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Bambini plusdotati, il corso per formare insegnanti qualificati

Torniamo a parlare dei bambini plusdotati: sono piccoli con grandi potenzialità che, però, proprio per questo, tendono a isolarsi e a vivere emarginati. Aiutarli nella crescita non è facile. Non pensiate che questi bambini siano un caso raro, perché, secondo stime internazionali, rappresentano il 10%. Finalmente si sta pensando di fare qualcosa di concreto, come “addestrare” insegnanti qualificati, capaci di riconoscere il disturbo e aiutarli. Come sempre, in prima linea troviamo l’Aistap (Associazione italiana per lo sviluppo del talento e dalla plusdotazione).

Aistap organizzerà a Milano un corso di formazione biennale per insegnanti, sul modello di quelli organizzati in Europa dall’Echa (European Council for High Ability). La formazione alternerà lezioni teoriche a esercitazioni pratiche e in cattedra interverranno docenti internazionali. È davvero un’iniziativa importante che segna un’apertura nei confronti dei piccoli geni.

La famiglia perfetta? Quella con due figlie femmine

Prima di sognare la famiglia tipo (quella con due bambini: un maschio e una femmina), facciamo largo nella nostra mente a un nuovo modello: quello con due bambine. Proprio così. Secondo uno studio inglese, pubblicato sul sito per genitori “bounty.com”, la combinazione ideale prevede due figlie femmine.  Forse guardando le vostre bambine litigare e tirarsi i capelli, non avevate avuto questo sospetto, ma gli esperti ne sono sicuri.

Chiudiamo nel cassetto quindi il luogo comune “tanti auguri e figli maschi”, liberandoci di quello che sembra ormai un augurio maschilista. La ricerca ha analizzato più di 2 mila famiglie, con dodici diverse combinazioni di figli tra maschi e femmine. Esclusi solo i figli unici, mentre sono state prese in esame le situazioni fino a quattro figli. Ecco, quest’ultima è quella più sconsigliata: in casa con troppi bambini si litiga assai.

Le bambine di 11 anni bevono più alcol delle mamme

Gli adolescenti consumano molto, forse troppo, alcol. Questo è un dato assodato, di cui abbiamo recentemente parlato anche nelle nostre pagine. Il guaio è che la fascia di età continua a diventare sempre più bassa: sotto la famosa soglia teen. Secondo quanto è emerso durante l’Alcohol Prevention Day all’Istituto Superiore di Sanità, sono a rischio il 15,8% dei bambini sopra gli 11 anni.

Undici anni vuol dire scuola elementare e ci sarebbe da chiedersi come riescano a entrare in contatto con l’alcol bambini così piccoli. Ci sono delle distinzioni di genere e di età: tra i piccolini bevono di più i maschietti delle femminucce, mentre verso i 16 anni la cattiva abitudine diventa simile in entrambi i sessi e comprende 475 mila minori.

Terremoto L’Aquila, un bambino su 15 è ancora traumatizzato

Il terremoto fa paura ai grandi, figuriamoci ai piccoli. Sono passati due anni dal grande sisma che ha distrutto L’Aquila e i paesi limitrofi. Da quell’evento la regione italiana non si è ancora ripresa: purtroppo ci sono ancora molte macerie da ricostruire. Ma non è solo una questione strutturale, anche il cuore e la mente delle persone portano ferite profonde. Un bambino su quindici rivive ancora lo stesso attimo drammatico, prova paura intensa, senso d’impotenza e orrore: sintomi di una sindrome postraumatica da stress non superata.

È questo il risultato della prima indagine promossa dall’Ordine dei ministri degli infermi Camilliani con il coordinamento scientifico dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, il sostegno della Caritas italiana e la collaborazione dei pediatri abruzzesi. Il campione si basa su circa 2 mila bambini abruzzesi.

Carenza di ferro nei ragazzi e obesità

Stanchezza, spossatezza e difficoltà di concentrazione sono gli effetti provocati da una carenza di ferro di primo livello, cioè da una carenza che non è ancora patologica, ma che può diventarlo se non si correggono alcune cattive abitudini.

Se ad esempio in tali casi non si agisce in maniera opportuna, si potrebbe passare ad una mancanza di ferro di secondo livello, fino ad arrivare al terzo che comporta la vera e propria anemia.

Questa condizione è provocata da una carenza di emoglobina nel sangue e di solito si verifica nei periodi di aumento del fabbisogno di nutrienti. Per questo, i soggetti maggiormente colpiti sono gli adolescenti, le donne in gravidanza o in allattamento e gli anziani.

Il mal di testa nei bambini può dipendere da un problema cardiaco

Il vostro bambino ha spesso mal di testa? Potrebbe non essere nulla di grave, forse una semplice sinusite. Attenzione però perché un recente studio dell’Università dell’Utah, ha evidenziato un legame tra l’emicrania dei piccolini e un comune difetto cardiaco.  Nello specifico si tratta del forame ovale, un difetto nel muro che separa le due valvole superiori cardiache, e trattando questo problema si può diminuire o far sparire il mal di testa.

L’emicrania, purtroppo, colpisce circa il 15 per cento dei bambini, un terzo del quale sviluppa la forma con aura. Per giungere a questa teoria gli esperti hanno analizzato 109 bambini tra i 6 e i 18 anni. I pazienti hanno dovuto fare un ecocardiogramma dal quale si è evinto che il 50% di loro aveva anche il forame ovale.

I neonati riconoscono le regole grammaticali a 4 mesi

I neonati sono un universo meraviglioso: a pochi giorni dalla nascita sanno fare già tantissime cose. Alcune ci sembrano normali, ma se ragionate sulla quantità d’informazioni che un piccolino apprende in poco tempo, so che resterete stupite. È di oggi la notizia che i bambini già a 4 mesi sono in grado di identificare le regole grammaticali di una lingua straniera. A sostenerlo è uno studio, finanziato dalla Ue pubblicato sulla rivista ‘PLoS One’.

Sono state analizzate le capacità da parte dei piccoli di capire la dipendenza tra sillabe non adiacenti. È stato così che i ricercatori del Max Planck Institut hanno iniziato a insegnare a bambini tedeschi di 4 mesi alcuni rudimenti d’italiano. Per poco più di tre minuti, i piccoli hanno ascoltato alcune frasi in cui comparivano due semplici costruzioni: ‘sta X-ando’ (ad esempio ‘il fratello sta cantando’), e ‘può X-are’ (‘la sorella può cantare’). Se ci pensate non è una cosa poi così straordinaria: i bambini bilingue, da piccoli, rispondo agli input di entrambi i genitori.

Emotional Freedom Techniques per bambini

I bambini sono un po’ il nostro specchio: se il genitore non è sereno, non è soddisfatto o totalmente appagato dalla sua vita, i piccoli lo avvertono e interiorizzano questi disagi come fossero loro. Per aiutarli a superare questa situazione la soluzione non è mettergli davanti la dura realtà della vita: non basta mostrargli con realismo la quotidianità. In questo modo si rischia di renderli ancora più insicuri e fragili.

Esiste un metodo per cancellare i turbamenti interiori. Si chiama Emotional Freedom Techniques per bambini ed è illustrato nel testo “EFT per bambini” – Bambini nuovi edizioni”, scritto da Bruno Zanaboni. È una tecnica che agisce sul flusso energetico che scorre nei 14 meridiani presenti dentro il nostro corpo.  L’EFT libera i blocchi che causano le emozioni negative.

La felicità di coppia dipende dal numero dei figli

Una famiglia felice è il sogno di molte coppie. Secondo una ricerca condotta dall’Università della Pennsylvania, per realizzare questo desiderio ci vogliono quattro figli. È un numero enorme soprattutto per noi italiani che, a quanto sostiene l’Istat, abbiamo circa 1,2 bambini per nucleo. Per giungere a questa tesi sono state analizzate coppie con un’età compresa fra i 30 e i 39 anni.

L’indagine è stata sorprendente perché dai 40 anni in su le coppie si dicono ancora più soddisfatte, rispetto alle coppie che non hanno figli, se mettono al mondo almeno tre bambini. Avanzando con gli anni, quindi superando i 50, i genitori anche con un solo figlio sono più sereni di quelli che non ne hanno. In effetti, i problemi veri sono all’inizio, nella fase in cui i bimbi sono piccoli o si ha difficoltà a concepire, dopo si va verso la gioia e la vita diventa meno complicata.

Ricette di Cotto e Mangiato per bambini, farfalle allo zafferano

È una delle ricette più apprezzate dai bambini. Lo sostiene Benedetta Parodi, che ormai di cucina ha fatto una professione, grazie alla sua rubrica gastronomica Cotto e Mangiato. Sono le farfalle allo zafferano, un piatto semplice e molto delicato che soddisferà i piccoli e da un punto di vista culinario e visivo. Il giallo dorato delle farfalle renderà molto più piacevole sedersi a tavola. Perché si sa, i bambini vanno conquistati anche con qualche trucchetto.

Farfalle allo zafferano di Cotto e Mangiato

Ingredienti

  • 220 gr di farfalle
  • 1 scalogno
  • 1 noce di burro
  • olio extravergine d’oliva
  • 1 bustina di zafferano
  • 1cucchiaio di ricotta (facoltativo)
  • Grana grattugiato
  • Sale q.b

Preparazione

Tagliate a fettine sottili lo scalogno e fatelo appassire in padella con po’ di sale, olio e burro per un paio di minuti. A parte fate cuocere le farfalle (circa 10 minuti a seconda della marca) in acqua salata e bollente. Prima di scolare la pasta aggiungete allo scalogno un cucchiaio di acqua salata di cottura e lo zafferano. Fate restringere un pochino il sugo e aggiungete la ricotta. I vostri bambini sentiranno che profumino.

Manifesto anti-aborto, scoppia la polemica a New York

L’aborto fa discutere l’America e stavolta con un cartellone gigantesco grande come la parete di un palazzo. Il tema è quello dell’interruzione volontaria di gravidanza tra le donne di colore, che è tre volte superiore a quello del resto della popolazione. Su questo manifesto, firmato dal gruppo Life Always,  compare una bella bambina di circa quattro anni con la scritta: il posto più pericoloso per un afroamericano è dentro il grembo materno.

Un’immagine forte che vuole bloccare quello che stato definito un complotto genocida nei confronti di bambini non ancora nati. Ovviamente le parole utilizzate sono molto forti e lasciano a bocca aperta. Si sono già sollevate numerose polemiche sull’uso di questa campagna. Bill de Blasio, un avvocato di Manhattan, ha descritto la pubblicità come gravemente offensiva per le donne e le minoranze.

Adolescenti malati di tumore, poche cure e pochi medici specializzati

Non sono adulti e non sono neppure bambini. Gli adolescenti attraversano una fase della vita complessa, un momento in cui si ha il desiderio e in parte anche il corpo di una persona grande, ma i bisogni e la maturità di un cucciolo. Situazione che diventa ancora più complessa in caso di una malattia grave. Gli adolescenti ammalati di tumore troppo spesso non ricevano le terapie opportune perché non vengono curati né dall’oncologo pediatra né dall’oncologo dell’adulto.

Sono circa 1000 i ragazzi che tra i 15 e i 19 anni cui ogni anno viene diagnosticata una neoplasia, ma solo il 10% riesce a raggiungere un centro di eccellenza e a ricevere le migliori cure disponibili. A lanciare l’allarme è uno studio dall’Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (AIEOP) e pubblicato su European Journal of Cancer.

Quando portare il bambino in ospedale

Tutti i genitori sperano sempre che i propri bambini non si facciano mai male e che non abbiano bisogno di cure. Può succedere, però, che a causa di una malattia o di un piccolo incidente, il bambino debba essere portato in ospedale. Anche quando le cause sono banali e per nulla gravi, il ricovero in ospedale rappresenta un momento molto delicato sia per il bambino sia per i genitori. Il bambino, infatti, si sente strano, impaurito e indifeso mentre i genitori sono preoccupati e in apprensione. E’ importante, però, in queste situazioni, mantenere la calma per evitare che il bambino percepisca l’ansia dei genitori e si agiti a sua volta. Bisogna, quindi, aiutare il bambino a stare tranquillo e ad affrontare il ricovero al meglio.

Quando portare il bambino all’ospedale?

In caso d’incidenti o malattie: Può succedere che il bambino si senta male improvvisamente o che si ferisca in seguito ad una caduta o a un piccolo incidente, magari mentre sta giocando e abbia bisogno di adeguate cure mediche.

Mamma mette all’asta i giochi dei suoi bambini con foto choc

La vedete la foto qui accanto. Purtroppo non è bellissima, ma è l’originale. Una mamma, per punire i suoi bambini, ha pubblicato online, sul sito eBay, quest’immagine che ritrae i suoi piccoli piangenti con in mano delle trottole. Perché ha scelto eBay? Ovviamente per vendere questi giocattoli, con cui i bambini le hanno graffiato la vasca da bagno, totalizzando un danno pari a 500 euro.

La donna ha deciso così di non mettere in castigo i figli con tecniche tradizionali: andare a letto senza tv, non giocare con il videogame per una settimana, non vedere gli amici, ecc. No, ha preferito la pubblica umiliazione. Cosa ne pensate? Mi permetto di dire che credo che sia una tecnica educativa, sempre che sia possibile definirla tale, davvero sconvolgente. Non a caso è stata ripresa da tutta la stampa internazionale.