Se il maschietto gioca con le bambole

L’identità sessuale dei bambini si costruisce piano piano. Quando nasce fino a circa 2 anni, infatti, un bambino non è ancora minimamente consapevole della differenza di sesso e del suo essere un maschietto o una femminuccia.  Solo crescendo e scoprendo il suo corpo, le sue sensazioni e i suoi sentimenti, inizierà a concepire le diversità fisiche e le differenze. E’ solo verso i 6-7 anni che i bambini assorbono i cosiddetti stereotipi di genere (maschile o femminile) che vengono loro imposti dalla società, dall’ambiente e dalla famiglia in cui vivono.

Per questo, non bisogna allarmarsi se, ad esempio, un maschietto giochi con le bambole. La scelta dei giochi, infatti, non influisce con la formazione dell’identità sessuale del bambino. Molto genitori, invece, si preoccupano del fatto che giocare con le bambole indichi nel bimbo un destino di omosessualità. Non è cosi. La preferenza per i giocattoli tipici dell’altro sesso nei bambini piccoli, infatti, non indica necessariamente la presenza di disturbi dell’identità sessuale.

La sindrome delle apnee ostruttive

Cos’è la sindrome delle apnee ostruttive

La sindrome delle apnee ostruttive è un disturbo che si manifesta durante il riposo notturno ed è caratterizzato dal blocco del respiro per un tempo pari a 5-6 secondi. A risultare preoccupante però non è la durata degli episodi, quanto piuttosto la loro frequenza, ovvero la quantità di volte in cui si presentano nella stessa notte. Il disturbo viene definito sindrome perchè vi si accompagnano segni quali russamento, respirazione dalla bocca, sonno non riposante, eccesso di sudorazione notturna, tendenza a tonsilliti, raffreddori e otiti. La sindrome colpisce una percentuale di bambini compresa fra l’1 e il 3% fra i 2 e i 5 anni di età. In questo caso possono manifestarsi anche ritmo di crescita rallentato, disturbi del comportamento quali iperattività e deficit di attenzione, risvegli notturni frequenti.

Golf ball o focus iperecogeno del cuore del feto, cos’è?

Quando si aspetta un bimbo, ogni esame di controllo diventa allo stesso tempo un momento emozionante da vivere ma anche un momento di tensione e ansia rispetto la salute del nascituro. Spesso i medici che eseguono gli esami come la ecografia morfologia oppure la flussimetria non si rendono conto della fragilità emotiva di una donna incinta e spesso non si curano di usare dei linguaggi lontani dal “medichese”. Un esempio tra molti è il caso del Golf Ball o focus iperecogeno, può accadere infatti che durante una morfologica si riscontri una o più golf ball sul cuore del feto, alla vista si presentano come delle macchie bianche (iperecogeno significa che l’area è più densa e dunque si presenta più bianca alle onde ecografiche) e quando vengono diagnosticate ogni mamma entra nello sconforto poiché raramente viene spiegato in modo adeguato cosa siano realmente e quanto la maggior parte delle volte siano innocue.

Giocare con il Didò

Il Didò è la pasta modellante, tipo, plastilina, prodotta dalla Fila. Nato nel 1986, è diventato il materiale da modellare più conosciuto e diffuso. Realizzato con ingredienti naturali (farina, acqua e sale), atossico, morbido e colorato, il Didò è l’ideale per far giocare i bambini dai 3 anni in su. I bambini, si sa, amano molto toccare gli oggetti e manipolarli. Con la manipolazione, i bambini scoprono il mondo che li circonda e lo conoscono. Per questo, modellare diversi tipi di materiali, come il Didò, il DAS o la pasta sale, rientra da sempre nelle esperienze di gioco preferite dai bimbi.

Giocare con il Didò aiuta i bambini a sviluppare le loro capacità manuali e creative, la loro psicomotricità e i loro primi concetti di tridimensionalità.  Pasticciando con il Didò, i bimbi creano, inventano, sperimentano, scoprono somiglianze e differenze, esplorano e stimolano i loro sensi, apprendono, scaricano l’aggressività e, allo stesso tempo, si divertono.  

A che ora mettere il bambino a dormire?

Sull’ora alla quale il bambino deve andare a letto esistono due scuole di pensiero: alcuni mandano il loro pargolo a nanna diciamo così, in prima serata, orientativamente intorno alle 21, altri invece lasciano che i bambini, anche molto piccoli, rimangano svegli finchè il resto della famiglia va a dormire. In genere, i primi fanno questa scelta per poter godere di qualche ora di tranquillità durante le ore serali, magari dopo una lunga giornata trascorsa ad occuparsi delle esigenze dei figli, mentre i secondi preferiscono il contrario magari perchè desiderano stare con i propri cuccioli dopo aver lavorato tutto il giorno fuori casa o semplicemente per darsi la possibilità di dormire qualche minuto in più al mattino.

Gli esperti decisamente propendono per la prima scelta, poichè permette ai bambini di riposare un numero sufficiente di ore (soprattutto se il giorno dopo devono andare a scuola) e a mamma e papà di stare un po’ insieme a guardare un bel film o a fare due chiacchere (o a scambiarsi qualche coccola, perchè no?). Ma quale che sia la vostra posizione ci sono alcune regole che vanno assolutamente rispettate per garantire a vostro figlio, e a voi stessi, un buon sonno ristoratore:

Omogeneizzato alla prugna fatto in casa per combattere la stitichezza

La stitichezza nei bambini durante il periodo dello svezzamento è un disturbo abbastanza comune. Passare da un’alimentazione esclusivamente a base di latte materno o artificiale ad un’alimentazione mista con cibi semiliquidi o solidi, infatti, comporta un adeguamento delle funzioni intestinali del bambino. Per cercare di alleviare questo disturbo, prima di ricorrere a metodi invasivi come termometro o clisterini si può provare con un omogeneizzato alla prugna. La prugna è un frutto che non dovrebbe mancare nella dieta dei più piccoli. Oltre alle sue importanti proprietà lassative, infatti, la prugna ha un’azione antibatterica e antivirale, è ricca di acqua, vitamine, potassiofosforocalciomagnesio. La prugna, inoltre, ha un sapore dolce e gradevole che incontra facilmente i gusti dei bambini.

Oggi, vogliamo proporvi la ricetta per preparare in casa un delizioso omogeneizzato alla prugna ideale per i bambini fin dalle prime fasi dello svezzamento.

La mamma fuma in gravidanza? Si vede dal pannolino

Un gruppo di scienziati della University of North Carolina-Chapel Hill, negli Stati Uniti, ha scoperto che le prime feci del neonato, il cosiddetto meconio, sono in grado di svelare se la futura mamma ha fumato o no durante la gravidanza, piuttosto che se è stata esposta a fumo passivo. Gli studiosi hanno analizzato 337 campioni di meconio prelevati da altrettanti neonati, ed hanno visto come l’esposizione al fumo durante la vita prenatale causi la presenza di metaboliti del tabacco nelle feci del piccolo.

Come ha dichiarato il dottor Joe Braun, coordinatore della ricerca, alla rivista Environmental Health di BioMed Central.

La prenatale esposizione al fumo di tabacco, sia attiva che passiva, è una esposizione prevalente ambientale che è associata ad avversi stati di salute neonatali e nell’infanzia. I biomarcatori di esposizione, come i metaboliti fumo di tabacco del siero e del meconio, sono utili per migliorare la misurazione dell’esposizione al fumo di tabacco, che è spesso sottostimata

Lite in sala parto, è possibile che accadano certe cose?

Ciao mamme dopo una lunga assenza per ferie estive torno a scrivere per voi. Il primo pensiero di oggi va a quello che è successo al Policlinico di Messina, due ginecologi che assistevano al parto una donna hanno discusso fino ad arrivare alle mani trascurando la partoriente e causando gravi danni sia a lei che al nascituro. A raccontare la storia sembra qualcosa di inventato poiché nessuno potrebbe mai aspettarsi che in una sala parto, dove dovrebbe regnare la calma e la serenità, si possa arrivare a lanciare sedie o a tirare pugni.

Allergie alimentari nei bambini, secondo i pediatri sono sovrastimate

Capita piuttosto di frequente che quando il bambino accusa sintomi quali mal di pancia o prurito questi vengano attribuiti ad una presunta intolleranza alimentare. Tuttavia, avvertono gli esperti, questi malesseri non bastano a decretare la presenza di un tale disturbo e, quindi, l’eliminazione di alcuni cibi dalla dieta del piccolo. Ad affermarlo, all’agenzia stampa ASCA, è il dottor Giuseppe Morino, responsabile dell’U.O. di Dietologia Clinica dell’Ospedale Bambino Gesù, che precisa che un’eventuale intolleranza

va verificata con una diagnosi clinica prima di escludere del tutto un alimento dalla dieta

ed aggiunge

oggi si pensa che qualunque sintomo nasconda un’intolleranza e persino sovrappeso e obesità vengono ritenute spie di un problema, ma non c’e’ nessuna conferma scientifica che sia cosi

I bambini a tavola

Vedere il proprio bambino che mangia a tavola seduto e composto è il desiderio di tutte le mamme. Spesso, però, questo desiderio non si realizza facilmente e le mamme si trovano a dover gestire, all’ora dei pasti, delle vere e proprie pesti! I bambini, infatti, si annoiano molto facilmente a tavola e fremono per alzarsi, guardare la televisione o andare a giocare. Per evitare tutto ciò, è importante abituare i bambini fin dalla tenera età a stare intorno al tavolo e cercare di coinvolgerli il più possibile. I bambini hanno bisogno di sentirsi accettati, a loro agio e motivati a restare insieme ai genitori fino a quando non ci si alza da tavola.

Una volta svezzati, è buona norma abituare i bambini a mangiare seduti intorno al tavolo e, quando possibile, far coincidere i loro orari con quelli dei genitori. E’ fondamentale dedicare ai bambini uno spazio fisico intorno alla tavola, in cucina o in sala per farli sentire considerati.

Prodotti per bambini: lo scaldabiberon

Alzarsi in piena notte per preparare il biberon al proprio bambino, accompagnata dal pianto implacabile del piccolo affamato, è una cosa che accomuna tutte le mamme! Il metodo tradizionale per scaldare il biberon è a bagnomaria: si fa bollire un pò di acqua in un pentolino dove si mette a scaldare il biberon. Poi, si versa del latte sul dorso della mano per controllare che la temperatura sia giusta e se il latte è troppo caldo, si passa il biberon sotto l’acqua fredda. Tutte queste operazioni, però, richiedono un bel pò di tempo che fa innervosire ulteriormente il bambino affamato.

Per venire incontro alle esigenze di mamma e bambino è nato lo scaldabiberon. Si tratta di un piccolo elettrodomestico in grado di preparare il latte per i piccoli in pochi minuti e alla giusta temperatura. Basta preparare il biberon in anticipo e conservarlo in frigorifero fino a quando il bambino non lo richiederà.  Al momento opportuno, sarà necessario accendere lo scaldabiberon e attendere pochi istanti che il latte sia pronto.

Gli occhi del bambino, come proteggerli

Durante l’estate è più facile che il bambino rimanga vittima di piccoli incidenti; le giornate passate al mare, al parco o nei boschi in compagnia di mamma, papà e dei fratellini lo espongono infatti a pericoli che durante l’inverno non corre allo stesso modo, quali ad esempio quelli di cadere, graffiarsi o prendere una botta. Capita a volte che questi piccoli traumi interessino gli occhi, cosa che rappresenta per i genitori una preoccupazione ben più grande di un ginocchio sbucciato.

Quando ad essere colpiti sono gli occhi del bambino bisogna quindi mettere in atto tutta una serie di comportamenti utili per capire se è opportuno rivolgersi subito al pronto soccorso o provvedere a una medicazione casalinga consultando magari in un secondo momento, se necessario, il pediatra. Se il bambino si ferisce o graffia ad un occhio per prima cosa fatelo sdraiare e abbassategli molto delicatamente la palpebra inferiore per sciacquare bene l’occhio con acqua.

Mamme, la paura di uscire sole con il bambino

Ci sono dei momenti particolarmente delicati, nella vita di tutti, in cui prevalgono fragilità ed insicurezza e durante i quali anche tutto quello che si considerava normale diviene estraneo e difficoltoso. Questa fragilità emotiva e questo senso di inadeguatezza colpiscono, spesso, molte neomamme alle prese con il loro bebè e può manifestarsi, tra l’altro, con la paura di uscire di casa da sole con il proprio bambino. In questi casi, la mamma si sente agitata, insicura e non in grado di proteggere il proprio bimbo da eventuali pericoli. Emerge una distorsione nella percezione del pericolo che fa credere alla donna che, da un momento all’altro, qualcosa di pericoloso possa accadere a lei e al bambino. La neomamma ha bisogno di essere rassicurata e richiede la presenza di qualcun’altro, come il marito, un’amica o la madre, che rimanga al suo fianco durante le passeggiate con il proprio bebè.

Prodotti per bambini: l’amaca

E’ cosa nota a tutti che i bambini, soprattutto quelli più piccoli, amano essere dondolati. Dondolare il bimbo in braccio, nel passeggino o nella culla, infatti, lo tranquillizza e lo aiuta ad addormentarsi. Questo perchè i bambini sono stati dondolati, se così si può dire, per nove mesi all’interno dell’utero materno, seguendo i movimenti della loro mamma. Un valido aiuto per cullare e coccolare il bambino è rappresentato dall’amaca. L’amaca, infatti, è un ottimo alleato per tranquillizzare il bebè ed offrigli un posto tutto suo dove riposare ed osservare il mondo che lo circonda. Nell’amaca il bambino si sente protetto e sicuro, come nel ventre materno e, cullato dai leggeri e dolci movimenti dell’amaca, si consola e rassicura. L’amaca, permettendo al bambino di assumere facilmente la posizione fetale, si rivela un ottimo alleato delle mamme sopratutto quando il bimbo piange o è in preda ai fastidi delle coliche o dei mal di pancia in generale.