Lucia Rizzi: la Tata risolvi problemi

Ogni mamma, soprattutto al primo figlio, desidera avere una tata per i piccoli consigli di tutti i giorni, specie quando il bambino non fa l’angioletto oppure sta male. Anche se la maggior parte dei pediatri sono concordi che, quando il bambino è sano, l’unica strada da imboccare nella puericultura è quella di seguire l’istinto materno, tuttavia in ognuna di noi c’è il desiderio di sapere, informarsi, chiedere il parere per prevedere o risolvere piccoli problemi con i figli.

Ecco perchè la Tata risolvi problemi, alias Lucia Rizzi, è un punto di riferimento per molte mamme che la seguono nel reality Sos Tata in onda siìu la7 e Foxlife di Sky. 69 anni, milanese, è una pedagogista, scrittrice e personaggio televisivo molto amato per i suoi consigli.

Diplomata al liceo magistrale negli Stati Uniti, è una super esperta di Attention Deficit Hyperactivity Disorder, ovvero la sindrome da deficit di attenzione ed è Ricercatrice al Child Development Center dell’Universita’ della California.

Lucia Rizzi vanta un curriculum professionale di altissimo livello ma la sua notorietà è fondamentalmente dovuta al ruolo di Capo Tata (affiancata da Tata Adriana e Tata May) nel reality Sos Tata, dove in ogni puntata una famiglia viene aiutata con l’educazione della prole.

Giunta alla sesta stagione il programma ha fatto da apripista a una collana di libri di successo: Fate i bravi! Fate i compiti! Fate i Bravi! (0-3 anni) e Fate i Bravi! (10-15 anni).

Lucia Rizzi è conosciuta per la particolare attenzione al rispetto delle regole e alla disciplina: un riflesso positivo dell’impostazione statunitense che guarda alla massima potenzialità dell’individuo sviluppata attraverso stimoli costanti per il bambino.

Il suo carattere allegro, curioso, sempre in attività è probabilmente la carta vincente con cui riesce ad ottenere il rispetto e l’osservanza delle regole da parte di grandi e piccini. E volete sapere cosa rimprovera maggiormente a tanti genitori di oggi? quello di non essere disposti a fare sacrifici per i propri figli, che si traduce come un non-rispetto del bambino e non assumersi la responsabilità della sua vita.