svezzamento

I bambini liberi di pasticciare con il cibo mangiano meglio

Dover ripulire seggiolone, pavimento, abiti e bimbo dopo ogni pasto certamente non è un compito piacevole per nessuno. Eppure applicare il concetto di perfezione casalinga anche ai nostri pargoli non solo non è sempre possibile (fortunatamente) ma può risultare anche controproducente. Il cibo non è solo una necessità e lasciare che i piccoli si sporchino un po’ mentre mangiano può aiutarli a viverlo anche come un piacere.

Infatti, secondo uno studio condotto dagli studiosi dell’Università di Nottingham su un campione di oltre centocinquanta bambini dai venti mesi ai sei anni di età, i piccoli lasciati a pasticciare con quello che hanno sul piatto sin dalle prime fasi dello svezzamento avranno, nell’immediato futuro, un rapporto migliore col cibo: impareranno a gustare di più gli alimenti, quelli sani soprattutto, e si sentiranno più sazi.

Funghi. E’ il caso che le future mamme e i bambini li mangino?

La lista degli alimenti sconsigliati in gravidanza si allunga sempre di più. Ne abbiamo già parlato. Salumi crudi stagionati, frutti di mare, crostacei, pesci di ogni genere e grado, fragole, caffè e così via. In maniera del tutto scherzosa a volte mi chiedo se, sotto il profilo alimentare, la gravidanza non sia diventata per noi donne una specie di castigo e sorrido pensando alle zie e alle cugine più grandi che durante la mia di gravidanza si stupivano di tutti i limiti cui ero sottoposta a tavola e che loro, con figli già belli grandicelli, non avevano mai avuto.

Svezzamento, quali verdure dare al bambino

Alimento molto importante per il corretto accrescimento del bambino, in virtù del loro contenuto di vitamine e sali minerali, le verdure non possono mancare in una dieta sana ed equilibrata, questo sin dai primi mesi di vita. Non a caso il brodo vegetale costituisce la base per la preparazione della prima pappa.

Flavorillo Nuvita

Flavorillo di Nuvita, per uno svezzamento sicuro e divertente

Flavorillo NuvitaIl passaggio dall’alimentazione a base di latte, materno o artificiale che sia, a quella a base di cibi solidi (quello che viene comunemente definito svezzamento), passa in genere per la cosiddetta fase delle pappette.

Lo svezzamento tradizionale infatti, segue step ben precisi e condivisi dalla maggior parte dei pediatri:  si inizia con il classico brodo vegetale fatto con patata, carota e zucchina, con l’aggiunta di farine varie (crema di riso, mais e tapioca, eccetera), arricchito poi con la carne omogeneizzata, liofilizzata o preparata in casa,  integrando nel brodo, man mano, le diverse verdure.

Biscotti per bambini, come scegliere quello giusto

 

I biscotti per bambini grazie al loro gusto gradevole, alla loro leggerezza e digeribilità, sono un alimento che ben si adatta alla dieta dei più piccoli fin dallo svezzamento. E’ importante, però, scegliere con criterio il tipo di biscotto che meglio si addice alle esigenze del bambino e, soprattutto, alla sua età. Fare una scelta, però, non sempre è facile. In commercio, infatti, esistono numerose marche e tipi di biscotto e, spesso, sono i bambini più grandicelli a scegliere i biscotti in base ai loro gusti o sotto i condizionamenti della pubblicità.

Per orientarsi nella scelta del biscotto giusto per i propri bambini, ecco dei semplici consigli. 

Baby Meal Chicco De Longhi

Detesto andare a comprare gli omogeneizzati, i passati pronti, la frutta già grattugiata, la carne liofilizzata: se siete d’accordo o fate come me che si è andata a comprare un robot da cucina anche se poi faccio tutto con il minipimer o vi andate a comprare il nuovo Baby Meal Chicco De Longhi. Certamente in commercio ci sono altri prodotti simili ma essendo uscito da poco è bene descriverlo un po’.

Celiachia, più a rischio i nati in primavera

Secondo uno studio presentato durante la Digestive Disease Week, tenutasi lo scorso maggio a Chicago, i bambini nati in primavera correrebbero più rischi di diventare celiaci rispetto ai piccoli nati in periodi diversi dell’anno. La ricerca condotta presso il Massachussets General Hospital for Children di Boston, negli Stati Uniti, ha preso in esame un campione di 382 bambini e ragazzi che avevano ricevuto la diagnosi fra gli undici e i diciannove mesi di vita. 

autosvezzamento bambino

Autosvezzamento, ovvero l’alimentazione complementare a richiesta

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Mamme, se state impazzendo tra papponi biologici, creme di cereali, liofilizzati ed omogeneizzati, probabilmente non sapete che l’ultima tendenza in fatto di svezzamento  si chiama autosvezzamento, o, più propriamente, alimentazione complementare a richiesta. 

Già il nome, di per sé, è allettante: auto-svezzamento, quindi il bambino fa tutto da solo? In un certo senso, sì. Ma vediamo in che cosa consiste, nel dettaglio, questo nuovo approccio. 

Igiene e sicurezza degli alimenti del neonato

Evitare il rischio che i cibi vengano contaminati da agenti patogeni è fondamentale, soprattutto quando si tratta di alimenti e/o pietanze destinate ai più piccoli magari durante la delicatissima fase dello svezzamento. Ecco perchè è importante osservare alcune elementari norme igieniche per la loro conservazione e manipolazione. Vediamole insieme:

  • Lavare molto accuratamente le mani prima di toccare il cibo, soprattutto dopo essere venute in contatto con feci e urine (è facile che capiti durante il cambio del pannolino)
  • Evitare che gli alimenti crudi entrino in contatto con quelli cotti
  • Usare solo strofinacci puliti
  • Lavare con molta cura il tagliere da cucina dopo ogni utilizzo

Svezzamento: l’importanza della prima pappa

Torniamo a parlare della prima fase dello svezzamento, quella che segna con la prima pappa l’inizio di una nuova esperienza tra mamma e bambino e che questa volta può coinvolgere papà che finora sono stati un pò assenti. Bisogna dire che la maggior parte dei pediatri è concorde con il fatto che fin dal quarto mese si può inserire un pasto di frutta. Più che a i fini nutrizionali le prime pappe servono a far prendere confidenza al neonato con i nuovi sapori o per aiutarlo in caso di stitichezza con omogeneizzati alla prugna o alla pera.

La primissima fase dello svezzamento non dev’essere dunque un motivo di abbandono dell’allattamento che secondo l’OMS – l’Organizzazione Mondiale della Sanità dev’essere protratto fino al sesto mese. All’inizio il vasetto di frutta sostituirà un solo pasto di latte, possibilmente l’ora di pranzo.