Avere paura del parto e soprattutto del dolore è una sensazione che accomuna tutte le donne, sia le primipare che quelle che hanno avuto già dei bambini. E’ del tutto normale e comprensibile, infatti, per una gestante essere preoccupata e ansiosa per la delicata situazione che deve affrontare. Molto spesso, però, la paura del dolore interferisce negativamente sulla serena e corretta riuscita del parto. La paura, infatti, può portare la donna durante il parto ad essere tesa e a contrarre i muscoli causando dolore e lacerazioni. E’ importante, quindi, che la donna sia il più serena e tranquilla possibile e preparata per affrontare al meglio il dolore e il parto. Per alleviare i dolori del parto molte donne scelgono di subire un cesareo o di ricorrere all’epidurale. Una soluzione alternativa a questi metodi e ai farmaci per contrastare il dolore nelle partorienti arriva dall’ospedale Mater Mothers di Brisbane nel Queensland, in Australia. Si tratta di semplici iniezioni di acqua sterile da somministrare durante il parto e che sono in grado di calmere il dolore immediatamente.
Le donne con i capezzoli rientranti possono allattare?
Il capezzolo rientrato (capezzolo introflesso) è una caratteristica che accomuna il 7-9% delle donne; può interessare uno solo o entrambi i seni ed è causato dalla brevità dei dotti galattofori (i canali che portano il latte al capezzolo), cui si associa la presenza di tessuti fibrosi. Si tratta di un fenomeno del tutto innocuo che non pone alcun problema di salute ma che può rappresentare una difficoltà per le neo-mamme che decidono di allattare.
Tuttavia per le donne che hanno i capezzoli in dentro nutrire il proprio bimbo al seno non è impossibile e vi spieghiamo perchè: anzitutto nella gran parte dei casi il capezzolo riesce a sporgere all’esterno spontaneamente, soprattutto nei giorni immediatamente successivi al parto, in secondo luogo esistono alcuni dispositivi esterni che, applicati sul capezzolo, ne agevolano la fuoriuscita.
Il colostro, cos’è?
Il colostro, o primo latte, è un liquido sieroso di colore giallo-arancio che viene secreto dalla ghiandole mammarie durante la gravidanza e nei giorni immediatamente successivi al parto. E’ composto principalmente da acqua, proteine, carboidrati, grassi e leucociti (globuli bianchi) ma contiene anche vitamine (deve il proprio colore giallognolo alla presenza di beta carotene) e sali minerali, soprattutto zinco, importantissimo per i processi di accrescimento. Di fatto è il primo latte che il bambino prende dalla madre mentre il latte maturo inizierà a comparire solo qualche giorno dopo.
E’ proprio attraverso il colostro che la mamma trasmette la gran parte delle proprie difese immunitarie al figlio, dal momento che questo presenta una concentrazione di agenti immunitari maggiori del latte maturo (rispetto al quale è anche più ricco di proteine e più povero di grassi e zuccheri) e contiene elevate quantità di immunoglobulina secretoria A che protegge le membrane mucose della gola, dei polmoni e dell’intestino dall’attacco di agenti nocivi.
Incubi nei bambini, come interpretarli
Gli incubi notturni rappresentano un passaggio obbligato nel processo evolutivo dei bambini. Come abbiamo visto ieri, il bimbo proietta nei brutti sogni le paure, le angosce e tutti i sentimenti negativi che sperimenta durante il giorno. E’ importante, quindi, che i genitori imparino ad ascoltare i racconti sugli incubi dei propri figli poichè, come spiegano molti psicologi, attraverso di essi è possibile ottenere preziose informazioni sui bambini.
Ma qual è il significato dei più frequenti incubi nei bambini?
- sognare i mostri e le streghe cattive. Ai bambini, soprattutto quelli più piccoli, capita di frequente di sognare personaggi mostruosi. Tra i protagonisti più ricorrenti degli incubi dei bambini ci sono, infatti, i mostri e le streghe cattive. Questo, se non è un episodio isolato associato magari alla visione di un film o cartone animato, può indicare che il bambino sta vivendo un memento di stress. Il mostro o la strega nasconde spesso la figura di un adulto che il bambino ha percepito come cattivo e aggressivo con lui o con gli altri. E’ il caso della mamma che lo sgrida, della maestra severa o dei genitori che litigano tra di loro. Un buon metodo per capire meglio di cosa si tratta può essere quello di far raccontare o disegnare al bambino questo strano personaggio.
La manovra di rivolgimento
La posizione podalica del feto, quella in cui il bambino rivolge i piedi anzichè la testa verso il canale del parto, è la causa principale che giustifica il ricorso al parto cesareo programmato; tuttavia la maggior parte dei ginecologi preferisce evitare di sottoporre le future mamme a quello che è un vero e proprio intervento chirurgico, a meno che non sia strettamente necessario. Per questo motivo se il piccolo, all’approssimarsi della data presunta del parto non si presenta ancora in posizione cefalica, si tenta la cosiddetta manovra di rivolgimento, che rappresenta un tentativo di far fare una vera e propria capriola al feto perchè assuma la posizione cefalica permettendo così alla mamma di partorire in modo naturale.
Quando si effettua la manovra di rivolgimento?
La manovra si effettua intorno alla trentaseiesima-trentasettesima settimana di gravidanza, quando le probabilità che il feto si giri spontaneamente sono ormai piuttosto scarse.
Incubi nei bambini, quando dormire fa paura
Sarà capitato, almeno una volta, a tutte le mamme di dover consolare il proprio bambino che si è svegliato in piena notte a causa di un brutto sogno. Gli incubi notturni, infatti, sono molto comuni tra i bambini. Si tratta di brutti sogni che spaventano i bambini e che si manifestano durante la fase del sonno cosiddetta REM (rapid-eyes-movements). E’ in questa fase, infatti, che il bambino sogna: il corpo resta immobile ma il cervello lavora a pieno ritmo. Gli incubi, in linea di massima, iniziano a manifestarsi già verso i 2 anni di età ma si fanno più frequenti tra i 3 e i 6 anni. Questo perchè i bambini a quella età sono in piena evoluzione psicologica, iniziano a parlare, a pensare, ad avere una buona memoria e anche le prime paure. Gli incubi, anche se fanno paura, hanno la loro utilità: permettono al bambino di allontanare le tensioni e i conflitti della giornata e di sfogare rabbie, gelosie o sensi di colpa che il bimbo prova verso i genitori, i fratelli o altre persone.
Dentizione: dare sollievo al bambino con i massaggiagengive
Scoprire lo spuntare del primo dentino nel proprio bimbo, rappresenta un momento di gioia per ogni genitore. Tuttavia, la dentizione può essere un processo stressante e fastidioso per i bambini e i loro genitori. Mentre, infatti, molti bimbi vivono la dentizione senza troppi problemi, altri incontrano numerose difficoltà e vanno incontro a fastidi più o meno lievi. Durante la dentizione, si sa, i bambini sentono un forte bisogno di mordere e succhiare oggetti duri. Questo perchè il mordere regala sollievo al bimbo in quanto le gengive vengono compresse e il dolore si allevia. Un valido aiuto in questi casi viene dato dai massaggiagengive. Si tratta di semplici oggetti in materiale atossico molto maneggevoli che il bambino può facilmente portare alla bocca per alleviare il dolore e il nervosismo provocati dallo spuntare dei dentini. Generalmente, i massaggiagengive vengono riposti in frigorifero per far raffreddare l’acqua in essi contenuta in modo da regalare un fresco sollievo alle gengive infiammate.
La lingua del bambino presenta dei solchi, perchè?
Se vi siete accorte che la lingua di vostro figlio è interamente percorsa da solchi profondi qualche millimetro e la cosa vi ha allarmate forse leggere questo post potrà aiutarvi a ritrovare la calma; infatti, con molta probabilità, non si tratta di una patologia ma di una caratteristica costituzionale indicata con il nome scientifico di lingua fissurata o lingua grinzosa, ma nota anche come lingua spaccata, che può manifestarsi anche attraverso la presenza di un singolo solco centrale ed interessa all’incirca il 5 per cento della popolazione.
Dunque il vostro bimbo non ha nulla di grave ma presenta semplicemente una variante della normale morfologia della lingua che, in quanto tale, non può e non deve essere curata poichè non pone alcun problema reale di salute. Tuttavia, se i solchi sono particolarmente profondi, la lingua fessurata può porre qualche problema di natura igienica dal quale potrebbero discendere fastidi, quali irritazioni della mucosa linguale, a causa del ristagno di residui di cibo all’interno dei solchi stessi.
Huggies Little Walkers, il pannolino per i primi passi dei nostri bambini
Buongiorno mamme, sapete che la mia bambina ha iniziato a camminare alla veneranda età di 18 mesi? Ero davvero preoccupata quando vedevo che non riusciva
Autismo: i primi segnali nel pianto dei neonati
Il pianto è il principale strumento con cui il neonato comunica con il mondo esterno. Con i vagiti, il lattante manifesta i propri bisogni e cerca di attirare su di se le attenzioni dei genitori e delle persone che gli stanno intorno. Dal pianto dei neonati, quindi, una mamma può capire, ad esempio, quando il bambino ha fame, ha sonno, quando deve essere cambiato o quando ha dei fastidi. I vagiti, oltre ad esprimere le esigenze del piccolo, sono in grado di trasmettere tutta un’altra serie di informazioni che non sempre possono essere colte dai genitori come, ad esempio, i segni premonitori dell’autismo. Una ricerca scientifica dell’Università del Kansas, negli Stati Uniti, ha evidenziato, infatti, come i primi sintomi dell’autismo possono essere riscontarti già nei primi vagiti emessi dal neonato. Secondo lo studio, condotto dal professore Stephen Warren, ascoltando nei primi mesi di vita il pianto e la voce del neonato attraverso un particolare esame dei suoni, è possibile capire se il bambino svilupperà la malattia. In questo modo, si potrà intervenire tempestivamente con una speciale terapia.
Progetto Ninna-ho, per non abbandonare i neonati
Diventare mamma è, per una donna, un’esperienza unica e meravigliosa. Accade, però, che alcune circostanze negative, come disagi sociali ed economici, minino la gioia della maternità, spingendo la donna a compiere un gesto estremo e disperato come l’abbandono del proprio figlio o, peggio ancora, l’infanticidio. Dietro questi drammi ci sono motivazioni disparate e complesse e donne di ogni nazionalità, età e livello sociale. In Italia, nonostante la normativa vigente consenta ad una donna il diritto di partorire in anonimato e a non riconoscere il proprio bambino, la cronaca è piena di storie di abbandoni e infanticidi. Per cercare di prevenire ed evitare queste situazioni drammatiche, è nato il Progetto Ninna-ho.
Cosa è il progetto Ninna-ho?
Si tratta di un progetto sostenuto dalla Fondazione Francesca Rava e da KPMG Italia con il patrocinio del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e della Società Italiana di Neonatologia. Ninna-ho si rivolge a tutte le madri, italiane e straniere, che per problemi economici, sociali o psicologici non possono prendersi cura del proprio bambino.
La laparoscopia
Cos’è la laparoscopia
La laparoscopia è una tecnica chirurgico-diagnostica che permette al medico di osservare la cavità addominale e pelvica attraverso uno strumento, il laparoscopio, collegato a una telecamera. Analogamente a quanto abbiamo visto a proposito dell’isteroscopia, anche la laparoscopia può essere usata sia a scopi diagnostici (laparoscopia diagnostica) che terapeutici (laparoscopia operativa) e rappresenta in questo caso una tecnica chirurgica meno invasiva rispetto alla tradizionale chirurgia addominale.
La laparoscopia diagnostica, indicazioni
Si parla di laparoscopia diagnostica quando il medico esegue semplicemente un’osservazione della cavità addominale allo scopo di eseguire appunto una diagnosi o verificare lo stato di una patologia in atto. Questa tecnica è indicata in caso di infertilità e dolori pelvici cronici che possono essere entrambi sintomi di endometriosi.
La laparoscopia operativa
Si parla di laparoscopia operativa quando viene eseguito un vero e proprio intervento chirurgico; questa tecnica è indicata in caso di gravidanza extra-uterina, per la rimozione di fibromi e cisti ovariche, per il trattamento delle lesioni endometriosiche.
Bambini e matematica, non solo numeri
Abbiamo già visto che il bambino conosce la matematica sin da piccolo: già nel primo anno di vita infatti sarebbe in grado di stimare quantità da uno a quattro senza avere alcuna conoscenza del concetto di numero. D’altra però, affermano sempre gli esperti, la matematica non è costituita solo da “entità astratte” quali numeri e figure geometriche, ma include un’ampia gamma di concetti dei quali noi facciamo esperienza quotidianamente senza neppure rendercene conto, quali ad esempio i rapporti spaziali e temporali. In altre parole, la matematica non coincide con il saper contare.
Prima e dopo, avanti e indietro, sopra e sotto sono infatti tutti concetti correlati con le abilità matematiche con i quali il bambino prende confidenza nei primi anni vita imparando dall’esperienza. In questo senso aiutare il piccolo a prendere confidenza con la matematica non significa soltanto insegnargli a contare fino a dieci o anche di più, ma aumentare le sue opportunità di conoscenza dei rapporti spaziali e temporali attraverso i giochi semplici e quotidiani di sempre.
Quando il bambino fa tanta pipì
Le neomamme, soprattutto se alle prese con il primo figlio, tendono a preoccuparsi facilmente. Ogni cosa per loro è nuova e, non avendo ancora esperienza, capita che si agitino ad ogni piccolo cambiamento o novità. I neonati vengono osservati e controllati molto attentamente dalle loro mamme che per ogni cosa, anche la più piccola, ritenuta anomala ricorrono al pediatra di fiducia. Una delle cose che le mamme tengono sotto controllo nei propri bambini è la pipì. La pipì, infatti, può dire molto sullo stato di salute del bambino e può rappresentare una spia di disturbi più o meno gravi. Uno dei principali aspetti della pipì che viene preso in considerazione dalle mamme è la quantità. Molte neomamme, infatti, si domandano spesso se il loro bambino faccia troppa pipì o se, al contrario ne faccia poca. Molte mamme rimangono impressionate dall’importante quantità di pipì dei loro bimbi e si stupiscono delle numerose volte che devono cambiare il pannolino zuppo di pipì. Non bisogna, però preoccuparsi. Produrre un’importante quantità di pipì, soprattutto nei neonati è, in linea di massima, una cosa normale.