parto gemellare
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I gemelli nati alla 37esima settimana sarebbero meno a rischio

A seguito di uno studio, quello pubblicato sulla rivista British Medical Journal, i gemelli venuti al mondo alla 37esima settimana di gravidanza sarebbero meno a rischio di incorrere in complicazioni di sorta. Avrebbero, quindi, maggiore probabilità di sopravvivenza. Si tratta di un dato che andrebbe così a scontrarsi con l’abitudine in base alla quale si tende ad indurre il parto gemellare prima di tale epoca gestazionale.

I gemelli nati alla 37esima settimana sarebbero meno a rischio

Germania, a 65 anni aspetta 4 gemelli

Si chiama Annegret Raunigk, è già mamma di ben 13 figli, il primo dei quali ha 44 anni, e nonna di 7 nipoti ma evidentemente non ne ha ancora abbastanza. A 65 anni si appresta a partorire ancora, questa volta però darà alla luce 4 gemelli. Per accontentare il desiderio della più piccola (10 anni) dei suoi figli la quale chiedeva da tempo di avere un fratellino o una sorellina, la donna ha deciso di sottoporsi all’inseminazione artificiale ottenendo tale risultato. Annegret si dice tranquilla. Non ha paura e conta sul fatto di trovarsi in ottime condizioni di salute.

gemelli

I gemelli dizigoti o gemelli diversi

La gravidanza gemellare dizigote si verifica quando due cellule uovo vengono fecondate da due diversi spermatozoi. In questo caso, gli ovociti fecondati si impiantano separatamente nell’utero e danno origine a due embrioni separati e geneticamente diversi. I gemelli dizigoti hanno quindi un patrimonio genetico diverso e possono essere di sesso differente. Per lo stesso motivo non si assomigliano come due gocce d’acqua ma c’è tra loro lo stesso grado di somiglianza che esiste tra due fratelli nati dagli stessi genitori in due epoche differenti, perciò i gemelli dizogoti o bi-ovulari vengono anche definiti gemelli fraterni, falsi gemelli o gemelli diversi.

I gemelli monozigoti

La gravidanza gemellare si può verificare in due casi: quando due o più spermatozoi fecondano due o più cellule uovo diverse o quando una singola cellula uovo si divide in due o più parti dopo essere stata fecondata. In quest’ultimo caso si parla di gravidanza gemellare mono-ovulare.  Il singolo ovocita fecondato prima di raggiungere l’utero si divide in due parti distinte ciascuna delle quali da origine a due embrioni separati e identici e i bambini nati da essa si definiscono gemelli monozigoti. La gravidanza gemellare mono-ovulare si verifica in un caso su 300.

La gravidanza gemellare monocoriale

La gravidanza gemellare può verificarsi per ovulazione multipla, quando cioè due spermatozoi fecondano due cellule uovo diverse o per divisione di una singola cellula uovo fecondata. Quando le cellula uovo viene fecondata da un solo spermatozoo per dividersi in seguito, la gravidanza gemellare è monozigote e può avere esiti diversi a seconda dell’epoca in cui lo zigote si divide.

La gravidanza gemellare bicoriale

Le gravidanze gemellari rappresentano l’1-2 per cento di tutte le gravidanze. Attualmente però si registra un aumento di gravidanze multifetali dovuto da un lato all’aumento dell’età media materna, dall’altro alla diffusione di tecniche di fecondazione assistita. La gravidanza gemellare può verificarsi per ovulazione multipla, quando due diversi spermatozoi fecondano due diverse cellule uovo, o per divisione, nei giorni successivi al concepimento, dell’unico zigote fecondato. Nel primo caso i gemelli saranno monozigoti, genticamente identici, nel secondo dizigoti, geneticamente diversi, e si impianteranno separatamente nella parete uterina. Si parla in questo caso di gravidanza gemellare bicoriale, in cui due o più feti si sviluppano in due sacchi gestazionali diversi e quindi con due placente diverse e due sacchi amiotici diversi.

Vivere con i gemelli Piera Brustia

Vivere con i gemelli, piccola guida alla sopravvivenza

Vivere con i gemelli Piera Brustia Essere genitori è un’esperienza allo stesso tempo incredibilmente bella e sorprendentemente difficile; essere genitori di gemelli eleva a potenza le gioie ma anche le problematiche connesse alla genitorialità. Molti sono gli interrogativi che un genitore di gemelli si ritrova a porsi fin dalla prima ecografia, e poi durante le diverse fasi della crescita dei propri figli.

C’è un testo molto agile eppure molto approfondito che si rivolge proprio a tutti coloro che, per diversi motivi, siano interessati a conoscere meglio le dinamiche gemellari (gemelli, genitori di gemelli, operatori scolastici o socio sanitari etc.): questo libro si chiama “Vivere con i gemelli.  Piccola guida alla sopravvivenza” (Espress Edizioni).

Parto gemellare? Meglio se anticipato

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Adelaide e pubblicato sul British Journal of Obstetrics and Gynaecology, in caso di gravidanza gemellare partorire prima del termine naturale aiuta a prevenire complicazioni. Più precisamente, il termine suggerito dai ricercatori è quello delle trentasette settimane. L’analisi condotta su un campione di 235 donne di tre diversi paesi (Australia, Nuova Zelanda e Italia) ha permesso di stabilire che i gemelli nati prima del termine naturale della gravidanza avevano molte meno probabilità di nascere più piccoli dell’età gestazionale rispetto ai neonati nati a termine.

Quando il parto cesareo è realmente necessario?

Parto naturale vs parto cesareo. È il grande “essere o non essere” della ginecologia moderna. Una cosa è sicura: in Italia si praticano troppi tagli e in molte occasioni non sono interventi necessari né alla mamma né al bambino. Per questo motivo, l’Istituto superiore di sanità (SNLG-ISS) ha studiato un nuovo documento per rimettere mano alle linee guida in cui definisce quando sussiste la reale necessità del taglio.

Afghanistan, partorisce sei gemelli senza saperlo

Una storia a lieto fine: una donna afgana, Sharah di circa 24 anni e proveniente da un piccolo villaggio della provincia di Balk, ha avuto un parto pluri gemellare, dando alla vita qualche giorno fa tre bambini e tre bambine per un totale di ben 6 bebè.

Per lo status delle cure mediche e dell’assistenza ospedaliera in Afghanistan, la vicenda si è svolta nel migliore dei modi, innanzitutto perché la donna era al corrente di essere incinta, ma non di 6 creature, dato che non era stata sottoposta ad alcun trattamento di fertilità.

In secondo luogo perché sia lei che i bambini sono vivi e vegeti, mentre all’interno della nazione esistono da decenni problemi di mortalità infantile e materna.

Trieste, nati due gemelli a un mese di distanza

Il miracolo della vita si ripete ogni giorno ma in alcuni casi il modo in cui avviene è ancora più straordinario e portentoso del solito. Oggi, infatti, scrivo per raccontarvi una storia che fino a qualche tempo fa avrebbe avuto dell’incredibile ma che nel nostro paese, grazie ai progressi della scienza medica, abbiamo potuto ascoltare più volte: due gemelli sono venuti al mondo a un mese di distanza l’uno dall’altro all’Ircss Burlo Garofolo di Trieste.

parto quadrigemellare

Torino, una donna partorisce quattro gemelli

parto quadrigemellare

«Un evento straordinario: i parti quadrigemellari sono rarissimi, uno ogni 800 mila», così dicono i medici. Eppure è successo, qualche giorno fa, all’ospedale Sant’Anna di Torino: una donna ha dato alla luce quattro gemelli, tre femminucce e un maschietto.

Le mamme di gemelli sono più longeve e fertili

Le donne, mamme di gemelli, sono più fertili e più longeve. E’ questa la conclusione a cui è giunto uno studio condotto dall’Università dello Utah di Salt Lake City, negli Stati Uniti. I gemelli, purchè avuti naturalmente senza il ricorso a terapie o tecniche di fecondazione assistita, sarebbero, dunque, un toccasana per le loro mamme. Secondo lo studio americano, pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, le donne che mettono al mondo dei gemelli sono più fertili e vivono più a lungo: questo, però, non significa che lo diventano in seguito alla nascita dei gemelli ma che le donne più sane e più forti dal punto di vista fisico, hanno maggiori probabilità di concepire gemelli.

Nello specifico, l’equipe di ricercatori, guidata dal dottor Ken R. Smith, ha analizzato i dati di 58.786 donne sposate e in menopausa, vissute nel territorio dello Utah tra il 1807 e il 1899 e che hanno raggiunto almeno i 50 anni di età.