Usa: al via uno studio per capire gli effetti dei farmaci in gravidanza

farmaci in gravidanzaSappiamo bene che durante il periodo della gravidanza si possono assumere farmaci ma sempre dietro prescrizione medica e prestando particolare attenzione. Ora voglio comunicarvi che la Food and Drug Administration (FDA) e l’Health Maintenance Organization (HMO) hanno lanciato una serie di studi proprio per cercare di capire gli effetti dei farmaci comuni in gravidanza, che come ben sappiamo rappresenta un momento particolarmente delicato sia per la mamma che per il bambino.

Purtroppo, è ancora prassi comune prescrivere nel caso in cui la donna presenti problemi di salute dei farmaci anche durante la gravidanza anche quando questi farmaci non siano stati testati nelle donne incinte lasciando quindi aperti molti dubbi sulla loro eventuale pericolosità.

Nuova ricerca sul giusto peso in gravidanza

peso in gravidanzaSecondo i risultati di una ricerca compiuta da alcuni ricercatori di Monaco di Baviera a quanto pare durante la gravidanza si può acquistare qualche chilo in più o in meno senza che questo comporti delle conseguenze per il bambino. In Italia, le linee guida consigliano di acquistare circa 12-15 chili rispetto al peso ideale; invece negli Stati Uniti, l’Institute of Medicine (Iom) consiglia alle donne normopeso di aumentare tra gli 11 e i 16 chili circa.

Ora però questo nuovo studio ha osservato che le donne normopeso hanno portato a termine la gravidanza e dato alla luce bambini normali mettendo su anche qualche chilo in meno rispetto a quello consigliato dall’ Institute of Medicine. Sempre lo studio tedesco avrebbe osservato che le donne e obese era possibile senza alcun rischio perdere peso in gravidanza; viceversa le donne sottopeso possono guadagnare chili in più rispetto a quanto consigliato dall’Iom e far nascere il bambino di dimensioni normali.

La lallazione del bambino, perchè è importante

lallazione

Ieri vi abbiamo parlato dello sviluppo del linguaggio nel bambino; oggi approfondiremo una delle tappe di tale prodigioso percorso cui già avevamo fatto cenno, ovvero la cosidetta lallazione che fa la propria comparsa intorno al 4°- 5° mese di vita quando il bambino comincia ad emettere le prime sillabe e a ripeterle in serie. Anche in questo caso importante tenere presente che ogni bambino ha i propri tempi e quindi questo tipo di attività verbale può fare la propria comparsa anche più tardi senza che questo debba rappresentare una preoccupazione per mamma e papà.

Nonostante i suoni emessi durante la lallazione non abbiano un significato reale, questa è molto importante per lo sviluppo delle capacità comunicative del bambino poiché, attraverso le variazioni del ritmo e del tono con le quali vengono prodotti, diventano funzionali alla espressione di stati d’animo quali gioia, dolore e rabbia. In realtà però il piccolo comincia la lallazione solo in maniera casuale, quando cioè scopre non solo che riprodurre un suono può essere piacevole di per sè, ma può anche servire ad attirare l’attenzione gioiosa e giocosa di tutti coloro che lo circondano.

Le lochiazioni dopo il parto

lochiazioni dopo il parto

Ieri abbiamo affrontato uno dei disturbi più comuni nel puerperio, il periodo immediatamente successivo al parto, e cioè i morsi uterini; oggi è la volta delle lochiazioni. Le lochiazioni, chiamate anche lochi, sono delle perdite che si hanno subito dopo il parto, e che sono dovute all’eliminazione di alcuni strati della mucosa uterina cresciuti durante la gravidanza per nutrire il feto.

Queste perdite durano circa tre settimane, durante le quali si modificano nel colore e nella consistenza; all’inizio sono rosse a causa dell’elevata componente sanguigna e poi si fanno chiare fino a diventare cremose. Le lochiazioni sono così intense che attraverso la loro espulsione l’utero perde circa 20 volte il proprio peso; proprio per la loro abbondanza sono necessari dei particolari assorbenti post parto dalle dimensioni piuttosto grandi e anallergici per evitare arrossamenti della pelle. È importante cambiare spesso l’assorbente e curare l’igiene intima con prodotti delicati, mentre sono da evitare gli assorbenti interni perché potrebbero ostacolare il flusso.

Lo sviluppo del linguaggio: dal pianto alle prime frasi

sviluppo-linguaggio-bambinoOrmai il tuo piccolo ha circa sei mesi e tu sei in trepida attesa della sua prima parola, le tue amiche ti fanno racconti da guinness dei primati sui loro figli che già parlano e sono poco più grandicelli del tuo e tu pensi ma cosa avrà il mio piccolo? Partiamo con il dire che ogni individuo è diverso dall’altro che le tappe dello sviluppo del linguaggio, come quelle dello sviluppo motorio, non seguono un calendario preciso, ma variano da bambino a bambino. Non ce n’è uno più o meno intelligente, è solo una questione di tempi, mio figlio non ha proferito parola fino a circa ventuno mesi, poi un giorno all’improvviso ha iniziato a parlare e non ha più smesso!

I morsi uterini durante il puerperio

puerperio

Il puerperio è il periodo che inizia dopo l’espulsione della placenta e che finisce dopo circa 4 o 6 settimane, durante il quale l’apparato genitale femminile riprende le sue normali funzioni; questa fase è accompagnata da alcuni disturbi, tra i quali il più conosciuto è il baby blues, ovvero la depressione post-parto.

Un malessere piuttosto comune durante il puerperio è dato dai morsi uterini, ovvero dei dolori simili ai crampi all’utero, spesso molto intensi, che si verificano perché l’utero, dopo la nascita del bambino inizia a contrarsi per ritornare alle dimensioni che aveva prima della gravidanza, dando vita a un processo che si chiama involuzione uterina.

Il rapporto nonni-nipoti

nonni e nipotiIl rapporto nonni-bambini un po’ come accade più in generale alla società sta mutando; in un’epoca in cui i genitori sono spesso impegnati al lavoro e se non si ha la possibilità di una baby-sitter sono infatti loro che spesso  si prendono cura dei nipoti (con un conseguente risparmio da parte dei genitori).

Occorre ricordare che il modo di educare i nipoti spetta ai genitori e non ai nonni; ecco perché questi ultimi non dovrebbero mai stravolgere i ritmi e le abitudini dei più piccoli. Certo i nonni tenderanno a viziare un po’ i nipoti (è sempre stato così e dubito che questa specie di “consuetudine” cambierà mai) ma non devono diventare dei “sostituti” di mamma e papà. Ecco perché i vari divieti che i genitori hanno “creato” per i figli devono essere rispettati anche dai nonni per far sì che non si crei troppa confusione. Sarà sufficiente chiarire che ognuno ha un ruolo ben specifico: così si eviteranno anche inutili litigi.

Come scegliere la babysitter

scegliere-babysitterOrmai sono trascorsi i mesi del congedo di maternità e tu devi trovare la soluzione migliore per lasciare il tuo piccolo, la mattina hai scelto per un nido, mentre il pomeriggio esclusa la possibilità di poterlo fare accudire dai nonni che ancora lavorano, stai valutando l‘idea della baby sitter. Scegliere qualcuno che stia con tuo figlio è un’impresa ardua, mille sono le domande che ti passano per la testa, sarà una persona responsabile? Lo accudirà con attenzione? Ci metterà la stessa pazienza che ho io nel dargli la pappa? Di certo non potrai mai avere la certezza di avere davanti una novella Mary Poppins, però per aver qualche certezza in più puoi chiamare delle tue amiche per farti dare qualche nominativo oppure puoi rivolgerti alle agenzie specializzate che selezionano le persone e che, prendendo una commisione al momento dell’assunzione garantiscono una maggiore professionalità.

Le origini della festa dell’Epifania e della Befana

Befana

Fra pochi giorni sarà la festa dell’Epifania caratterizzata dall’arrivo della Befana, ovvero la vecchietta che, secondo la tradizione, porta i dolci ai bambini che sono stati buoni e che si sono comportati bene, e che dà il carbone a quelli che sono stati un po’ bricconcelli. Di solito la Befana viene rappresentata a metà tra la vecchietta di brutto aspetto e la strega, con tanto di scopa e cappello appuntito.

Le origini di questa festa sono cristiane e precisamente relative alla nascita di Gesù; i tre Re Magi, che stavano andando alla grotta per potare i doni a Gesù Bambino, durante la strada chiesero indicazioni ad una vecchietta che però non seppe aiutarli; i Magi le chiesero di unirsi a loro per andare da Gesù ma lei si rifiutò. In seguito si pentì di non essere andata con loro e decise di partire per raggiungerli distribuendo doni a tutti i bambini che incontrava per strada, e da allora, per redimersi continua a portare regali.

Come scegliere le scarpine per bambini

scarpa da bambino

L’altro ieri abbiamo parlato dei primi passi dei bambini ed abbiamo accennato al discorso scarpa; oggi voglio quindi parlarvi di come scegliere la scarpa giusta.

Anzitutto è bene ricordare che almeno nei primi mesi di vita il piede non dovrebbe avere alcun tipo di costrizione e quindi potete tranquillamente lasciare vostro figlio scalzo il più a lungo possibile; questo anche per far sì che le ossa crescano nella maniera corretta e il bimbo acquisisca una giusta postura. Questo vale anche nel periodo del gattonamento; se la scarpina dovesse operò essere necessaria dovrete acquistarne una particolarmente morbida. La scarpa dovrà anche consentire al piccolo di muovere i primi passi in equilibrio; per questo la suola dovrà avere dei tasselli antiscivolo. Ricordatevi anche che la tomaia della scarpa dovrà permettere la traspirazione del piede.

Il laringospasmo, cos’è e come affrontarlo

laringospasmo-bambinoCi sono alcune cose che è bene che ogni mamma sappia, una di queste è cosa è il laringospasmo e come si può affrontare una crisi da esso provocata.

Ma cos’è il laringospasmo?

una condizione patologica delle vie aeree superiori, dovuta alla contrazione spasmodica dei muscoli della laringe per cause come infezioni, infiammazioni o allergie, che provoca una contrazione delle corde vocali e quindi una ostruzione del flusso aereo con la conseguente sensazione di soffocamento.

Esistono bambini predisposti al laringospasmo?

Alcuni bambini sono particolarmente predisposti a sviluppare il laringospasmo e sono quelli che tendono a soffrire di reazioni allergiche ma anche quelli che soffrono di reflusso gastroesofageo, in questi basta un semplice virus a volte per far gonfiare la laringe impedendo all’aria di passare in modo adeguato.

Le Banche del latte umano: cosa sono e come funzionano

Banca del latte umano

Ci sono donne che quando allattano riescono a produrre più latte di quello che serve al loro bambino, e che quindi decidono di donarlo ad appositi centri di raccolta, ovvero le Banche del latte umano, delle strutture presenti i molte cliniche ed ospedali pediatrici, che fanno parte dell’Associazione italiana banche del latte onlus, un’associazione senza fini di lucro che si occupa di far conoscere l’importanza del latte materno e, quindi, della sua donazione.

I benefici del latte materno sono ormai noti, è in particolare è importante per i bambini nati pretermine e affetti da qualche malattia, che, essendo deboli non riescono a succhiare con forza e quindi a stimolare, il capezzolo della mamma e a far iniziare il processo di allattamento. Per casi come questi, e per molti altri, si può ricorrere al latte conservato nella Banca del latte umano.

Per diventare una donatrice di latte è necessario essere una neomamma in buona salute e produrre una quantità di latte superiore al fabbisogno del proprio bambino; se decidete di diventare donatrici dovete contattare il centro di riferimento del proprio ospedale e sottoporvi ad una serie di analisi per verificare la vostra salute, dopodiché, in assenza di controindicazioni, riceverete le istruzioni per procedere alla raccolta del latte, alla conservazione e alla consegna.

Il papà in sala parto è (forse) una presenza inutile

gravidanza e papà in sala partoPapà in sala parto sì oppure no? Come si sa accanto a uomini coraggiosi che decidono di restare con la compagna anche in sala parto ci sono altri che preferiscono non entrare. E  spesso si è discusso in merito alle eventuali conseguenze di questa presenza maschile in sala parto. Qualche mese fa il ginecologo francese Michael Odent ha dichiarato che la presenza in sala parto del proprio compagno potrebbe allungare tutta l’operazione e far aumentare il ricorso a taglio cesareo. C’è di più: secondo lui l’ambiente perfetto per dare alla luce un figlio dovrebbe essere privo di figure maschili.

Ora però è arrivata una nuova ricerca che mette un po’ tutto in discussione. Infatti, secondo i medici dell’Associazione tedesca di ginecologia e aiuto alla nascita (Dggg) la presenza del papà in sala parto non sarebbe né positiva né negativa: è “semplicemente” inutile. La sua presenza insomma non incide sul bisogno di dover somministrare alla mamma farmaci anti-dolorifici, sul rischio di eventuali complicazioni o sulla durata del parto.

I primi passi dei bambini

primi passi bambiniLo abbiamo già detto: i bambini sono tutti diversi e quindi stabilire una data che sia valida per tutti per quanto riguarda i primi passi è difficile. In linea di massima si può comunque dire che i piccoli inizino a camminare tra i 12 ed i 14 mesi sembra (e qui mi farebbe piacere avere un riscontro da voi mamme) che le femminucce siano più precoci dei maschietti.

E’ importante ricordare che il gattonamento sebbene sia una tappa molto importante e che precede quella del camminare in senso vero e proprio non viene seguita da tutti i piccoli; perciò anche se vostro figlio dovesse saltare questa tappa, niente panico … camminerà come tutti gli altri bambini seguendo magari ritmi e tempi diversi.