disturbi dell’apprendimento

Settimana Nazionale della Dislessia, dal 1 al 7 ottobre

Ottobre non è solo il mese dedicato alla sensibilizzazione sull’importanza dell’allattamento materno, ma è anche il mese in cui si celebra la Settimana Nazionale della Dislessia, che quest’anno cade dal 1 al 7 ottobre. 

La dislessia rappresenta una disabilità dell’apprendimento (DSA) che ha una causa neurobiologica e che può manifestarsi nei processi di lettura, scrittura e calcolo. Non si tratta di un problema che viene causato da un deficit cognitivo o da problemi ambientali e fra i disturbi già comuni c’è quello della dislessia evolutiva, un disturbo specifico di apprendimento che si manifesta con difficoltà nella lettura e che è il più importante dei DSA.

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Editouch, il tablet per i bambini dislessici

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Nonostante la resistenza opposta da alcune mamme è sempre più frequente che i bambini si dilettino con strumenti tecnologici come smartphone e tablet. Se questi vengono utilizzati solo per giocare o visualizzare (ahinoi) contenuti sul web è senz’altro opportuno limitarne l’utilizzo perchè non si sviluppi una sorta di dipendenza e non ne derivi un danno al loro sviluppo relazionale ma se possono avere una valenza didattica e aiutare addirittura i bambini affetti da un disturbo specifico dell’apprendimento a migliorare il proprio rendimento scolastico allora ben vengano!

Pet therapy bambini aiuto cura autismo disabilità

Pet therapy e bambini: un aiuto nella cura di autismo e disabilità

Pet therapy bambini aiuto cura autismo disabilità

Si torna a parlare di pet therapy. Questa volta grazie alla notizia riguardante la nuova legge approvata dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna relativa all’ingresso degli animali negli ospedali. Grazie al nuovo provvedimento sarà permesso a cani e gatti di poter vegliare i loro padroni durante la loro degenza. Notizia che non può far altro che far gioire i possessori di animali domestici, d’altronde gli animali, più di chiunque altro, ricoprono un ruolo importante nella vita dei propri padroni che può essere sfruttato al meglio come contributo nella guarigione di diversi disturbi.

psicomotricista cosa fa

Psicomotricista, chi è e cosa fa per i nostri bambini

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Lo psicomotricista è una figura che negli ultimi anni sta avendo una progressiva affermazione, soprattutto nell’ambito della prevenzione e della cura dei disturbi dell’età evolutiva, anche se, naturalmente, non è qui che si esurisce l’ambito di intervento di questa figura professionale.

dislessia

Dislessia in aumento tra i bambini, spesso le diagnosi sono sbagliate

dislessia

Ci sono delle malattie che sembrano moderne, nel senso che caratterizzano il nostro secolo, come celiachia, l’intolleranza al glutine, che fino a 15 anni fa era quasi sconosciuta, e la dislessia. Prima i bambini erano definiti disordinati e disattenti, oggi invece appena si nota una pigrizia nell’imparare a leggere o una fatica particolare a prestare attenzione scatta la diagnosi per dislessia. È importante fare una precisazione: si tratta di un disagio, non di una malattia.

Yoga per bambini, arriva il si dei pediatri

Lo yoga in età pediatrica è utile alla crescita e al sano sviluppo del bambino. Il via libera arriva dai pediatri della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) che nel corso del loro ultimo congresso hanno ospitato gli esperti della Federazione Italiana Yoga. Lo yoga infatti è utile per intervenire nelle situazioni di stress e disagio psichico infantile prima che si tramutino in vere e proprie patologie e si cronicizzino. Ma c’è di più:

Sportello Erickson: ausilio facilmente accessibile a genitori e insegnanti per guarire i DSA

Mamma e papà oggigiorno sono piuttosto soli nel compito di crescere un bambino, mentre nell’età preindustriale contemporanea (fino a poco più di cinquant’anni fa) le famiglie contadine, molto più unite di quelle moderne, si tramandavano facilmente tradizioni e insegnamenti su come educare e assistere la prole. Per sopperire a questa mancanza, sono necessari la presenza del pediatra di fiducia, ma anche e soprattutto un maggiore bagaglio di conoscenze da fornire ai genitori sul percorso emotivo, cognitivo e biomedico dei bambini, in modo da evitare un’eccessiva medicalizzazione (il prof. Enrico Alleva ha sintetizzato ciò spiegando che bisogna ripartire dalle interazioni semplici, perché ad esempio anche il sorriso del bambino può fornirci informazioni sul suo stato di salute).

A proposito, le Edizioni Centro Studi Erickson, che

si occupano dal 1984 di didattica, educazione, psicologia, lavoro sociale e welfare attraverso la produzione di libri, riviste, software didattici e servizi on line,

organizzano uno sportello per mettere a disposizione delle famiglie e delle scuole le conoscenze in merito ai DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Dislessia, in arrivo nuovi strumenti didattici per gli studenti

Sono 200mila gli studenti italiani affetti da disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia) che necessitano di metodi di insegnamento flessibili per adeguarsi allo standard dei compagni di classe. Proprio per rispondere a questa loro esigenza, a partire da quest’anno scolastico saranno introdotte, in tutti gli istituti, importanti novità: per cominciare avranno a loro disposizione strumenti didattici e tecnologici quali registratori, computer e calcolatrici, le prove scolastiche subiranno degli adattamenti (gli scritti ad esempio potranno essere sostituiti con gli orali o fatti al computer) e ogni scuola varà un referente per la dislessia.

Dislessia, perchè alcuni bambini guariscono più in fretta di altri?

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che consiste nella difficoltà di lettura corretta e fluente; nel nostro paese si stima che ne sia affetto il 4% dei bambini. Il problema emerge solitamente intorno ai 5-6 anni di età, ovvero quando il piccolo fa il proprio ingresso alle scuole elementari e mostra per la prima volta evidenti difficoltà di apprendimento legate a lettura e scrittura pur presentando uno sviluppo emotivo ed intellettivo del tutto nella norma.

Il bambino affetto da dislessia specifica infatti non mostra alcun deficit intellettivo ma un differente funzionamento delle capacità cognitive legate alle abilità di lettura e scrittura. Inoltre, contrariamente a quanto si credeva un tempo, la dislessia non origina da disagi di tipo psichico nè, meno che mai, è da attribuire a pigrizia o svogliatezza; pare piuttosto sia legata ad alterazioni neurobiologiche a carico delle aree cerebrali coninvolte nei processi di lettura.

Disturbi del linguaggio, la balbuzie

Cos’è la balbuzie

La balbuzie è un disturbo del linguaggio rappresentato da un’anomalia del normale fluire e della cadenza dell’eloquio. In altre parole, il bambino che balbetta sa esattamente cosa vorrebbe dire ma non riesce a farlo a causa di blocchi, ripetizioni e prolungamenti dei suoni del tutto involontari. Il disturbo interessa all’incirca l’1% della popolazione mondiale e fa la propria comparsa in età infantile, tipicamente fra i due e i sei anni. La balbuzie può essere accompagnata da movimenti muscolari, anch’essi del tutto involontari, quali tic, ammiccamenti, tremori delle labbra o del viso, scosse del capo e presentarsi in associazione con altri disturbi del linguaggio quali il disturbo della fonazione e il disturbo della espressione del linguaggio.

Balbuzie, le manifestazioni

Secondo quanto riportato dal DSM, ovvero il Manuale diagnostico e statistico dei distrubi mentali, nel quale troviamo definiti anche disturbi come quelli del linguaggio, la balbuzie presenta le seguenti manifestazioni:

I disturbi del linguaggio, cause e trattamento

Come abbiamo già visto, i disturbi del linguaggio nel bambino possono manifestarsi isolati o associati ad altri disturbi quali disturbo da deficit di attenzione-iperattività, disturbi dell’apprendimento, deficit cognitivi e così via. Essi riguardano le competenze linguistiche in tutte le loro forme e possono comprendere difficoltà di comprensione e/o espressione del linguaggio. Queste ultime in particolare, possono riguardare la produzione corretta delle parole o il fluire e la cadenza della voce, come nel caso della balbuzie.

A meno che non si tratti di disturbi secondari del linguaggio, dovuti cioè a patologie preesistenti (ad esempio neuromotorie, deficit uditivo, autismo ecc.) o associati ad alcuni dei disturbi su menzionati, i disturbi specifici del linguaggio non sono sempre riconducibili ad una causa certa ed esplicita. Tuttavia, in alcuni casi, essi hanno origini psicologiche, la già citata balbuzie, ad esempio, può insorgere in seguito a situazioni avvertite dal bambino come traumatiche (traslochi, arrivo di un fratellino, inserimento scolastico) o francamente traumatiche (malattie, lunghe permanenze in ospedali, gravi lutti).

I disturbi del linguaggio

Con l’espressione disturbi del linguaggio si indica un gruppo eterogeneo di difficoltà nell’espressione, nella fonazione, nell’articolazione e/o nella comprensione del linguaggio che fanno la propria comparsa in età prescolare e possono manifestarsi da sole o in associazione ad altre patologie (deficit cognitivi o sensoriali, malattie neuromotorie, disturbi dell’apprendimento, disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività). Quando si associano ad latri disturbi o patologie si parla di disturbi del linguaggio secondari, nel primo caso invece si parla di disturbi specifici del linguaggio. Ed è proprio di questi ultimi che noi ci occuperemo.

Premesso che lo sviluppo del linguaggio non avviene allo stesso identico modo in tutti i bambini e che viene influenzato da fattori ambientali quali l’età di inserimento a scuola, la presenza di fratelli e sorelle, il grado di stimolazione che il bambino riceve in famiglia e così via, in genere verso i 24 mesi il bambino possiede un vocabolario di circa 100 parole e comincia a formulare le prime brevi frasi o meglio ad associare due parole.

I disturbi dell’apprendimento, la disgrafia

La disgrafia rientra, insieme a dislessia, discalcalculia e disortografia, nel gruppo dei disturbi specifici dell’apprendimento. Come abbiamo già accennato brevemente, la disgrafia è un disturbo che riguarda il linguaggio scritto, ovvero le abilità del bambino relative alla esecuzione della scrittura sia alfabetica che numerica. In particolare, il bambino affetto da disgrafia presenta, durante l’atto dello scrivere, difficoltà di coordinazione motoria che interferiscono con l’apprendimento scolastico e con altre attività quotidiane e che non dipendono da patologie pre-esistenti che implicano disturbi della coordinazione motoria.

Il disturbo tende a farsi presente, indicativamente, a metà del ciclo elementare quando cioè il bambino ha acquisito un certo grado di personalizzazione della scrittura. E’ in quest’epoca infatti che le difficoltà di scrittura vengono rilevate, generalmente dagli insegnanti. Queste si presentano già attraverso un impugnatura errata della penna e/o della matita, inadeguatezza del tratto (troppo forte o troppo debole), mancato rispetto dei margini del foglio e del rigo, dimensioni inadeguate delle lettere e loro inversione all’interno delle parole. Le difficoltà del bambino nell’esecuzione dello scritto sono evidenti, con un ritmo di scrittura che può risultare estremamente lento o, al contrario, estremamente veloce.

I disturbi dell’apprendimento, definizione

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) rappresentano una categoria eterogenea di disturbi che si manifestano in età scolare e riguardano esclusivamente l’acquisizione delle abilità scolastiche (lettura, calcolo, scrittura). La diagnosi di disturbo dell’apprendimento viene posta infatti quando i risultati ottenuti dal bambino in test standardizzati di calcolo, lettura ed espressione scritta sono significamente inferiori a quanto ci si attende in base alla sua età, intelligenza e livello di istruzione.

In altre parole, il disturbo riguarda una o più delle aree su-indicate ma il bambino non presenta alcun deficit intellettivo anche se le difficoltà di apprendimento interferiscono non solo con il rendimento scolastico ma anche con tutte le attività quotidiane che richiedono abilità di calcolo, lettura ed espressione scritta. Più precisamente, nel gruppo dei disturbi specifici dell’apprendimento rientrano: