I disturbi del linguaggio

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Con l’espressione disturbi del linguaggio si indica un gruppo eterogeneo di difficoltà nell’espressione, nella fonazione, nell’articolazione e/o nella comprensione del linguaggio che fanno la propria comparsa in età prescolare e possono manifestarsi da sole o in associazione ad altre patologie (deficit cognitivi o sensoriali, malattie neuromotorie, disturbi dell’apprendimento, disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività). Quando si associano ad latri disturbi o patologie si parla di disturbi del linguaggio secondari, nel primo caso invece si parla di disturbi specifici del linguaggio. Ed è proprio di questi ultimi che noi ci occuperemo.

Premesso che lo sviluppo del linguaggio non avviene allo stesso identico modo in tutti i bambini e che viene influenzato da fattori ambientali quali l’età di inserimento a scuola, la presenza di fratelli e sorelle, il grado di stimolazione che il bambino riceve in famiglia e così via, in genere verso i 24 mesi il bambino possiede un vocabolario di circa 100 parole e comincia a formulare le prime brevi frasi o meglio ad associare due parole.

E’ solo verso i 30 mesi che il piccolo comincia ad aumentare considerevolmente il proprio vocabolario e a produrre frasi di tre o più parole. Se questo non accade però non significa affatto che dobbiamo allarmarci: uno dei fattori da tenere in considerazione in questi casi è infatti il grado di comprensione del linguaggio dell’adulto che il bambino possiede. Se il bambino comprende ciò che gli viene detto si può attendere il terzo anno di età per avere un quadro più chiaro della situazione. All’età di 36 mesi infatti è possibile cominciare a distinguere tra i bambini che vengono definiti parlatori tardivi e quelli che invece potrebbero avere un disturbo specifico del linguaggio.

In linea di massima possiamo dire che un bambino con un ritardo di linguaggio semplice utilizza frasi complete anche se queste risultano poco comprensibili all’adulto a causa dell’omissione o dell’errata pronuncia dei fonemi che compongono le parole, non sono presenti deficit della comprensione, nè, più in generale, delle capacità intellettive in base all’età. Mentre il ritardo, o disturbo di linguaggio, è considerato un disturbo transitorio che si risolve positivamente, diverso è, come vedremo, quando il bambino presenta un disturbo del linguaggio vero e proprio. Intanto vi anticipo che i disturbi del linguaggio vengono distinti in:

  • Distrurbo dell’espressione del linguaggio
  • Disturbo misto dell’espressione e della ricezione del linguaggio
  • Disturbo della fonazione
  • Balbuzie

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