episiotomia
Episiotomia sempre necessaria

Episiotomia: è sempre necessaria?

Se non conoscete tale parola probabilmente dormirete sonni tranquilli, ma si tratta di uno dei termini che più spaventi le future mamme. L’episiotomia, per chi non sappia di cosa si tratti, è l’incisione del perineo di circa 2-3 cm, che ha come scopo quello di aumentare il diametro a disposizione del bambino per poterne facilitare il passaggio al momento del parto. Non solo, è utile anche per evitare il crearsi di lacerazioni che potrebbero comportare effetti anche gravi.

Episiotomia sempre necessaria

 

Sesso dopo il parto, quanto tempo passa prima di tornare alla normalità?

Dopo la nascita del vostro primo figlio quanto tempo è passato prima che la vita sessuale di coppia tornasse alla normalità? Sei settimane o sei mesi? O forse anche più di sei mesi? Non è infrequente infatti che la ripresa dell’attività sessuale dopo il parto sia per le puerpere fonte di timore e ansia, anzi è un fenomeno molto comune che non deve farci sentire inadeguate. A dirlo è una ricerca condotta da un team di ricercatori australiani.

Episiotomia, come curare la ferita

L’episiotomia è un piccolo taglio che viene effettuato nella zona perianale (tra vagina e ano) durante la fase espulsiva del parto. Questa tecnica viene eseguita per facilitare l’uscita del bambino e per evitare che il perineo si laceri, rendendo più difficile anche la guarigione. Il taglio dell’episiotomia viene suturato con dei punti generalmente assorbibili che possono essere interni, esterni o di entrambi i tipi e la ferita deve essere adeguatamente curata. Di norma, durante il ricovero in ospedale, è il personale medico a prendersi cura della ferita, medicandola regolarmente. Una volta tornata a casa, però, sarà la neomamma ad occuparsi della ferita dell’episiotomia, attenendosi alle indicazioni del medico.

Come è nato mio figlio

racconti del parto

Ad essere sincera io i racconti di parto non li ho mai amati più di tanto; nè prima, nè dopo la nascita del mio bambino. Ho sempre trovato infatti piuttosto sgradevole che le neomamme raccontassero con toni apocalittici la propria esperienza di parto davanti a chiunque e ho sempre creduto che fosse poco delicato nei confronti delle donne in gravidanza eventualmente presenti, così come nei riguardi di quelle che non hanno ancora figli.

Non che io abbia cambiato idea. Ma questo non è un soggiorno pieno di uomini, donne e bambini e nessuno è obbligato a leggermi; inoltre, dopo tanto tempo, sono giunta alla conclusione che il mio è stato un parto felice e che quindi  raccontarlo potrebbe essere d’aiuto a tutte quelle donne in attesa che temono questo momento perchè pensano che si tratti di un’esperienza cruenta che le farà soffrire in maniera indicibile.

Non che io non abbia provato dolore, però…

Erano circa le due del mattino quando svegliandomi di colpo ho capito che stavo entrando in travaglio. Saltai immediatamente giù dal letto e dirigendomi verso il bagno chiamai il padre di mio figlio: “Alzati. Il bambino sta nascendo”“Come sta nascendo?” mi rispose “Forse perchè sono alla trentanovesima settimana di gravidanza?” gli risposi a mia volta. 

I Racconti del parto: come è nato il mio primo figlio

racconti-partoBuongiorno mamme, come promesso oggi vi racconterò come è nato il mio primo figlio e spero che la mia storia possa essere di aiuto a qualche panciona in procinto di mettere alla luce il proprio cucciolo. Dunque il mio primo figlio è nato il 6 dicembre del 2005, esattamente a 40 settimane e un giorno, che puntualità! Ma partiamo con il dire che la mia attenzione nelle ultime settimane di gestazione era un pò orientata ad altro infatti il 17 novembre era venuto al mondo il mio primo nipote ed io ero molto concentrata nel conoscerlo e nell’accudirlo in attesa che nascesse mio figlio, devo dire che questo diversivo mi è stato utile per non vivere con ansia le ultime settimane. Ma torniamo a noi, la notte del 6 dicembre ho cominciato a sentire molte contrazioni e soprattutto ho potuto vedere che avevo perso il famoso tappo mucoso, la cosa che però mi ha spaventata è stata che questo tappo era, a dispetto di ciò che mi avevano detto, fatto di sangue rosso vivo e non semplicemente striato di sangue “vecchio”. Spaventata dalla cosa ma sempre con molta calma verso le 4 del mattino io e mio marito eravamo in bagno a farci belli per il nostro primogenito che probabilmente sarebbe nato di li a poco, lui si faceva la barba ed io mi lavavo e stiravo i capelli. Se stai pensando che siamo folli, concordo ma la mente umana a volte da dimostrazione di essere un pò “fuori” soprattutto in certe occasioni.

Parto, è sempre più medicalizzato

parto naturale

Forse non ce ne siamo neppure accorte, ma il parto è diventato via via sempre più medicalizzato e questo non solo perchè la maggior parte delle donne sceglie di partorire in clinica o in ospedale piuttosto che a casa come avveniva un tempo. Oggi infatti la routine del parto presso qualunque struttura sanitaria prevede interventi che non sempre sono assolutamente indispensabili ai quali, come una sorta di reazione a catena, ne seguono altri altrettanto superflui.

Sono infatti davvero poche le mamme che “vantano” di aver fatto nascere il proprio bambino con un parto naturale nel vero senso del termine. Chi di noi non conosce l’induzione al parto, la rottura manuale delle acque (amnioressi), l’episiotomia, la manovra di Kristeller? A uno di questi interventi, o addirittura a tutti, si ricorre con certezza matematica praticamente ad ogni parto; personalmente ad esempio, in occasione della nascita di mio figlio, io sono stata sottoposta nell’ordine a rottura manuale del sacco amniotico, manovra di Kristeller ed episiotomia.

L’ultima fase del parto: il secondamento

secondamento-espulsione-placentaIn questi ultimi giorni ti ho parlato della fase dilatativa e della fase espulsiva del parto, in realtà c’è una terza parte, il secondamento, che spesso viene posta in secondo piano perchè avviene quando il tuo bimbo è già venuto al mondo. Una volta uscito il bambino, mentre lo coccoli e lo tieni tra le braccia, l’ostetrica si preoccuperà di verificare l’espulsione della placenta e degli annessi fetali, una procedura che di solito richiede circa venti minuti, ma che può durare anche un’ora. A volte può accadere che la placenta e il cordone ombelicale,  elementi che per nove mesi hanno nutrito e garantito il benessere e lo sviluppo del tuo cucciolo, vengano espulsi senza neppure tu te ne renda conto, a volte invece può servire l’aiuto dell’ostetrica e di qualche piccola spinta.

Dopo aver dato alla luce il tuo bambino la placenta si distacca dalla parete uterina, prima attraversa la cervice uterina e poi viene espulsa dalla vagina, l’ostetrica in questo momento potrebbe anche facilitare l’espulsione tirando leggermente il cordone ombelicale. In questa fase è molto importante che l’ostetrica controlli la placenta per verificare che sia integra e che non siano rimaste delle parti all’interno dell’utero, in questo caso potresti essere soggetta a emorragie oppure potresti aver bisogno di un raschiamento da effettuare alla visita di controllo.

L’episiotomia ovvero l’incisione del perineo

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In questo articolo vorrei parlare di uno dei tanti incubi delle donne che si accingono a partorire: l’episiotomia. Quando sono andata a partorire la prima volta ho chiesto subito all’ostetrica di cercare di evitare di praticare il tanto rinomato taglietto, ero davvero spaventata dall’idea. Ma ora facciamo un pò di chiarezza: l’episiotomia consiste nell’incisione del perineo, un muscolo che si trova tra l’ano e la vagina, un intervento che spesso non è necessario e che fino a poco tempo fa veniva decisamente abusato. L’episiotomia, mediana o laterale che sia, di solito viene eseguita per facilitare l’espulsione del bambino e per evitare che i tessuti si lacerino in modo irreparabile, viene eseguita in anestesia locale e richiede l’applicazione di punti riassorbibili.

Un pò come la pratica del cesareo, l’episiotomia dovrebbe avere luogo più raramente possibile, persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fornito delle linee guida per le quali solo nel 15 % dei casi andrebbe effettuata l’incisione del perineo. E le indicazioni perché venga effettuata sono un pericolo serio per il bambino o per la mamma. Per quanto riguarda la lacerazione spontanea dei tessuti alcuni studi hanno dimostrato che la guarigione di quest’ultima è più veloce di quella dei tessuti sottoposti ad episiotomia.