Bambini che russano, meglio fare un controllo pediatrico

bambini russare

Molto spesso alcuni genitori, in assoluta buonafede, tendono a considerare normale il fatto che durante la notte il loro piccolo russi regolarmente. Purtroppo però non sempre è così: si stima infatti che circa il 2% dei bambini che russano (il 13% in totale) sia affetto in realtà dalla Sindrome di apnea ostruttiva del sonno (OSAS), una patologia che può manifestarsi anche con l’interruzione, per alcuni secondi, dell’atto respiratorio e che se non adeguatamente curata rischia di causare seri problemi di salute al piccolo.

L’apnea notturna non curata può infatti generare un rallentamento nella crescita, problemi cardiaci e appare correlata a stanchezza diurna, deficit di attenzione e iperattività con notevoli ricadute sul rendimento scolastico del bambino. Per questo motivo l’APA (Accademia Pediatrica Americana) ha raccomandato ai pediatri di visitare molto attentamente i piccoli affetti da roncopatia.

I metodi di sterilizzazione

biberon/1Sterilizzazione a caldo o a freddo? Ma devo proprio sterilizzare tutto? Tutto ciò che viene a contatto con la bocca di tuo figlio deve essere sterilizzato, soprattutto nei primi sei mesi di vita; dopo questo periodo infatti lui inizierà a mettere in bocca qualunque oggetto gli sia a portata di mano e la sterilizzazione diventerà superflua. Nei primi mesi di vita invece bisognerà sterilizzare biberon, tettarelle, succhiotti, massaggia gengive e cosi via. Questo processo serve per evitare la proliferazione di germi e di funghi e quindi elimina il rischio di possibili infezioni.

La sterilizzazione non riguarda, però, solo gli oggetti usati dai bambini allattati artificialmente. La sterilità è importante anche per i bambini allattati al seno. Se lo allatti al seno dovrai pulire ogni volta il capezzolo o con un sapone rigorosamente neutro oppure con una soluzione disinfettante di quelle in commercio. Subito dopo la poppata dovrai pulire di nuovo il seno ed asciugarlo bene per eliminare qualunque residuo di latte.

Crosta lattea, le dolci cure della mamma sono il rimedio migliore

crosta lattea

La cosiddetta crosta lattea è un problema molto diffuso fra i lattanti tanto che ben 2 bambini su tre ne sono affetti sin dai primi giorni di vita. Al contrario di quanto suggerito dal nome, la crosta lattea (che in realtà non è altro che dermatite seborroica) non ha nulla a che vedere con l’alimentazione del neonato, nè con la somministrazione di latte materno, piuttosto si tratta, come nel caso dell’acne neonatale, di un’eccessiva produzione di sebo dovuta presumibilmente agli estrogeni materni.

Il disturbo si risolve in genere entro il 6°-7° mese di vita, ma in casi rari può perdurare fino al terzo anno di età e si manifesta soprattutto sul cuoio capelluto con una desquamazione di colore bianco-giallognolo. Tuttavia può estendersi anche a viso e collo e presentarsi su inguine e ascelle.

La cura del moncone ombelicale

bambino/3La cura del moncone ombelicale è uno dei tuoi primissimi compiti di neomamma. Immediatamente dopo il parto, quando viene tagliato il cordone ombelicale, ne rimane una piccola parte che viene comunemente chiamata moncone ombelicale. Il moncone ha un colore bianco-grigiastro e normalmente contiene le due arterie ombelicali e la vena ombelicale avvolti da una sostanza gelatinosa.

La pelle del bambino: vediamo cosa c’è da sapere

pelle neonato

La pelle del bambino è particolarmente delicata. Necessita quindi di cure specifiche per costruire una barriera che sia in grado di tenere a debita distanza batteri o altre sostanze. Occorre quindi un’attenzione particolare nell’igiene ma anche nella prevenzione e nel trattamento di eventuali problemi.

I principali disturbi che possono colpire un bambino sono:

Dermatite atopica: si riconosce per via di chiazze rosse che spesso possono provocare anche prurito. Colpisce circa il 30% dei bambini e sebbene le cause siano ancora sconosciute generalmente ha un’origine di tipo allergico. Per la certezza della diagnosi è sempre opportuno rivolgersi ad un Pediatra. In farmacia potete acquistare, per dare sollievo alla pelle, una crema a base di acqua.

Acne neonatale, un problema che non deve allarmare

acne neonatale

Cos’è l’acne neonatale?

Nel corso delle prime settimane di vita del nostro piccolo può accadere di veder comparire sulla pelle delicata del suo visino dei piccoli brufoletti. Questo fenomeno, che non manca mai di turbare i neo-genitori, viene talvolta attribuito a intolleranze alimentari ma tale conclusione si rivela spesso inesatta. Basta infatti rivolgersi al pediatra per scoprire che in realtà si tratta della cosiddetta acne neonatale.

Quali sono le cause dell’acne neonatale?

L’acne neonatale fa la propria comparsa su fronte, guance e nasino perchè gli ormoni estrogeni placentari trasmessi dalla mamma al bambino durante la gravidanza non vengono più metabolizzati dal fegato materno e si accumulano  nell’organismo del piccolo determinando così uno squilibrio che porta alla formazione di accumuli di grasso che possono dare luogo a brufoli e arrossamenti.

Le vaccinazioni del bambino: perché sono importanti.

vaccino/1Le vaccinazioni servono a rendere immune il bambino verso molte malattie. Normalmente quando si contrae un’infezione l’organismo risponde producendo gli anticorpi, delle proteine che ci aiutano a guarire e che ci immunizzano verso nuovi attacchi da parte dello stesso germe. Guarita la malattia, gli anticorpi rimangono nel nostro corpo prevenendo nuove infezioni causate dallo stesso germe. Questo processo viene chiamato immunità.

La diagnosi della Sindrome di Down con un prelievo di sangue.

esamedelsangueLa diagnosi della Sindrome di Down potrebbe essere ad una svolta, infatti i ricercatori della Standford University stanno sperimentando un nuovo metodo di diagnosi che richiede solo un prelievo di sangue materno per poter mettere in evidenza le anomalie cromosomiche che portano la malattia.

Le donne incinte si trovano sempre più spesso davanti ad un dubbio amletico circa l’indagine genetica sul proprio bambino: fare l’amniocentesi e rischiare un eventuale aborto oppure non fare il test e perdere l’occasione di conoscere delle anomalie genetiche prima della nascita.
Le tecniche attuali come lamniocentesi e la villocentesi richiedono l’inserimento di un ago nell’utero, procedura che comporta un rischio di aborto intorno allo 0,5%.

Alcol e fumo: nemici della gravidanza

bere in gravidanzaDurante il periodo della gravidanza è fondamentale prendersi cura della propria salute cercando, come abbiamo visto, di controllare l’alimentazione e tenendo sotto controllo cattive abitudini che possono provocare danni al bambino. Queste pessime abitudini sono rappresentate soprattutto dall’alcol e dal fumo.

Gli alcolici rappresentano un vero e proprio veleno per la salute del bambino. Numerose ricerche hanno evidenziato come bere durante la gravidanza possa causare danni anche irreparabili al cervello del nascituro. Sarebbe quindi opportuno ridurre il consumo di vino ed eliminare completamente tutte quelle bevande dal contenuto alcolico particolarmente elevato come aperitivi e whisky.