nella sorte, ma già dal primo istante in cui apprendono di essere in gravidanza si sentono sovraccariche di ansie, paure, aspettative e responsabilità che le loro madri probabilmente non sentivano; almeno non negli stessi termini.

Già a sei mesi i bambini capiscono se vengono presi in giro

neonati e scherzi

A sei mesi i neonati riescono ad accorgersi se vengono presi in giro e si arrabbiano se se ne rendono conto; a sostenerlo è una ricerca condotta dall’università di York e pubblicato sulla rivista scientifica Infancy. Una ricerca precedente sosteneva che fino ai nove mesi i bambini non sono in grado di distinguere se una cosa si può fare oppure no, ma il nuovo studio inglese contraddice questa teoria.

I ricercatori dell’università di York hanno studiato 40 neonati di sei mesi di vita sottoponendoli a un test davvero singolare: nella metà dei casi l’adulto poteva dare loro un giocattolo ma non lo faceva deliberatamente, nella l’altra metà non era in grado chiaramente di farlo. Nel primo caso i bambini capivano la presa in giro e si dimostravano infastiditi e arrabbiati, mentre nel secondo, i neonati comprendevano la buona fede degli adulti e rimanevano tranquilli.

Il bilinguismo si sviluppa già durante la gestazione

bilinguismo sviluppo in gestazione

Abbiamo già parlato del bilinguismo; torniamo a farlo perché secondo i risultati di uno studio condotto dai ricercatori della università di British Columbia e della Organizzazione francese per lo sviluppo e la cooperazione economica il bilinguismo si svilupperebbe già nel corso dei nove mesi gestazione se il feto viene esposto al doppio linguaggio parlato delle madri.

Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno esaminato due gruppi di donne, che parlavano rispettivamente solo inglese o inglese e filippino mentre erano incinte, e sui loro neonati.

gli studiosi hanno condotto test sui bambini analizzando l’ intensità del riflesso del succhiare, che aumenta quando i piccoli vengono sottoposti ad uno stimolo e, nel caso dei linguaggi, quando i neonati ascoltano una lingua che comprendono rispetto ad una che non capiscono

Ecco quanto costa un bambino nel primo anno di vita

spese bambino nel primo anno di vita

L’altra sera all’interno del TG5 ho sentito un servizio molto interessante e relativo alle spese che dei neo genitori devono sostenere nel corso del primo anno di vita del loro piccolo. Ebbene le cifre sono molto alte e in questi tempi di crisi probabilmente sono molte le coppie che (per il momento) accantonano proprio per questo motivo l’idea di allargare la famiglia.

Spulciando un po’ nel web ho trovato un’interessante inchiesta di Federconsumatori relativa proprio alle spese che si devono sostenere per mantenere un bambino nel suo primo anno di vita. Pensate che si va da un minimo di euro 5.828 ad un massimo di euro 12.988: cifre alte e che rispetto al 2008 sono aumentate rispettivamente del 4% e del 3%.

Subito dopo il salto due interessanti tabelle estrapolate dal sito Federconsumatori relative alle varie spese suddivise per tipologia.

Obesità e parti prematuri: ecco il legame

obesità e parti prematuri

Come abbiamo scritto diverse volte l’aumento di peso in gravidanza non deve essere eccessivo, e possibilmente, neanche quello prima di essa, in quanto l’aumento di peso della gestante influisce sulla durata della gravidanza, e può determinare quindi, un parto prematuro. Secondo lo studio di un gruppo di ricercatori della Boston University School of Medicine, dello Slone Epidemiology Center e della Boston University School of Public Healt, pubblicato sull’autorevole rivista Epidemiology, obesità e parti prematuri sarebbero direttamente collegati.

Obesità e parti prematuri: ecco il legame

Si parla di parto prematuro quando il neonato nasce prima della trentasettesima settimana di gravidanza, e secondo le stime, in Italia sarebbero circa 6.000 i parti precoci ogni anno; certamente il peso non è l’unico fattore che determina una nascita pretermine, ma di sicuro ha molta influenza.

Un’esperienza di vita, tre giorni in un reparto di neurochirurgia infantile

bambini-malati-neurochirurgia-infantile-gemelliBuongiorno mamme, oggi voglio raccontarvi una storia, una cosa personale che però credo possa essere utile anche a voi, sotto molti punti di vista. Per me oggi è un giorno speciale perché dopo tre anni è la prima mattina che mi sveglio senza lo stesso pensiero fisso nella mente. Due giorni fa la mia piccolina è stata sottoposta ad un intervento chirurgico per togliere quella che i medici chiamavano “tumefazione”, un bozzetto che aveva sulla testa e con la quale è nata. Una cosa che cresceva con il tempo e che nessuno medico ha saputo dire cosa fosse, nonostante avesse fatto ecografie, tac e radiografie. Dopo aver girato diversi medici, ho avuto il nome di un professore di neurochirurgia infantile del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, Concezio Di Rocco che mi ha consigliato di asportare la ciste. Sono passati i mesi e un bel giorno siamo stati chiamati per l’operazione, la paura ci divorava e non sapevamo se essere felici di poter mettere (speravamo) la parola fine a questo incubo oppure essere spaventati da quanto ci aspettava.

Test casalingo per scoprire infertilità maschile

infertilità maschile e test casalingo

Abbiamo già affrontato il discorso relativo all’infertilità e di come possa dipendere sia dall’uomo che dalla donna; non dimentichiamoci poi che in certi casi la causa resta sconosciuta. In questo articolo focalizzerò l’attenzione sull’uomo; pensate che nel corso degli ultimi 50 anni la percentuale di milioni di spermatozoi per millilitro si sarebbe quasi dimezzata. Per questo motivo circa il 35% dei casi di infertilità ha una causa maschile.

Un istituto di ricerca olandese ha ideato un test ad hoc per scoprire se si è fertili e di quanti spermatozoi attivi si dispone. Pensate che questo test proprio come se fosse un test di gravidanza si può tranquillamente fare a casa; si tratta di uno strumento con un chip della lunghezza di dieci centimetri che in pochi istanti è in grado di fornire già la risposta.

Per le mamme è stressante accompagnare i figli a scuola

bambini in auto e mamme stressateSecondo i risultati di una ricerca commissionata dalla Uniroyal, brand del gruppo Continental Rubber (produttore europeo di pneumatici) il momento di massimo stress per le mamme è quando devono prendere l’auto ed accompagnare i figli a scuola.

Pensate che il 45% delle intervistate stressate aggredisce con urla gli altri guidatori; va detto che questo comportamento influisce in maniera negativa anche sui bambini che in quel momento di trovano in macchina.

Quando i neonati iniziano a sorridere?

sorriso neonato

Il sorriso è un’espressione innata che il neonato fa fin dalla prima settimana di vita; in questa fase iniziale il sorriso non ha una funzione comunicativa, bensì è una mera reazione fisiologica, generalmente associata e prodotta da sensazioni di benessere. Questa specie di sorriso si manifesta con uno stiramento delle labbra e spesso compare dopo la poppata, quando il bimbo si addormenta, oppure in seguito ad uno stimolo esterno, come un massaggio o una coccola particolarmente gradita. Secondo gli studiosi, questo sorriso corrisponderebbe alla volontà del piccolo di attirare l’attenzione della madre.

Dalla quarta o quinta settimana di vita compare il primo vero sorriso, riconoscibile dallo stiramento dei muscoli del viso e dalla luce più intensa degli occhi. Dopo il primo mese di vita il sorriso del bambino è stimolato dai rumori acuti, in quanto riesce a riconoscere suoni simili a quelli sentiti attraverso il pancione della mamma; in questa fase si tratta ancora di un sorriso “generico”, ovvero che il bambino riversa a tutti coloro che interagiscono con lui, in quanto non riesce a distinguere un viso dall’altro.

Youtube e la funzione Safety Mode

youtube safety mode

Bambini e internet: un connubio che a volte può essere pericoloso soprattutto quando i più piccoli utilizzano il computer senza la presenza di un adulto e quando usano Youtube.

Per far sì che i più piccoli possano quindi navigare in sicurezza Google ha creato “Safety Mode”, una vera e propria opzione di sicurezza. Un filtro che ha di fatto esteso le funzioni Google della sua piattaforma di condivisione video. Jamie Davidson associate product manager di Google in un post del blog aziendale ricorda che nessun filtro è sicuro al 100%, ma questa nuova applicazione potrà dare un maggiore controllo.

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Autismo: bambini prematuri più a rischio

autismo e bambini prematuriTorniamo nuovamente a parlare di autismo e neonati prematuri perché secondo i risultati di una ricerca compiuta da alcuni ricercatori della University college di Londra i rischi di andare incontro e quindi di sviluppare una serie di disturbi dell’ autismo sarebbero più alti proprio nei bambini prematuri.

Problemi che vanno dall’autismo vero e proprio fino alla sindrome di Asperger.