La magia del parto in acqua e la sua controversa storia

Spread the love

Torniamo oggi a riflettere sul parto in acqua, argomento che abbiamo parzialmente toccato questa settimana, tentando di capire il tema della naturalezza. Spesso la medicina viene sponsorizzata come fosse un prodotto da vendere. Non è un caso l’utilizzo della parola “naturale”. Dà un senso di tranquillità, di controllo della situazione perché biologicamente corretto.

Fermiamoci a pensare un attimo: conoscete un altro animale che vive sulla terra che partorisce in acqua? Io no. Quindi il termine naturale non è proprio così realistico. Detto ciò questa è davvero una bellissima tecnica, perché l’acqua ha la capacità di attutire il dolore, sia in fase di travaglio sia proprio nel momento del parto. Ora molti ospedali si sono attrezzati in Italia con delle vasche specifiche. Non tutti però sono pro parto in acqua, alcuni medici sostengono che non sia poi così meraviglioso.

Vediamo qualche cenno storico, perché il papà di questa tecnica è un personaggio che ha fatto davvero molto discutere. Lui è Igor Charkovsky, ricercatore russo, e nel 1960 dopo numerosi studi comunica al mondo i benefici del parto acqua. Non fu ovviamente l’unico, il suo lavoro fu approfondito da un famoso ostetrico francese, Frederick Leboyer, e dal più noto ancora Michel Odent. Per sentir parlare di medicina acquatica bisogna arrivare agli anni Novanta, quando Charkosvy è anche in lizza per vincere il nobel.

La tecnica si diffonde nel mondo e soprattutto negli Stati Uniti raccoglie grandi consensi. In Italia ci vogliono altri 10 anni perché diventi più nota. Igor Charkovsky non è però quel ricercatore puro e senza macchie che alcuni seguaci del parto in acqua vogliono credere. In nome della scienza ha condotto esperimenti pericolosi, portando involontariamente anche alla morte di alcuni bambini (annegati), trattati più che come pazienti da curare, come cavie. Se desiderate conoscere tutte le sue ricerche e i suoi fallimenti c’è un pezzo spaventoso (per il contenuto), intitolato Water Baby su haaretz.com.

Per quanto riguarda gli svantaggi possiamo poi dire che l’immersione in acqua non deve superare le 3 ore, altrimenti i benefici di questa tecnica potrebbero sparire. Molte donne sono preoccupate dell’aspetto igienico. Allora, l’acqua è fornita dall’ospedale e viene cambiata continuamente e igienizzata. Inoltre, la struttura pratica il controllo batteriologico e non si conoscono ancora casi, in Italia, di infezioni. E’ vero che le donne che scelgono questa soluzione sono poche.

Photo Credits| ThinkStock

3 commenti su “La magia del parto in acqua e la sua controversa storia”

Lascia un commento