Il parto in acqua: come e perché

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parto-acquaQuante volte hai riflettuto sul momento del parto e hai pensato: non so cosa darei per affrontare un parto sereno e più naturale possibile. Diciamo che questo è il sogno di ogni mamma in attesa ma c’è da dire che qualora ce ne siano i presupposti il parto in acqua è ciò che più si avvicina ad esaudire questo tuo desiderio. Anche se non ancora molto diffusa in Italia, la pratica del parto in acqua è di riconosciuta validità e viene scelta sempre da un numero maggiore di donne.

Ma in cosa consiste il parto in acqua e quali sono i suoi vantaggi?

Il parto in acqua si svolge in una vasca di vetroresina (materiale altamente igienizzabile) dalle dimensioni standard di 2 x 1,5 metri con una profondità di 80 centimetri. La temperatura dell’acqua è la stessa con la quale si fa il bagnetto ai neonati, 37 gradi, temperatura che viene mantenuta costante durante l’intera fase del travaglio e dell’espulsione. Ovviamente per mantenere pulita l’acqua è necessario che la vasca abbia un meccanismo che le permetta di ricambiare continuamente il liquido per eliminare le sostanze organiche che possono essere perse durante tutti i momenti del parto.

Perché scegliere il parto in acqua?

I motivi sono davvero molti, in primis possiamo dire che il neonato che ha vissuto per nove lunghi mesi immerso in un liquido subirà una nascita meno traumatica e più dolce. Poi ci sono tutta una serie di motivazioni che riguardano l’azione dell’acqua sul fisico, cioè:

  • L’acqua alleggerisce il peso del corpo e allenta la pressione sui reni e il peso del pancione.
  • Muoversi in acqua è molto più semplice, meno faticoso e soprattutto più naturale
  • La discesa del bambino verso il canale del parto è facilitata da una maggiore mobilità delle articolazioni del bacino
  • Il corpo immerso nell’acqua si rilassa e riesce ad armonizzarsi con la mente e con il respiro giungendo ad uno stato fisico, psicologico ed emotivo particolarmente armonico, ciò favorisce la concentrazione e allevia il dolore.
  • Si riduce il rischio di episiotomia, poiché l’acqua ammorbidendo i tessuti diminuisce la possibilità che questi si lacerino.

C’è da dire però che non tutte le donne possono effettuare un parto in acqua, esistono alcune controindicazioni che vanno seguite con scrupolosità.

Non puoi partorire in acqua se:

  • Aspetti dei gemelli
  • La fase espulsiva si presenta troppo lunga
  • Se hai la necessità di essere sottoposta a monitoraggio continuo
  • Se il parto è pre-termine o post-termine (prima della 37esima settimana o dopo la 42esima)
  • Se il piccolo ha una frequenza cardiaca troppo bassa
  • Se il liquido amniotico presenta tracce di meconio
  • Se perdi troppo sangue
  • Se le dimensioni del piccolo sono troppo grandi rispetto al tuo bacino
  • Se è presente il rischio di distocia delle spalle
  • Se al momento del parto ci sono in corso malattie infettive oppure se sei affetta da AIDS, epatite.

In tutti gli altri casi potrai scegliere di affrontare un parto in acqua con serenità, l’unica cosa che posso consigliarti è quella di vagliare questa possibilità con largo anticipo in modo da trovare la struttura più vicina a te (consulta questo link) e soprattutto frequentare un corso pre-parto acquatico.

2 commenti su “Il parto in acqua: come e perché”

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