Pet therapy e bambini: un aiuto nella cura di autismo e disabilità

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Si torna a parlare di pet therapy. Questa volta grazie alla notizia riguardante la nuova legge approvata dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna relativa all’ingresso degli animali negli ospedali. Grazie al nuovo provvedimento sarà permesso a cani e gatti di poter vegliare i loro padroni durante la loro degenza. Notizia che non può far altro che far gioire i possessori di animali domestici, d’altronde gli animali, più di chiunque altro, ricoprono un ruolo importante nella vita dei propri padroni che può essere sfruttato al meglio come contributo nella guarigione di diversi disturbi.

La pet therapy, la co-terapia basata sull’assistenza svolta da cani, gatti, conigli, pappagalli e quant’altro, affianca le terapie tradizionali nella cura di disabilità psichiche, quali l’autismo, fisiche quali cecità, sordità, che infine dei disturbi dell’apprendimento come ansia e iperattivismo. In questo tipo di terapia i medici si trovano così ad essere affiancati dagli animali nello stimolo, attraverso il gioco per quanto riguarda i bambini, di quei meccanismi sottintesi ad un’interazione con un altro essere vivente.

In quanto agli animali utilizzati i primi ai quali solitamente si ricorre sono i conigli. Rispetto ai cani e ai gatti  incutono minor timore nei bambini piccoli. Anche i pappagalli risultano utili, sono i secondi ai quali si fa affidamento. In quanto animali “parlanti” stimolano il paziente ad interagire in qualche modo.  Al di là di qualunque dubbio o perplessità i benefici della pet therapy sono concretamente riconosciuti.

Si è assistito  con il tempo ad un miglioramento del livello di attenzione dei piccoli pazienti oltre che una facilità maggiore nell’esprimere le proprie emozioni. Di fronte lo scettiscismo di alcuni comunque c’è da sottolineare come la pet therapy si avvalga oltre che degli animali anche di una serie di specialisti esperti nella tecnica relativa al comportamento umano e animale. A questo proposito c’è da precisare come la terapia non sia indicata in ogni caso. Per ovvie ragioni non ne possono essere sottoposte persone che nutrano una seria fobia per gli animali.

Photo credit | Thinkstock

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