Canzoni di Natale per bambini

Il Natale è sicuramente la festività più attesa ed amata dai bambini. L’atmosfera natalizia, infatti, con i suoi colori, i suoi addobbi, i suoi suoni si sposa alla perfezione con i desideri dei bimbi. Una delle cose più belle ed emozionanti da fare durante le feste di Natale è cantare insieme ai propri bambini una bella canzoncina natalizia.

Quando eravamo piccoli, io e i miei fratelli, salivamo sulle sedie e deliziavamo i commensali con delle canzoncine di Natale che avevamo imparato a scuola. Ricordo con estremo piace questi particolari della mia infanzia ed è per questo che oggi ho pensato di proporvi un paio di canzoni di Natale. Sono canzoni classiche della tradizione natalizia che i vostri bambini possono facilmente imparare e cantare insieme a voi la notte della vigilia o il giorno di Natale.

Poesie di Natale, Il mago di Natale di Gianni Rodari

Buon pomeriggio ragazze! Natale è ormai alle porte, i preparativi fremono ed i ricordi affiorano alle mente. Pensavo a quando ero bambina ed insieme a mia madre e ai miei fratelli preparavo la sorpresina natalizia per il mio papà. Era tradizione, infatti, scegliere una poesia di Natale da imparare a memoria e da scrivere su una letterina. La sera della vigilia, poi, facevamo scivolare la lettera sotto il piatto di papà che, ogni anno, con lo stesso stupore e la stessa meraviglia scorgeva magicamente. Oggi, spinta da questi ricordi ha scelto di proporvi una poesia di Gianni Rodari che ben si presta ad essere regalata al papà dai vostri figli!

Poesie di Natale, Ritorno per un dolce Natale di Ada Negri

Poetessa e scrittrice italiana di umili origini, Ada Negri nel corso della sua vita ha saputo riscattarsi ottenendo notevole successo con le sue opere. Le sue poesie sono a sfondo sociale, spesso polemico, e raccontano con delicatezza ed estrema sensibilità le sofferenze economiche ed umane della classe operaia. Oggi, care mamme, ho scelto di affidare la magia di Natale ai versi di una poesia di Ada Negri dal titolo Ritorno per un dolce Natale.

Disse la madre: Lasciate socchiusa la porta, ch’egli verrà.
Fu lasciata socchiusa la porta: egli entra, disceso dall’eternità.
Per strade di neve e di fango gli fu guida la stella in cammino
nei cieli sol quando rinasce, dentro una stalla, Gesù Bambino.
Riaccosta l’uscio in silenzio, appende in silenzio il gancio al mantello
(fiori e bruciacchi di schrapnell nella divisa ridotta un brandello:
ma ben calca sugli occhi l’elmetto, che la fronte non sia veduta,
e siede, al suo posto, nel cerchio della famiglia pallida e muta.

Poesie di natale, E’ nato! Alleluja

La poesia di natale di oggi è stata scritta da Guido Gozzano poeta, tra i miei preferiti, vissuto nei primi decenni del ‘900. E’ una poesia molto bella e semplice ed è proprio per queste sue caratteristiche che l’ho scelta tra moltissime altre; belli e semplici sono infatti i bambini, belle e semplici dovrebbero sempre essere le loro vite. La pubblico soprattutto perchè celebra la nascita di un bambino; un evento comune eppure straordinario, perchè è sempre così quando una nuova vita si affaccia al mondo, in qualunque parte della terra, in qualunque condizione sociale e culturale. Che poi alcuni adulti non se ne accorgano, purtroppo, è un’altra tragica storia.

E’ nato il sovrano bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!
La notte che già fu sì buia
risplende di un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaie
suonate! Squillate, campane!

Una fiaba araba: il principe serpente

Il mondo arabo è ricco di luoghi e tradizioni affascinanti e magici. Nelle fiabe arabe si ritrovano molti dei tratti tipici di questo mondo:  personaggi e ambientazioni che esprimono appieno la ricchezza e le sfumature delle culture e dei popoli arabi. Oggi, ho scelto di condividere con voi una fiaba persiana dal titolo Il principe serpente.

C’erano una volta un re ed un visir che erano vecchi amici. Un giorno le loro mogli scoprirono di aspettare un bambino e tutti insieme decisero che se fossero venuti al mondo un bambino e una bambina li avrebbero fatti sposare.
Ma al momento del parto, la moglie del re partorì un serpente, mentre la moglie del visir una bambina molto bella. Il serpente e la bambina, nonostante tutto,crebbero insieme: la bambina era felice del suo strano amico, per lei, infatti, il serpente non era un animale brutto e viscido.
Un giorno, quando erano grandicelli, i due stavano giocando insieme quando all’improvviso la pelle del serpente si ruppe, cadde a terra e uscì un bellissimo ragazzo.

Storia di Natale: l’ultimo sogno della vecchia quercia

Il mio meraviglioso viaggio in Danimarca mi ha portato a visitare Odense, la città natale del noto scrittore di fiabe Hans Christian Andersen. E’ una cittadina molto graziosa ed impregnata della magia che caratterizza le favole per bambini. Girando tra i vicoli colorati di Odense e tra i suoi innumerevoli musei, ho conosciuto una fiaba molto particolare di Andersen che non avevo mai sentito prima : L’ultimo sogno della vecchia quercia. Ho pensato di riproporvela in quanto ben si addice a questi giorni in cui ci avviciniamo al Natale. Buona lettura!

In un bel bosco, in cima ad una collina, viveva una quercia molto vecchia. Si dice che avesse ben trecentosessantacinque anni di vita. Tutti questi anni, però, non erano poi molti per la quercia visto che un anno corrispondeva pressappoco ad un giorno degli essere umani. Gli uomini si svegliano la mattina, dormono durante la notte e fanno tanti sogni; gli alberi, invece, restano svegli per tre lunghe stagioni e solo durante l’inverno riposano.

Storie di natale, l’omino di pan di zenzero

Tutti quanti noi conosciamo l’omino di pan di zenzero, se non altro per averlo visto tra i più spassosi protagonisti del film d’animazione Shrek. Ma quanti conoscono la sua storia? Bene, questa è talmente spassosa che non possiamo non proporvela come fiaba di natale per intrattenere i bambini sotto l’albero.

C’era una volta una vecchina che decise di impastare un omino di pan di zenzero; stese la pasta e gli diede forma mettendo due chicchi di uva passa per fare gli occhi, menta peperita per la bocca e glassa per i capelli. Poi mise il suo biscotto a forma di omino nel forno e quando le sembrò cotto aprì lo sportello per tirarlo fuori. Non immaginate la sua sorpresa quando balzò fuori e cominciò a scappare.

“Fermati! Fermati, omino di pan di zenzero!” disse la vecchina. “Voglio mangiarti!”

“No!” disse l’omino di pan di zenzero “Non potete prendermi, io sono l’omino di pan di zenzero!”

L’omino scappò finche non arrivò al porcile dove incontrò un maiale che disse:

Leggende di natale, il bastoncino di zucchero

Il bastoncino di zucchero appartiene forse più alla tradizione natalizia anglosassone che alla nostra ma di sicuro popola il nostro immaginario collettivo quanto babbo natale, l’albero e i doni. Per questo motivo mi è sembrato carino raccontare a voi e ai vostri cuccioli la leggenda di come nacque e del suo vero significato anche se non si tratta di una vera e propria fiaba di natale.

Si narra che il bastoncino di zucchero bianco e rosso sia stato inventato da un pasticcere che voleva realizzare un dolce che ricordasse Gesù bambino; così prese del caramello, un ingrediente solido perchè Gesù è la solida roccia su cui sono costruite le nostre vite (Matt 16:18), quindi gli diede la forma di una “J” per Jesus che è appunto il nome di Gesù in inglese.

Una fiaba africana: la giraffa vanitosa

L’Africa è un mondo ricco di storia, miti, leggende e racconti che, nel corso dei secoli, si sono tramandati di generazione in generazione. Nelle fiabe africane si ritrovano i caratteri e le tradizioni di terre e popoli forti e allo stesso tempo colorati e gioiosi. Oggi vogliamo proporvi una fiaba etnica del continente nero dal titolo La giraffa vanitosa.

Ai confini di un’enorme foresta, in Africa, viveva insieme altri animali una bellissima giraffa, magra, scattante e più alta di tutte le altre. Sapendo di essere ammirata da tutte le sue compagne e da tutti gli altri animali era diventata molto vanitosa, non aveva più rispetto per nessuno e rifiutava di dare una mano a chi glielo chiedeva. Anzi, se ne andava a spasso tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza a tutti gli altri animali della foresta, dicendo: «Guardatemi, io sono la più bella».

Gli altri animali, stanchi di ascoltare tutte le sue vanterie, la prendevano in giro, ma la giraffa era troppo vanitosa e troppo impegnata a rimirarsi per dar loro retta. Un giorno una scimmia decise di darle una lezione.

Poesie di natale, Lo zampognaro di Gianni Rodari

Le poesie di natale recano sempre messaggi di pace e serenità. Quando sono i bambini a recitarle, con le loro vocine dolci e i loro occhioni che brillano di gioia, è ancora più bello ascoltarle e lasciare che ci scaldino il cuore, anche per un solo giorno all’anno.

Per questo motivo, invece di una fiaba, oggi ho scelto per voi una poesia natalizia di Gianni Rodari dal titolo “Lo zampognaro”

Se comandasse lo zampognaro
Che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?

“Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d’oro e d’argento”.

La piccola fiammiferaia di Andersen

C’era una volta una piccola e povera bambina che camminava a piedi nudi per la città. Erano gli ultimi giorni dell’anno e fuori faceva molto freddo. La mamma aveva dato alla bimba un paio di pantofole ma erano troppo grandi e la piccola le aveva perse per strada ed un bambino un po’ monello ne rubò una. La piccola bambina aveva nelle tasche del vecchio grembiule che indossava tantissimi fiammiferi che doveva vendere. In giro, però, c’era poca gente perchè tutti erano impegnati con i preparativi delle feste e la piccola bambina non aveva guadagnato nemmeno uno spicciolo. Stanca e infreddolita la bambina si sedette per terra nella neve: non voleva tornare a casa perchè aveva paura che il papà la pichiasse vedendola tornare senza un soldo. La piccola fiammiferaia aveva molto freddo e le sue mani erano congelate. Per questo pensò di scaldarsi con i fiammiferi che aveva: ne prese uno dalla tasca e lo sfregò contro il  muro. Una piccola fiamma si accese e la bambina immaginò di essere seduta accanto ad una stufa. Le mani ed i piedi della bimba iniziarono a scaldarsi ma presto la fiamma si spense e la stufa scomparve.

Il bambino e il chicco di grano di A. Cuman Pertile

Sono l’ultima di tre figlie e poichè le mie sorelle sono più grandi di me di qualche anno ho avuto la fortuna di crescere attorniata dai miei quattro splendidi nipoti. Oggi io non sono più una bimba ed anche loro sono abbastanza cresciuti; alcuni sono già adulti, altri sono invece nel fiore dell’adolescenza. Dell’infanzia di tutti loro ho dei ricordi abbastanza precisi e quando ripenso ai loro sorrisi, ai primi passi, alle loro vocine di bambini mi sembra incredibile saperli già alle prese con il lavoro, i primi amori, gli esami, la scelta delle scuole superiori; è in questi momenti che mi rendo conto di quanto sia passato veloce il tempo. Un po’ troppo forse ma tant’è…

A questo punto vi starete chiedendo perchè vi dico tutto questo. Il fatto è che oggi, mentre ero alla ricerca di una filastrocca per bambini da regalare a tutte voi mi sono imbattuta in un testo che mia nipote Martina, oggi 17enne, mi fece imparare a memoria a furia di recitarlo per tutta la famiglia durante un’estate di molti anni fa: Il bambino e il chicco di grano di A. Cuman Pertile, scrittrice e poetessa nata a Marostica. Rileggendolo ho sorriso al ricordo di quel visino incorniciato dai boccoli dorati, di quegli occhioni neri e fieri che ci tenevano tutti in ostaggio nei pomeriggi pigri e assolati della casa al mare dei nonni, “costringendoci” a guardarla mentre se ne stava ritta e orgogliosa sui gradini dicendo così:

La zanzara ed il leone

Esopo è uno scrittore greco vissuto nel VI sec. a.C. Nella sua vita scrisse numerose favole i cui personaggi sono per lo più animali. Oggi vogliamo proporvi uno dei suoi racconti dal titolo La zanzara ed il leone.

C’era una volta una piccola zanzara molto furba e sicura di se. Un giorno, stanca di giocare sempre con le solite amiche decise di andare dal Re della foresta e sfidarlo. Andò, così, alla ricerca del leone e dopo averlo trovato lo salutò con un bell’inchino. Il leone, che in quel momento si trovava sulla riva di un fiume e stava facendo uno dei suoi più bei pisolini, rispose, sbadigliando, all’inchino della zanzara con un semplice «Buongiorno!».  La zanzara allora disse al leone: «Maestà, sono venuta qui davanti a Voi per lanciarvi una sfida!». Il leone, incuriosito dalla cosa, si fermò ad ascoltare. «Voi, caro leone -continuò la zanzara- credete di essere il più forte degli animali eppure io sono sicura che se facessimo un duello riuscirei a sconfiggervi!»

Cappuccetto Rosso

C’era una volta una bella bambina che tutti chiamavano Cappuccetto Rosso perchè sul capo portava sempre un cappuccetto di velluto rosso che le aveva regalato la sua nonna. Una mattina la sua mamma le chiese di portare una bottiglia di vino e una focaccia alla nonna che viveva in una bella casetta di legno aldilà del bosco raccomandandole di fare presto e di non lasciare mai il sentiero.

Fu così che la piccola Cappuccetto Rosso si mise in cammino e, ormai giunta a metà strada, incontrò un grosso lupo. La bimba però non aveva idea che si trattasse di animale tanto pericoloso e rispose gentilmente al suo saluto: “Buongiorno, Cappuccetto Rosso, dove vai così di buon mattino?”“Vado a trovare la mia nonna che è tanto malata”“E cosa le porti di buono?”“Una bottiglia di vino e una focaccia”“E dove abita la tua dolce nonnina?”“In una casetta non lontano da qui, sotto le tre querce aldilà del bosco”.