Kit multimediale nelle scuole per combattere l’obesità infantile

obesità infantile

Il problema dell’obesità infantile è in aumento, basti pensare che un bambino su tre, di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, è in sovrappeso; per cercare di arginare questo fenomeno, che sta diventando sempre più un’emergenza sociale, il Ministero della Salute ha istituito un programma dal titolo “Forchetta e scarpetta” che prevede la distribuzione nelle scuole entro fine mese, di un kit multimediale che aiuterà i bambini a capire come mangiare in modo più sano e ad apprezzare i vantaggi di praticare attività fisica.

Il kit verrà distribuito in 2.600 scuole elementari italiane per un totale di circa 50.000 bambini; il titolo dell’iniziativa “Forchetta e scarpetta” è fortemente evocativo: forchetta sta per mangiare bene, e scarpetta per camminare e fare attività fisica.

Parlare da subito in modo chiaro ai bambini

parlare ai neonati

Voi mamme parlate chiaramente ai (non con perché sto parlando di neonati che non sono ancora in grado di esprimersi) ai vostri figli oppure quando li tenete in braccio preferite optare per dei gridolini che non hanno un senso compiuto? Se appartenete a questa seconda categoria forse dovreste modificare il vostro comportamento ed il perché è presto detto.

Secondo i risultati di uno studio compiuto dalla Nortwestern University, nell’Illinois i bambini sono più intelligente se si parla loro sin dalle prime fasi di vita usando parole e frasi “vere”; questo tipo di interazione potenzia le loro capacità cognitive, migliorando lo sviluppo cerebrale. Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno esaminato 50 bambini di tre mesi a cui sono state mostrate alcune immagini raffiguranti dei pesci, accompagnati dalla parola “pesce” appunto oppure da segnali acustici.

Combattere l’obesità infantile sin dalla nascita

combattere l'obesità infantile sin dalla nascitaQualche giorno fa ho parlando con una ragazza ho capito che la strada per far capire che un bambino per stare in salute non deve assolutamente essere paffuto è ancora molto lunga: pensate che era molto preoccupata a causa del peso alla nascita di suo figlio, 2,3 kg. Ora, qualche domenica fa vi ho parlato di quel bambino che a soli 2 anni pesa ben 40 kg, vi ho già parlato dell’aumento dell’obesità infantile e oggi voglio farlo di nuovo perché forse qualcosa almeno in America sembra si stia muovendo.

Il New York Times ricorda come l’obesità riguardi ben un bambino si dieci sotto i 2 anni di età: per questo è prioritario agire al più presto. E non posso che essere d’accordo con quanto affermato dal dottor Matthew Gillman, docente all’Università di Harvard (che avverte anche come la prevenzione nelle scuole sia un’azione tardiva):

Scordiamoci i bambini paffutelli con le fossette. Bisogna cancellare dall’immaginario collettivo l`idea che un bambino in carne è un bambino sano, mentre uno che piange cerca di dire che ha fame

Nuovo trattamento contro la dermatite atopica

nuovo trattamento dermatite atopica

Tempo fa avevamo parlato della dermatite atopica, una malattia infiammatoria della pelle, non contagiosa, ma molto frequente in età pediatrica, descrivendone sintomi ed effetti. Oggi ritorniamo a parlarne perché ci sono novità sul trattamento di questa malattia: pare infatti che per la prima volta si potrà intervenire anche nella fase di remissione della malattia e non soltanto in quella acuta. Questo sarà possibile grazie alla nuova indicazione terapeutica per tacrolimus unguento approvata dall’Emea, l’agenzia europea per i medicinali.

Questo farmaco, che è il “primo inibitore topico della calcineurina per il trattamento di mantenimento dell’eczema contro nuove riacutizzazioni” era già in vendita in Italia dal 2003, ma veniva usato solo nelle fasi acute della malattia; ora, con le nuove indicazioni, è possibile usarlo anche nel trattamento di mantenimento, applicandolo una volta al giorno per due volte alla settimana durante il periodo di remissione della malattia.

Le feci del neonato e del bambino

feci-bambinoOggi mamme facciamo un pò di chiarezza su un argomento come dire… maleodorante… le feci dei nostri bambini, spesso quando stanno male assumono delle consistenze e delle colorazioni che possono destare preoccupazione. Ma partiamo dal principio, cioè chiarendo che ogni età ha le sue feci con delle particolari caratteristiche da tenere a mente per non avere ansie inutili. Solitamente le feci che sono il rifiuto intestinale del processo digestivo sono composte da muco, cellule della mucosa, materiale non digerito e batteri.

Durante i primi giorni di vita del neonato le feci si presentano sotto forma di meconio una sostanza viscosa e appiccicosa formatasi nell’intestino del neonato durante la vita uterina. Successivamente se il piccolo è allattato al seno presenterà delle feci giallo oro semiliquide con dei grumi dello stesso colore mentre se il piccolo è allattato artificialmente le feci possono essere leggermente più scure e decisamente più asciutte con un odore più intenso. Quando verso i cinque mesi inizia lo svezzamento le feci cambiano decisamente e assumo l’aspetto “classico” dei bambini più grandi.

La prima stanza al mondo per i “bambini farfalla” è all’Ospedale Bambino Gesù di Roma

bambini farfalla

Finalmente è stata inaugurata a Roma, presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, la prima struttura al mondo pensata per accogliere i fragili “bambini farfalla”, ovvero i piccoli affetti da Epidermolisi Bollosa Ereditaria, un termine con il quale si indicano un gruppo di rare malattie genetiche fortemente invalidanti.

Questa malattia, che in Italia colpisce circa 1.100 persone e nel mondo addirittura 500mila, consiste in un’estrema fragilità della pelle e delle mucose con la comparsa di bolle in seguito a qualsiasi trauma, anche piccolissimo; i danni possono estendersi anche ad altri organi provocando delle gravi disfunzioni che oltre ad essere invalidanti, possono addirittura risultare mortali, soprattutto in età neonatale o giovanile.

La Sindrome della Couvade

sindrome della couvade

Gli esperti l’hanno definita Sindrome della Couvade, ma dietro ad un nome così particolare si nasconde un comportamento simile a molti uomini che li porta, durante la gestazione della loro compagna, ad avvertire i sintomi e i malesseri, proprio come se fossero loro a vivere in prima persona la gravidanza.

Uno studio dell’Università neozelandese di Waikatoha, condotto dalla Dottoressa Irene Lichtwark, ha scoperto come, spesso, gli uomini durante la gestazione della propria partner soffrano degli stessi disturbi, ovvero quelli tipici della gravidanza quali nausea, vomito, voglie e dolori addominali.

Problemi di memoria in gravidanza? La causa è degli ormoni

perdita di memoria in gravidanza causata da ormoniA quanto sembra durante il periodo della gravidanza le future mamme possono essere un po’ più smemorate del solito e la “colpa” pare sia da attribuire agli ormoni sessuali che nei nove mesi di gestazione impazziscono.

Questo almeno è quanto sostenuto da alcuni scienziati dell’Università di Bradford (Uk) che hanno esaminato 23 donne in gravidanza mettendole a confronto con altre 24 non in gravidanza; questo allo scopo di verificare la memoria di tipo spaziale (quella che tanto per intenderci dovrebbe farci ricordare dive abbiamo appoggiato le chiavi di casa).

A queste partecipanti è stato distribuito un questionario su cui appuntare per poter essere valutato in seguito lo stato dell’umore ed i livelli d’ansia; contemporaneamente sono stati esaminati anche i livelli ormonali. Ed al termine i risultati sono stati raffrontati con quelli delle donne non incinte.

Oppio durante il parto: la risposta della Società Italiana di Anestesia

oppio-parto-epiduraleQualche giorno fa vi ho riportato una interessante notizia pubblicata dal Corriere della Sera riguardo l’uso di un oppiaceo in sala parto da usare in sostituzione dell’epidurale nelle donne con problemi di coagulazione. Sembra che nella comunità scientifica ci sia stato un grosso fermento attorno a questa notizia e che la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva abbia ritenuto opportuno scrivere un comunicato per chiarire la sua posizione in merito a questo tema. Ovviamente mi sembra doveroso riportare la risosta nella sua interezza vista la delicatezza del tema ed anche la sua rilevanza per tutte le mamme che hanno magari intravisto nella notizia una possibilità nuova rispetto all’analgesia nel parto.

Depressione post partum: si può combattere con esercizio fisico

l'esercizio fisico combatte la depressione post partum

Torniamo nuovamente a parlare di depressione post partum, un disturbo che si calcola colpisca il 13% delle neomamme e che se trascurato può purtroppo portare anche a terribili gesti.

A quanto sembra un gruppo di ricercatori dell’Università di Melbourne sarebbero arrivati alla conclusione che con un po’ di esercizio fisico e colloqui con esperti la depressione post partum si possa evitare. Per arrivare a questo risultato hanno esaminato 161 pazienti; li hanno divisi in tre gruppi. Dopo il parto 62 hanno fatto esercizi fisici con il bambino per circa un’ora e mezz’ora di educazione parentale con una terapista per due mesi; a 73 pazienti invece hanno consegnato della documentazione cartacea su quegli stessi argomenti mentre 26 non hanno ricevuto nulla.

Sesso in gravidanza: non influisce negativamente sulla gestazione

sesso in gravidanzaTorniamo a parlare di sesso in gravidanza o meglio di quello che pensano le donne; questo grazie ai risultati di uno studio compiuto da un gruppo di ricercatori del Santa Maria University Hospital di Lisbona che ha distribuito a 188 donne in gravidanza (di età compresa tra i 17 ed i 40 anni) un questionario relativo alle loro abitudini sessuali in gravidanza.

Cosa è emerso dai risultati? Molte donne (un quarto) hanno paura che avere rapporti sessuali possa danneggiare il feto ma ben due donne su tre praticano qualsiasi tipo di attività sessuale.

Secondo una ricerca, la dieta mediterranea favorirebbe la fertilità

dieta mediterranea e fertilità

Secondo un’ipotesi formulata dall’Erasmus University Medical Center di Rotterdam, in Olanda, la dieta mediterranea sarebbe in grado di favorire la fertilità, anche per le donne sottoposte a trattamenti contro la sterilità. La ricerca, condotta dalla Dottoressa Regine P.M. Steegers-Theunissen e pubblicata su Fertility and Sterility, ha preso in esame 161 coppie che si erano rivolte al centro per sottoporsi a trattamenti anti-sterilità.

Prima di iniziare le terapie, i ricercatori si erano informati sulle abitudini alimentari dei pazienti, e avevano notato come si potessero riassumere in due gruppi: l’alimentazione mediterranea, composta da molti vegetali, pesce, legumi e poche merendine, e l’alimentazione consapevole, composta da frutta, verdura, cereali e poca carne.

Chicco e i corsi gratuiti Diventare Genitori

Chicco corso Diventare GenitoriVi segnalo una serie di incontri chiamati “Diventare Genitori” ed organizzati da Chicco in diverse città italiane.

Questi incontri sono stati creati con lo scopo di fornire ai futuri genitori ma anche ai nonni dei consigli pratici per far sì che siano pronti quando la famiglia si allargherà.

I vari incontri che si svolgono all’interno dei punti vendita Chicco (a questo link l’elenco) sono gratuiti e durano circa un’ora.

Giulia e Francesco i nomi più gettonati in Italia

nomi-bambini-italiaPancione avete già deciso il nome del vostro bambino oppure siete indecise e non avete la minima idea di quale nome dargli? Beh sembra proprio che nel nostro paese si tenda a scegliere nomi molto tradizionali come Francesco e Giulia, questo è ciò che emerge dal rapporto Istat Natalità e  fecondità relativo all’anno 2008. Una sorpresa anche per me che pensavo che ormai i nomi alternativi, come Michael, Dennis, Asia, Luna la facessero da padrone scalzando le vecchie glorie dalla hit parade dei preferiti d’Italia. Invece no, Francesco, Alessandro e Matteo; Giulia, Martina e Sofia sono i nomi più gettonati divisi anche per aree geografiche, al Centro Nord il preferito è Alessandro mentre al Centro Sud Francesco non conosce rivali.