Accesso all’asilo nido sempre più complicato e più caro: nuova indagine Cittadinanzattiva

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Asili sempre più cari e soprattutto meno accessibili. Ci si lamenta sempre che in Italia non si fanno figli, la verità è che le famiglie non sono messe nella condizione di allargare il nucleo. Il motivo? Non ci sono le strutture e quelle che ci sono ovviamente sono a numero chiuso. Il quadro che sto per illustrarvi è stato ritratto dall’Osservatorio prezzi tariffe di Cittadinanzattiva.

Gli asili nido del Nord Italia sono sempre i più cari. Secondo quanto registrato dall’associazione, la spesa media al mese è di 302 euro per gli italiani, ma nelle province settentrionali ci sono tariffe decisamente più elevate. I dati sulle rette provengono da fonti ufficiali, ovvero le Amministrazioni comunali. Inoltre, sono state considerate le famiglie medie, cioè quelle composte da tre persone: genitori e figlio da 0 a 3 anni con reddito annuo pari a 44.200 euro e Isee di 19.900 euro.

Con questi dati, sicuramente, è più facile leggere ancora più enormi le differenze. Prima ho annunciato che al Nord si spende di più. Un esempio eclatante è quello di Lecco dove in media l’asilo nido costa 537 euro, sei volte in più rispetto a Catanzaro (80 euro) e il triplo rispetto a Roma (146 euro). Parliamo sempre di frequenza a tempo pieno. I prezzi sono aumentati in cinque anni del 5% e le città in cui si sono registrati i rincari maggiori sono Foggia, Alessandria, Siracusa, Caserta e Catanzaro.

Un altro grave problema è la mancanza di posti. In Italia ci sono 3.424 asili comunali e possono accogliere poco più di 140 mila bimbi, ciò vuol dire che il 25% dei richiedenti resta fuori. In caso, le regioni più penalizzate sono quelle del Sud. In Sicilia, in lista d’attesa finisce circa il 42% dei piccoli, mentre in Toscana e in Puglia (33%). La regione in cui ci sono più asili è la Lombardia con 660 strutture, seguita dall’Emilia Romagna con 593 nidi e Toscana con 456 istituti.

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