In farmacia per gli esami diagnostici di “prima istanza”

Con l’avvio della cosiddetta farmacia dei servizi, per usufruire degli strumenti di diagnosi di base, per adulti e bambini, non sarà più necessario recarsi in ospedale o in laboratorio analisi.

La fila per i test generici di prima istanza si farà in farmacia.

Tra circa due settimane, infatti, con l’entrata in vigore del decreto ministeriale sulle “prestazioni analitiche di prima istanza rientranti nell’ambito dell’autocontrollo”, (decreto risalente al 16 dicembre 2010) si affideranno alle farmacie gli accertamenti diagnostici che fino ad ora erano riservati ad ospedali e cliniche specializzate.

Adozione per i single, in Italia qualcosa si muove

Sono tante le persone che desiderano avere figli e non possono. Qualcuno ha problemi di fertilità e di conseguenza concepire diventa una missione impossibile, qualcuno invece è solo e non è considerato idoneo neppure alle adozioni. È di oggi però una notizia veramente importante, di quelle che forse cambieranno la storia. La Corte di Cassazione ha chiesto al Parlamento italiano di aprirsi alle adozioni di minori da parte dei single, anche se con le dovute cautele, come è giusto che sia.

Questa nuova posizione arriva dopo una sentenza molto interessante che ha convalidato l’adozione di una bimba russa a una mamma single di Genova. Per le adozioni dei single si apre così uno spiraglio. È ovvio non sono mancate le polemiche: c’è chi dice che prima dovrebbero essere selezionate le coppie, chi sostiene che i single non possano fare da mamma e papà e chi, invece, finalmente sorride.

Doveri del pediatra e delle Asl

Scegliere un pediatra non è sempre un’impresa facile.

È utile però che le madri conoscano quali sono i loro diritti in merito al loro rapporto con il medico di famiglia, in modo che possano muoversi con più prontezza in caso di problemi e sapere cosa pretendere dalle istituzioni.

La legislazione prevede che le Aziende Sanitarie Locali debbano informare adeguatamente i cittadini sul curriculum professionale del pediatra e sulle caratteristiche dell’attività professionale, come l’ubicazione e l’orario dello studio, l’aderenza a forme associative, l’uso di procedure informatiche, la disponibilità telefonica, la disponibilità del personale di studio, le caratteristiche strutturali e strumentali. Non solo l’Asl deve anche informare le famiglie sui compiti che il pediatra deve assolvere nel corso del suo lavoro.

Congedo parentale, in Inghilterra la coppia sceglie chi sta a casa

Si è sempre pensato che la maternità fosse una cosa solo femminile, per fortuna il ruolo del papà è stato rivalutato, anche se in Italia non c’è ancora una grande apertura in questo senso. Una notizia, direi rivoluzionaria, arriva dal Regno Unito che ha deciso di intraprendere una strada davvero nuova: le famiglie potranno scegliere chi, in casa, dovrà prendere il congedo: potranno assentarsi dal lavoro per un massimo di dieci mesi o mamma o papà indifferentemente.

Ecco che il ruolo dei padri diventa davvero paritario, perché potranno non solo stare accanto alla loro donna nel primo periodo dopo il parto, ma anche ottenere l’estensione del permesso nel caso in cui la mamma opti per il rientro in ufficio. Che ne pensate, care mamme? È questo un primo passo verso la parità dei diritti, anche in ufficio, ambiente in cui la donna è ancora penalizzata.

Mense scolastiche: nuove linee guida ministeriali

L’anno scolastico è iniziato già da qualche mese e sono molti i bambini che ogni giorno mangiano alle mense scolastiche. Tutti i genitori lo sanno: una corretta alimentazione è fondamentale per assicurare ai bambini una vita sana ed è, quindi, molto importante insegnare ai bimbi le corrette abitudini alimentari. Per questo, il Ministero della Salute ha deciso di stilare delle linee guida per regolamentare la dieta dei giovani studenti italiani nelle mense scolastiche.

Le Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica sono una svolta importante poiché fino ad oggi le mense scolastiche erano regolamentate da provvedimenti locali, ora riuniti in un unico documento. Nello specifico, protagonisti del vademecum del Ministero della Salute sono gli alimenti tipici delle varie regioni e i cibi di stagione. In questo modo, l’offerta delle mense scolastiche viene arricchita, i bambini vengono avvicinati alle tradizioni dei propri luoghi e la qualità e il valore nutrizionale degli alimenti aumenta.

Congedo di paternità obbligatorio, approvata proposta di legge

Tutti sanno che le donne lavoratrici che stanno per diventare mamma hanno il diritto e l’obbligo di astenersi dal lavoro per prendersi cura del proprio bambino senza perdere necessariamente il posto di lavoro. Non tutti, invece, sanno cosa spetta ai papà. Fino a poco tempo fa, i padri potevano al massimo usufruire dei loro giorni di riposo per accudire il nuovo arrivato.  È di ieri, invece, la notizia che il Parlamento europeo ha approvato la proposta legislativa che prevede un congedo di paternità obbligatorio di due settimane. In questo modo, anche i neo-papà avranno il diritto e l’obbligo di astenersi dal lavoro per prendersi cura del neonato ed assistere la neo-mamma.

Il disegno di legge, proposto dall’eurodeputata socialista portoghese Edite Estrela ed approvato ieri a Strasburgo con 390 voti a favore, 192 contrari e 59 astenuti, prevede per i padri due settimane di assenza obbligatoria dal lavoro a paga completa.

Fondo Nasko: in Lombardia bonus per le donne che portano avanti la gravidanza

La nascita di un figlio rappresenta per tutte le coppie un momento di immensa gioia ma anche di preoccupazioni sopratutto di ordine economico. Mantenere un figlio al giorno d’oggi, infatti, può essere molto costoso e sono numerose le spese che gravano sul bilancio familiare. Queste innumerevoli spese possono incidere negativamente sulla decisione di avere un figlio o, addirittura di proseguire la gravidanza. Per aiutare le famiglie, ed in particolare quelle più disagiate, le regioni ed i comuni si adoperano con diverse agevolazioni come bonus nuovi nati, assegni famigliari, etc..

La Regione Lombardia, in particolare, ha deciso di destinare dei fondi a sostegno delle donne che, nonostante le difficoltà economiche, scelgono di portare avanti la gravidanza. Nello specifico, la Regione Lombardia, ha istituito il Fondo Nasko che prevede un bonus mensile da 250 euro per le donne che rinunciano ad interrompere la loro gravidanza per motivi di ordine economico.

Disoccupazione alle mamme che si dimettono entro l’anno di vita del figlio

Sono molte le donne lavoratrici che dopo l’arrivo di un figlio scelgono di abbandonare il posto di lavoro. I motivi alla base di questa decisione possono essere numerosi: la volontà della donna di stare con il figlio, la mancanza di aiuto e l’impossibilità di permettersi una babysitter, l’incompatibilità del lavoro con la nuova condizione della donna, etc.. Non tutti sanno, però, che, per queste donne, esiste la possibilità di ricevere dall’INPS l’indennità di disoccupazione. In base all’articolo 55, comma 1 del Dlgs 151/2001 (Testo Unico Maternità e Paternità), infatti, una mamma lavoratrice che si licenzia entro il primo anno di vita del figlio ha il diritto di richiedere all’INPS l’indennità di disoccupazione. Le disposizioni del decreto legislativo si applicano anche in caso di adozione o di affidamento, sempre entro un anno dall’ingresso del minore nella nuova famiglia.

Il congedo di maternità obbligatoria

Il congedo di maternità obbligatoria è il periodo durante il quale la futura mamma lavoratrice ha l’obbligo (ma anche e soprattutto il diritto) di astenersi dal lavoro. La tutela delle madri lavoratrici è regolata in Italia dal “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità” (Decreto leglislativo 26 Marzo 2001 n° 151) che regola anche le norma relative al congedo di maternità facoltativa.

Chi ha diritto al congedo di maternità

Hanno diritto al congedo di maternità le lavoratrici dipendenti e le lavoratrici iscritte alla gestione separata che non sono titolari di pensione e non risultano iscritte ad altre forme di previdenza e che versino, dal primo gennaio 2008 aliquote pari al 24.72%.

Congedo dal lavoro per malattia del figlio

E’ conoscenza comune che le donne lavoratrici, durante la gravidanza e nei primi mesi di vita del bambino, possono usufruire del cosiddetto congedo di maternità, che permette loro di astenersi dal lavoro per il tempo necessario senza dover perdere necessariamente il posto. Quello che non tutti sanno, però, è che esiste un’altra forma di congedo che consente ad entrambi i genitori di astenersi dal lavoro in caso di malattia del proprio figlio.

Che cosa è il congedo per malattia di un figlio?

Si tratta del diritto dei genitori lavoratori all’astensione dal lavoro in caso di malattia, più o meno grave, del figlio che non abbia superato gli otto anni d’età. Nello specifico, il congedo, disciplinato dall’articolo 47 del Decreto Legislativo 151/2001, prevede che, per le malattie che si verificano entro il terzo anno di età del proprio figlio, i genitori possono astenersi dal lavoro, alternativamente, senza limiti di tempo.

Come viaggiare sicuri in auto con i bambini

bimbi sicuri in auto

Ogni anno più di mille bambini perdono la vita sulle strade europee, circa 100 su quelle italiane; nel nostro Paese poi, ogni anno, si feriscono oltre 10mila bimbi; la maggior parte degli incidenti si verifica in città: la prima cosa da fare, quindi, è non sottovalutare i viaggi in auto, anche quelli brevi. Viaggiare tranquilli con il proprio bambino è possibile: basta seguire le indicazioni europee sul trasporto dei bambini e adottare alcune accortezze.

La normativa europea, adottata anche dall’Italia dal 2006, prevede che tutti i passeggeri debbano indossare le cinture di sicurezza; in caso di statura inferiore ai 150 centimetri e di peso inferiore ai 36 kg il passeggero deve essere trasportato su dispositivi adatti. Le categorie di seggiolini auto specifici per bambini sono divise in base al peso del piccolo; quelli del gruppo 0, cioè per bimbi da 0 a 10 chili, si montano in senso inverso a quello di marcia, oppure in senso di marcia se omologate per questo caso e se il bambino pesa meno di 6 chili.

Il congedo di paternità

congedo paternità

All’interno di Gazzetta del Lavoro, il blog dedicato al lavoro ci siamo occupati già del congedo di paternità. Come ben sappiamo nel caso in cui la madre fosse impossibilitata ad occuparsi del piccolo, il padre può astenersi dal lavoro.

Ma non solo. Infatti secondo una recente norma il papà ha diritto al congedo anche nel caso in cui la madre sia casalinga.

Rivediamo i principali punti.

L’INPS ha accolto la sentenza del Consiglio di Stato (n. 4293 del 09.09.2008, Sezione VI) che ha esteso la norma dei riposi giornalieri anche al padre anche nel caso in cui la madre è casalinga e risulti impegnata in attività che la distolgano dalla cura del neonato. A questo scopo la madre casalinga è considerata alla stregua della “lavoratrice non dipendente”

La maternità anticipata: quando e come è possibile richiederla

congedo-maternità-anticipataOggi ho scelto di parlarti della maternità anticipata, potrebbe accadere che la tua gravidanza non segua il suo percorso fisiologico e sopraggiungano delle complicazioni che richiedano che tu ti possa assentare dal lavoro prima dei termini fissati dalla legge. Questi casi ovviamente sono previsti e regolamentati dal Ministero del Lavoro e segnalati nel secondo comma dell’articolo 17 del decreto legislativo 151/01 del Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, in cui è prevista la maternità anticipata.

Ecco le condizioni per le quali è prevista la possibilità che tu ti astenga dal lavoro prima del tempo:

  • Se hai dei problemi di salute che mettono a rischio la gravidanza, per i quali è consigliato il riposo e che si aggraverebbero lavorando.
  • Se il lavoro o il luogo in cui svolgi la tua attività professionale non è salubre e mette a rischio la tua gravidanza.
  • Se svolgi dei lavori pesanti (alzare pesi, esposizione a sostanze chimiche dannose) e non puoi essere spostata di settore o di mansione.

Come mettere le cinture di sicurezza dell’auto in gravidanza

cinture di sicurezza in gravidanza

Generalmente si pensa che mettere la cintura di sicurezza dell’auto mano a mano che il pancione cresce sia pericoloso per il feto: bene, è una convinzione assolutamente sbagliata, tutto dipende dal mondo in cui la cintura viene messa. Chiariamo subito una concetto: la cintura di sicurezza in auto va sempre indossata e a maggior ragione durante la gravidanza proprio per proteggere mamma e bambino in caso di incidenti stradali, anche leggeri.

Il modo corretto di usare le cinture di sicurezza è sistemarle più in basso del pancione e mai sopra; la parte orizzontale della cintura delle passare sotto la pancia e la parte trasversale in mezzo al seno. La cintura deve essere regolata in modo che la mamma si senta comoda, e che, allo stesso tempo, il meccanismo di blocco non scatti all’improvviso senza motivo. Se ciò non fosse possibile, sarebbe opportuno dotarsi di cuscini di blocco che portano la cintura sotto la pancia, soprattutto se è proprio la mamma a guidare, perché in questo modo non viene intaccata la libertà di movimento della guida, pur garantendo la massima sicurezza.